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Osvaldo

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    “XIII” è estratto da RUFF JUSTICE, nuovo album dei Crazy Lixx in arrivo il 21 aprile per Frontiers Music.

    Qui tutti i dettagli

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Ready for the Taking è estratto da “The Road More Or Less Traveled – Live In Milano”, primo live e video album degli storici TREAT in uscita il 21 aprile via Frontiers Music.

    Qui tutti i dettagli

    • …..in effetti mi sa che sia ritoccato di brutto sto dvd….comunque…Mimmo!!!!! ci siamo anhe noi due inquadrati nel pubblico…. ahahah!!!!

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Per me basterebbe dire che in questo primo progetto a nome VIANA c’è come ospite alla voce Alessandro Del Vecchio per scatenare un certo interesse! Non è infatti una novità che reputo quella di Ale Del Ve […]

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Detto molto in breve, questi Lovell’s Blade altro non sono che una nuova band di vecchi volponi Olandesi. Infatti il gruppo prende vita da alcuni ex membri della storica formazione metal Olandese Picture, ovvero […]

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Jimi Anderson, Scozzese di nascita, pur essendo al suo debutto ufficiale a livello internazionale non può proprio essere considerato un km 0 visto che la sua prima band, con cui suonava cover dei Deep Purple e […]

    • In sintonia con la recensione:
      i primi 3 brani hanno un pò il freno tirato, poi, virando di genere, da “Feel Like Letting Go”, il migliore del lotto, le cose migliorano.
      Non sarà un album memorabile ma lo si ascolta, in alcuni tratti, con piacere.
      Bella voce, peccato che sia passata “inosservata” per tutto questo tempo.
      Nel complesso lo giudico con un 65/100

  • Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Nati dalla mente del chitarrista e cantante genovese Stefano Lionetti e di suo fratello Alessandro, con il contributo fondamentale di Pierpaolo “Zorro” Monti (Shining Line) e Alessandro Del Vecchio (Edge Of For […]

    • Minchia Iacopo a sto giro ti sei veramente impegnato a livello psicologico su sta rece eh eh, mi costringerai a chiudermi in camera al buio e con le cuffie per ascoltare attentamente sto cd!!!
      Sicuramente hai ragione quando dici che le produzioni odierne risultano piatte e fredde da non distinguere un brano dall’altro, infatti io spesso metto su un vinile per ricordare come deve suonare un disco….cazzo!!!!

    • Urca ! Un tantino severo il nostro Jacopo . Beh…l’album intero smorza un po’ l’esaltazione che avevo provato per i singoli ascoltati in anteprima.
      Il disco però rimane per me sopra la media, come la prova di Lars che conferma le sue doti di “Re Mida” della voce. Anche nei frangenti più ripetitivi (questo è il vero limite che si manifesta in questo album) il suo timbro eleva il livello dei brani. Molto interessanti alcuni passaggi strumentali che in alcuni pezzi aiutano in una necessaria variazione sul tema. Buon disco comunque

      • beh, 83/100 è un giudizio ben sopra la media, Nico 😉 Però, come ho detto nell’articolo, secondo il mio orecchio e il mio gusto i frangenti ripetitivi nascono ben più dal cantato di Lars e dalla produzione monotona, che dal songwriting di Stefano.. e infatti anche tu sottilinei nel tuo commento le belle variazioni dei temi di cui godono i brani 🙂

    • mi pare ci sia stato un vistoso calo d’ispirazione rispetto ai primi lavori, purtroppo.. 83 è un voto che ci sta, ed è anche abbastanza largo di manica ..

    • A me sta cosa che tutti lo ascoltate prima di me inizia a starmi sulle balle…carogneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!! 🙂

    • Copio ed incollo una frase presente nelle conclusioni che riassume anche il mio pensiero:
      “prendendo in esame le pubblicazioni della band questa appaia delle tre la meno riuscita”
      a parte ciò,
      + la voce di LARS è cmq una delizia per il genere
      – in generale, aggiungo che oltre la “produzione suona in effetti un po’ troppo simile alle altre” anche le copertine sembrano tutte simili (vedi anche Unruly Child)

    • Si può concordare o meno ma, parere personale, la recensione di Mezza per me ha nuovamente fatto centro… Mezza inizia a diventare veramente professionale… mi fai quasi paura… 😀 😀 😀

    • X me…è un grande album. ..rispetto comunque la recensione. ..di Iacopo. ..molto sincera !!!

    • Bello..fatto bene.. quando però ogni singola canzone del disco numero 3 potrebbe essere benissimo del disco numero 1 o 2 (e probabilmente 4 :D) capisci che c’è qualcosa che non va..tra l’altro fate partire il primo clip you tube che c’è sulla pagina..che ne so intorno al minuto 1 ascoltate 5 secondi poi fate partire il secondo clip subito dopo, anche li a random…beh, se riuscite a capire che si tratta di 2 canzoni diverse siete bravi..ogni frase di chitarra o vocale potrebbe essere di o starci su entrambi i pezzi…cosi tanto per dire…

    • Dunque, mi son preso diversi giorni per riflettere su questo disco, sull’opinione che mi son fatto di esso, e sulle opinioni espresse dal buon Mezza unite a quelle del resto della nostra Utenza fino ad ora…

      Ebbene, per me questo è senz’altro un disco notevole. E sono anche abbastanza d’accordo col voto finale del Mezza (soprattutto alla luce di quella attività di “revisione” dell’assegnazione dei voti di cui si parlava con Denis qualche giorno fa).
      A voler essere precisi, avrei magari assegnato 85/100, ma sono inezie.

