Pride Of Lions – Dream Higher – Recensione

Presentare una band come i Pride Of Lions penso sia superfluo, e ogni uscita di questa grandiosa band AoR ha sempre aspettative molto alte, che non sempre lasciano il segno. Sarà il caso di questo nuovo e settimo sigillo Dream Higher?

Passiamo alle canzoni, infatti in occasione dei vent’anni del gruppo, Jim Peterik si affida nuovamente all’ugola calda e potente di Toby Hitchcock, una garanzia nel genere e una voce carismatica e coinvolgente. Ed il nuovo Dream Higher possiamo dire che non appaga al massimo le aspettative e soffre forse di troppo “mestiere” e meno “cuore” rispetto ai precedenti lavori.
La proposta musicale è quella che l’ascoltatore si aspetta da un disco dei Pride Of Lions e questo non lascia dubbi su cosa ci aspetteremo e sia chiaro che questo non è un brutto lavoro, emerge purtroppo un calo di creatività e novità ma che ad uno come Peterik può essere perdonato. In tutti i pezzi manca la scintilla, “IL” refrain vincente, nonostante non manchi mai la classe e la melodia che contraddistingue Peterik e soci.
I bei pezzi comunque non mancano con la bella Blind To Reason, un’opener di tutto rispetto, la title track Dream Higher e Another Life parlano l’Aor più classico e anche se un po’ scontate riescono a lasciare il segno. Ma è con le tracce più eightes che Jim e Toby riescono a divertire di più rieccheggiando il sound dei mitici Survivor, se vogliamo fare un “grande” paragone. Find Somebody To Love ne è un esempio lampante, mentre i momenti più westcoast e più soft li troviamo con Driving and Dreaming, fresca, solare, la ballad Everything To Live For e la conclusiva Generational.
Lato musicale non si può dire assolutamente nulla, Peterik e la sua chitarra sembrano parlare ad ogni nota, il disco è comunque registrato discretamente e Toby Hitchcock non sbaglia un colpo.

IN CONCLUSIONE :
I Pride Of Lions sono questi, prendere o lasciare, personalmente penso che cambiare o snaturarli non avrebbe senso ed anche se il sound e le canzoni hanno dei momenti di stanca, riescono comunque ad emozionare.

Jim Peterik and World Stage – Winds Of Change – Recensione

Ce l’ho fatta, ho trovato un bug nel sistema (da ora im-)perfetto che regola le recensioni qui sul MelodicRock.it. Si può dare più di 100 su 100 di giudizio a un album, arrivando fino a 999. Ottimo. Anche perchè mi sembra questa l’occasione giusta per stravolgere le regole e cambiare le carte in tavola. L’ha fatto anche Jim Peterik d’altronde, che per il suo nuovo album della premiata ditta Jim Peterik and World Stage (intitolato Winds Of Change e in uscita il 26 aprile per Frontiers Music) ha tirato fuori dal cilindro non solo il grande disco che da lui sempre ci si aspetta, ma un nuovo e vero capolavoro da far ascoltare ai giovani per spiegare loro.. come si fa. Anche nei duemila, più di 35 anni dopo gli allora ’80s.

Qui:

  • non si contano gli ospiti-superstar, quali Kevin Chalfant (ex-The Storm), Dennis DeYoung (ex-Styx), Matthew e Gunnar Nelson, Kelly Keagy (Night Ranger), Lars Safsund e Robert Sall (Work Of Art), Toby Hitchcock (Pride Of Lions), Danny Vaughn (Tyketto), Mike Reno (Loverboy), Kevin Cronin (REO Speedwagon), Jason Scheff (ex-Chicago).
  • non si può rimanere che attoniti di fronte al team di musicisti formato dai batteristi Ed Breckenfeld, Dave Kelly e Colin Peterik, dai bassisti Klem Hayes, Bill Syniar e Bob Lizik, dal chitarrista Mike Aquino, e da Jeff Lantz in veste di arrangiatore orchestrale nel pezzo “You’re Always There”. Tutti ai loro massimi livelli, tutti capaci di dare il loro preziosissimo contributo alla realizzazione dell’opera.
  • non delude la produzione. E’ nitida e avvolgente, retrò, ma moderna quanto basta per non risultare anacronistica.
  • non ci si può stancare di brani sempre vari, perfettamente composti dal maestro Peterik. Senza giri di parole, il più grande songwriter del nostro genere.
  • non manca neppure l’emozione unica di trovare un brano inedito cantato dal mai troppo compianto Jimi Jamison.

