Michael Sweet – I’m Not Your Suicide – Recensione
Sesto studio album per Michael Sweet, che dopo la grande esibizione con gli Stryper al Frontiers Rock Festival e al nuovo lavoro targato Stryper ci delizia con questo nuovo I’m Not Your Suicide. Per il cantante questo è un periodo molto profilico; dall’uscita di quest’ultimo lavoro, alla sua nuova autobiografia, agli impegni live con gli Stryper… ma tutto questo non ha assolutamente tolto creatività o freschezza al full lenght, regalandoci ottime canzoni che spaziano dall’hard rock più “metal oriented” a quello più “soft”….I’m Not Your Suicide è anche arricchito di numerosi ospiti, a partire da Tony Harnell,passando per Doug Aldrich, Chris Jerico e dalla figlia minore di Dave Mustaine, Electra. I musicisti che hanno collaborato sono artisti del calibro di Kenny Aronoff alle pelli, Paul McNamara al piano e tastiere, Pete Adams alle chitarre e John O’Boyle al basso.
L’album mostra una grande versatilità, partendo dall’hard rock melodico delle prime song, Taking On The Wind in duetto con Tony Harnell e la più soft All That’s Left; entrambi dotate di ritornelli ariosi e melodici dove la voce di Michael svetta in ogni singola nota. The Cause calma gli animi ma non riesce a lasciare il segno, risultando lenta e prevedibile. This Time,in duetto con Kevim Max, è la prima ballad, fuori dagli schemi classici di Sweet e soci col suo incedere lento, ma il ritornello coi cori riesce a coinvolgere grazie anche alla strepitosa interpretazione di Michael. I’m Not Your Suicide parla di speranza ed è molto “Stryper”nel refrain anche se in versione più rock e meno metal. Perfetta come titolo dell’album e primo singolo, la canzone racchiude tutta l’essenza del lavoro con chitarre melodiche e la solita grande voce. Coming Home è forse il pezzo più bello dell’intero album. Atmosfere AoR con chitarre slide e acustiche e un ritornello riuscitissimo. Una perla. Miles Away parte con una chitarra acustica per poi esplodere in un riff elettrico potente ed un refrain ipermelodico mentre Strong ritorna ad esprimere il lato più melodic rock di Michael; bei riff e grandi ritmiche per un’altra ottima canzone. How To Live è LA ballata. Il lento incedere del pianoforte, la voce bassa e calda di Sweet…l’intro di batteria che tiene dolcemente il tempo e l’esplosione di strumenti sancisce una canzone deliziosa… Heart Of Gold, cover di Neil Young appare in questa versione con la sola voce di Sweet prima e come ultima traccia in duetto con Electra Mustaine. La differenza è minima se non fosse per la bella voce della figlia di Dave che ci ha colpito positivamente. La canzone ricorda molto le ritmiche rock anni 90, ma è la slide guitar che ci porta su sentieri più country fino all’assolo elettrico e rock….bella… Anybody Else pigia sull’acceleratore col suo rock n roll con grandi chitarre e riff più cattivi….Unsuspecting chiude con un metal degno degli Stryper, tempo veloce, chitarre che graffiano e melodie superbe!Il falsetto sul refrain ci ricorda che Michael Sweet è ancora uno dei migliori rocker in circolazione…
IN CONCLUSIONE:
Chi cerca un album clone degli Stryper stia lontano da questo lavoro, chi adora la voce di Michael Sweet corra invece a comprare il disco al più presto possibile. Questo full lenght dimostra come la voce di Sweet riesca ad adattarsi dal hard rock all’AoR al metal senza nessun tipo di problema…