Gli Hardline scelgono la bella ed ospitale cornice dell’HT Factory di Seregno (MI) per tornare ad esibirsi dal vivo nel nostro Paese, di ritorno dalla loro grande performance al Frontiers Rock Festival, e ancor più dalla pubblicazione del loro ultimo disco Life, accolto con tante lodi sia dal pubblico che dalla critica di settore.
Ad accompagnarli gli italianissimi Dream Company, con il release party ufficiale del loro album di debutto The Wildest Season, che sarà sul mercato tra qualche settimana (per l’esattezza il 15 ottobre) per l’etichetta Tanzan Music.
Presente all’evento un buon numero di calorosi spettatori, che ha potuto godere anche della presenza degli stand ufficiali del merchandising dei gruppi, oltre di un bel banchetto di dischi targati Frontiers Music, e non solo.
DREAM COMPANY
Dopo 13 anni on stage e oltre 600 concerti in giro per l’Europa come cover band dei Bon Jovi, i Dream Company (ovvero il cantante Giulio Garghentini, Stefano Scola al basso, Enrico Modini alle chitarre, e Davide Colombi alla batteria) sono finalmente pronti a presentare alle folle il loro primo personale album di inediti.
Quanto ascoltato in questo spettacolare show è un bellissimo ed energico hard rock melodico, che già lascia presagire l’alta qualità che di certo ritroveremo nella registrazione in studio. Ricchi di chiari riferimenti agli artisti più amati del genere (ho sentito ovviamente spunti bonjoviani, oltre che alla Gotthard, e più moderni alla Eclipse), ma forti anche di un tocco musicale molto personale che porta a canzoni dotate di ottimi ritornelli orecchiabili e di bei passaggi strumentali, i nostri tirano fuori dal cilindro lo spettacolo che non ti aspetti, e la loro oretta di concerto scivola via senza intoppo alcuno, e con un livello esecutivo e tecnico davvero di alto profilo.
Così, in quello che è stato un gustoso antipasto di quello che sarà il futuro della band, mi sento di elogiare la qualità in particolare della canzoni Scared To Be Loved, Revolution, Salvation, Land Of Freedom e del già singolo Days In Blue, che hanno letteralmente tirato giù il locale con la potenza delle loro parti ritmiche, con il tocco melodico ma deciso della chitarra di Modini, e con i vocalizzi sempre precisi e intonati del bravo Garghentini. Per uno show da applausi scroscianti, perfetto anteprima di un evento che non mancherà di riservare altrettante sorprese.
Set List:
1. The Ghost
2. Mine Mine Mine
3. Scared To Be Loved
4. Revolution
5. Salvation
6. River Of Love
7. Love Is Possession
8. Land Of Freedom
9. Liars
10. Days In Blue
HARDLINE
Si sa, quando un gruppo è affiatato non ha bisogno di nient’altro che dei sei suoi stessi componenti per esprimersi in un concerto esaudiente sotto ogni aspetto. L’impressione, vedendo suonare gli Hardine (ma anche i Dream Company prima di loro, c’è da dirlo!), rimane quella di un gruppo di amici che sale on stage prima di tutto per divertirsi, e divertire i propri fans. Poi semmai anche per mestiere.. E non è cosa di poco conto!
Una passione smisurata per il lavoro di musicista che spinge i nostri (perchè dai, questi 4/5 tricolore della formazione ci fanno ormai sentire il gruppo un po’ nostro) a uno show passionale e vivo come pochi, nel quale energia e potenza sono le parole chiave adatte a descrivere una esibizione ragionata per bilanciare intelligentemente il nuovo e il vecchio corso (diverso, ma mai opposto) di questa storica realtà hard rock melodica.
Johnny Gioeli, il leader indiscusso della band, si è dimostrato ancora una volta un frontman eccellente. La sua potenza vocale è risuscita anche in questa occasione a unire in modo indissolubile energia e sentimento attraverso una timbrica unica e inimitabile, e una intonazione sempre perfetta. Trascinante e carismatico, Gioeli si è rivelato anche abile nello sfruttare la voce di Alessandro Del Vecchio, che è stato in grado non solo di colorare i brani con il tocco delle sue tastiere, ma di supportare il leader con i suoi cori sempre presenti, che hanno fanno risparmiare ben più di qualche respiro all’imponente americano.
E se Marco Di Salvia è stato il solito carro armato di rimiche, e la Portalupi la più sinuosa e talentuosa groove maker che ci sia, chi davvero ci ha impressionato questa sera è stato il maestro Mario Percudani che, come su disco e ancora più in sede live, riesce con naturalezza a non far rimpiangere nessuno dei suoi predecessori, gettandosi in riff e assoli eccellenti e sempre stra carichi di tocco e sentimento. Da brivido.
E allora via, con la nuova Place To Call Home messa in apertura, e la più antica Takin’ Me Down a seguire, tra i primi tripudi del pubblico. La leggendaria Dr. Love scioglie definitivamente la gente, ormai persa in canti e movimenti di capo a non finire, con Take A Chance e Where Will We Go From Here che danno poi ancora un occhio al recente storico della band, assieme alla toccante ballad Page Of Your Life, che per prima riesce a fare scendere qualche lacrimuccia tra gli spettatori.
Life’s A Bitch e la intensa ballad In The Hands Of Time ci riportano agli albori del gruppo, e vengono accolte con estasi dalla gente al pari della nuova Love Is Gonna Take You Home, che vede Gioeli duettare con Del Vecchio in un lento melodico da paura. Everything, dedicata al co-autore Eddie Money recentemente scomparso, lascia infine spazio alla mitica Hot Cherie, con il bis-non-bis affidato a Fever Dreams e Rhythm From A Red Car, che chiudono l’ennesimo concerto perfetto di una band tra le più in forma del nostro panorama musicale.
Sono di parte, lo so. Ma il mio aggettivo per Gioeli e soci è: inimitabili. Ci siamo divertiti un mondo. Applausi quindi agli organizzatori, e ai due gruppi, che si sono lasciati andare a lunghe sessioni di foto e autografi con i fans fino a tarda ora. Così si fa, clap clap!!
SETLIST
1. Place To Call Home
2. Takin’ Me Down
3. Dr. Love
4. Take A Chance
5. Where Will We Go From Here
6. Page Of Your Life
7. Life’s A Bitch
8. In The Hands Of Time
9. Love Is Gonna Take You Home
10. Everything
11. Hot Cherie
12. Fever Dreams
13. Rhythm From A Red Car
GALLERIA FOTOGRAFICA