 

E allora largo alle emozioni vere della opener e title track Winds of Change, che vede come ospiti gli ottimi Danny Chauncey e Don Barnes dei 38 Special su un brano frizzante, positivo, arioso, fedele allo stile sempreverde e motivazionale di Peterik. Without A Bullet Being Fired mette Jim in duetto con Mike Reno su un pezzo decisamente ottantiano ed alle ritmiche incalzanti, ma è nel conubio con Dennis De Young degli Styx nel già singolo e video Proof Of Heaven che si squarciano i veli del tempio, e avviene la definitva risurrezione del genere rock melodico. La canzone, che trasuda teatralità, scomoda contemporaneamente Styx, Survivor e Queen, e risuona nei nostri impianti come un puro inno di early AOR, quello di fine anni ’70, con tutti i suoi coretti e le sue trovate pop, pomp e sinfoniche.

Vi ricordate i The Storm? Ecco allora Sometimes You Just Want More e Kevin Chalfant su un pezzo iper melodico, divertente, dinamico, che fa venire davvero voglia di muoversi. E ancora, come se fosse stata strappata via dal miglior platter dei Pride of Lions, Home Fires gode della epicità ed corposità vocale di un bravissimo Toby Hitchcock (speriamo sia un antipasto di un loro nuovo album). Bella!

Parentesi. I REO Speedwagon sono, proprio al pari dei Survivor, i fondamenti assoluti della mia storia di ascoltatore prima, e recensore poi, di AOR. Trovare la voce di Kevin Cronin prestata a una power ballad di Jim Peterik è per me come la realizzazione di un sogno, una di quelle cose che non credi mai possano accadere, ma su cui metti comunque il cuore sopra, e speri, speri speri.. Bene, Just For You è persino più grande di quanto mi aspettassi e, anche se molto essenziale a livello di songwriting (è di fatto una traccia semi-acustica), nella sua intima delicatezza suona come una delle più belle ballad romantiche che abbia mai ascoltato. Fine parentesi. Punto, e a capo.

The Hand I Was Dealt ci presenta uno strepitoso Danny Vaughn ai suoi massimi di espressività su una mid-tempo che ha il sapore lontano dei suoi Tyketto, ma in una veste più ricamata, di pura matrice Peterik. E Where Eagles Dare, con Lars e Robert dei Work Of Art, mi strappa un’altra standing ovation, per una traccia pop rock, atmosferica, originale, echeggiante, dal mood decisamente spirituale, che ci avvolge morbida l’orecchio e ci lava via il nero dei nostri ascolti più metallari (dai lo so che sotto sotto anche voi ascoltate gli Slayer, haha). Ad ogni modo, è una boccata di aria pura sotto forma di note, e melodia.

La rockeggiante I Will What I Want ha Kelly Keagy come ospite, e suona come un bellissimo motivo corale, frizzante come i migliori Night Ranger. Segue una nuova ballad, You’re Always There, interpretata da un super Jason Scheff su un arrangiamento molto classico, ricco di suoni, classico secondo lo stile dei Chicago. Un altro pezzo da antologia del genere, da brividi. Infine, il bell’hard rock stelle e strisce di Avalanche, con Matthew e Gunnar Nelson su una traccia molto stradaiola, lascia spazio al toccante commiato finale di Love You All Over The World, che vede alla voce Jimi Jamison. La chiusura perfetta, e qui le lacrime sono davvero difficili da trattenere…

IN CONCLUSIONE

Al di là dell’ironico giudizio del disco, Winds Of Change è un platter che rasenta la perfezione sotto tutti gli aspetti, e che riporta in auge quel tipico stile compositivo degli anni’80 sfruttando la bravura del miglior Jim Peterik compositore, e di tutti gli ospiti illustri da lui radunati.

Dodici tracce da antologia del genere AOR. Che altro serve aggiungere?

Pride of Lions – Fearless – Recensione

Il primo grande botto di questo 2017 di musica rock melodica arriva – guarda il caso – dalla nostra Frontiers Music e da una formazione che dal 2003 ad oggi è stata sempre in grado di produrre alcuni dei dischi più emozionanti, vivi e positivi della nuova era della scena AOR mondiale: ovviamente parlo dei Pride Of Lions di Jim Peterik (Survivor) e Toby Hitchcock.

