Inglorious – Ride To Nowhere – Recensione
Dopo essere stati individuati come il futuro del rock britannico, arriva il terzo album degli Inglorious, segno inequivocabile del raggiungimento della maturità artistica della band.
La carica prorompente e la capacità di coinvolgere l’ascoltatore si palesano già dalla prima traccia: “Where Are You Now” è una bomba, dal ritornello corale e sfrenato, cristallina e genuina fino in fondo. Si passa alla successiva “Freak Show”, puramente hard rock, dalle sfumature strumentali interessanti e ben strutturate. Le acque si calmano lievemente sull’introspettiva ed emotiva “Never Alone”, gemma preziosa e dagli orizzonti sconfinati, dotata di una melodia che letteralmente rapisce. “Tomorrow” è arcana e oscura, tenebrosa nella sua solennità titanica, completa e sfuggevole. Si arriva così alla scanzonata “Queen”, trotterellante e movimentata, dal groove deciso e prorompente, che ci catapulta nella martellante e dissonante “Liar”, pregevolmente crudele e pestata, a bilanciare perfettamente le sonorità dell’album.
Un sapore tra il vintage e il contemporaneo, che sbalza e fa sobbalzare, accompagnano la corposa e spregiudicata “Time To Go”, dalla trama godibile e riconoscibile. “I Don’t Know You” si presenta come un canonico lento blueseggiante, intervallato da sprazzi di follia ritmica, ottimo esempio di cosa sta diventando l’hard rock contemporaneo. Si torna a pestare sulle note di “While She Sleeps”, stupenda e inebriante, che prepara le orecchie e il cuore alla title – track “Road To Nowhere”, ovattata, schizofrenica, dagli abbinamenti e dal gusto impeccabile, dalla resa granitica.
Il lento acustico “Glory Days” chiude un lavoro decisamente riuscito, dalle sfaccettature molteplici e interessanti, una creatura di livello altissimo in tutte le sue componenti, sia strumentali che soprattutto vocali, un tassello fondamentale della musica odierna che farà sicuramente parlare di sé anche in futuro: consigliatissimo.