      Non concordo però con le considerazioni del Mezza riguardo Lars…O meglio: condivido la conclusione alla quale giunge, ma non le argomentazioni che pone alla sua base.
      È vero: questo disco sa inevitabilmente di “già sentito”. La sensazione di Deja-vu è inevitabile.
      Il problema però non è la voce di Lars, perché Lars non canta assolutamente sempre “allo stesso modo”.
      Il problema è semmai la sovraesposizione di Lars. Insomma siamo già a tre dischi con i Woa, 3 con i Lionville e due con gli Embound se non ricordo male…
      Ed inoltre c’è il grave problema che il sound dei Lionville e dei Work Of Art si stanno reciprocamente commistionando, finendo col diventare quasi impossibile operare un distinguo.
      A questo punto credo che il problema sia evidente: i Lionville devono fare una scelta.
      Non credo si possa proseguire ancora per molto con Lars, dato che la sua prioritá resteranno giustamente i Woa per questioni senz’altro affettive.
      È anche vero che Stefano Lionetti avrà partorito questo progetto sin dall’inizio con la voce di Lars…e soltanto di Lars.
      E non me ne faccio meraviglia: Lars è ad oggi il top singer in ambito Melodic Rock.

      Ma per quanto ancora si può continuare così? Insomma, io inizio a soffrire davvero di schizofrenia sonora quando ascolto questi due diversi acts…

      Quanto al disco: il disco è, assolutamente, davvero bello. Il songwriting di Stefano resta di altissimo livello, e continua a darmi quella sensazione di “professionalità” che non riescono a darmi ancora altri songwriters della nostra scena. Quando si ascolta un suo pezzo si ha davvero la sensazione di ascoltare qualcosa di originale e assolutamente frutto del proprio background musicale.
      Non ci sono scopiazzature e coretti ciclostilati.

      Quello che non va in questo disco, è secondo me una certa vena progressive che sta prendendo piede nel songwriting di Stefano: per carità, parlo di gusti personali, è chiaro.
      A me non piacciono quei tastieroni talvolta alla Jordan Ruddess, ma sono scelte, lo ribadisco ancora una volta.
      I Lionville per me dovrebbero seguire la scia dei Toto più west coast.

      Altra cosa che non è stata di mio gradimento è la produzione: stranamente è stato fatto, a mio modo di vedere, un passo indietro rispetto ai due precedenti capitoli.
      Ho trovato le chitarre molto “zanzarose”, i suoni molto compressi…Quando invece i primi due dischi erano assolutamente esplosivi sotto l’aspetto sonoro.
      Non sembravano quasi due dischi pubblicati su etichetta indipendente.

      Concludendo: il disco è bello, merita l’acquisto, ma bisogna fare attenzione su molti aspetti per il prossimo futuro.
      Detto questo, Stefano Lionetti resta per me il talento più puro della nostra scena, e come tale va tutelato.
      Ora aspettiamo di poterceli godere dal vivo.

    • La recensione, relativamente a Lars Sasfund, mi ha letto nel pensiero.
      Tutto avrei pensato meno che annoiarmi sentendo i Lionville.
      Lars ammazza i pezzi, cavoli! Timbricamente è magico, ma rimane piatto, cosa che negli altri lavori (più vari) non si sentiva. Per me la scelta di puntare su tempi mediamente più veloci penalizza i Lionville come l’ultimo degli Work Of Art, perché Lars rende meglio in altri ambiti (negli uptempo risultano decisamente superiori Care Of Night e Wigelius). Oltretutto come già rilevato da molti, i pezzi sono mooolto simili in struttura e sound (poi Lars ci mette il suo), e a volte sembra di sentire una traccia unica!
      Per me personalmente super delusione 2017.

      • Mi chiedo come possano considerarsi superiori ai Woa, anche solo negli uptempos, gruppettini come Wigelius o Care Of the Night…
        Dire poi che Lars “appiattisce tutto” è per me fuori dal mondo e da ogni logica.

        Stiamo parlando del più grande cantante Melodic Rock degli ultimi vent’anni molto probabilmente. Ma ci sarebbe da discutere anche su questo…

        È chiaro che l’effetto “Why do I” è finito, e te l’aspetti un vocalizzo super di Lars…Ma non si può per questo sminuirne la grandezza.

        Insomma, perdonatemi, ma qui tante volte si incensano le capre e si parla freddamente di Lars.
        È una cosa che non sta né in cielo né in terra. Davvero.

        Solo l’ultimo album dei Work Of Art massacra metà delle pubblicazioni in ambito Melodic Rock dal 2014 sino ad oggi.

        • L’ultimo dei Work Of Art io non lo vedo così imprescindibile.
          Quello che vorrei esprimere è che, ad esempio, sul finale di Another Day del precedente Lionville Lars tira fuori la grinta, usa per l’appunto vocalizzi di cui è sicuramente in grado, perché è un fenomeno.
          Su questo disco a me pare tanto appiattito. Peraltro, dato che le ritmiche ci sono ed avrebbe potuto dare gas, mi rimane ancora più freddo.
          Che poi non può parlarsi di sovraesposizione perché gli Enboud non mi risulta abbiano un gran seguito, e con gli Woa è dal 2014 che non pubblica.
          Lungi da me dire che sia scarso (conta che ho una playlist Spotify intitolata “La voce di Lars Sasfund”), solo che avrei voluto di più.
          Sui Care Of Night gruppettino…se fanno un altro disco come il primo mi ricrederei!

          • Ma ci mancherebbe anche che tu dicessi che sia scarso, ecco…

            No, comunque non sono d’accordo. È secondo me oggettivamente impossibile dire che Lars non canti al massimo delle proprie possibilità in questo disco perché c’è davvero tutto il suo solito repertorio…e comunque trovo che questa critica alla voce di Lars sia davvero sterile.
            Insomma, suvvia, stiamo parlando di un fenomeno… quando, ripeto, su queste pagine (e non mi riferisco ai recensori) ho letto tanti complimenti a veri e propri ragli d’asino.

            Parlare delle sfaccettature della voce di Lars è come discutere del sesso degli angeli.

            La sovraesposizione invece, a mio modo di vedere c’è: se consideri che il primo WOA è del 2008, e che da allora sono stati pubblicati 8 album con Lars alla voce, noterai come si tratti quasi di un album all’anno.

            Credo si sia fermato solo per quei problemi che ha avuto di recente.

            Alle volte mi sembra che faccia “chic” criticare il numero 1 indiscusso.