Fearless, il loro nuovo album del gruppo in uscita nei negozi il 27 gennaio 2017, porta avanti quel processo di continua crescita che è alla base di questa formazione fin dal suo più giovanile esordio. Il genio compositivo di Peterik (è inutile ricordare che il suo nome è sinonimo di una delle figure più prolifiche, ispirate e geniali di questa scena musicale, dai Survivor fino ad oggi) si mette al servizio della musicalità e della potenza timbrica del suo eccellente cantante Hitchcock, fornendo al frontman le basi musicali – elettriche, pompose, cariche di energia e feeling – in grado di far emergere il massimo delle sue doti vocali. Un sodalizio tra i due che è in continua crescita, e la loro intesa è sempre massimale, fatto che giova in primis alle canzoni, ancora una volta da brividi in ognuna delle loro parti, e poi all’insieme musicale del disco. Certo, è evidente come i Survivor, e con loro certamente anche la voce del sempre amato e compianto Jimi Jamison, restino certamente alla porta come punto di paragone per ognuna di queste nuove creazioni (tra l’altro in una intervista recente Peterik ha ammesso come, ogni qual volta si appresti a scrivere le linee vocali di un suo nuovo brano, abbia nella mente sempre e solo la voce di Jamison, come se ogni canzone fosse ancora composta per essere interpretata da lui), ma il nostro amato songwriter statunitense riesce sempre ad andare oltre ai soliti clichè, lavorando ogni qual volta a nuove sonorità, senza però mai stravolgere l’idea originale del gruppo.

Continue…

Mecca – III – Recensione

Terzo capitolo per il moniker Mecca, guidato dal grandissimo Joe Vana. La prolifica Melodic Rock Records ci porta sul mercato il nuovo Mecca III, che segue il bellissimo Undeniable datato 2011 e il primo storico Mecca I , album stellare uscito nel 2002 sotto Frontiers Records e che vantava nomi come Fergie Frederiksen, Mike Aquino, Jim Peterik e molti altri mostri sacri dell’ AoR mondiale.
In questo nuovo capitolo Joe Vana porta grandi novità a partire dal figlio Joey Vana alle chitarre e il ritorno di due colonne portanti del primo album, Shannon Forest e David Hungate, rispettivamente alla batteria e al basso.

L’album, nonostante la sua poca durata, 8 canzoni per circa mezz’ora, è il perfetto esempio di come dovrebbe suonare un disco AOR, a partire dall’iniziale Take My Hand , un impasto di Toto e Asia con Joe Vana in forma smagliante e il figlio Joey che sembra che suoni la chitarra da una vita. Unknow conferma quanto appena detto, con una chitarra iniziale in pieno Lukather style. Questa volta il refrain arioso è semplicemente stupendo. Alone è una ballad di alta classe, tappeto di keys e Shannon Forest che tiene il tempo con la batteria leggera e mai invasiva, l’assolo di chitarra trascinante e i cori femminili chiudono una canzone superba. Gone parte col basso a dettare il ritmo seguito dal pianoforte e le keys e segue il discorso della precedente canzone con più energia. Cry suona più verso i moderni Toto con un ritornello dove ancora la voce di Joe vola verso le note più alte, grande pezzo. A Kiss On The Wind è un altra canzone straordinaria, Joe ancora padrone e gli inserti di batteria e pianoforte sono la parte più interessante. Un gioiello sotto l’aspetto vocale e musicale. Let It Go gode di un ritornello che si incolla subito in testa e che non avrebbe sfigurato su un album dei Pride Of Lions e un assolo di chitarra dove Lukather non esiterebbe ad applaudire, da 10 e lode….si chiude con Believe che nei suoi cinque minuti riesce ancora a mescolare l’essenza dell’AoR. Voce, chitarra,basso, batteria, tastiere… non c’è niente che sia fuori posto…speriamo di non dover aspettare ancora troppi anni per il prossimo album.
Grazie Joe !

IN CONCLUSIONE:

Joe Vana è tornato, un album con la A maiuscola, un lavoro perfettamente prodotto, suonato divinamente con pezzi bellissimi e trascinanti, l’unica pecca se proprio vogliamo essere pignoli è la poca durata del disco, solo mezz’ora, che però non varia la grandezza dei Mecca.

