COMPULSORY HERO – 1927: best of power ballads

1927-compulsory_hero_s_1COMPULSORY HERO – 1927
di Garry Frost

1989

IL TESTO e LA TRADUZIONE

Remember the times when we were kids / Ricordo quando eravamo bambini
Playing war games in your yard / Giocando alla guerra nel tuo cortile
Everybody had to be a hero and get one in the heart / Ognuno doveva essere un eroe e averne uno nel cuore
Night would fall and we’d call a truce and all go home / Sarebbe scesa la notte e avremmo proposto una resa e saremmo tornati tutti a casa

Years went by we were average guys / Passarono gli anni ed eravamo ragazzi come gli altri
Playing life by rule of thumb till a man came on the TV / Vivevamo la vita secondo le regole generali finchè non arrivò un uomo alla TV
Talking ‘bout war like he wanted one / A parlare della guerra come se ne volesse una
He said “Everybody line up backs to the wall / Disse “Allineatevi tutti spalle al muro
Till your numbers called” / Finchè non verrà chiamato il vostro numero”

You’ve gotta go and be a hero / Devi partire ed essere un eroe
I’ve got a new game for all you boys / Ho un nuovo gioco per tutti voi ragazzi
It’s war without a choice / E’ la guerra senza scelta
Compulsory hero, just try and make it home / Eroe d’obbligo, cerca solo di tornare a casa

Grandpa heard the call to all / Il nonno sentì la chiamata generale
For the war to end all wars / Per la guerra che fosse la fine di tutte le guerre
And your dad went off to do his bit / E tuo padre si presentò per fare la sua parte
When he had to go on more / Quando dovette partire per un’altra
You’ve really got no say in it / Tu non hai proprio avuto scelta
You’ve gotta fight that’s the law / Devi combattere, questa è la legge

You’ve gotta go and be a hero / Devi partire ed essere un eroe
They made a law that you had to go fight / Hanno fatto una legge che ti obbliga ad andare a combattere
One more crazy war / Un’altra folle guerra
Compulsory hero, just try and make it home / Eroe d’obbligo, cerca solo di tornare a casa

So all that had to be heroes / Quindi tutti quelli che dovevano essere eroi
Went off to do their chores / Si presentarono per fare il loro compito
None of them really wouldn’t of known / Nessuno di loro poteva realmente sapere
How far a bloody war goes / Quanto a lungo può durare una guerra sanguinaria
They’re dying to make it home / Stanno morendo per tornare a casa

Then I think back on all those times / Allora ripenso a tutti quei momenti
Playing war games in your yard / In cui si giocava alla guerra nel tuo cortile
Everybody had to be a hero / Tutti dovevano essere un eroe
Back then that wasn’t hard / Al tempo non era difficile esserlo
Night would fall on the battle zone / Sarebbe scesa la notte sul campo di battaglia
And we could all go home / E tutti saremmo potuti tornare a casa

You had to go and be a hero / Dovevi partire ed essere un eroe
They made a law that you had to go and fight / Fecero una legge che ti obbligava ad andare e combattere
Compulsory hero, just try and make it home / Eroe d’obbligo, cerca solo di tornare a casa
Just try and make it home / Cerca solo di tornare a casa
But who’s gonna make it home? / Ma chi riuscirà a ritornare?

 

Una delle più belle canzoni contro la guerra che la storia della musica pop rock conosca porta il titolo di Compulsory Hero e la firma di una band di ampio successo del continente Australiano: i 1927.
Fondati nel 1986 nella formazione composta da James Barton alla batteria, Bill Frost al basso, su fratello Garry Frost alla chitarra e alle tastiere, ed Eric Weideman alla voce, alle chitarre e alle tastiere, gli australiani pubblicarono un disco d’esordio, …ish (1988), capace di volare in cima alle classifiche Nazionali grazie a singoli di strabiliante successo come le tracce soft e romantiche “That’s When I Think of You” e “If I Could“, la canzone rock melodica “You’ll Never Know“, e non solo.

