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Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 12 mesi fa
Jason Crosson è un buffone! Look fra il glam anni 80 più sguaiato ed i Tokyo Hotel, parruccone nero e fucsia, faccia da schiaffi non indifferente, testi tra l’ironico ed il demenziale, videoclip low cost col […]
Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa
I Bon Jovi, quelli che hanno fatto il botto con il grande pubblico a cavallo degli anni 80 e dei primi 90, devono il loro enorme successo alla perfetta alchimia tra la voce e la presenza fisica di Jon, il talento […]
Ok.
Questa recensione conferma ancora una volta di più come il soggettivismo in Musica regnerà sempre sovrano ed incontrastato.
Non mi sarei mai aspettato però di leggere una descrizione di questo disco in termini addirittura entusiastici, perché al di là delle inesattezze storiche ( … Sambora si è “eclissato” soprattutto in fase di songwriting a partire dal solo What About Now…non prima. Semmai gli si può rimproverare una scarsa presenza vocale durante le esibizioni live, ma anche questo potrebbe esser assai opinabile, dato che il volume del microfono di Richie è stato progressivamente abbassato nel corso degli anni per non farlo andare sopra la voce di Jon Bon Jovi), mi ha lasciato alquanto basito l’aver abilmente sorvolato su una voce che è quasi imbarazzante per tutta la durata del disco, su una Limitless che è probabilmente il pezzo più ridicolo della storia dei Bon Jovi, su un songwriting che è diventato sempre più demenziale e sempre più indulgente all’autocitazionismo più smaccato.
Sono poi completamente sbagliati i presunti richiami di Blood in the water a Lie to me o Always: la canzone è in realtà un autoplagio evidente di Dry County, con l’inserimento di una intro saccheggiata da Shine on you crazy diamond.
Potrei andare avanti ancora per molto…
In conclusione, questa recensione è stata fatta con poco distacco e con una venerazione evidente per Jon Bon Jovi, e francamente la trovo abbastanza fuorviante per il giovane ascoltatore occasionale che potrebbe volersi accostare al mondo dei Bon Jovi per la prima volta.
Fa sorridere poi leggere di una “Lower the Flag, che potrebbe essere estrapolata da Blaze of Glory…”: altri tempi, altre atmosfere, altro calibro di artisti coinvolti…
Concludo velocemente: il disco è assolutamente insulso e banale, nel pieno stile di Jon Bon Jovi a partire dal 2009 sino ad oggi.
I pezzi che si lasciano ascoltare (…e non vuol dire che siano sufficienti…) sono solo 4. Il resto è veramente imbarazzante.
Mostruosamente brutta e nasale la voce del cantante del New Jersey.
Sperando che lo scioglimento sia ormai dietro l’angolo, perché questo disco venderà ancora meno di House…
32/100
Disco veramente insulso, moscio e con pezzi trascurabili. I testi potranno anche essere profondi, ma qui mancano totalmente le canzoni…. ormai Bon Jovi e’ morto musicalmente da 10 anni, con qualche rara eccezione. Avrei dato non piu’ di 40…
Ho aspettato un bel po per dire la mia su questo album intitolato 2020, anno da dimenticare come questa uscita discografica.
Stiamo parlando di un Bon Jovi in versione pop-rock, con poca voce e con Phil X che fa la parte della comparsa (e non faccio paragoni con Ritchie). I testi saranno anche profondi e su questo lascio il mio plauso, ma le canzoni non hanno mordente. Salvo Limiteless, Brothers In Arms e la fotocopia di Dry County posta a metà scaletta.
Se dovessi dare un voto, non arriva a sfiorare i 60 (restando di manica larga)
Pur comprendendo il fatto che “de gustibus non d……etc etc ” , sono stradaccordo col mio amico Bontropi .
Aggiungo che l’artista in questione mi sta sul cazzo come pochi, che per me i BJ fanno cagare da dopo KTF e termino col dire che se diamo 85 a sta merda all’ultimo Springsteen dovremmo dare 100.000/100.
ps : Nulla di personale contro il recensore Vittorio per carità , qui si fanno solo considerazioni soggettive e mi riferisco al Bontropi dicendo che in giro di rece positive su questo disco ne ho lette ……Amen!
Purtroppo ne ho letto tante anche io di recensioni positive per questo disco, ed ormai la cosa non mi sorprende neanche più… perché si parlò mediamente bene anche di This House is Not for Sale, che probabilmente resta il disco più brutto di sempre dell’intera carriera del combo americano: l’apprezzamento per un qualunque parto artistico sarà sempre inevitabilmente soggettivo.
