Una delle fortune di essere recensore musicale è certamente la possibilità di svegliarsi il mattino, mettere su un disco della propria band preferita, scriverne decantandone le lodi, e avere poi la certezza quasi matematica che qualcuno leggerà le tue smisurate effusioni. Saranno poi elogi o stroncature, applausi o fischi, botte o carezze, ma ad ogni modo avrai calmato la tua sete di dire e ridire del tuo artista del cuore, sentendoti così straordinariamente appagato. E ora io lo sono, molto.
Sì, avevo proprio bisogno di continuare a parlarvi di Darren Wharton e dei suoi Dare, che diversi mesi fa avevamo lasciato hard rockers stile americano con il loro disco Blood From Stone del 1991 (se volete ridare una letta alla mia recensione, cliccate qui). Bene, dal 1992 al 1998 i Dare.. puf, spariscono! Si smaterializzano letteralmente e di loro non si sa più niente di niente. Che cosa può essere successo di tanto grave da disintegrare questa formazione? In realtà poco, o meglio, abbastanza poco. Vinny Burns, si dice insoddisfatto dalle vendite proprio dell’ultimo album, aveva salutato la formazione prestandosi ai Ten, Brian Cox (quasi mi viene da ridere) aveva lasciato la musica per diventare un fisico di assouto rilievo mondiale, e Darren solo soletto finì così a dare una mano all’amico Scott Gorham nella stesura del suo album con i 21 Guns, per poi unirsi a lui e ai suoi ex compagni nella tanto famigerata reunion celebrativa dei Thin Lizzy, che da li in poi farà da (noioso) spartiacque per la carriera di questa melodic rock band inglese.. Poi tac, è un attimo. Darren si stufa, lascia i Thin Lizzy e in quattro e quattr’otto nel 1998 mette su una nuova formazione dei Dare, con Andrew Moore e Richard Dews alle chitarre (il secondo non ancora in modo ufficiale). Trova una nuova label, la MTM Music, e pochi mesi dopo Calm Before the Storm è nei negozi..
“Con quest’album credo facemmo un gigantesco passo verso la realizzazione del suono autentico dei Dare. Fu il primo album che produssi e la mia prima collaborazione con Mario (Lehmann) e la MTM Music in Germania. Credo che il disco catturò al meglio l’atmosfera che cercavo. Rimane uno dei miei preferiti.” Difficile dare torto a Darren in queste affermazioni. Calm Before the Storm fu a tutti gli affetti un nuovo esordio per la band. I sound precedenti furono totalmente accantonati, e persino brani già scritti i precedenza con Burns e inseriti nella tracklist di questo disco (come la magnifica Walk On The Water) furono quasi totalmente rivisti in una chiave molto più leggera e sfumata. Nella mente di Wharton c’era ormai un nuovo disegno per quello che era diventato a tutti gli effetti il suo progetto, un piano straordinariamente originale e innovativo che avrebbe portato da qui in avanti la band ad avere un suo stile personale e riconoscilissimo che, di successo o meno, l’avrebbe comunque consegnata alla storia.
Ecco quindi motivata la scelta di sfondare ogni barriera e canone, portando il rock melodico a a farsi avvolgere da nuove vesti, lunghe, bianche, eleganti. Vedete la figura femminile in copertina? Lei è il rock melodico dei Dare. Attorno ora tutto si muove, i paesaggi cambiano e si evolvono. Il cielo rappresenta le influenze progressive (e aggiungerei quasi pinkfloydiane) che si aggiungono a questa musica, ruotando attorno ad essa in un misterioso insieme, spaventoso ma bellissimo come un cielo che si prepara alla tempesta (dark skyes, dangerous and beautiful dirà più avanti in un suo brano Darren..). Il sole, che si appresta ad essere cancellato dalle nubi, è il legame con il passato che se ne va, e il lago in cui bagna i suoi piedi non è altro che la sintesi più pura e tangibile di quelle straordinarie atmosfere che rafforzeranno l’insieme sonoro della band, e che definirei quasi ambient per come riescono a far respirare all’ascoltatore l’aria di paesaggi incontaminati, di verdi colline e di cieli straordinariamente sereni e lucenti, talvolta anche in tempesta. E attenti! Non è un caso che la seducente figura tocchi le acque, è questo infatti l’unico modo che ha per divenire in tutto per tutto parte del straordinario sistema che muove intorno a lei e che ora per capillarità risalirà il suo corpo nudo facendola per sempre sua. Non esiste il ritorno ora. Lei cammina sulle acque e si avvincina a noi, ci seduce e ci circonda, e se accettiamo il suo caldo bacio, il tocco delle sue labbra sulle nostre, per sempre a lei apparterremo. Il suo ricordo e la sua musica non lasceranno mai più i nostri cuori, è questa la magia della nuova musica dei Dare! Dal momento che entrerà nelle vostre orecchie non sarete più in grado di farne a meno, come se fosse una donna bellissima, sensuale e dal portamento elegante, che sotto la sua unica bianca veste nasconde il vostro desiderio d’amore più puro.
Non mi stancherò mai di dire come questo Calm Before the Storm riesca ad essere a tutti gli effetti il primo di una serie di quadri in musica, di ipnotici dipinti di note che il genio di Darren Wharton ha voluto dare a noi. Le singole battute diventano ora frasi di poesia, assumono un valore che mai prima d’ora avevano avuto e si sublimano alla natura e alla sua potenza. La calma prima della tempesta è quell’ultimo tacito momento di quiete che accompagna il vortice delle interperie, l’istante di apparente tranquillità che precede le ostilità celesti, e quello che sarà dopo (e che parimenti verrà al termine dell’ascolto del disco) saranno solo pioggia e lacrime, un turbine emotivo di una violenza disarmante, una calamità di sensazioni, un tornado di sentimenti.
