Dare: la data di uscita di ‘Calm Before the Storm 2’

Calm Before the Storm 2Darren Wharton ha svelato sul suo profilo Facebook la data di uscita ufficiale del suo nuovo album Calm Before The Storm 2. Il disco sarà disponibile a partire dall’1 ottobre 2012, mentre non è stata ancora rivelata la tracklist, la formazione e la label di distribuzione.

Ricordiamo che l’album sarà una rivisitazione dell’uscita originale del 1998, completamente ri-registrata con l’aggiunta di bonus tracks. L’ultima pubblicazione ufficiale targata Dare risale al 2009 con il disco Arc of the Dawn.

Dare: maggiori dettagli su ‘Calm Before the Storm 2’

Dare Calm Before the Storm 2Un nuovo aggiornamento, questa volta pubblicato sulla pagina Facebook di Darren Wharton, aggiunge le prime informazioni sulla prossima pubblicazione dei Dare, ovvero il disco Calm Before the Storm 2.

Queste le parole del musicista: “Appena uscito dallo studio di registrazione con i Thin Lizzy….suona bene. Inoltre un nuovo album dei Dare sta per arrivare. Calm Before The Storm 2. L’album originale completamente ri-registrato con bonus tracks..”

Dare: un seguito di “Calm Before the Storm”?

darren whartonInteressanti novità ci giungono dal profilo ufficiale di Darren Wharton su Facebook. Il musicista ha infatti aggiornato la sua pagina proponendo un’immagine di copertina nella quale viene annunciata sia la reperibilità dei brani e degli album dei Dare via iTunes e Amazon, sia la prossima disponibilità di un nuovo album a titolo ‘Calm Before the Storm’ The Return.

Resta ora da scoprire se questa uscita discografica sarà una semplice riesecuzione dei brani del disco attraverso il tocco di Vinny Burns (come si era già vociferato diversi mesi fa) o se ci troveremo invece di fronte a qualcosa di completamente inedito.

Per ora non ci resta che attendere la pubblicazione di aggiornamenti più precisi.

Dare – Blood From Stone – Classico

 

Nonostante il successo dell’esordio Out of the Silence, il secondo album dei Dare, intitolato Blood From Stone e pubblicato nel 1991 sempre dalla A&M Records, rivelò ad ampi tratti un suono completamente opposto a quello del suo predecessore.

Ad ammissione dello stesso Darren Wharton, i motivi di questa scelta erano dovuti all’esplosione in quei primi anni ’90 di realtà musicali dal sound marcatamente rock, quali in particolare i Guns N’ Roses. Quindi, nel tentativo di non finire la loro carriera dopo un solo album come storicamente era accaduto a molti gruppi, i Dare cercarono di adattarsi al mercato, avvicinando maggiormente il loro stile alle sonorità made in USA che andavano per la maggiore e che sia la critica che la loro stessa etichetta discografica gli richiedevano.

Il risultato fu un album dannatamente grezzo e dal tipico mixaggio in stile stelle e strisce, dove i suoni non erano più cromati e nitidi, ma densi di chitarre calde, graffianti e assolutamente maschie. Di conseguenza, la stragrande maggioranza dei brani contenuti in Blood From Stone vide Vinny Burns, qui ispirato come non mai, quasi monopolizzare il prodotto finale con il suo strumento, attraverso riff serrati, rapidi, massicci e assoli fulminei quanto tecnici. E così lo stesso Wharton modificò sensibilmente il suo cantato, rendendolo molto più rauco e graffiato che in precedenza e abbandonando quasi interamente le parti spesso quasi sussurrate dell’esordio, gettandosi in strofe e ritornelli che davano la comunque sempre piacevole sensazione di essere urlati con rabbia al cielo.

Un tracklist molto serrata lasciò spazio a due soli lenti, ovvero il quinto brano Lies, vero e proprio sfogo verso l’amore perduto, e l’ultimo Real Love, un brillante inno alla grandezza del sentimento più cantato del rock. Le restanti otto tracce furono una dopo l’altra delle rasoiate di energia, a partire dalla splendida opener Wings of Fire, che in qualche modo ricordò lo stile dei Thin Lizzy, per proseguire con We Don’t Need A Reason, dirompente quanto un rapido di passaggio a 140 km/h in una stazione locale e dal cantato violento ma a metà tra il primo Bon Jovi e Bryan Adams, e per finire nominando ancora le atomiche Live To Fight Another Day e Cry Wolf , la cui finta calma iniziale di quest’ultima divampa in alcuni dei riff più belli dell’intero lotto.

