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Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 6 anni, 11 mesi fa
“Best of” del 2017… scoprite con la redazione di MelodicRock.it il meglio ed il peggio del 2017!
Lasciate le vostre classifiche nei commenti a fondo pagina!
– Denis Abello (direttore / capo […]
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Apprendiamo con tristezza che il cantante e musicista canadese Myles Hunter, da tempo malato di un male incurabile, è deceduto nella sua residenza di Niagara-on-the-Lake all’età di 60 anni il 20 dicembre 2017, c […]
Non sapevo… veramente una brutta notizia… 🙁
E pure questo 2018 inizia decisamente male….ciao Myles…il tuo Burning From The Inside Out è un album stupendo….
so sad<<<<<<
so sad<<<<<
…e visto che ci sono voglio salutare EDDIE FAST CLARKE, RAY THOMAS e DOLORES O’RIORDAN…grandi musicisti che ci hanno lasciato in questi giorni…
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Continua sulla strada intrapresa con il precedente The Elegance Machine (qui la recensione) il percorso musicale del cantante, chitarrista e tastierista Steve Newman forte ormai di un suo personale sound melodico […]
guaranted<<<<
77 Cazzo! Denis hai ancora i postumi del capodanno resettati e torna a sparare i tuoi classici voti …..con il mio Newman poi .
Cmq lo devo ancora ascoltare ma per me Newman è una garanzia.
band che ho amato molto nei primi due lavori…. ai tempi di that kind of girl …ma ormai davvero si trascina un pò ..ormai il meglio è stato dato ..
concordo..
MARK, ti è scaduta la garanzia! 😀 😀 😀
Ah ah ah …..a me è piaciuto invece , lo seguo da tanto e mi ha sempre “preso” non c’è una ragione precisa mi piace e basta.
La voce di Steva Newman è un logo di fabbrica. L’album rispetta il trend che il gruppo ci ha dimostrato negli anni.
La prima parte di Aerial non mi entusiasma ma, poi, migliora progressivamente.
Tra le mie preferite “Nothing left”.
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Mi prendo le mie colpe per arrivare in netto ritardo con questa recensione… si sbaglia nella vita! 🙂
Uscito infatti ad Agosto per l’ottima AOR Heaven il ritorno dei Lionheart merita sicuramente una menzione […]
Disco consumato mi è piaciuto un sacco!!!
Un disco decisamente interessante questo ritorno dei Lionheart che a tratti mi ha riportato alla mente il caro e vecchio pomp rock di fini anni 70-primi anni 80…sempre ottima la voce di Lee Small ed “Every Boy In Town” è semplicemente una delle ballad dell anno….bentornati!!!!!
Line Up di grande levatura, una manciata di belle canzoni ma secondo me la qualità della registrazione rovina tutto. Non mi capacito di come ai giorni nostri è con tutta la tecnologia a disposizione non si possa fare meglio
fenomenale…..purtroppo la produzione non adeguata alla esecuzione<<<<<
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Ok, la voce di Steve Walsh non c’è più… diciamolo subito così se quello che cercate in questo disco è solo il ricordo di una splendida voce… bene, andate pure altrove. Se invece siete di mente un po’ più aper […]
voto giusto ma dalle tue parole sembra un 70 eh eh , cmq io li ho tutti , su questo predomina la componente aor ed anche qui non ce n’è per nessuno , io qui ci sento cose diverse e non il piattume compositivo che ammorba il genere ,lascio perdere il discorso voti che è meglio (godetevi ancora un pò di spumante che tanto tra poco si torna in trincea sull’argomento!) . Walsh si difende bene vocalmente e non ha bisogno di strillare , insomma qui c’è la classe altrove no!
Se Walsh fosse il vecchio Walsh questo sarebbe stato un album da 95!!! 😀 😀 😀 A parte gli scherzi, trovo che la sua voce sia purtroppo il punto più debole di questo album che per il resto a mio parere è molto bello!
Per me un disco che alterna delle buone cose (vedi i brani Winds of War, Now Until Forever e Warsaw) con altre decisamente non esaltanti in un disco ben prodotto e suonato mentre la voce del grande Steve (pur non essendo più quella dei tempi andati) si mantiene su livelli più che dignitosi.
Un disco che per me non va oltre un 67/100….
per me questo disco e’ un gioiello sia a livello di melodie ricercate che di esecuzione dei brani in scaletta e sinceramente non capisco come si possa accogliere in maniera cosi’ tiepida un disco del genere e a confronto portare in pompa magna il vessillo del nuovo boulevard o il platter dei raintimes ….non penso possa bastarmi il degustibus di facciata….probabilmente mi sto sbagliando io…bhooo
Era quello che intendevo dire nel mio post Giovanni solo che tu sei stato più esplicito .