Jim Peterik al lavoro su un CD unplugged

Jim PeterikL’iper-attivo e leggendario cantante/tastierista/produttore (e chi più ne ha più ne metta) Jim Peterik sta preparando “Eye Of The Writer – The Songs Of Jim Peterik”, il primo CD unplugged della sua storia, che sarà anche accompagnato da un DVD. Con lui lo stimato produttore e sound engineer Fred Mollin, noto per la sua serie di successi di registrazioni acustiche assieme ad artisti quali Jimmy Webb, Kris Kristofferson, Barry Mann e Johnny Mathis, tra gli altri.

Il progetto verterà sul materiale sia di Survivor che di Ides Of March, nonchè su quello dei suoi lavori solisti e su tutte le varie canzoni scritte. La selezione comprenderà brani come “Eye Of The Tiger”, “Vehicle”, “High On You”, “Is This Love”, “The Search Is Over”, più successi composti per altre band come “Hold On Loosely”, “Rockin’ Into The Night”, “Caught Up In You” dei 38 Special e l’inno “Heavy Metal” di Sammy Hagar.

Peterik ha invitato tutti i suoi fans ad essere parte integrante della creazione di questo album attraverso PledgeMusic. Con 35 $ di donazione sarà disponibile una copia firmata di “Eye Of The Writer”, insieme ad una foto firmata e ad un Access Pass, offerto da Pledge con download digitale dell’album e l’accesso ai dietro le quinte per gli aggiornamenti nel corso della creazione del progetto. Una donazione di 2.000 $ invece consentirà addirittura la realizzazione di un brano personalizzato, scritto e mandato come demo al generoso sostenitore.
Tuttavia, il vero premio è “The Ultimate Peterik Fan Experience”, in cui un fan viene invitato a co-scrivere una canzone con Jim, partecipare alla sessione di registrazione finale ed eseguire la stessa canzone sul palco con lui in un luogo da definire. Il tutto con una chitarra della collezione privata di Jim e la copia originale di platino incorniciata della hit “Eye Of The Tiger”, inizialmente presentata alla band dalla Epic/Scotti Bros Records. Quest’ultima chicca è però riservata come premio di fascia alta ed è rivolta esclusivamente ai fans che donano 25.000 $.

“Sono così preso da questo progetto ed entusiasta che voi possiate essere una parte di esso”, racconta Peterik. “Mi piace l’idea di miei fans/amici e sono contento che possano vedere i vari dietro le quinte e ottenere alcune cose interessanti in cambio. E’ la nuova realtà di come realizzare una grande release…e fare la differenza!”

Tutto il regolamento e il resto delle spiegazioni al link http://www.pledgemusic.com/projects/jimpeterik

Torch – The Music Remembers Jimi Jamison & Fergie Frederiksen – Recensione

 

Ascoltate, nel silenzio, il battito del vostro cuore. E’ un ritmo regolare, vero? Tum, tum, tum. Provate ora a mettere nello stereo un brano a caso di un vostro disco preferito. Ci siamo? Mano sul polso adesso, presto! Non sentite, immediata, la differenza?! Tum tum, tum tum tum, tum, tum tum.

Ecco davanti a voi, inconfutabile, la prova dell’esistenza di quello che mi piace chiamare ‘il potere della musica’. L’accelerata involontaria delle vostre pulsazioni è infatti il sintomo cristallino di come le note sappiano agire immediatamente sul nostro organismo, risvegliando positività e, più in generale, stimoli, emozioni e pensieri.

Cantanti come Jimi Jamison e Fergie Frederiksen hanno saputo, forse più di altri nel genere che amiamo, muovere i nostri cuori, scaldandoli come fiamme ardenti. La loro musica immortale è tutt’oggi una torcia, inestinguibile, posta al centro del nostro petto, dentro la nostra anima. La loro voce, un faro guida nella notte. E, nonostante entrambi ci abbiano lasciati troppo presto nel corso del 2014 per volare in cielo a brillare nell’eternità tra gli astri nella volta celeste, continuano a vivere dentro di noi, come nostri fratelli di sangue. Sono gli angeli custodi della nostra fede musicale. Chiudendo gli occhi li potete percepire vicini, sorridono piano, e respirano l’immensità.

