Meat Loaf – Hang Cool Teddy Bear – recensione

E’ indubbio che Meat Loaf sia “un personaggio” nel panorama del Rock mondiale, grandioso e pomposo nel suo stile misto tra il musical e l’Hard Rock. Il fatto di essere un personaggio così pesante comporta molti lati positivi ed altrettanti negativi, o lo si Amo o lo si Odia, non penso ci siano vie di mezzo.
Io mi trovo tra quelli che amano il vecchio Polpettone (Meat Loaf vuol dire proprio questo), soprattutto nelle sue, è proprio il caso di dirlo, immense ballate… pezzi come I would do anything for love (but i won’t do that), not a dry eye in the house, i’d lie for you (and that’s the truth) riuscirebbero ad aprire una breccia nel cuore anche di chi il cuore c’è l’ha rivestito di titanio.
Altro punto forte del repertorio di Meat Loaf sono i testi dei suoi pezzi che in taluni casi sono veri e propri capolavori compositivi. I successi nella sua carriera sono solo una conferma di tutti questi punti… ma veniamo a questo Hang Cool Teddy Bear che arriva dopo l’ottimo Bat Out Of Hell III: the monster is Loose, album veramente riuscito del 2006 con pezzi che entrano di diritto nei classici della carriera di Meat Loaf  (Blind as a Bat su tutti).
In questa sua ultima fatica si è avvalso di collaborazioni eccellenti alla chitarra come Steve Vai e addirittura Brian May dei Queen e di alcuni cameo come la partecipazione di Jack Black (protagonista di School of Rock, L’amore non va in vacanza) o Hugh Laurie (Dottor House) al piano di If I can’t You… ma il risultato non è stato comunque all’altezza.
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Jimi Jamison’s Survivor – Empires – Gemma Sepolta

Primo classico recensito su MelodicRock.it e non a caso la scelta è caduta proprio su questo splendido lavoro di fine millennio del grande vocalist dei Survivor Jimi Jamison. Questo disco ha avuto per me un pò il valore di un personale “battesimo” all’Aor ed al Melodic Rock. Infatti, questo è stato il primo disco Aor di cui sono entrato in possesso… ero alla ricerca in realtà di una raccolta dei Survivor, ma il negoziante mi disse che non era disponibile neanche su prenotazione (tempi duri che erano!!! Comunque la troverò anni dopo in un viaggio a Strasburgo… fortuna che ora ci sono i negozi online 😉 ) e mi propose questo Empires che invece era disponibile… anche se il fatto che il nome completo del gruppo fosse Jimi Jamison’s Survivor e non solo Survivor lo lasciò parecchio in dubbio sul fatto che fossero la stessa cosa…

…e quel poveraccio del negoziante, messo in crisi su un gruppo che praticamente mai aveva sentito (che tristezza, neanche sapeva che Eye of the Tiger fosse una loro canzone…), tutti i torti non li aveva. Infatti questo lavoro porta la firma Survivor in copertina, ma in realtà dei primi Survivor rimaneva proprio solo il grande Jimi Jamison in quanto Jim Peterick, fondatore del gruppo stava già approdando verso altri lidi (leggasi Pride of Lions).

Questo disco segnarà un capitolo importante nella storia di Jimi, una nuova conferma delle sue qualità anche senza il supporto dei Survivor, ed una crescita musicale e personale che lo porterà forse ad uno dei momenti qualitativamente migliori della sua carriera… e a noi regala un album che di diritto merita di entrare nella storia del Melodic rock.