            • CITAZIONE….”E Nick Workman è secondo me il miglior fontman/cantante sulla piazza allo stato attuale”….aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…scusa caro Bontropi…non volevo…aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh 🙂 🙂

              • Ahahahahaha 😀

                Capra, tanto lo so che sei d’accordo con me…
                E comunque anche Nick è una bestia.

                • Be sul fatto che Lars sia il miglior talento vocale in ambito AOR/Melodic Rock degli ultimi 20 anni lo sai che concordiamo…mentre considero Nick solo un buon cantante…ma prima di lui per me tante ottime voci….

        • no no no no no dai Bontropi..non me lo aspettavo da te..Wigelius gruppettino???? riascoltati DEJA VU o DO IT ALL AGAIN….

          • Ma li ho ascoltati, bello.
            E sono senz’altro carini, piacevoli.
            Ma non fanno molto altro se non ricalcare pedissequamente le orme tracciate dai primi due album degli H.e.a.t. …ed una cosa è quando certe sonorità le proponi con gente come Lockremo, Rivers e Dalone, bel altro è quando le proponi con musicisti ordinari.

            Con tutto il rispetto per gli amici Wigelius, che spero non la prendano male.

    • Bontropi, secondo me però il discorso che hanno tirato fuori Mezza nella recensione e Rocker o Giorgio VII nei commenti non mi sembra tanto rivolto alla “qualità” della voce di Lars, su cui secondo me obiettivamente poco si può discutere, è una voce splendida… ma più che altro sull’uso che ne fa sia qui che nell’ultimo work of art… monocorde, piatta, ogni pezzo risulta cantanto praticamente nello stesso modo… ricordo, per fare un esempio, che una cosa simile è successa anche ad un’altra voce da novanta come quella di Johnny Gioeli che nell’ultimo Axel Rudi Pell viaggia veramente su un binario unico… ma anche li la voce rimane di livello assoluto, l’uso che ne è stato fatto un po’ meno… 😉

      • esattamente Denis. Con l’aggiunta del fatto che però Lars deve pur avere qualche carenza se dopo un tot inizia a suonare monocrode, no? O gli prende lo scazzo e dopo un po’ ci molla (e se fossero gli Enboud la sua priorità al momento? Li l’ho sentito cantare davvero da Dio, innalzando di molto il livello di un album così così a livello di songwriting..), oppure come dicevo dopo un po’ finisce per ripetere se stesso. Su livelli molto alti certo, ma senza più quel feeling che ci si aspetta da uno come lui..

      • Ma ragazzi miei, io continuo a non capire.
        Se mi dite che Lars canti in maniera “monocorde”, allora a me viene da chiedervi “cosa intendete per monocorde?”.

        Perché Lars canta esattamente come cantava nel debutto dei WOA, e credo e spero che quantomeno lì vi abbia fulminato…
        Il modo di cantare è determinato principalmente dalla tipologia di canzone e dalla tonalità con cui è stata concepita.
        È chiaro che se Lars deve cantare su una struttura sonora composta prevalentemente da sol, la e si, non potrà fare altro che volare in cielo per dar vita a un cantato che si armonizzi perfettamente con la musica.
        Voglio dire: questa è la regola.

        Se poi mi dite che non vi piace l’interpretazione che Lars dà di ogni pezzo, questo è un altro discorso ancora. Discorso di natura soggettiva, tra l’altro: ci tengo a precisarlo.

        Davvero, sono per me inspiegabili le critiche che muovete al cantato di Lars, perfino sull’ultimo album dei WOA, come mi è parso di capire dalle vostre parole…

        Quando si parla di cantato “monocorde”, a me viene da pensare a Blackie Lawless su Helldorado, Bruce Dickinson sull’ultimo dei Maiden, Ted Poley su tutti i nuovi episodi in studio… perchè cantano piú o meno per 11 pezzi sulla stessa tonalità e lo fanno affrontando pezzi che fra loro si somigliano moltissimo: è questo che determina quella sensazione di album “monolitico”.
        Ma questo non succede né sull’ultimo dei WOA, né su questo album dei Lionville, dai.

        • Allora diciamo che quello che manca è la “varietà” e che Lars con la sua sola voce non riesce a sopperire a questo problema… 😉 Il primo WOA è stato un capolavoro ma al terzo album anche i WOA hanno iniziato ad essere una ripetizione di se stessi… il che non vuol dire che abbiano fatto un brutto album, anzi, se il terzo album fosse uscito come primo album adesso direi esattamente le stesse cose ma ad album invertiti… non so se mi sono spiegato… 😉
          Lo stesso discorso vale anche in parte per questo terzo Lionville che per stile per me si avvicina molto di più ai lavori dei WOA che non forse ai precedenti Lionville… album che oltre al cantato di Lars contavano su una proposta con pezzi e arrangiamenti più originali e diversificati a mio parere.

          • Ok, allora diciamo che è più un problema di reiterate sonorità generali nelle quali la voce di Lars contribuisce a rendere il tutto più “impersonale”.

            E questo lo posso capire.
            Anche perché sostanzialmente è quello che ho sostenuto anche io.

            È effettivamente un problema serio, perché capisco che alla lunga determinate sonorità possano stancare.
            Parere mio? Per ora ho trovato che la formula sonora dei WOA sia stata più varia rispetto a quella dei Lionville.
            O meglio, mi spiego: anche i Lionville hanno cercato di variare la formula sonora inserendo qualche commistione di stampo progressive, ma il risultato, a mio parere, non è stato sempre degno di nota.

            I Work Of Art hanno invece inspessito il loro sound, e personalmente ritengo lo abbiano fatto con gusto: a me il loro terzo disco è piaciuto tantissimo.
            La sola Natalie è secondo me un pezzo assurdo.
            Ma penso anche a The Machine, Shout until you wake up, Hold on to love…

            Insomma solo questi pezzi mi convincono sempre di più di come ci sia di mezzo un oceano fra i WOA ed i gruppi di cui abbiamo parlato fin qui (Wigelius, Care Of the Night, etc etc…).
            Probabilmente solo gli State Of Salazar sono all’altezza dei Work Of Art.
            Ma devono ancora dimostrarlo.