Fu infatti proprio con il quarto singolo Compulsory Hero (uscito nel 1989, #14 nelle classifiche nazionali e vincitore del premio ‘miglior video musicale australiano per l’anno 1990’ agli ARIA Music Awards) che il gruppo toccò il suo apice creativo, dando vita a una power ballad di grande spessore non solo compositivo, ma anche lirico.
Il pezzo, composto dal chitarrista e tastierista Garry Frost, nasce da un delicato arrangiamento di pianoforte, e su di esso si sorregge disegnando melodie nostalgiche di grande effetto emotivo sul fan all’ascolto. Emerge qui la grande capacità interpretativa di Eric Weideman alla voce, che si cimenta in una splendida e variopinta interpretazione al testo, mentre le chitarre si limitano all’accompagnamento fino all’assolo conclusivo, denso di energie e perfetta valvola di sfogo per il finale ispirato del singolo. Infine, decisamente ottima la produzione, curata e capace di esaltare l’insieme valorizzando il bel groove dato dal basso di Bill Frost e dalle pelli di James Barton.

Però, come anticipato nelle righe precedenti, le ragioni del successo di questo brano non sono da ricercarsi soltanto nel bel video musicale e nell’ottimo ritornello corale che ne fa da fulcro. No, perchè a sancire la definitiva fama del singolo è senza ombra di dubbio il deciso posizionamento antibellico del gruppo, che porta alla nascita di alcune delle più belle liriche contro la guerra che si possano ascoltare in questo genere musicale.
Sostanzialmente, vengono qui raccontati i pensieri di un soldato partito per un conflitto bellico insieme agli amici di infanzia, perchè vittima della chiamata alle armi obbligatoria voluta dai governanti del suo Paese. Le immagini di giovinezza si scontrano e incontrano così con le violenze del conflitto, creando quell’altrenanza tra chiaroscuri che rende magica la suddetta prova strumentale del gruppo.

Ricordo quando eravamo bambini e giocavamo alla guerra nel tuo cortile è la frase che apre il testo e che il protagonista pronuncia, con sottile nostalgia, immaginando di rivolgersi (forse in una lettera) al suo amico di infanzia. L’uomo ricorda quando i due giocavano da piccoli a vestire i panni dei militari, a fare i soldati. Ognuno doveva essere un eroe quando le fantasie dei bimbi disegnavano azioni temerarie, rischi impossibili per salvare i compagni, vittorie degne di una pellicola cinematografica. Tutto era finto e divertente, c’era un lieto fine e non ci si faceva mai del male. Si andava avanti a sparare quei proiettili immaginari, quelle bombe senza esplosivo, fino a sera. Al calare del sole veniva proposta una resa e saremmo tornati tutti a casa. Sporchi, sudati, stanchi, ma felici.

La giovinezza andò avanti normalmente, come quella degli altri ragazzi, vivendo la vita secondo le regole, nella serenità e nella tranquillità. E così fu finchè non arrivò un uomo alla TV a parlare della guerra come se ne volesse una. Ben presto le fantasie di questo governante divennero realtà, e il conflitto ebbe veramente inizio. “Allineatevi tutti spalle al muro finchè non verrà chiamato il vostro numero”. In un attimo i giovani si trovarono costretti alle armi e dovettero realmente partire per il fronte per diventare gli eroi della loro della loro Nazione. Lasciarono le loro case, le loro famiglie, le loro vite, i loro amori e i loro giochi spensierati per diventare improvvisamente adulti. Per diventare dei militari in guerra.
Ho un nuovo gioco per tutti voi ragazzi, è la guerra senza scelta. Non gli fu data alcuna possibilità di rifiuto. Divennero eroi d’obbligo. La loro unica missione: cercare di tornare a casa.

Tutti gli uomini della tua famiglia, ricorda la voce del testo rivolgendosi ancora all’amico, partirono per il fronte. Il nonno sentì la chiamata generale per la guerra che fosse la fine di tutte le guerre, e partì, coraggioso e fiero, credendo che fosse davvero l’ultima e quella giusta da combattere. Tuo padre si presentò a sua volta per fare la sua parte quando dovette partire per un’altra, volendo portare avanti l’eredità del genitore forse, o per servire semplicemente il Paese che amava. Tu invece non hai proprio avuto scelta. Devi combattere, perchè questa è la legge. Devi partire per il fronte ed essere un eroe, devi andare a combattere un’altra folle guerra. Eroe d’obbligo, cerca solo di tornare a casa.

