Redrum – Victims of our Circumstances – recensione
Se vuoi mettere in piedi un buon album di Hard Rock melodico e sei uno a cui piace vincere facile… beh, non hai che da assoldare alla voce uno come Michael Bormann (ex-Jaded Heart, J.R. Blackmore, Bonfire, Zeno Roth, Rain) ed il gioco è fatto.
Un pò quello che hanno fatto i greci Redrum, ma chiariamo, se non hai però almeno un buon poker di pezzi da dare in pasto al tedesco e una buona formazione a supportarlo non è detto che il successo sia assicurato, anzi…
Per fortuna i Redrum sembrano non difettare ne in fatto di formazione, con in prima linea i due fondatori e chitarristi Athan ‘Lyssa’ Kazakis e Panos Baxevanis, ne in fatto di pezzi, cuciti a misura sull’ugola del tedesco Bormann.
Prima di addentrarci nei meandri di questo nuovo Victims of Our Circumstances un breve excursus nella storia del gruppo Greco. Infatti quello che ci troviamo tra le mani è il secondo lavoro firmato Redrum, il primo “No Turning Back” datato 2007 diede notorietà al gruppo tanto da portarlo a calcare i palchi con nomi del calibro di Bonfire, Tyketto, Krokus, Danger Danger, House Of Lords, Adlers Apetite, Blue Tears, Europe, Robert Plant e Glenn Hughes. In realtà per il sottoscritto il primo lavoro risultava ancora leggermente acerbo e dai tratti non propriamente ben delineati pur essendo un buon lavoro.
Vediamo ora cosa ci aspetta con questo Victims of Our Circumstances.