Meat Loaf – Hang Cool Teddy Bear – recensione

E’ indubbio che Meat Loaf sia “un personaggio” nel panorama del Rock mondiale, grandioso e pomposo nel suo stile misto tra il musical e l’Hard Rock. Il fatto di essere un personaggio così pesante comporta molti lati positivi ed altrettanti negativi, o lo si Amo o lo si Odia, non penso ci siano vie di mezzo.
Io mi trovo tra quelli che amano il vecchio Polpettone (Meat Loaf vuol dire proprio questo), soprattutto nelle sue, è proprio il caso di dirlo, immense ballate… pezzi come I would do anything for love (but i won’t do that), not a dry eye in the house, i’d lie for you (and that’s the truth) riuscirebbero ad aprire una breccia nel cuore anche di chi il cuore c’è l’ha rivestito di titanio.
Altro punto forte del repertorio di Meat Loaf sono i testi dei suoi pezzi che in taluni casi sono veri e propri capolavori compositivi. I successi nella sua carriera sono solo una conferma di tutti questi punti… ma veniamo a questo Hang Cool Teddy Bear che arriva dopo l’ottimo Bat Out Of Hell III: the monster is Loose, album veramente riuscito del 2006 con pezzi che entrano di diritto nei classici della carriera di Meat Loaf  (Blind as a Bat su tutti).
In questa sua ultima fatica si è avvalso di collaborazioni eccellenti alla chitarra come Steve Vai e addirittura Brian May dei Queen e di alcuni cameo come la partecipazione di Jack Black (protagonista di School of Rock, L’amore non va in vacanza) o Hugh Laurie (Dottor House) al piano di If I can’t You… ma il risultato non è stato comunque all’altezza.
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