Last Autumn’s Dream – Ten Tangerine Tales – Recensione
Puntuali come ogni anno riecco i Last Autumn’s Dream, che ci deliziano col loro decimo lavoro in studio Ten Tangerine Tales. E’incredibile come Erlandsson e compagni riescano a centrare il segno ogni volta. Certo, lo stile indelebile del loro rock melodico non è cambiato, ma ma riesce sempre e comunque a risultare fresco e trascinante. La formazione vincente non cambia e con Mikael Erlandsson alla voce, troviamo gli immancabili Andy Malecek alla chitarra, Nahle Pahlsson al basso e Jamie Borger alle pelli. Proprio quest’ultimo, oltre alla produzione dell’album, ha dato un notevole contributo al songwriting.
Appena inserito il nostro disco attendiamo la title track Ten Tangerine Tales; ma abbiamo subito una delusione in quanto si tratta solamente di un intro chitarristico di 15 secondi! Per fortuna Pickin’ Up The Pieces ci riporta sui binari giusti con la sua freschezza e il suo rock melodico trascinante, tipico dei Last Autumn’s Dream. 2nd Look ci spiazza inizialmente col suo intro ma un ritornello esplosivo rialza i toni. For You è la canzone più pop-oriented con le tastiere che tanto ricordano This Love dei Maroon 5, ma il refrain ancora una volta è impeccabile. The Man I Used To Be col suo intro barocco, risulta il brano più trascinante dell’album, veramente azzeccato, degno di Erlandsson e soci mentre I Will See You Thru è caratterizzata da cori iniziali e un ottimo giro di basso a tenere il ritmo. La chitarra di Malecek chiude un’altra song riuscita. La prima ballad arriva alla settima traccia e si intitola When I Found You; classico sound con pianoforte e chitarre struggenti, che piacerà sicuramente ai fan del gruppo. Lie To My Heart ha un sound più moderno ed ha un bel intermezzo, mentre New York Rain ricorda i primi lavori del gruppo e accelera sul ritornello, con riff che rimangono in testa al primo ascolto. It’s Magic risulta più rockeggiante,grazie al suo intro riffato e si aggiungono tastiere in sottofondo con ottimi cori a sostenere il refrain. Bello anche l’assolo. Finale con l’immancabile ballata My Final Love Song che apre con una chitarra acustica e una elettrica sostenute da un pianoforte. La voce quasi sussurata di Erlandsson prelude all’immancabile ritornello melodico.
IN CONCLUSIONE:
Il marchio Last Autumn’s Dream colpisce ancora. Melodie perfette e canzoni che lasciano il segno per un gruppo a cui manca solamente un’attività live. Non importa se non inventano nulla di nuovo, i LAD sono questi, prendere o lasciare.