Claude Weisberg – Newest Things – Recensione
Quattro anni dopo il suo ultimo EP Here I Am che lo riportava sulle scene dopo dodici anni di silenzio, il cantante e compositore genovese Claude Weisberg è pronto a distribuire sul mercato il suo nuovo prodotto discografico, l’album Newest Things, in uscita nel mese di gennaio 2017 per la label RecordRunners.
Il lungo periodo di elaborazione, registrazione e lavorazione del disco ha fatto si che questo prodotto suoni ora curato in ogni minimo dettaglio (merito del produttore Herman Furin dei Work of Art e degli arrangiamenti di Magnus Midelf), con i numerosi strumenti ben amalagamati e calibrati nei suoni, e perfettamente compattati all’interno di un feeling caldo, avvolgente, perfetto per il genere di appartenenza dell’artista, che resta il westocast AOR vecchia scuola, tra Toto, Chicago e compagnia bella. Ancora una volta sono tantissimi gli ospiti illustri presenti, con nomi di spicco quali quelli dei chitarristi Robert Sall, Emmanuel Sandstrom, Michael Landau, Alexander Kronbrink, Andree Theander, Michael Thompson, o dei batteristi Herman Furin, Anders Kollefors, Emilian Gimenez, Andy Connell, – giusto per citarne alcuni – che appaiono tutti a loro agio tra le strutture melodiche composte dal bravo Weisberg con l’aiuto dei collaboratori principali Pergolesi, Furin, Midelf, Antognoli, tutti accreditati nei tredici solidi brani di questa pubblicazione. Buone infine anche le parti vocali, interamente cantate da Weisberg con il supporto vocale dei backing vocalist Jerome Nigou, Jean Michel Byron (ex Toto), Magnus Midelf, Marco Carbone e Massimo Bozzi, anche se per la crescita futura del progetto continuo ad auspicare qualche collaborazione vocale in più, magari sullo stile di un altro progetto tricolore illustre del genere rock melodico come gli Charming Grace.