Shout – People Of The Night – recensione
Nel vedere questa recensione qualche lettore distratto potrebbe domandarsi: “mi sono perso qualcosa”? Sgomberiamo subito il campo da equivoci: non vi siete persi nessuna reunion o pubblicazione inedita del gruppo cristiano guidato da Ken Tamplin, questa band è svedese e People Of The Night è il suo debut album. Ok, probabilmente la scelta del nome è un tantino infelice. Nati dalle ceneri dei The Scams, dei quali permane una citazione nel logo, oltre alla presenza di Kriss Biggs (basso) e Danny Diemond (chitarra) il combo scandinavo può vantare quella di Rob Raw, la cui sei corde ha impreziosito i lavori dei Danger (dei quali, se non li conoscete, è d’obbligo un ascolto al disco autointitolato del 2014). L’unico membro a non aver ancora lasciato una traccia tangibile nel music business è il batterista Ol’ Hurricane, che la press release che accompagna il CD ci informa essere un ex contadino trasferitosi dalle campagne alla città, dove ha conosciuto gli altri tre e dato vita alla band. Anticipato dal singolo omonimo (stampato in cardboard sleeve con la cover di “No Voices In The Sky” dei Motörhead come B-Side), People Of The Night si presenta in un jewel case con booklet a 8 pagine completo di tutti i testi. La partenza, affidata a “Scream Shout” e alla title track (di entrambe le canzoni sono stati girati dei video), rivela senza mezzi termini le coordinate stilistiche: heavy metal classico di stampo britannico condito da ritornelli ficcanti e cori anthemici di impronta arena rock. L’album sembra ricominciare da dove si era fermato Bombs Away dei The Scams: sebbene in quel gruppo il cantante principale fosse Diemond e qui Biggs, lo stile in qualche modo ricalca quello del defunto quartetto. Di certo è un po’ meno AC/DC oriented, anche se l’influenza della leggendaria formazione australiana è palpabile, vedasi “Alive”, “Young And Wild” o “Live Free”. Pezzi come “Shoot First”, “We Are Champions”, “Rock Her Bones” e “Racing With The Devil”, invece, mostrano chiaramente come il credo sonoro degli Shout sia devoto alla dottrina di artisti come Judas Priest, Iron Maiden, Motörhead, KISS e Turbonegro, ma con una cura per i refrain tipica dell’hair metal. L’ibrido in questione è una bomba melodica difficile da ignorare, il classico disco da sparare a tutto volume facendo air guitar in mezzo alla stanza, sognando di stare sopra ad un palco con i riflettori puntati addosso e un parterre di fan scalmanati davanti. Spesso, lavori di questo tipo scadono in fretta dopo qualche ascolto, ma People Of The Night sembra avere le carte in regola per superare la prova del tempo. Merito di un songwriing solido e ben strutturato che sostiene saldamente le fondamenta del sound del combo di Växjö. Forse con i suoni non siamo proprio al top, ma il prodotto è comunque competititivo e al passo coi tempi.
IN CONCLUSIONE
Un debutto convincente, ben scritto e realizzato, senza momenti di stanca. Energetico e dannatamente catchy, questo album ha la parola headbanging stampigliata nel suo DNA. Attenzione alla cervicale!