Devil City Angels – Devil City Angels – recensione
Galeotta fu una serata benefica l’anno scorso dove vecchi amici della scena di L.A. si ritrovarono su un palco a jammare in memoria di John Entwistle, il mitico bassista degli Who. Una superband nata quasi per gioco dalle menti di Rikki Rockett (serve a dire che è il drummer dei Poison?), Tracii Guns (…qua non serve dir nulla!…già nel suo cognome è racchiusa la sua carriera !!!) e il bassista della Cenerentola più famosa, dopo quella Disney, Eric Brittingham.
Nella villa sulle colline dell’uno o nello studio casalingo dell’altro, tra risate e qualche birra, è nata una dinamica di gruppo che ha lasciato i protagonisti suddetti stupiti da cotanta magia, cementando tra loro l’idea sempre più sicura e precisa che tutta questa “verve” non dovesse rimanere una bisboccia tra vecchi amici : da tutto ciò sono nati i Devil City Angels, nuova e scintillante all star band dalla Città degli Angeli.
Eric lascia subito dopo aver registrato il disco, sostituito con un altro colosso dell’hard mondiale come Rudy Sarzo mentre dietro al microfono viene scelto l’unico “sconosciuto” del branco, Brandon Gibbs (ex Cheap Thrill e Gibbs Brothers) che – non avendo messo in discussione il talento dei “vecchi” – si rivela essere la vera sorpresa dell’intero progetto, sfoggiando una voce carismatica e potente che è la vera marcia in più di questo loro debutto omonimo.
Infatti le linee melodiche suonano tremendamente moderne pur poggiandosi sulle fondamenta del classic rock americano più puro e incontaminato donando alle canzoni una patina fresca e frizzante.
Dieci canzoni fumanti hard rock melodico sporcato di blues e funk dal piglio deciso che rimanda a mostri sacri degli anni settanta… Montrose ma soprattutto ettolitri di Aerosmith “old school” insomma… grassa pacchia!