Una tela che ottiene la sua prima pennellata con il brano Walk On The Water, il cui incipit di chitarre e voci echeggianti al cielo anticipa lo splendido ingresso vocale di Darren Whorton, dal cantato ora straordinariamente dolce, sussurrato e carismatico. La chitarra acustica di Dews accompagna con assoluta maestria le melodie, mentre Moore è libero di spaziare nell’insieme con parti e assoli elettrici di un intensità artistica unica e rara. Some Day rimane più lineare dell’opener, ma il suo ritornello urlato al cielo (I’ll meet you there in a land somewhere.. waiting) giunge a Dio ed è per tutti, e commuove e sorprende come l’ultimo grido di smisurato amore e speranza del Figlio al Padre prima dell’ultimo affannato respiro. La title track Calm Before the Storm ridipinge in musica la cover dell’album, con passaggi e accelerazioni-rallentamenti di puro soft progressive. L’intera band è sugli scudi, Darren sfoggia qui forse la sua migliore prestazione vocale di sempre, mentre la chitarra di Moore muove il cielo e addensa le sue nubi che, dopo un’ultimo istante di silenzio (splendidamente rappresentato dalla band), gettano pioggia e vento sul volto di tutti noi, lasciando il ritmo del brano ad evolversi fino a quando il sole riuscirà a farsi spazio tra i nembi, riportando la normalità tra echi di chitarre. E’ poi il turno di Rescue Me, un brano dal testo romantico e nostalgico, denso di passati ricordi e commosse sensazioni. Nuovamente più nei canoni e con un ritmo abbastanza sostenuto, il pezzo pogggia su una prestazione chitarristica da lode eccelsa e sulla profondità infinita dei suoi arrangiamenti. Silence Of Your Head apre invece con note di tastiera ed è un brano piuttosto cupo che cerca di rappresentare i dolori di spirito di un’anima perduta, disinnamorata e sola, chiusa nei silenzi della sua mente. Nonostante la vena triste che lo accompagna, il pezzo troverà la sua catarsi nell’urlo a non cedere e pieno di speranza (when you can’t carry on and the feeling is gone.. there’s so much more!) che chiude il bel refrain e che anticipa l’accellerata parte strumentale del brano, forte di un altro piacevolissimo assolo. Poi in Rising Sun l’amore e la sua dirompente forza sull’animo vengono invece descritti positivamente, facendoci provare sulla pelle il magnifico sentimento del perdono e del ritorno del sentimento dopo un addio. Dominata da un’atmosfera calda e soffusa, chiusi i nostri occhi la traccia riesce a guidarci in un intenso panorama mattutino dall’intenso rossore, una sensazione inebriante e avvolgente. Arrangiamenti che rimangono parte preponderante anche in Ashes, che esordisce lieve e leggera come la nebbia del mattino per poi poggiarci piano sulle ali del vento, mentre la bellissima Crown of Thorns torna a mostrare i Dare aggressivi e maschi, con un ritmo ben più sostenuto degli altri episodi (forse questo è l’unico e ultimo momento riconducibile al vecchio stile della formazione inglese) e con sensazioni totalmente opposte a quelle ben più arrese di Ashes. Siamo ormai in chiusura ed eccoci ad un’altra hit assoluta del repertorio Dare, ovvero Deliverance, componimento di un originalità unica, intenso ma allo stesso tempo ancora soffuso ed etereo, sotto certi versi progressivo ma anche ritmato e rock. Il testo magico accompagna splendidamente le musiche, squarciando gli orizzonti dinanzi ai nostri occhi in visioni mozzafiato che ci accarezzano, poi feriscono e rimarginano in continuazione. Conclude l’opera la bella cover di Still In Love With You, omaggio al genio dei Thin Lizzy, che qui assume caratteri sotto certi versi diametralmente opposti rispetto all’originale. Infatti, mentre la versione di Lynott cercava di essere una sorta di ultimo tentativo di riconquista dell’amata, qui Wharton da maggiore sfogo alle sensazioni nostalgiche e pare più arreso, quasi che ora la speranza fosse svanita. Un interessante modo di interpretare un capolavoro!
IN CONCLUSIONE
Se si pensa a dischi unici ed innovativi nell’ambito del rock melodico, difficilmente si ci può dimenticare di Calm Before the Storm, un’album che è stato capace di ridisegnare totalmente il genere, arricchendolo di mille altre influenze musicali e sensazioni. Una raccolta di 10 brani indimenticabili da tramandare alle generazioni, in un sogno ad occhi aperti da cui è impossibile svegliarsi. Da ascoltare, riascoltare, ascoltare e riascoltare ancora senza mai potersi annoiare e, anzi!, scoprendone sempre nuove sfumature. Un viaggio sulle ali del vento lungo le calme rive dei laghi, tra albe e tramonti mozzafiato, attraversando dense nebbie per sfiorare poi la fresca e umida erba di verdi colline, subendo le tempeste per poi riscaldarci al caldo sole di cieli sereni e raggianti. Un inno alla potenza della natura chiuso in un disco, una musica perfetta per tornare in pace con se stessi e con questo caotico mondo che ci circonda. Un lavoro calmo, tranquillo e rilassato che ci cura dentro, ma allo stesso tempo così forte e denso da farci reagire e capire tante cose di noi stessi e delle nostre vite. E come diceva qualcuno: il naufragar m’è dolce in questo mare..