Vediamo il perchè…

LE CANZONI

L’inizio dell’album è molto rilassato, con la bella mid tempo Cry Tough, che ha forse il pregio maggiore di farci subito notare lo stato di forma di una delle voci più belle del Melodic Rock internazionale. La canzone scorre veloce fino alla più heavy Run From THe Thunder, dove un bel riff di chitarra ed una batteria pulsante ci portano su tonalità più cupe.
La successiva I’m Always Here, per chi come me è cresciuto con negli occhi la bella Pamela Anderson di Baywatch (o almeno negli occhi una parte di lei…), è una sorpresa essendo proprio la colonna sonora della serie Baywatch che anche qui in Italia ha avuto alla fine degli anni ’90 un notevole successo… pezzo molto commerciale ma di indiscussa qualità, bello!
La canzone che porta il nome dell’album,  Empires, è invece un lento in duetto con Lisa Fraziers, fin troppo classico nell’esecuzione anche se molto intensa e godibile, ma è con la successiva First Day of Love che si arriva al primo vero capolavoro dell’album. La canzone parte facendoci intendere l’ennesimo mid tempo, ma di colpo si trasforma in un autentico anatema rock fatto di batteria, chitarre e la voce di Jimi che si fa roca e tagliente per questo capolavoro confezionato con cura. Con la successiva Have Mercy si resta su livelli di eccellenza, riuscita l’intonazione vocale ed il bel riff di chitarra. Just Beyond The Clouds è la canzone romantica per eccellenza dell’album e forse una delle più belle che ricordi di aver ascoltato. La voce di Jimi ha un che di magico e ci trasmette in pieno l’intensità del testo per trasformarsi poi in un inno durante il ritornello… da lasciare senza fiato gli splendidi stacchi che intervallano la canzone. Arriviamo così velocemente all’ottava traccia dell’album ed alla mia canzone preferita dell’album… A Dream Too Far, grande composizione e grande intreccio tra voce e strumenti. Canzone in puro stile Survivor, che se proprio volessimo condensarla in una parola potremmo dire ADRENALINICA. Sicuramente uno dei pezzi che da quel tocco in più a questo lavoro. Da qui in poi l’album torna su livelli più “terreni”, e la successiva Love is Alive è la canzone che forse meno si abbina al resto dell’album… poco riuscita secondo me con quel suo stile simil funky che poco ha a che fare con il Rock che si respira nel resto dell’album. Piccola nota, questa canzone sarà però ripresa dalla bella Anastacia, canzone che per ritmica e sonorità nelle sue corde si trasformerà in un piccolo gioiello. November Rain ci riporta a sognare con un lento malinconico ed emozionante con un’esplosione di voce a circa metà canzone che è come il tocco dell’artista su di una tela già di per se perfettamente riuscita… una delle canzoni più emozionanti che ci regala questo Empires. La successiva Calling America è una bella canzone di protesta, politicamente corretta come nello stile del grande Jimi, ma potente e tagliente come un rasoio, gran bel pezzo che raggiunge il suo apice giusto prima di lanciare il ritornello. L’album si conclude con due Live, la sempre splendida Burning Heart a cui forse questo album riesce a dare una degna sostituta nell’ottima A Dream Too Far, e la meno riuscita Rebel Son (che però si conclude con un Thank you very Much veramente da lacrimuccia)… sinceramente se ne poteva fare a meno di inserire questi due live, ma Burning Heart si ascolta sempre con piacere… se poi come me siete cresciuti a pane e Rocky allora è un vero must… 😉

IN CONCLUSIONE

Uno degli album più riusciti del ’99 e penso uno di quegli album che ha contribuito a riportare in auge a livello mondiale il Melodic Rock dopo anni di vera “depressione” Grunge. C’è poco da dire, non potete dire di essere amanti del Melodic Rock se non avete nella vostra libreria questo album… quindi potete, o riprenderlo e per quarantacinque minuti riperdervi tra le sue canzoni o correre ai ripari e cercare di procurarvelo al più presto.

 

FIREFEST 2010 – l’evento dell’anno, il più grande concerto europeo di musica AOR e Melodic Rock

Firefest 2010Si svolge a Nottingham (UK) ormai da qualche anno il più grande festival europeo di musica AOR e Melodic Rock. Quest’anno si terrà il 30 e 31 ottobre al Nottingham Rock City quello che, ormai arrivato alla sua settima edizione, si preannuncia il più grande evento europeo per gli amanti del genere.

Di anno in anno il Firefest è riuscito a raccogliere sempre più intorno a se grandi nomi del panorama mondiale e soprattutto quest’anno non ha mancato di stupire per l’alta qualità delle band che è riuscita a mettere in campo.

I nomi che si vanno delineando di giorno in giorno per questa grande kermesse di rock melodico comprendono al momento Grand Illusion, Bangalore Choir, Shotgun Symphony, Beggars & Thieves, Bonfire, Dare (quanto darei per vederli dal vivo… 🙁 ), Lynch Mob, Grand Design, Strangeways, Newman, Pretty Maids, Jimi Jamison, Nelson e Stage Dolls.