IN CONCLUSIONE

Blood From Stone fu un disco anni luce diverso rispetto a quanto i fans dei Dare potessero aspettarsi dopo un esordio levigato come Out of the Silence. Sicuramente fu un prodotto che deluse (e forse allontanò) tutti coloro che non erano pratici delle marcate sonorità hard rock. Certamente fallì nei suoi intenti di sfondare il mercato discografico, tanto che fu a larghi tratti ignorato dai più e non riconosciuto apertamente dai critici. Ma Blood From Stone è tutt’oggi un album quasi unico per spirito di aggressività rock. Dotato di brillanti sfoggi di tecnica musicale, è un prodotto che forse non si apprezzerà al primo ascolto, che talvolta lascerà dubbi o incertezze, che non nominerete forse mai come il miglior disco dei Dare, ma che certamente resterà un tassello massimo di questo genere anche per gli anni a venire. Siano benetti i Dare, sempre.

Dare – Out of the Silence – Classico

 

I Dare sono un progetto musicale fondato nel 1984 dalle menti del cantante e tastierista Darren Wharton, un ragazzoccio nord irlandese ex componente degli storici Thin Lizzy (e grande amico del loro leader Phil Lynott, che gli fece in tutti i sensi da maestro), e dal chitarrista Vinny Burns, poi membro dei Ten.

Out of the Silence è il primo capitolo della storia di questa (a tratti dimenticata) band, pubblicato dalla A&M Records nel 1988 e grande tassello di una carriera che per me, fanatico ammiratore delle gesta di Wharton, sarà via a via gloriosa in ogni sua parte ed evoluzione.

Un lavoro incredibilmente maturo e preciso per essere un esordio. L’impressione è infatti proprio quella di trovarsi di fronte a una realtà musicale navigata, che a livello di sound ha trovato la quadratura del suo cerchio in arrangiamenti avvolgenti e in una produzione (curata da Mike Shipley e Larry Klein) che rasenta la perfezione, e nel songwriting in melodie oscillanti tra una freschezza sonora dirompente (merito di tastiere e chitarre in primissimo piano) e un calore di feeling e sentimenti unico, senza dimenticare la vena poetica generale che ha nei testi (impegnati, profondi, mai banali) il suo apice.

In più, Out of the Silence è un lavoro che sa non ripetersi, evolvendosi brano dopo brano. Prima di tutto troverete al suo interno composizioni di puro rock melodico classico quali Abandon, Into the Fire, Runaway e Heartbreaker, forti di tastiere genuine e portanti che hanno pochi eguali nella storia di questo genere, di una chitarra vivace e tecnica, specie sugli ottimi e variegati assoli, che fa da grande sostegno alle melodie, e di una vocalità calda ed energica di Mr. Wharton, cantante non di certo tecnicissimo ma unico nella trasmissione di emozioni.
Troverete poi tre classiche rock ballad, la preziosa Nothing is Stronger than Love, la nostalgica Return the Heart e la gloriosa King of Spades, quest’ultima commovente e sentita dedica al maestro Phil Lynott.
E infine, con i brani Under the Sun, The Raindance e Can’t Let Go, avrete ai vostri orecchi le prime proposizioni di quell’atmosfera unica e avvolgente che sarà poi il marchio di fabbrica della seconda parte di carriera della band. L’effetto surround, la sensazione di immergersi nelle parole, nei battiti, nelle pulsazioni della canzone si rivelerà per voi un esperienza totale, quasi mistica. Da provare.

IN CONCLUSIONE

Non è un caso se la maggior parte degli ascoltatori di rock melodico citano questo disco tra le migliori uscite in assoluto del genere. E non voglio neppure nascondere che per i miei gusti personali questo album è il numero 1. Out of the Silence è un qualcosa di unico, le cui melodie e sensazioni hanno il dono di entrare sotto pelle, nella carne fino a squarciare il cuore, con un AOR solenne e raffinato, forte lo ribadisco soprattutto di un’ottima vocalità e di grandi trame di chitarra e tastiere. Darren Wharton è un grande compositore, che ha trovato in Vinny Burns il suo perfetto comprimario, e l’intesa tra i due qui sembra toccare davvero i cieli dell’apoteosi musicale, per un disco che di certo verrà tramandato nei secoli come esempio perfetto di cosa il rock melodico poteva, può e potrà creare.