Ma è mia esclusiva convinzione che l’apprezzamento soggettivo sia troppo spesso mosso da altre variabili che c’entrano sempre poco con la musica.
E qui entra in gioco un discorso molto più complesso riguardante il fatto se sia giusto appassionarsi anzitutto alle vicende umane dell’artista di turno, al nostro personale rapporto con lui/lei, o se invece ci si debba attenere al solo aspetto puramente musicale.
Io ho sempre preferito il secondo approccio, ma capisco che in tanti preferiscano il primo.
Non mi sento dunque di ghigliottinare la recensione di Vittorio, ma non ne condivido il contenuto.
Siamo in due allora!!!
🙂
… però io, a differenza di te (talebano! 🙂 ), ho sempre pensato che abbiano avuto qualcosa da dire fino a Lost Highway, che reputo ancora oggi un disco piacevolissimo.
These Days è per me addirittura un capolavoro assoluto, e Crush ha 4 lampi dei grandi Bon Jovi.
Bounce è un disco di grande Hard Rock che rappresenta un unicum nell’intero scibile bonjoviano (… l’aggressività di Undivided, Everyday, Hook me Up e Bounce sono da antologia…), ed Have a Nice Day contiene l’ultima grande hit dei Bon Jovi.
Ora aspetto di leggere il parere di Lorenzo. 🙂
30/100 e mi sono già allargato troppo…disco di un’inutilita disarmante..God Save the old BJ…Io la penso un po’ a metà tra te e Mark,anche x me i Bj sono finiti con Ktf anche se negli album successivi(fino a bounce)qualche buon pezzo lo hanno tirato fuori.. dopodiché notte fonda ma mai come questa imbarazzante porcheria di disco…w gli h.e.a.t.,Eclipse e Crazy Lixx
Bounce è un album molto sottovalutato ma che, a parare mio, è uno dei migliori fatti nel nuovo millennio da Jon e soci.
Ha veramente delle canzoni aggressive come mai le avevano sentite prima da loro.
Assolutamente.
È un album solido, compatto, che non esiterei a definire come il migliore della seconda era.
Non dimentichiamo pezzi come Misunderstood, Joey, The Distance o Love me back to life.
in linea con te!
io l ho preso a € 5,9 su Amazon 3 anni fa: un affarone visto il valore che gli do come uscita discografica
Io li compravo tutti il giorno di uscita all’apertura dei negozi… 🙂
Altri tempi, altra band…
Questi non so neanche più chi siano…
Caro Bontro, sono onorato del fatto che ci tieni a conoscere il mio parere e ti accontento volentieri.
Ho ascoltato più volte ed attentamente tutto il disco prima di scrivere queste righe e devo dire che ho dovuto metterci dell’impegno nel non saltare alla traccia successiva dopo più o meno un minuto per ogni canzone.
Non voglio tornare su discorsi già ampiamente sviluppati in passato. Mi limito solo a riassumere il mio punto di vista cioè che Bon Jovi da più di 30 anni non ha più nulla di interessante da dire, e che l’ultimo disco della sua discografica che salvo è “blaze of Glory” (1990), da lì in poi nulla assoluto, vuoto totale, solo canzoncine noiose, commerciali ed insipide, e questa considerazione vale anche per uscite quotate e considerate come KTF (che io trovo solo uno scimmiottamento degli U2) o TD.
Bon Jovi l’ho visto in concerto solo una volta nel 1988 a Firenze per il tour di New Jersey. L’ho visto “volare” sul pubblico e duettare con Sambora in “I’ll be there for you”, e tuttora l’adrenalina sale a mille quado ascolto brani come “i die for you”, “born to be my baby”, “bad medicine” o altri, a volte credo che anche lui stesso abbia dimenticato i capolavori che scrisse in quegli anni.
Ma veniamo a questo 2020 che più o meno ricalca tutti i lavori degli ultimi anni: brani leggeri, “rocchettino” semplice privo di spessore ed insipido. Letteralmente inutile. Nulla rimane dopo l’ascolto e nessuna canzone invita al riascolto.
Alcuni brani sarebbero anche piacevoli ed orecchiabili, ma oltre a non invitare al riascolto, come detto, difficilmente riesco a completarne l’ascolto senza che venga la voglia di passare alla traccia successiva.
Gli unici brani che non ho fatto fatica ad ascoltare fino in fondo (e con questo non ho detto che mi siano piaciuti) sono: “bautiful drug”, “let in rain” e “Do what you can”, sarà per il suono americano on the road, un po’ west coast e di “Springsteeniana” memoria, sarà per qualche chitarra graffiante o qualche coro apparentemente avvincente, questi brani si aprono efficacemente ma l’abbaglio non dure che pochi secondi e al ritornello, se non alla strofa, anche queste canzoni tornano ai livelli del disco.
