Reckless Love @ Legend Club – Milano
Ci sono concerti che devono essere recensiti e commentati con particolare riguardo alla prova tecnica dei musicisiti on stage, alla loro bravura esecutiva, alla loro resa sonora piuttosto che visiva. Altri, come quello dei finlandesi Reckless Love al Legend Club di Milano, invece devono essere valutati per quello che sono, ovvero serate di festa da passare con gli amici sotto un palco a cantare canzoni in stile party / pop metal e quindi ricche di ritornelli, basi tamarre, e tanta tanta energia e divertimento di fondo.
Credo che perciò sia inutile sottolineare in senso spiccatamente negativo quello che già tutti sappiamo. I Reckless Love suonano per il 50% dal vivo, e per il restante 50% sovrastati da basi campionate (anche e soprattutto vocali), che permettono al carismatico frontman H. Olliver Twisted di esibirsi tranquillamente coperto da una marea tale di cori e controcori che.. via, gli acuti li può sempre fare anche tutti in playback, evitando così ogni sorta di fatica, errore o stonatura!
La data del 5 maggio 2017 a Milano, la prima di tre nella nostra Penisola, non ha perciò presentato un copione differente da quello che ci aspettavamo, tanto che persino i brillanti giochi di luce sul palco parevano costruiti ad arte per nascondere i possibili errori nella mimica del semi-playback del cantante.
Tralasciando questo fatto – e non prendendosela neppure troppo per la sola ora e un quarto scarsa di show (due o tre brani in più ci potevano stare, no?) – il concerto è stato all’insegna del più puro divertimento, con i quattro ragazzotti finnici capaci di tirare fuori dal cilindro un bel sound e una setlist davvero divertente e compatta, che pescava con intelligenza tra i loro maggiori successi, affiancandoli alle nuove (e più pop) canzoni, differenti ma comunque generalmente ben accolte dalle circa duecento anime del pubblico.
Saliti on stage tra le note di The Boys Are Back In Town dei Thin Lizzy, i Reckless Love scelgono Animal Attraction come traccia di apertura, lasciandola seguire da una So Happy I Could Die cantata e ballata da tutta la platea. Poi, in rapida sequenza, ecco le nuove We Are the Weekend e Monster, prima dell’eccellente prova dal vivo di una Beautiful Bomb che scalda definitivamente gli animi della gente, e di una Badass dal grande tiro. E’ poi momento di paroloni, e Edge of Our Dreams viene allora dedicata ai fans che – sono le parole del cantante – comprando cd, magliette e biglietti dei concerti mantegono anno dopo anno vivo il sogno di successo del gruppo, mentre Scandinavian Girls ha per obiettivo le ragazze italiane, che Olli definisce bellissime ed escluse dal testo solo per ragioni di metrica (bella questa..).
Il concerto riparte (in realtà con un’altro passo) al suono di una Born to Break Your Heart cantata a squarciagola da band, pubblico e credo persino da qualche passante nel marciapiede fuori il locale, per quanto è stata eseguita d’energia e volume. Poi l’inno Back To Paradise è l’intermezzo tra Pretty Boy Swagger e On The Radio, le canzoni che con Night On Fire mostrano il lato più ottantiano e patinato del gruppo. Infine, senza la solita farsa del bis richiesto dal pubblico, i Reckless Love salutano Milano con Dying To Live e la definitiva esplosione di grinta ed energia di Hot, che scalda definitvamente gli animi dei presenti fino alla standing ovation finale alla band, fatta sulle note dell’outro East Bound and Down (di Jerry Reed). Per una serata, in definitiva, piacevole e divertente, in pefetto stile party anni ’80s.