A Lugano quel giorno di luglio volevo, dovevo, esserci. Non avevo mai visto live i Gotthard prima di allora e quella data, a non più di 5/6 ore da casa, mi sembrava l’evento perfetto per la mia prima volta di fronte a questa band. Poi, come purtroppo spesso accade, per un motivo e per l’altro si crerarono una serie di circostanze (specie economiche in quanto qualche giorno dopo avrei visto Gary Moore (RIP) live a Genova, nella mia città, per poi partire per il Wacken Open Air tedesco) che mi portarono ad accantonare l’idea e la possibilità di materializzarmi in Svizzera. Rimasi a casa con un bel po’ di rammarico ma fiducioso del fatto che intanto prima o poi in Italia i Gotthard sarebbero ripassati e li sarei andati a vedere allora a quell’evento.
Steve Lee per me era semplicemente ”la voce”, senza lasciare intendere se fosse la voce dei Gotthard o la voce del rock in generale. Ricordo ancora il 5 ottobre 2010 come se fosse ieri, anzi, ieri mi sembra perchè non riesco a concepire come possa già essere passato un anno. Diversamente da oggi, 5 ottobre 2011 e giorno in cui scrivo, era già una fresca giornata autunnale ed ero stato fuori casa fino a sera per seguire lezioni all’università. Ricordo che mentre accendevo il pc guardavo allibito fuori dalla finestra un tramonto bellissimo, molto più luminoso del solito, così entusiasmante che lo fotografai.
Rientrato dal terrazzo da cui avevo scattato la foto, il pc era acceso e, come al solito, aprii per prima cosa Facebook. Una mia amica aveva pubblicato un link, che appariva in primo piano sulla mia bacheca. Recitava: Steve Lee morto negli USA. Un unico brivido fortissimo, non ci potevo credere. Quando, leggendo diverse news, ne ebbi la certezza, di fronte a questo tramonto piansi, non lo nego.
Ancora oggi penso che un po’ dello spirito lucente e dorato di Steve alleggiasse nell’aria quella sera, come se il tempo, il cielo, volessero tributargli un addio con i loro colori. Lacrima dopo lacrima, secondo dopo secondo, il sole poi piano tramontò, spegnendosi, eclissandosi per lasciare posto all’intimo freddo della notte.. nel mio cuore, egoista, una certezza. Non avrei mai più visto live i veri Gotthard. Non avrei mai conosciuto uno dei miei idoli, Steve Lee.
Mi scuso per questo incipit di articolo davvero fuori dai canoni e molto personale, ma avevo bisogno di condividere con voi le mie emozioni, riaffiorate forti di fronte a questo disco che ora mi appresterò a raccontarvi, ovvero Homegrown: Alive in Lugano, ultimo tributo dei Gotthard al loro amato Steve prima di voltare pagina e ricominciare una nuova carriera. Pubblicato dalla Nuclear Blast, il disco vuole essere a tutti gli effetti un tributo a Steve Lee, riportando alla luce una serata speciale per i Gotthard nella loro Lugano, che fu poi una delle ultime esibizioni del cantante. Un tributo alla figura, alla vita, al carisma, all’amore per la musica e per i suoi fans di un sempreterno Steve Lee.
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