            • Gli State od Salazar per me sono uno dei gruppi più sottovalutati degli ultimi anni!!! 😀

              • Davvero pazzesco.
                Quel debutto fu un fulmine a ciel sereno, eppure passò quasi inosservato.

                Reputo i Salazar una delle più grandi intuizioni della Frontiers, insieme agli stessi Work e agli Eclipse.

            • Continuo a non concordare sui Wigelius…ma a livello dei Work Of Art anche se non propriamente cosi aor devi per forza metterci altri svedesi (strano eh? :D) come ART NATION e DEGREED

              • Lo notavo anche io :-).
                Che poi non voglio passare per lo “svedesofilo” della situazione, però è davvero strano come i miei gruppi preferiti della scena attuale siano prevalentemente svedesi.

                La stessa scena americana, una volta irraggiungibile per livelli qualitativi ed impiego di mezzi, oggi ha subito una netta flessione.
                E non mi riferisco agli artisti che ormai hanno radicalmente voltato pagina (Richard Marx), ma a quelli che proprio non hanno mai praticamente smesso di suonare certe sonorità (Ted Poley)…

                • (ovviamente eclipse e h.e.a.t. sono talmente scontati che non verranno mai piu tirati in ballo in nessuna discussione da quanto scontatamente superiori a tutto siano)

    • Arriva un punto in cui ci si rompe ineludibilmente i Maroni, Giovanni… :-)…I Lionville purtroppo erano stati caricati di aspettative enormi, e ci stava.
      Ci stava perché i primi due album sono stati eccellenti.
      Il terzo album era atteso quasi come un Master Of Puppets, ecco.

      In ogni caso concordo pienamente col tuo distinguo fra esecutori/artisti completi.

      Per quanto io ami Lars e Pineda, non posso ancora definirli Artisti a 360° come furono invece Joey Tempest e Joe Elliot.
      Pineda è forse più completo di Lars, perché dotato di grande esperienza Live.
      Ma questo è un vantaggio che gli deriva dal fatto di suonare con una immensa live band.

      Lars sotto questo aspetto ha ancora tutto da dimostrare.

      • Se vabbuo…adesso Bontropi però mollaci che hai scritto più te su questo Lionville che tutto il resto di MR.it nei primi due mesi di questo 2017…aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…e parlando di cose serie…tu e l amico Giovanni quest anno ci sarete al Frontiers Festival o sarete per altri lidi?!?!?

        • Ahahahahaha 🙂
          Vi gasate tutti quando escono queste mega-discussioni! 🙂

          Io non lo so ancora purtroppo, ma se Denis mi rimedia un pass per la camera d’albergo di Tave, ci sarò sicuramente! 😀

          • Semmai per quella di Marcie…porco….aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh 🙂

            • Ahahahah, no, Marcie la lascio volentieri a te! Ahauah

              • Dai cmq vieni..mal che vada ci ospita nella sua stanza il megadirettore Denis…a noi non può dire di no…aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

    • “nel contempo non capisco perche’ il momento della “sveglia” sia propio avvenuta con i lionville stessi?….ci sono dischi votati come veri e propri masterpiece odierni che emanano in tutto e per tutto le impressioni di a world of fools….ma come si dice….misteri della fede…”

      la risposta che indubbiamente qualcuno vorrebbe sentire è: “perchè i Lionville li odiamo a morte, perchè abbiamo deciso che meritino meno di altri e perchè vogliamo buttare loro addosso più merda possibile per esaltare chi meglio credete.” Sarebbe bello fosse così, si creerebbe una bella faida che farebbe solo il bene della nostra scena italiana (fortemente ironico). Ma no, mi spiace deludere le aspettative, non è così, e Bontropi ha centrato il punto.
      Dopo il loro debutto, sognavo un secondo album enorme, e così è stato. Dopo il secondo disco, mi aspettavo un terzo di pari livello e con qualche tratto distintivo rispetto al passato. E’ così che una band dimostra di essere davvero grande. Beh, il risultato è stato centrato solo a metà, e la mia review spiega con il suo 83/100 cosa è andato bene, e cosa male. Punto, fine, stop. Niente coalizioni contro quello o quell’altro, niente faide, niente odio, niente di niente. Da parte mia – e aggiungerei di Denis, con cui mi sono comunque consultato – è proprio così, ed è davvero noiosa la cosa, vero? Già..

      Ecco, a dirla tutta, l’unica cosa che mi dispiace è di non aver visto questa recensione condivisa da chi in esame, come invece era accaduto in passato quando – a sto punto mi viene da pensare – ”le cose andavano bene”. Sono, e siamo, praticamente passati come le pecore nere della scena giornalistica italiana, il tutto per 8/10 punti percentuali rosicchiati e qualche critica ”di troppo”. Aggiungo io, fossi un’artista troverei più costruttive le ”critiche sensate” (sono da me definibili tali quelle ben spiegate e motivate, e in più condivise dai commenti di alcuni utenti) che le incensate fini a se stesse di recensori di cui sentiamo parlare di questi generi musicali da.. ieri mattina. Detto questo, non ho rancore alcuno e posso capire anche una arrabbiatura. Basta che non celi al suo interno pensieri insensati di complotti e belinate varie. Quello no.. Grazie.

      • Iacopo sto disco fa cagare e la colpa è di donald trump !!!!!
        così tanto per dare ancora qualche spunto su questa discussione infinita sui Lionville, ora esaminiamo politicamente questo disco e vediamo quali complotti si nascondono……….ah ah ah ah , a volte mi chiedo come fate (voi recensori) a non mandare affanculo qualcuno, io cmq il disco devo ancora sentirlo ma credo che non mi deluderà poi 10 punti in più o in meno sai che mi frega………aha aha ah

      • Beh, Iacopo, sai comunque come funziona il Music Business…che purtroppo è fatto anche di queste cose.
        Quindi non prenderla male se la tua recensione è stata “accantonata”: non sarà una condivisione in più o in meno a screditare o sminuire l’importanza di un sito come il vostro, che davvero rappresenta il punto di riferimento in ambito Melodic Rock per tutto il panorama italiano e non solo (esiste Google traduttore…).

