Kaisas – Unify – Recensione
Chi non conosce il nome di Tony Mills alzi la mano. Il biondo singer inglese famoso per i lavori con gli Shy, i TNT e ultimamente con i progetti State of Rock e Serpentine (più svariate collaborazioni) presta la voce a questi nuovi Kaisas, con Acacio Carvalho alla batteria e il tuttofare Babis Kaisas alla chitarra, basso e al songwriting. L’album, intitolato Unify è un misto di melodic rock e aor dove la voce di Tony Mills spicca con i suoi acuti e vocalizzi ma dove purtroppo il lato musicale risulta troppo piatto e anonimo.
Già la decisione di aprire l’album con il lento Sins Of Mankind è sembrata una scelta poco azzeccata, anche se il brano non è male ricordando i lavori dei Serpentine. Il problema è trovare una traccia che rimanga in mente; l’album scorre ma non lascia il segno. Songs troppo anonime, senza mordente, infatti già le successive Chemistry e Surrender hanno un refrain che è addirittura fastidioso e solo la voce di Tony riesce a coinvolgere. Mystery Man col suo intro rockeggiante sembra risollevare le sorti ma ancora un ritornello deludente ci lascia l’amaro in bocca…Finalmente un sussulto: infatti Innocent Cry è molto eighties, con un gran bel riff di chitarra che si ripete e un buon songwriting. Diverse parti parlate e ottima interpretazione. Tocca al rifacimento di Jingle Bells la palma di canzone più brutta…una via di mezzo tra il punk in versione rallentata e un aor di bassa fattura. Una “telefonata” apre Somewhere Someplace, le chitarre si fanno più pesanti e la song risulta piacevole e trascinante, un AoR di classe. All Unite è la ballad di turno. Chitarre acustiche che aprono per poi esplodere nel refrain elettrico…buona canzone che ha bisogno di più ascolti per essere assimilata. Da qui in poi le canzoni diventato terribilmente tutte simili…The Whole Picture, Take Away Your Plain, That’s Me sono incredibilmente piatte, senza un refrain che si “stacchi” dalla canzone o che si elevi grazie alla grande voce di Tony Mills. Solo la conclusiva Rock You riesce a dare una piccola scossa schiacciando il piede sull’acceleratore con un buon rock debitore degli ultimi lavori di Tony. La bonus track In My Dream non aggiunge nulla al lavoro confermando il mediocre livello del disco. Da segnalare un assolo di chitarra suonato veramente male….
IN CONCLUSIONE:
Che delusione. Potrei concludere la recensione così. Le canzoni sono troppo piatte e solo la voce dell’innocente Tony Mills riesce solo a dare mezzo punto in più al lavoro. Produzione e arrangiamenti troppo anonimi e senza idee. Peccato.