JUST A WISH – 21 GUNS: best of power ballads
JUST A WISH – 21 GUNS
di Scott Gorham, Leif Johansen
1992
IL TESTO e LA TRADUZIONE
You walk my dreams any time / Attraversi i miei sogni ogni volta
We’ve only spoken twice / Abbiamo parlato solo due volte
I’ve built a world deep in my mind / Ho costruito un mondo a fondo nella mia mente
I never realized / Non ho mai capito
I’ve watched you time after time / Ti ho guardata volta dopo volta
You never see me. / Non mi hai mai visto
It gives me chills to the bone / Mi da gelo alle ossa
When you come near me / Quando ti avvicini
You ask me why am I here / Mi chiedi perchè sono qui
And why I’m smiling / E perchè sto sorridendo
RIT
Just a wish, before I go / Solo un desiderio, prima che vada
Just a dream, to have and hold/ Solo un sogno, da portare con me
I close my eyes / Chiudo i miei occhi
And I make that wish once more / E ripeto un’altra volta il mio desiderio
Just once more / Ancora un’altra volta
I’ve played the fool many times / Ho fatto lo scemo tante volte
This one’s topped them all, yeah, yeah / Questa le batte tutte, si si
Another day has come and gone / Un altro giorno è trascorso
Still my dream lives on / E il mio sogno è ancora in vita
You turn to ask what I said / Ti giri per chiedermi cosa ho detto
You couldn’t hear me / Non potevi sentirmi
I see surprise in your eyes / Vedo la sorpresa nei tuoi occhi
What are you feeling? / Cosa stai provando?
How could I live with the pain / Come potrei vivere con il dolore
Of never trying!? / Di non provarci mai!?
RIT
Correva l’anno 1992 e un genere ormai a un passo dal declino come il rock melodico degli anni’80 sapeva ancora sfornare le sue ultime perle prima di cadere in disuso lungo tutta la seconda metà degli anni’90, o quasi. Ecco allora uscire in quel già difficile periodo storico il disco di debutto dei 21 Guns, band fondata a inizio anni’90 dal chitarrista dei Thin Lizzy, Scott Gorham, dal bassista Leif Johanson (i due principali songwriters del progetto) e dal batterista Mike Sturgis, incontratisi durante le registrazioni del nuovo album dei Phenomena di Tom Galley e Wilfried Rimensberger.
Con Tommy La Verdi (ex componente dei A440) come frontman originale e con il prezioso aiuto di Kim Bullard al piano, i 21 Guns pubblicarono così via RCA un album, Salute, tutt’oggi considerato dai più come una piccola gemma del genere grazie al suo hard rock melodico molto musicale e orecchiabile, squisitamente radiofonico, dominato dal talento chitarristico di Gorham e dalla pecuiliare voce acuta di La Verdi.
All’interno del platter, che conseguì un discreto successo di vendite, si innalzava una power ballad indimenticabile, ariosa e sognante, inimitabile per emozioni e sentimento: Just A Wish. Il brano, composto da Gorham e Johanson, evidenzia tutto il gusto melodico del gruppo lasciando ampio spazio alle tastiere di Bullard, che vengono accompagnate dal riffing delicato del chitarrista (sugli scudi nel breve assolo melodico centrale), da un ottimo groove ritmico e dal cantato a cinque stelle di un La Verdi magari non dotatissimo tecnicamente, ma emotivamente stupendo. In un brano dalle liriche ispirate che ci parlano della tormentata insicurezza (e timidezza) di un’amante che non sa come approcciare e farsi notare dalla sua lei.
L’immagine che apre la canzone è a tutti gli effetti un dipinto di solitudine. L’innamorato si rivolge con l’immaginazione alla sua amata, sognando dentro di se le parole che le direbbe per conquistarla, e la conseguente reazione di lei, se soltanto non fosse così tanto frenato dalla sua insicurezza. Attraversi i miei sogni ogni volta anche se abbiamo parlato solo due volte. Ho costruito un intera storia con te nella mia mente e non ho mai capito perchè io sia arrivato a tanto. Non ti ho quasi mai parlato ma ti ho guardata volta dopo volta, e tu non mi hai mai visto. Sai, mi da gelo alle ossa quando ti avvicini e (ed ecco l’immaginata reazione di lei di cui parlavo) ora che mi hai notato mi chiedi perchè sono qui e perchè sto sorridendo.
E’ il momento dell’ingresso del bellissimo ritornello, l’apoteosi melodica di questo pezzo e il fulcro su cui gira la tormentata storia emotiva del protagonista che immagina, adesso, di fare finalmente il grande passo verso la ragazza: solo un desiderio, prima che io vada. Ho bisogno solo di un sogno, da portare con me. E allora chiudo i miei occhi e ripeto un’altra volta dentro me il mio desiderio. Ancora un’altra volta, quasi fosse un talismano da toccare per avere con se la bontà della sorte.
La seconda strofa del brano porta con se la sofferta consapevolezza che non è ancora arrivato il momento di trasformare in realtà questo atto di coraggio. Ho fatto lo scemo tante volte ma questa le batte tutte, si si, anche perchè un altro giorno è trascorso e il mio sogno è ancora in vita. Sono sempre ancorato alla mia timidezza nonostante sia conscio che lei non sarà per sempre lì ad aspettarmi. Sto sprecando il mio tempo, me me rendo conto, ma non so se riuscirò mai a fare il primo passo. E allora torno ad immaginare come potrebbe andare fra di noi, cosa accadrebbe se mi dichiarassi: ti giri per chiedermi cosa ho detto, non potevi sentirmi perchè ho parlato troppo piano, ma sei intelligente e hai intuito. Vedo la sorpresa nei tuoi occhi, che cosa stai provando? Come potrei vivere con il dolore di non provarci mai!?
Proprio quest’ultimissima frase, che anticipa la tripla ripetizione finale del ritornello, lascia presagire che l’uomo rimane dentro di se determinato a farsi avanti, prima o poi, per placare il dolore che prova nel restare in bilico tra il dire e il non dire. Cercando di dare una chance a se stesso, prima di tutto. Nel frattempo però: solo un desiderio, prima che io vada. Solo di un sogno, da portare con me. Chiudo i miei occhi e ripeto un’altra volta il mio desiderio. Ancora un’altra volta..
PERCHE’ QUESTA CANZONE MERITA UN POSTO NEL NOSTRO BEST OF POWER BALLADS?
Sono poche le ballad del nostro genere in grado di dipingere così bene in musica le insicurezze di una persona timida di fronte a colei, o colui, che sente di amare. I 21 Guns ci riescono perfettamente, creando un singolo melodicamente pazzesco, ed emotivamente assoluto.
Lo spirito del gruppo, con la coesione tra le sue differenti parti, raggiunge qui un apice massimale, in una canzone che non ci si stancherebbe mai di ascoltare e di cantare. Come sfogo personale, o come desiderio di spiegare le ali e volare al di là delle proprie insicurezze.
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