        E poi non voglio fare nomi, ma leggendo le recensioni che pubblicano su Metalitalia (tanto per dirne uno..), relative alla scena Melodic Rock, si capisce subito come le “nostre” siano di bel altro taglio e spessore.

        Credo fra l’altro che più si commenta, e più si dà esposizione ad un determinato disco.
        Quindi direi che i nostri esami al microscopio di questo nuovo disco non possono che giovare ai Lionville.

        E poi un disco così atteso non poteva essere che così discusso.
        Quindi davvero: tranquillo, perché tu hai fatto il tuo lavoro in completa serenità ed obiettività.

        • io sono tranquillissimo 😉

        • Beh Bontropi…. io lo dico da sempre, ma la forza di questo sito sono tutti quelli che con i loro commenti contribuiscono alle discussioni sulle varie recensioni… cioè, siete i numeri uno su questo!!! 😉

          • ahahhaha 🙂

            Sì, è verissimo.
            Così come è vero che ormai siamo praticamente una squadra di 100 recensori per disco…e chi è abituato a leggerci può farsi davvero un’idea completa di quello che può aspettarsi da un determinato album.

            Quindi, ragazzi, chiappe strette e avanti così che andate alla grande.
            Io condivido pienamente la vostra nuova politica.

      • mi lusinga molto essere virgolettato da un attento recensore come te iacopo…che seguo da tempo e cerca di non parlare tanto per parlare…dopo aver letto e condiviso la tua recensione mi sono chiesto il perche’ di questa sveglia a seguito del disco dei lionville ma mi riferivo non alla tua recensione o persona o intenti su di esso….ma alla reazione generale dei commenti a seguire di tutti quanti…poiche’penso fermamente che gia’ molte altre volte anche per dischi stranieri alla nostra terra si poteva avere un effetto per cosi’ dire lionville….tutto qua’

    • Non essendo propriamente il mio genere non mi permetto di giudicare il cd, visto che ho sentito solo i primi tre pezzi e non mi sono nemmeno dispiaciuti, ma mi pare di capire che 83 sia stato visto come una bocciatura…vero che se guardiamo alla scala di voti del sito è nettamente sotto media, ma parliamo di un 83 e qualche piccola critica non fa del male a nessuno. Poi le critiche esagerate e fuori luogo non le sopporto, ma Iacopo io apprezzo la tua genuina onestà e la tua passione. Adesso pronti a dovervi difendere se al prossimo progetto italiano date un 90…

      • siamo pronti alla difensiva, ma anche all’offensiva hahah Al di là delle battute, vedremo che cosa capiterà in futuro.. comunque, ci metterei la firma per poter dare, con la consueta onestà, un bel votone alto a qualche gruppo dei nostri.. critiche, o non critiche.. tanto queste arrivano sempre, che si parli bene o che si parli male hehe

      • Gimmy… ne abbiamo parlato anche su altre recensioni ultimamente, si sa che uno dei grossi problemi che abbiamo avuto da sempre (e faccio un mea culpa in prima persona per questo 😀 ) è stato quello di dare voti “alle volte” troppo alti… ma se guardi abbiamo cercato di mettere su una legenda (che poi può essere criticata anche quella… ma almeno è una traccia per chi legge le recensioni e anche per noi recensori) dei voti e di adeguarci a quella… così le recensioni hanno iniziato ad avere voti anche più bassi e sparpagliati… sapevamo che questo avrebbe potuto comportare delle critiche, soprattutto all’inizio (ma da qualche parte dovevamo iniziare)… stiamo cercando di diventare più “corretti” per chi legge anche se per me la cosa che continua ad essere più importante rispetto al voto è la recensione vera e propria.
        Come dico spesso non siamo professionisti ma, senza voler mancare di modestia, ormai il sito ha preso una sua certa importanza ed è giusto secondo me che cerchiamo di “migliorarci” per chi ci legge… anche se sicuramente errori continuereamo a farne perchè in fondo per noi questa è prima di tutto una passione… 😉
        Detto questo, e tornando in tema, con Mezza abbiamo discusso tanto di questa recensione prima di pubblicarla e ritengo che lui sia riuscito (come già sulla recensione degli Unruly Child) a fare con la sua analisi un lavoro veramente ottimo e che il voto sia correttamente allineato a quello che ha scritto… se poi per qualcuno questa recensione o altre recensioni dovrebbero essere motivo di vergogna per noi (ma spero di no 😀 ) siamo qui per discuterne e per cercare di migliorarci come abbiamo sempre cercato di fare… 😉

    • Detto ciò…come ho già detto non è il mio genere preferito e la voce di Lars che è stupenda non rientra tra quelle che adoro, ma ad un primo ascolto il cd non mi dispiace affatto, risulta ben fatto e ben composto, non mi pare clamoroso, ma avercene di dischi realizzati in questo modo…ripeto di nuovo che la scena italiana cresce alla grande…ed ora aspetto Viana, visto che Bad signs la trovo stupenda!!!

    • Be Gimmy la tua idea mi piace…ma io più che un voto medio di tre o quattro recensori metterei proprio per ogni recensione il voto anche di altri recensori di questo sito…per esempio…per i Lionville oltre alla recensione con tanto di voto del Mezza si potrebbe inserire la votazione in un riquadro del Denis, di Lorenzo, di Lovechaser o di chi ha ascoltato il disco in redazione…anche perchè molte volte mi sarebbe piaciuto sentire diverse campane per avere più punti di confronto…

    • L’idea del voto di tutti i recensori è bella e in realtà con Mezza ne avevamo già anche parlato di una cosa simile… magari vediamo di studiare la cosa e provare ad attivarla… 😉

      • Fatalità Denis, poco fa ti ho scritto la stessa cosa in Privato.
        Mi sembra che l’osservazione fatta da Gimmy meriti sicuramente una riflessione. E’ interessante.
        Un esempio (dal mondo dei tuffi dal trampolino): il voto è dato dalla media voti dei giudici “presenti” togliendo il voto più alto e quello più basso.