Sul Personaggio vorrei soffermarmi poco, mi limito solo a dire che non approvo la retorica ed il suo atteggiamento da paladino di giustizia americana, anche se vanno sicuramente apprezzati i suoi gesti di beneficienza vera e sincera ammesso ch’io sia ben informato su questo.
Concludendo, mi chiedo che senso abbiano queste uscite, qualcuno lo compra e se lo ascolta in casa o in macchina? Qualcuno utilizzerà questi brani per colonne sonore, sottofondi o altro? In altre parole qualcuno mi diche perché escono questi dischi? Se qualcuno lo sa me lo spieghi per favore, perché io non ci arrivo.
Questo 2020 va ad allungare la lista dei brutti ed inutili dischi proposti negli ultimi anni ed ai quali Bon Jovi ci ha abituato da tempo, e che, come gli altri, è già stato dimenticato.
Personalmente ho imparato ad ignorarlo (a parte questa parentesi), difficilmente leggo le notizie che lo riguardano non ascolto le anteprime, e quando capita di vederlo in tv mi provoca amarezza e rabbia. concordo con chi sostiene che la redazione di questo sito dovrebbe seriamente prendere in considerazione l’idea di ignorarlo e non pubblicare più notizie che lo riguardano, perché da tempo non lo si può considerare appartenente alla scena Melodic Rock.
Da tanti anni oramai ho perso la speranza di ascoltare qualcosa che mi ricordasse il glorioso Bon Jovi che vidi in concerto nel 1988, ma finché non ascolterò qualcosa a quei livelli difficilmente tornerò ad apprezzarlo. L’unica speranza per vedere avverarsi un simile miracolo sarebbe vederlo nel roster frontiers, sarebbe per Bon Jovi come entrare in una comunità di recupero dove sicuramente non gli permetterebbero di produrre dischi di cosi basso livello. Solo in questo caso torneremo a risentire il Bon Jovi che conosciamo. Ma questa è fantascienza, ci sono maggiori possibilità che atterrino gli alieni.
Il bon jovi che ho amato non tornerà più, lo so bene, quindi resto legato alle mie nostre nostalgie. Tutto il resto non conta.
30/100 per questo 2020, non merita di più.
Questa lucida analisi non fa che aumentare ulteriormente la mia stima nei tuoi confronti, Lorenzo.
Ho particolarmente apprezzato i punti in cui ti chiedi il perché di una tale pubblicazione (…ed in particolare la domanda relativa all’identificazione della persona che davvero dedica ore del suo tempo al ripetuto ascolto di un disco del genere…), e quello della simpatica provocazione di un possibile rinsavimento di Jon Bon Jovi solo in Frontiers…
Purtroppo sono d’accordo con te: credo che ormai la band che conoscevamo e amavamo sia morta per sempre. E vederli ridotti così fa ancora più male…
Grazie del tuo tempo, Lore.
Un schifo di album, capisco il discorso di Bontropi sulla soggettività ma conoscendolo ho la presunzione di credere che ha omesso di dire quello che è il suo reale pensiero. Questa roba l’avesse pubblicata un nome con meno peso economico/politico non ne avrebbe parlato nessuno. La profondità dei testi?? Ma quello di Do what you can sembra scritto da un bambino delle elementari, di che stiamo parlando?
band che si deve sciogliere al più presto.. l’ultimo grande album fu these days del 1995, l’ultima hit fu have a nice day nel 2005.. band ormai morta
Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 4 anni, 1 mese fa
Se vi accingete all’ascolto di questo “Free angel express” degli American Tears perché avete letto che nel gruppo milita il mitico Mark Mangold, membro fondatore dei Touch, dei Drive, She Said e dei fantas […]
Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 4 anni, 1 mese fa
Finlandia. Terra di aurore boreali e di laghi incantevoli. Da questo paese nordico proviene una moltitudine di personaggi famosi, da Babbo Natale agli Impaled Nazarene. Passando per gli One Desire e i Brother […]
Vittorio Mortara ha commentato l'articolo King Of Hearts – King Of Hearts – recensione 4 anni, 2 mesi fa
Perchè qualche bella canzone c’è e perchè non me la sento di stroncare del tutto personaggi come questi, visto anche il livello generale delle uscite degli ultimi tempi…
Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 4 anni, 2 mesi fa
Mi imbattei nei King Of Hearts per la prima volta nel lontano 1994, quando, finalmente, sugli scaffali di uno stupendo negozio di dischi tedesco trovai il loro omonimo album di debutto. E fu amore a prima […]
Concordo con te Vittorio…delusione…un disco da cui mi aspettavo tanto ma che invece convince veramente in pochissimi pezzi (Say it now il mio preferito)…poi visti i nomi coinvolti…mah…per me un 6 (e forse è gia tanto) e via andare….
