Se dobbiamo definire i paesi o una zona del mondo che ha permesso la rinascita del melodic rock nel post 2000, sfornando un numero impressionante di band che si rifanno ai gloriosi anni 80 senza però scadere nel riciclato, allora la risposta sarà una sola: la Scandinavia (e precisamente Svezia e Finlandia). Culla di tante nuove band, tutte con i propri pregi o difetti, ma con una costante comune: gli anthem da stadio, i ritornelli grandiosi, e quel senso della melodia innata. La Svezia, dopo aver dato i natali a band di tutto rispetto nel panorama rock melodico (Europe, Treat o i Talisman sono alcuni di questi gruppi storici) si è confermata una fucina di valore immenso. Proprio dalla terra di Tempest & Co. arrivano gli H.E.A.T, che hanno preso al volo tutto quello che era stato fatto fin ora, creando un mix assolutamente esplosivo.
LE CANZONI
Apertura affidata a un intro strumentale con una voce fuoricampo, il tutto per pochi secondi prima di arrivare alla prima canzone del disco: There For You. Chitarra in primo piano che comincia a tessere già le prime melodie indimenticabili, presto seguita dalla voce cristallina di Kenny Leckremo il tutto a condire questa bella opener. Never Let Go è una midtempo che subito diverte e che rimane in testa grazie a quei cori e a quel ritornello da cantare e urlare a squarciagola. Da notare nel finale uno stacco che rallenta la canzone solo per pochi secondi prima che arrivi Leckremo a sfoderare un acuto a dir poco pauroso a prova della sua immensa estensione vocale. Le successive Late Night Lady e Keep on Dreamin’ riescono nell’impresa di dimostrare (se ancora ci fosse il bisogno) quanto questi 6 ragazzi ci diano dentro con l’anima, avendo il ritmo e il desiderio di far scatenare l’ascoltatore nel sangue con il loro ritmo incalzante, i cori sempre presenti e queste melodie vincenti che tanti gruppi si sognano di creare. Le atmosfere si rallentano con la prima ballad del disco, Follow Me. Introdotta da Jona Tee e il suo pianoforte, da dimostrazione di quanto la band svedese sappia anche sorprendere nei lenti, con un interpretazione ancora magistrale di Leckremo. Si torna al rock con Straight For Your Heart che scommetto farà ballare chiunque e che funge da spartiacque tra Follow me ed un altra ballad, sempre di alto livello: Cry. Anche qui l’atmosfera è calda, i ritmi si abbassano e Kenny supera se stesso: interpretazione magistrale per tutta la canzone prima del finale in cui alza e tira degli acuti micidiali. Feeling Again, come le altre rock-song, parte lentamente per poi esplodere nel bridge e nel ritornello che acquista maggior spessore grazie ai cori degli altri membri della band. Anche qua dopo l’assolo, un Kenny Leckremo sugli scudi che regala alzate di tono e acuti perfetti. A seguire Straight Up col suo sapore quasi blues nulla aggiunge a quanto ascoltato precedente che però fa notare il gusto dei due chitarristi Dave Dalone ed Eric Rivers. Con Bring The Stars torna il classico suono della band, linee melodiche di chitarra mai banali e un ritornello che rimarrà impresso per molto tempo nelle menti di chi ascolta. Compito di chiudere il disco a You’re Lying e Feel The Heat che non aggiungono niente di nuovo alla miscela esplosiva della band svedese.
IN CONCLUSIONE
Melodie di facile assimilazione, ritornelli da cantare continuamente, frequenti assoli mai scontati o fini a se stessi che si intrecciano con le tastiere onnipresenti, frequenti cori e armonie vocali, il tutto impreziosito da una produzione moderna che scongiura quel senso di “vecchio” che potrebbe scaturire ascoltandoli. Se fosse uscito nel biennio 89-90 sicuramente avrebbe venduto quelle 3-4 milioni di copie che si merita di diritto. Voglio spendere una nota di merito però soprattutto al cantante, Kenny Leckremo. Questo giovane ha tutto quello che un cantante dovrebbe avere per il genere proposto: un timbro chiaro e pulito, un estensione vocale paurosa che gli permette di non risparmiarsi MAI dando veramente il massimo in ogni canzone con numerose alzate di tono vistose e acuti veramente potenti senza mai perdere punti neanche nelle parti più calme o nelle canzoni che richiedono una certa atmosfera.
Il disco comunque rimane un MUST per tutti gli amanti del rock melodico che non devono farsi scappare un disco di questa caratura.