    • Anche io appoggio l’idea del Gimmy.

      Si potrebbe fare come su Allmusic.com: una media dei voti dei recensori, ed una media dei voti dell’utenza iscritta.

      Tipo, che so, per i Lionville sarebbe qualcosa del genere:

      ℅ 92/100 Reviewers
      ℅ 87/100 Users

      Oltre al voto principale del recensore scrivente, è chiaro.

      Che poi in tutta questa cagnara volevo dire che non riesco a togliermi dalla testa il bridge di Show me the love…

      • A mio parere l’idea migliore è quella di Mimmo… c’è il voto di chi fa la recensione principale e volendo sotto la recenione anche i voti di altri recensori (che possono essere aggiunti anche in seguito)… questo perchè non sempre tutti i recensori hanno il tempo di ascoltare gli album che vengono recensiti e facendo una media ci sarebbe il rischio che magari alcuni album abbiano 5/6 voti e altri solo un paio o solo quello del recensore… poi penso sia piuù utile vedere i singoli voti e poter associare il numero ad un nome… 😉

        • Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii…io e Denis che concordiamo….aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh…incredibileeeeeeeeeeeeeeeee!!!!! 🙂

          Cmq l’idea l’ho arrubbata a Metal Schock dei bei tempi che furono….e penso che sarebbe decisamente interessante vedere le varie votazioni dei nostri bravi recensori…

          • CAZZO SE SEI VECCHIO MIMMO AH AH AH , io tornerei ai pipistrellini di HM invece eh eh o magari usare il simbolo del dito medio da 1 a 5 o il simbolo dello sputo , molto punk…..comunque in giro sto disco ha preso 8/10 e credo che un ritorno al voto secco da 1 a 10 sia l’ideale senza tante pippe mentali !!!!!!!!

            • Mark la prox volta che ti vedo uso te al posto del bilanciere per fare la panca piana…aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh….

    • ohhhhhhh! per una volta son daccordo con bontropi 😉 …..framework rappresentava assolutamente il top dei Work of Art!!!!!….tutte grandi canzoni e tutte compatte su alti livelli…cosa mai accaduta prima negli altri due!…. Lars e’ in effetti uno dei cantanti migliori della scena odierna altro che piatto….magari volevate dire che e’ venuto in italia a mangiare un qualche piatto di spaghetti insieme ai lionville!!!!…comunque l’interesse mio verso i Lionville e’ minimo perche’ come dice bontropi sono due bands che tendono a sovrapporsi e se devo scegliere seguo i WOA!!!….cio’ non toglie che questi due singoli presentati dalla band siano molto belli!!!

    • Un disco che parte decisamente bene con i primi due brani ma dove effettivamente già dal terzo pezzo l’effetto Deja-vu si fa sentire con una certa insistenza ,nonostante lungo l’album altri passaggi risultano vincenti (One More Night, Livin on the Edge e Paradise).
      Sempre grande il nostro Lars alla voce così come l’ottima prova strumentale di tutta la band.

    • A me il disco è piaciuto e con gli ascolti il livello sale .
      Non ho ben capito le cririche sul tinbro di Lars…
      Lo trovo adatta a questo tipo di brani .
      Il voto è 78….alla pari del secondo disco (anche se manca “the only way is up”) …leggermente sotto al disco d esordio.

      • Quello che critica Mezza nella recensione parlando di Lars non è per me tanto il suo timbro o in generale la sua voce (timbro, intonazione, estensione) ma è più un discorso di “modo” di interpretare i pezzi a cui sembra manchi un po’ di “personalità” nell’interpretarli, o meglio in cui la personalità è sovrapponibile a quanto fatto con i Work of Art, cosa su cui tra l’altro mi trovo d’accordo con la recensione. Capisco che non sia facile variare o comunque dare due personalità differenti a progetti come Work of Art e Lionville che, sempre a mio parere, un po’ si stanno andando a sovrapporre anche come stile di alcuni pezzi… ho scritto un po’ la stessa cosa per i nuovi Creye che vedono Strandell alla voce… i pezzi sono belli, la voce di Strandell è bella, ma se il pezzo dei Creye fosse stato presentato come Art Nation nessuno probabilmente si sarebbe accorto che sono due progetti differenti… qui con questo nuovo album dei Lionville per fortuna questo problema è meno netto, però c’è a mio parere, e penso che Mezza sia stato corretto a segnalarlo! 😉

        • ho riascoltato II ..
          questo disco è forse superiore quindi d’accordo con mezza sul voto (80 per la precisione)…perchè mi sta salendo ascolto dopo ascolto…
          però conitnuo a non essere d’accordo sulla critica a lars 🙂

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Il foto report della serata di Eric Martin + Michele Luppi, entrambi in acustico, di giovedì 9 febbraio 2017 al Blue Rose Club di Bresso (MI)

    Report fotografico a cura di Monica Manghi

    TUTTE LE FOTO […]

  • Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Gli storici melodic rockers statunitensi Unruly Child ritornano nei negozi il 24 febbraio 2017 su Frontiers Music Srl con un nuovo album intitolato Can’t Go Home, il quinto della loro carriera.

    Forti della l […]

    • Recensione veramente eccellente che con termini comprensibili ed appropriati rende perfettamente l’idea di come questa uscita si riveli una vera e propria occasione mancata 🙁
      Nulla rende giustizia a songwriting ed arrangiamenti che il solito Bruce Godwy è capace di proporre.
      Vabbè…torno ad ascoltare “Take Me Down Nasty” con l’esplosivo Mark Free e la benedizione di Beau Hill. Amen….

    • Hanno dato 9/10 su altri siti ,dico 9, leggasi nove, n.o.v.e. boh capisco la passione ma l’obiettività va a puttane e da quello che ho sentito finora direi che Iacopo è il più equilibrato nel giudizio, ora lo ascolterò per intero e vedremo ma non mi aspetto molto.

    • Il Mezza secondo me è diventato un recensore estremamente equilibrato ed affidabile.
      Raramente, negli ultimi tempi, mi sono trovato in disaccordo con lui.

