Con colpevole ritardo, è giunto il tempo di recensire il secondo album degli australiani White Widdow, uscito il 23 settembre 2011 sotto AOR Heaven a titolo Serenade a seguito dell’ottimo esordio omonimo uscito nel 2008.
Fondati nel 2008 dal frontman Jules Millis, dal bassista Trent Wilson e dal chitarrista Enzo Almanzi, i White Widdow avevano impressionato un po’ tutti per qualità e gusto melodico, mostrando comunque ancora margini di miglioramento. Passato un anno la formazione avrà maturato? Vediamo..
LE CANZONI
Il disco apre con Cry Wolf, pezzo che impressiona per la precisa base di tastiere ad accompagnare un gustoso lavoro di chitarre e una convincente vocalità di Millis, abile a trasmettere intensità emotiva all’insieme. Molto bene il ritornello, che colpisce nel segno con melodie di primo impatto e che ricordano in qualche modo i lavori degli H.E.A.T., e anche l’assolo, tecnico e ispirato.
E’ ancora dirompente, solare e molto anni’80 l’uso di tastiere in Strangers In The Night, come ancorati al passato sono anche i cori nel refrain, emozionanti tanto da ricordare realtà leggendarie quali i Survivor.
Do You Remember è una mid-tempo intensa e ben arrangiata, che sfoggia un preciso insieme di tutte quelle caratteristiche che fino ad ora abbiamo elencato: tastiere e chitarre vivaci, buona sezione ritmica, grande coralità, spirito di insieme e convincente vocalità. Ed emozioni in primo piano!
Sullo stile dell’hard rock radiofonico stelle e strisce (primo Bon Jovi, Dokken..), Reckless Nights è una gustosa cavalcata precisamente ritmata dalla batteria e da un basso abile nel dare profondità a un pezzo che si incentra ancora una volta su melodie d’impatto, calde e coinvolgenti. Continue…