Rilasciato esclusivamente tra i banchetti del Frontiers Rock Festival II con la taratura di sole 500 copie fisiche, Torch – The Music Remembers Jimi Jamison & Fergie Frederiksen è il tributo, realizzato da alcuni musicisti capitanati da Jim Peterik, che celebra la vita e il talento di due tra i migliori cantanti che il Rock abbia mai conosciuto. Forte di 4 nuovi brani originali e di 7 alternate mix o rare canzoni attualmente inedite in Europa, oltre che delle versioni originali di alcune delle migliori tracce edite dai due cantanti nel corso della loro carriera, la compilation è stata prodotta dallo stesso Peterik, con l’ausilio di Jeremy Holiday, ed è un viaggio intimo e straordinario nella musica dei nostri due angeli. Nonchè una produzione letteralmente perfetta per entrare in contatto con lo spirito sempre vivo di questi due talenti. Continue…

Peterik / Scherer – Risk Everything – recensione

Rimanere obiettivi parlando di un progetto che vede coinvolto Jim Peterik (Survivor, Pride Of Lions, Idees Of March) non è per niente facile. Alla luce poi dell’esibizione con i suoi Pride Of Lions (e proprio con Marc Scherer come ospite) in quel del Frontiers Rock Festival 2015, esibizione da incorniciare negli annali e che a diritto si può fregiare della definizione “Evento Epocale“, senza contare la splendida Rockstar che si è rivelata essere Peterik dal vivo, ecco che allora l’obiettività per un amante dell’AOR può anche considerarsi sotterrata e dimenticata!
In fondo è giusto così, la musica non è solo musica, ma anche passione ed emozioni che chi la sviluppa riesce a trasmettere non solo con le note. Riprendiamo però a parlare di questo progetto Peterik / Scherer e diciamo subito che tale Marc Scherer (distinto e brillante personaggio, anche lui piacevole conoscenza fatta al Frontiers Rock Festival di quest’anno) altro non è che l’ennesima “scoperta vocale” portata alla ribalta da Jim Peterik!
In realtà ai più attenti tra di voi il nome di Marc Scherer nonn suonerà del tutto nuovo visto che un suo pezzo, Change Everything, appare nella compilation MRCD9 “15 Years Later” legata al sito www.melodicrock.com.

Continue…

Survivor – Vital Signs – classici

1984, i Survivor arrivavano da un successo planetario regalatogli dal pezzo Eye of The Tiger, multiplatino e colonna sonora del film Rocky III, e dal successivo flop commerciale del loro quarto album Caught in the Game (1983)… e ancora non sapevano che il loro quinto lavoro Vital Signs avrebbe scritto la storia dell’AOR!
Ci sono momenti in cui il Fato, o chi per esso, giocando con le carte del destino porta a segno colpi da maestro come quello di far incontrare nel suo massimo splendore creativo quello che diventerà con il tempo un songwriter ed un artista dal carisma unico, Jim Peterik, con una voce magica ed incomparabile come quella di Jimi Jamison (che arrivava dai Cobra), chiamato a sostiture Dave Bickler, costretto alle dimissioni per problemi alle corde vocali. A chiudere la formazione troveremo poi lo storico Frankie Sullivan alla chitarra, Stephan Ellis al basso e Marc Droubay alla batteria.
L’uscita di Vital Signs e la conseguente definitiva entrata nella band di Jamison verrano anticipate dal pezzo The Moment of Truth (incluso come bonus nella ristampa del 2010 della Rock Candy records) che faceva parte della colonna sonora del film Karate Kid – Per vincere domani

Continue…

Gli occhi da tigre di Jim Peterik!

jimpeterik-throughtheeye-bookLo storico cantante/tastierista dei SURVIVOR, tornato alla ribalta nel nuovo millennio con i PRIDE OF LIONS, ha scritto un libro sulla sua ormai lunga carriera di rockstar, in cui svela tutti i particolari più interessanti del suo percorso, dagli inizi con gli IDES OF MARCH in tour coi LED ZEPPELIN, all’aiuto dato ad un’alticcia Janis Joplin per accompagnarla in hotel, fino alle sue avventure con GRATEFUL DEAD e ALLMAN JOYS, predecessori degli ALLMAN BROTHERS. L’autobiografia intitolata “Through The Eye Of The Tiger” sarà pubblicata verso la fine dell’estate.

Facebook: www.facebook.com/OfficialJimPeterik

Website: www.JimPeterik.com