      Ed infatti concordo pienamente anche su questo disco.
      Ancora una volta: per carità, nulla di orrendo.
      Il disco scivola via con una certa facilità…Ma non c’è mordente, non c’è “calore”.
      Tutto sembra essere freddo esercizio di studio.
      Non saprei come dirvi…Sono sensazioni che si provano durante l’ascolto.
      Poi i fans più accaniti apprezzeranno certamente di più. Ma la classe porta a ben altri risultati.

    • grazie dei complimenti ragazzi!

    • La recensione più equilibrata che ho letto finora su questo album… Applausi Mezza!

    • ..i pezzi sentiti finora sono scarichi e veramente molli ..77 è un voto anche generoso …da chi fece who cries now voglio e pretendo altra roba, e se proprio non ce la fanno piu, meglio il silenzio ..

    • ….comunque questa band da piu’ persone osannata in realta’ e’ riuscita a far centro ben poche volte anche negli anni ’90…dischi sempre poco convinti e di pari passo sempre poco convincenti nonostante la quantita’ dei fuoriclasse coinvolti in formazione….in piu’ il timbro di Mark Free non esiste piu’ dopo la trasformazione in crisalide…la voce aime’ e’ proprio diventata femminile….in questo caso a mio parere un vero difetto!!!

      • pienamente d’accordo con capitan andy …tra l’altro io osanno non tanto gli unruly child (a parte il gioiello who cries now) ma mark free …siiiii lo so che si chiama marcie ma no ..non ce la faccio a chiamarlo marcie …però è vero, il timbro di mark non esiste piu …come sperperare un patrimonio dell’umanità ….

    • Se parliamo di TOP assoluti (per intenderci i SIGNAL lo sono) posso concordare che gli UC non stanno così in alto ma per il sottoscritto hanno sfornato degli ottimi album , dal bellissimo omonimo UC, al successivo Waiting for the Sun ed arrivando anche a quel gran bel lavoro che risponde al nome di Worlds Collide (con cui ebbi da ridire con il buon Denis in uno dei miei primi interventi su queste pagine 🙂 ) mentre solo III non mi ha mai preso più di tanto….mentre l avevo già scritto anche in passato e confermo che anche per me WHO CRIES NOW è uno dei più grandi pezzi del genere degli anni 90…..

    • Si …non siamo davanti. ..al capolavoro. …ma sempre di ottimo livello. ..!!!

    • …be…world collide tra i nuovi e sicuramente il piu’ bello!!!! 😉

    • Mi ha dato la sensazione di un lavoro freddo ed asettico… quindi concordo con la recensione. L’ unica cosa è che non sono convinto che sia solo la produzione a mortificare il tutto…personalmente mi sembra suonato senza passione e dispiace perché alcuni pezzi come songwriting ci sarebbero anche…Dalla stessa formazione dell’ omonimo primo album (e di Worlds Collide) mi aspettavo di più…La sensazione è veramente di ascoltare qualcuno che sta suonando controvoglia, quindi ti viene da chiederti: perché ?

    • Ok, ascoltato tutto una volta…quindi?o…e adesso?

    • A me è piaciuto tantissimo. Riconosco che la carica dei primi Unruly Child non esiste più, però che classe negli arrangiamenti! Non c’è un passaggio banale in tutto il disco. Mark l’ho trovato abbastanza in forma, non so se non “esagera” perché non vuole o perché non riesce più, ma va bene uguale.
      Relativamente al sound, secondo me funziona, magari manca la botta, ma la cosa è voluta perché il disco viaggia in una dimensione onirica (e non fredda, attenzione), volutamente accentuata dai cori (che sembrano quasi spaziali).
      Sul voto non saprei, magari sopra 80 ci arriverei (nonostante questo recensione ottima).

    • bene , dopo svariati ascolti (necessario farlo) devo dire che siamo in linea col precedente , produzione a parte che non mi convince, per il resto siamo di fronte secondo me non al miglior disco ma alla migliore band di aor puro, io le lorocanzoni le trovo veramente originali e non scontate( insomma tutti gli altri aor gruppi bene o male si somigliano tutti) gli UC li riconosci , hanno un loro suono e arrangiano i brani in maniera ripeto originale, Marcie canta non strilla , si difende bene , non tutti i brani sono immediati da qui la necessità di ascoltare a lungo sto disco…..certo in giro han dato 8/9 , esagerati ma un bel 7/7.5 ci sta!!!!
      Sinceramente mi aspettavo di peggio, invece qui siamo davanti a dei grandi musicisti nel senso piu completo del termine.

    • AOR dalle ampie vedute e dalle varie influenze questo CAN T GO HOME ,suonato e arrangiato alla grande a cui manca però un po di incisività sia nei pezzi che in fase di produzione.
      Un disco che si lascia decisamente ben ascoltare e che necessità di più ascolti per poter “assaporare” al meglio tutte le varie sfaccettature proposte dalla band (e non poteva essere altrimenti visto il bagaglio di questi signori a nome Lodgic, World Trade, Stone Fury ecc ecc).
      Capitolo Mark/Marcie Free…è vero non sarà più quello dei SIGNAL (ma sono anche passati 27-28 anni) ma da ancora la paghetta al 90% dei cantanti in circolazione….GRANDE!!!!!

    • preghiamo che al FRF suonino solo roba vecchia…altrimenti SIAMO ROVINATI!!

    • Semplicemente NON mi piace!

  • Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Valhalla Agency e Indastria Eventi in collaborazione con Giancarlo Trotta Entertainment e Rock On Agency sono orgogliosi di annunciare il ritorno a Napoli di sir Russell Allen!

