Last Autumn’s Dream – Level Eleven – Recensione

Tornano i Last Autumn’s Dream. Level Eleven è l’undicesimo lavoro in studio per la band svedese capitanata da Mikael Erlandsson; il lavoro farà tanto discutere sia per la qualità delle canzoni, altalenante, sia per il numero di uscite che con la cadenza quasi annuale non può far altro che diminuire le idee e riciclare spesso le melodie. Altro motivo del calo può essere il continuo cambio di line-up che stavolta perde uno dei fondatori e ideatori del gruppo: Andy Malecek, anche autore di diversi pezzi della discografia dei Last Autumn’s Dream. A sostituirlo Peter Soderstrom che non fa altro che compiere il suo onesto lavoro alla chitarra senza lasciare il segno.

Si parte bene con Kiss Me, con il tipico sound dei LAD, anche se la canzone ha bisogno di qualche ascolto prima di essere apprezzata al massimo. Ottime ritmiche e melodia sempre perfetta. Follow Your Heart è ancora dotata di grande melodia e ricorda i vecchi lavori, risultando gradevole. Fight The World parte con una voce femminile con sottofondo di pianoforte….violini e Erlandsson esplodono in una power ballad abbastanza scontata dove stavolta il ritornello non riesce a coinvolgere. La cover di I’ll Be There 4 U di Jeff Scott Soto (ma la musica era stata scritta da Jamie Borger,batteria dei LAD) parte con dei cori accompagnati da una tastiera per partire con una bella chitarra ritmica. Ben prodotta e ben cantata risulta un buon episodio… Losing You parte lenta ma poi la chitarra di Soderstrom comincia a farsi sentire, peccato che la canzone non sia all’altezza, brutto refrain che la rende anonima. Go Go Go – Get Ready For The Show risolleva l’album ritornando al vecchio sound tanto amato dai fan dei LAD. Bei cori, bel sound e ottimo ritornello. Delirious non convince, sound più moderno, song senza mordente che scivola senza infamia ne lode….Made Of Stone è la ballad che solo i LAD riescono a tirare fuori; pianoforte come intro, Erlandsson che sfodera una prestazione superba per un lento che farà riempire i cuori dei fan. Stick Around parte ancora lenta ma il ritornello festoso e le tastiere che riempono, forse fin troppo, la rendono un’ottima song. Star scivola senza lasciare ricordi mentre l’ultima Plz è un lento che, fortunatamente chiude l’album in bellezza……in definitiva un’album con troppi alti e bassi, ma comunque di discreta fattura.

IN CONCLUSIONE:

Disco consigliato solo ai fan più fedeli dei Last Autumn’s Dream. Le troppe uscite hanno minato la qualità delle canzoni, anche se diversi episodi lasciano il segno. Per chi si avvicina la prima volta ai LAD consiglio caldamente i vecchi lavori.