Anch’io rimasi folgorato dal loro disco del 94 e deluso fortemente da questo. Ma allora perchè 70/100 ? Al primo disco daresti 130/100 ? Per me 90/100 il vecchio capolavoro e 40/100 questo
Perchè qualche bella canzone c’è e perchè non me la sento di stroncare del tutto personaggi come questi, visto anche il livello generale delle uscite degli ultimi tempi…
Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 4 anni, 3 mesi fa
Nato a Chicago il 18 febbbraio del 1947, Dennis De Young, cantante, tastierista e compositore, è stato uno dei membri fondatori degli Styx nei primissimi anni settanta. In ben 50 anni di carriera ha pubblicato, […]
Sarò breve: a me gli Styx hanno sempre fatto cagare.
E Dennis De Young l’ho sempre trovato caricaturale nel modo di porsi e nel modo di cantare.
Oggi più che mai.
Ho ascoltato il primo pezzo e sono andato in pernacchia-mode dopo pochi secondi.
Terribile.
Passo.
A me è piaciuto. Prrrrrrrr a te:-)
E dopo ti sei guardato un porno con Gianna Michaels per riprenderti?!
Io i porno non li guardo……li giro ah ah ah
Il disco parte decisamente male con i primi due pezzi che sono i meno brillanti di tutto l album (With All Due Respect proprio na brutta roba) ma per fortuna che pian piano il livello dell album cresce senza raggiungere chissà quali vette ma assestandosi su un piacevole ascolto.
La voce del nostro Dennis non sempre mi convince in un album da cui in definitiva mi aspettavo di più, visti anche i nomi coinvolti….
Vittorio Mortara ha scritto un nuovo articolo 4 anni, 3 mesi fa
Rob Moratti non è certo l’ultimo arrivato sulla scena. Basti ricordare i trascorsi del cantante italo canadese come solista, nonché nei Saga e nei Final Frontier.
Sul suo nuovo album non c’è traccia del Pomp/P […]
Lo ascolterò per curiosità ma a me la sua voce sa di finto come la cover del disco fotoshoppata .Mai visto live però mi ha sempre dato l’impressione che sia edulcorata al pc poi che faccia a gara a vincere la fiera del castrato è un’altra storia.
ahah….Rob l’ho visto in svezia con i saga e ti posso assicurare che quelle vette le raggiunge pure dal vivo….il problema e’ che negli ultimi due album assembla un prodotto a mio parere fin troppo sbrigativo….mentre in victory e transcendent aveva scritto ottime canzoni calibrate e ficcanti negli ultimi due mi pare non abbia colto esattamente il bersaglio….le canzoni hanno poca personalita’ e suonano un po scialbe….non si sono curati i ritornelli e forse pure la produzione e’ calata…ma!
Andy ha centrato il bersaglio, mancano un po’ i pezzi che invece si potevano trovare soprattutto su Victory… Trascendent già era un pelino sotto secondo me…
….si si’ era gia’ molto sotto ma rivoluzionando la scaletta trovavi ottimi brani in transcendent!
È sempre stato il suo stile, l’utilizzo del suo timbro. alterna linee vocali acute, squillanti, ad altre meno eccessive, più rilassate.
Il songwriting non si discosta molto dai suoi lavori precedenti.
Molte ballad, semi-ballad.
Non mi è dispiaciuto come lavoro.
Non è imprescindibile rispetto agli altri dischi solisti cmq…. 65
Album piatto e con poche idee.
Salvo solo “Drifting away”.
Cestinato dopo un ascolto.
Io vado contro corrente e dico che questo Paragon non mi è affatto dispiaciuto…niente di nuovo sotto il sole ma un disco che si fa ben ascoltare e con pochi brani deboli…poi la voce del nostro Rob puo piacere o meno…un album da passeggio sicuramente ben fatto…
Bel disco…non un capolavoro a me è piaciuto!!!
Ascoltato ieri un po’ in ritardo. Puro esercizio di genere ben eseguito ma senza plusvalore e brani di qualità. Disco totalmente inutile.
Vittorio Mortara è diventato un membro registrato 6 anni fa
una pachianata assurda…..daltronde abbiamo gia’ i penosi steel panther a rovinare il mercato mancava solo sto coso dalla voce schifosa! ….completi!…speriamo!…..
bizzarro e quasi imbarazzante nel vedersi (anche nella copertina).
nel complesso nulla che faccia saltare sulla sedia.