Khymera – The Grand Design – recensione
Cosa resta dei buoni vecchi Khymera? Poco, o proprio a voler essere un po’ “iene dentro“… dei primi Khymera (album omonimo nel 2003), quelli che videro collaborare il produttore/artista italiano Daniele Liverani con Steve Walsh (Kansas), non resta proprio un bel niente!
Va detto però che dal secondo album A New Promise (2005) entra in scena il personaggio di Dennis Ward, al tempo bassista dei Pink Cream 69 (ed entrerà poi anche in formazione con gli Unisonic), che viene però qui assoldato principalmente come Voce. Che scelta azzeccata che fu!
Chi di voi conosce il nome Khymera penso proverà un brivido soprattutto sentendo scandire il titolo del terzo lavoro della band, The Greatest Wonder (2008), album che siglò un perfetto mix tra classe e melodic rock.
Quindi a voler ben vedere e a voler proprio rispondere alla domanda di inizio recensione a mente fredda, dei Khymera resta soprattutto un passato importante. Passato che dopo ben sette anni di assoluto silenzio viene preso in mano dal solo Dennis Ward che rivoluziona la band con tutte nuove entrate (Michael Klein alla chitarra, Felix Bohnke alla batteria, Eric Ragno alle tastiere e Jim Rykbost al pianoforte) e si porta in casa anche praticamente tutto il lavoro di songwriting coadiuvato solo dal chitarrista Michael Klein e da Paul Logue, bassista degli Eden’s Course.