Dario Mollo’s Crossbones – Rock the Cradle – recensione
Il ritorno di un nome davvero storico nella scena metal tricolore. I Crossbones sono nati nel 1978 a Ventimiglia e, della formazione originale, solo il chitarrista Dario Mollo è rimasto. Il primo disco, uscito omonimo nel 1989 dopo molti concerti e di recente ristampato da Jolly Roger, seppe fondere l’ispirazione di Deep Purple e Rainbow (soprattutto) con il retaggio dei Judas Priest più melodici. Si trattò di un esordio maturo e sicuro, che resta ancora oggi uno dei dischi più belli della scienza hard rock nazionale. L’album vide anche alle tastiere la presenza di Don Airey (e fu la prima apparizione di un musicista di tale livello in un disco rock italiano) e la produzione cromata di Kit Woolven (di provenienza UFO, Magnum e Thin Lizzy). Successivamente, Mollo ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nella scena hard & heavy internazionale, inaugurando uno studio di registrazione molto professionale, incidendo dischi e suonando dal vivo ed avviando collaborazioni con svariati progetti (The Cage con l’ex Black Sabbath Tony Martin, Noize Machine, i Voodoo Hill con Glenn Hughes).