    Il leggendario cantante di […]

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Prendiamo due chitarristi di quelli con gli attributi quadrati e ricoperti di titanio come Søren Andersen e Mika Vandborg e mettiamoli a fare ciò che più gli piace, che ben inteso non è fare le tagliatelle fat […]

  • Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Sempre meglio.
    Basterebbe l’unione di queste due parole per riassumere alla perfezione tutti i possibili discorsi relativi alla nuova produzione di casa Black Star Riders. Infatti Heavy Fire, il nuovo album del […]

    • Signori secondo me siamo davanti al miglior disco dei nostri, i primi due seppur ottimi erano dei veri e propri tributi ai thin lizzy qui invece si sono un pò distanziati da quella grandissima band e sono diventati più personali, ecco da qui secondo me inizierà la lunga marcia dei ns verso le vette del rock, sto disco spacca di brutto, un solo ascolto mi è bastato per metterlo in wishlist,,,,,cazo0ooo!!!!!!!

    • Devo dire la verità: a me non hanno mai fatto impazzire.
      Li ho sempre trovati insipidi: nè carne, nè pesce.
      Soprattutto il cantato l’ho trovato spompato ed inespressivo.

      Questo disco invece mi sta piacendo moltissimo: lo sto ascoltando con gusto.
      Ho apprezzato la bellissima produzione incendiara, con suoni caldi e pieni.
      Tornerò sicuramente per un giudizio più esauriente.

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    AOR alla francese… e con un nome come Paris era difficile aspettarsi altro! Dietro il monicker Paris si nascondono infatti due amici d’infazia della periferia di Parigi, Frédéric Dechavanne (voce e tastiere) e S […]

  • Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa

    Non chiedetemi quale strana malattia mentale mi spinga a presentarmi ai cancelli – sempre e comunque – ore e ore prima dell’inizio di ogni concerto a cui partecipo.
    Non lo so, sarà che l’attesa è essa stessa il p […]

    • In alcuni momenti “picchiavano” come i Judas, un heavy moderno, almeno nei suoni, e molto maturati, tengono il palco alla grande

    • ha ha ha… l’intro del report è splendido… 😀 😀 😀 i The Pretty Reckless su disco mi piacciono ma non mi fanno impazzire… anche se dal vivo mi piacerebbe vederli prima o poi…

    • Ciao Iacopo!
      Bel report. Mi permetto, questa volta, di farti una critica, pesante ma costruttiva e senza davvero nulla di personale.
      Ho trovato poco piacevole la tua parte introduttiva relativa ai gusti dei giovani, evidentemente piacuta ad latri visti i commenti sotto. System of a Down, Rage Against the Machine, Guns’n’Roses, i Nirvana sono band oggettivamente grandiose, che tanto hanno dato al rock e alla musica pesante in generale. Parlare di questi gruppi come mainstream ascoltati da gente lobotomizzata lo trovo…uso un termine gentile…mooooolto radical chic!
      Non chiudiamoci nel nostro antro snobbando gli altri! Pena: diventare sempre più animali in via di estinzione.
      PS se la metà dei ragazzi di oggi avesse come band preferite i Guns o i System, beh…ci metterei la firma sopra!
      Un abbraccio Iacopo 😉

      • no, ma certo, meglio quelli che Vasco e Ligabue!!

        Ma capiscimi, ne parlavano come se fossero la chissà quale rarità che ascoltano solo loro al mondo. E con un tono (loro sì davvero di superiorità) che diventava stucchevole e fastidioso!

        Sembrava di sentire gente tutta nata imparata.. non so, magari era solo una sensazione mia.. ma alla loro età un ragazzo che sente un rocker più grande di lui che gli racconta – che ne so – di un Monster of Rock di chissà quale anno fighissimo, beh, dovrebbe tacere e fantasticare la magia, magari facendo domande sui gruppi presenti che non conosce. Questa credo sia la normalità!
        Invece un giovane d’oggi ti risponderebbe che conosce tutti quanti i gruppi (quando magari ha scaricato l’mp3 di un album, e l’ha sentito pure di fretta) per aggiungere: eh, ma i System a Rho l’annos corso, tutta un’altra roba..

        EH NO!!!

        • Tra l’altro i System Of A Down sono famosi per non prenderne neanche una dal vivo…e questo la dice lunga…

    • Se a 27 anni ti ritieni vecchio non puoi sperare che the Pretty Reckless facciano breccia sugli adulti. Comunque a Bologna c’era un “vecchio” di 46 primavere venuto su a pane e LedZeppelin (non solo), che urlava e saltava e che non si sentirà vecchio nemmeno all’età di Keith Richards.

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 10 mesi fa

    Dalle lande della vicina Polonia arrivano questi Unity che escono oggi per RVPrecords con il loro secondo lavoro Almost There che segue a tre anni di distanza il loro debutto Promised Land.
    Registrato agli […]

  • Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 10 mesi fa

    HOLD ME NOW – JOHN WETTON
    di Wetton, Marlette

    1994
    IL TESTO e LA TRADUZIONE

    Here ends another day / Finisce qui un altro giorno
    My emotions locked away / Le mie emozioni sono rinchiuse
    And my darkness i […]

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 10 mesi fa

    Secondo album per gli svedesi Frontback! Heart of a Lion segue infatti il precedente Born With A Secret del 2013. Un lungo lavoro per arrivare a questa nuova uscita in cui la band ha potuto raggiungere una […]

  • Denis Abello ha inviato un aggiornamento 7 anni, 10 mesi fa

    Ciao a tutti!!!

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 10 mesi fa

    Nuova band sotto il cielo dell’AOR internazionale. I Sweet Mary Jane, nati nel 2012 dall’incontro tra nomi noti del panorama nord europeo quali Tomas Nässlin (ex-Roulette), Per Olof Åsberg (ex-Airborn), il g […]

    • Nuovo gruppo scandinavo e, dopo alcuni ascolti, nulla di nuovo da segnalare.
      Buona produzione ma, alla lunga, le canzoni mi sanno di “RIPETITIVO”.
      Apprezzo l’opener e la semi-ballad “Miracle” dove c’è un bel lavoro di chitarre.
      Voto 63/100

  • Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 10 mesi fa

    Il foto report della serata dei Danger Zone di sabato 21 gennaio 2017 all’Alchemica Club di Bologna.

    Report fotografico a cura di Monica Manghi

    TUTTE LE FOTO DELLA SERATA
    a cura di Monica Manghi

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