E fu così che allora tutti quelli che dovevano essere eroi si presentarono il giorno della chiamata per fare il loro compito. Nessuno di loro poteva realmente sapere quanto a lungo potesse durare una guerra sanguinaria. Quella che doveva essere una battglia di pochi mesi, si tramutò infatti in un conflitto lungo anni. E adesso quei giovani stanno morendo per tornare a casa. In loro non c’è più nessun interesse nella vittoria, nel gesto eroico che da giovani fantasticavano. La realtà li vede ora combattere nemici veri, contro i quali si perde la propria vita non per un ideale, ma solo nella speranza di poter tornare un giorno a casa.

Oggi, seduto qui al fronte a scrivere questa lettera, ripenso a tutti quei momenti in cui si giocava alla guerra nel tuo cortile. Tutti dovevano essere un eroe, al tempo non era difficile esserlo perchè sarebbe scesa la notte sul campo di battaglia e tutti saremmo potuti tornare a casa.
E’ questa la frase su cui muove l’intera canzone, capace di colpire al cuore come un macigno. Il bel ricordo dei giochi giovanili si scontra adesso con le sofferenze del reale, e la notte che prima calava per spegnere le fantasticherie di due bambini oggi non riporta a casa nessuno. E, anzi, adesso spaventa come non mai.
Cerca solo di tornare a casa è allora la frase che ha sussurrato all’orecchio una madre, un padre, un amico o la tua ragazza, prima della partenza. E’ un augurio, ma è anche l’incubo che ti perseguita ogni notte che affronti lontano dal tuo paese, in lotta per la tua stessa sopravvivenza. Perchè ogni giorno hai paura e ti è sempre più chiaro: chi riuscirà a ritornare?

PERCHE’ QUESTA CANZONE MERITA UN POSTO NEL NOSTRO BEST OF POWER BALLADS?

In Compulsory Hero gli orrori della guerra vengono raccontati in modo drammatico ma soffuso, sfruttando una delicata freddezza che spinge l’ascoltatore a immedesimarsi nel testo e nelle note di una canzone in continuo crescendo emotivo.

I 1927 hanno composto un lento emotivo magistrale che spicca all’interno del loro grande album di debutto. Qui si combinano infatti perfettamente le perizie tecniche dei componenti con il talento compositivo di Garry Frost. Il risultato è un singolo di grande successo, che è giusto ricordare all’interno della nostra raccolta di power ballads.

IL VIDEO

Eric Weideman (1927) – Interview

1927_rinaldi (20)VERSIONE ITALIANA

MR.IT: Welcome Eric Weideman! It’s a pleasure for me to interview you for Melodicrock.it website!

MR.IT: To open my interview, the question that every fan would have asked you: why a reunion, and why a new album after all these years of silence?

EW: “To be honest, we’ve more commonly been asked why hasn’t the band come back sooner? In the end it took someone external from the band to propose a brief tour to commemorate the 20th anniversary of ish in 2009. There was no thought of a new album at that stage, but during that tour the love from our supporters was so strong and the band got along so well, that we quickly evolved into a new 1927 that was capable and excited about keeping going. And a band can’t keep going without making new music, unless you’re happy to be a tribute version of yourself which would never fly with us”.
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Eric Weideman (1927) – Intervista

1927_rinaldi (20)VERSIONE INGLESE

Ok, alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della pop rock band australiana 1927, attiva dal 1987 e autrice di un piccolo gioiello musicale come il disco ..ish del 1988. Fatevi vedere.. ahi, ho come la sensazione che siate un po’ troppi, molto male.

Tranquilli, è anche per questo che noi di Melodicrock.it siamo qui, per farvi ogni tanto riscoprire qualche formazione un po’ più dimenticata di altre, almeno alle nostre latitudini. Così, appreso (anche noi) in colpevole ritardo che il gruppo si è da qualche anno riformato, pubblicando un nuovo album a titolo Generation-i (2013), eccoci a scambiare le consuete quattro chiacchere con l’unico componente originale rimasto oggi nella band: il cantante e chitarrista Eric Weideman.
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