Se tutto questo non bastasse proprio in questi giorni si è aggiunta anche la data di venerdì come pre-apertura alla due giorni del Firefest. Per questa data al momento sono confermati gli H.e.a.t, i Crazy Lixx ed i Reckless Love.

Segnalo anche l’ottimo sito internet che fa da contorno alla manifestazione, che potete vedere all’indirizzo http://www.thefirefest.com

Peccato che sia solo in inglese, ma se masticate un minimo la lingua vi consiglio di farci un giro, veramente ben fatto e con tante informazioni utili se, fortunati voi, avete intenzione di prenotare un weekend in quel di Nottingham (poco sopra Londra) per assistere a questo strepitoso evento!

Mi raccomando, se qualcuno avrà la fortuna di partecipare al Firefest 2010, mi faccia avere le sue impressioni via mail all’indirizzo info@melodicrock.it, vedrò di publicarle sul sito.

LINKS UTILI:

http://www.thefirefest.com

AGGIORNAMENTO DEL 17/09/10 CON DATE E SCALETTA DEGLI SPETTACOLI

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Stan Bush – Dream the Dream – Recensione

 

Stan Bush può essere a tutti gli effetti considerato una delle colonne portanti del Rock melodico internazionale.  Le collaborazioni della sua carriera sono infinite e la sua qualità non si mette in discussione.
Questo suo Dream the Dream, undicesimo suo album da solista, sarà in grado di mantenere alto il livello di questa leggenda del Rock melodico?
Beh… volevo creare un pò di suspence, ma il voto in alto conferma già subito che anche questo nuovo lavoro si mantiene su standard qualitativi più che lusinghieri.

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Joey Summer – Written on the Horizon – recensione

Joey Summer approda con un nuovo lavoro completamente in Inglese, dopo il suo primo album in Portoghese (Nascer). Dopo Auras e N.O.W. un altro artista sudamericano cerca un suo posto nei lidi del Melodic Rock. L’album è distribuito in Italia dalla Frontiers anche se la sua etichetta “nativa” è la Avenue Of Allies.

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Terry Brock – Diamond Blue – Recensione

Un album che aspettavo con impazienza e da cui mi aspettavo tanto… dal voto in alto si può facilmente capire che non sono stato deluso. Terry Brock è riuscito a sfornare un ottimo prodotto con una qualità generale veramente sopra la media e con alcune canzoni che possono candidarsi di diritto a miglior pezzo melodic rock dell’anno (The Rain mi ha particolarmente colpito).
La classe di Terry è ormai consolidata e dopo questo lavoro sale l’acquolina in bocca per la prossima reunion degli Strangeways.

LE CANZONI

Basterebbe ascoltare già solo l’omonima traccia di apertura Diamond Blue per essere soddisfatti appieno di questo nuovo lavoro di Terry Brock. Canzone bellissima, in puro stile AOR, bella voce, grande melodia e una lirica riuscita… Continue…

First Signal – First Signal – Recensione

Dietro il nome First Signal si nasconde in realtà l’ultimo progetto dell’ex Harem Scarem Harry Hess, coadiuvato da un gruppo di supporto di tutto rispetto formato da gente del calibro di Dennis Ward (bassista e chitarrista dei Pink Cream 69) e con la partecipazione di Chris Schmidt alla batteria, Michael Klein alla chitarra, Eric Ragno alle tastiere e Darren Smith che fece parte anch’esso della prima formazione degli Harem Scarem.
La qualità del gruppo si vede dal risultato finale, un album riuscito, che non deluderà gli appassionati del genere. Curato sotto ogni aspetto e con una produzione veramente di gran classe.

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Prossima fermata… MelodicRock.it

MelodicRock.itDa qui inizia il mio viaggio che spero possa diventare anche il Vostro viaggio…

Mi chiamo Denis Abello e questo sito nasce da una mia passione, la musica Rock Melodica, passione che è nata parecchi anni fa e che mi ha portato a scoprire grandi band e grandi voci del mondo del Rock.

In Italia non esiste una vera cultura del Rock melodico, passiamo dal Pop direttamente al Metal e tutto quello che ci passa in mezzo nella maggior parte dei casi viene perso.

MelodicRock.it nasce con l’intento di farvi scoprire proprio ciò che c’è in quella “terra di mezzo” che è il mondo del Melodic Rock…

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