..per me caro Giovanni manco da confrontare questa opera solo discreta del mito STEVE WALSH rispetto al grandissimo ritorno dei BOULEVARD…sicuramente de gustibus…poi se ti stai sbagliando tu non so… 😉
Considerando l’estro compositivo di cui è capace Steve Walsh e la partecipazione di gente del calibro di Tommy Denander e Steve Overland sinceramente mi aspettavo altro. Trovo il lavoro ovviamente ben suonato ma compositivamente troppo scontato. Non riesce proprio a piacermi, sorry…
Niente da fare disco di una classe superiore…..si passa dal walsh solista ai Kansas ai toto ed una spruzzata di simple minds in hell or high water.
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
I Soul Seller sul palco ormai lo sappiamo, sono una garanzia… per i Mindfeels il discorso è invece ben diverso, mai visti su un palco, ma con un album “stuzzicante” fresco fresco di pubblicazione (e di […]
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Auguri di Buone Feste a tutti i nostri lettori dalla redazione di MelodicRock.it…
… e che sia per Voi un Natale pieno di (buona) Musica… possibilmente Melodic Rock! 😉
AUGURI ANCHE DA PARTE MIA A TUTTI VOI…BESTIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!! 🙂
And since we’ve no place to go,
Let it rock, let it rock, let it rock!
Auguri di Buone Feste a tutti!
Tantissimi AOR guri !!! anche da parte mia sia agli admin che agli utenti di questo sito.
Tanti cari auguri a tutti quanti voi, ragazzacci!
Auguroni ad ognuno di voi!
Buone feste rockers!
auguroni a tutti e ricordatevi la top ten di fine anno
Ancora Auguroni Ragazzi! 😉 Federico… sul BEST OF di fine anno ci stiamo già lavorando! 😉
Appuntamento divenuto oramai imperdibile, tra l’altro!
LECCHINO!!!!! 🙂
auguroni a tutto lo staff….essentials<<<<<
Gambler e Luka Shake Me ora sono amici 7 anni fa
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi (parafrasando un famoso attore drammatico italiano)… ma che si potrebbe dire d’altro parlando di una band che unisce nel suo sound H.E.A.T. (quelli del primo […]
Ne ho sentito parlare un gran bene anche da altre parti…ascolto e torno….
PS Denis….mo pure le citazioni cinematografiche….naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa… 😉
Album che ho divorato per motivi di recensione (poi ceduta al buon Denis); semplicemente un gran bell’esordio.
Le mie preferite sono l’iniziale “War inside my head “, “Collide” & “Alibi”.
Candidato ad uno dei migliori debut-album dell’anno nel suo genere.
ma….mi sembra la solita minestra…in piu’ la voce ha una timbrica non bellissima….per me restano meglio gli houston!!!!….direi che ci sono notevoli affinita’ con il sound houston….piu’che a quello eclipse ….
Anche se mi riservo ulteriori ascolti, per adesso quoto Capitan Andy e anche io trovo l’ultimo degli Houston una spanna sopra (nello stesso genere).
Urca… io invece al contratio ho trovato l’ultimo Houston nettamente in discesa… non è male ma ormai hanno perso il loro tocco personale e sono diventati nettamente più Pop a mio parere
….dove sentite poi i poodles …a me sembra c’entrano un fico secco!!!! jacob canta in modo diverso….la band e’ molto piu’ moderna dei wildness
Ho ascoltato 2 o 3 pezzi e mi sono piaciuti. Anch’io , come il buon Mimmo, li approfondiro’.
Bella rece Jerry Cala’, ehm cioe’ Dennis 🙂
Eccoci coi Wildness!
È da novembre che, alcuni amici, mi hanno spaccato con War Inside My Head.
Band capacissima anche secondo me, però, ci sono due punti che non mi piacciono:
il primo è la timbrica di Lindmark che a me, personalmente, non appassiona più di tanto, anzi, diciamo serenamente che non mi dice nulla.
Il secondo è la produzione, in molti la trovano sfolgorante, io no, trovo degli sballamenti nell’equilibrio tonale che non mi piacciono.
forse il colpo di coda per un eventuale new entry nella top 10 dell’anno .
approposito a quando la classifica ? 🙂
il disco non è affatto male, ricorda un pò gli heat degli esordi in alcuni passaggi.
nemmeno io capisco dove ci sentiate i the poodles cmq :).
bellissime collide e the flame
Quindi solo io sul ritornello di Shadowland ho sentito i migliori Poodles degli esordi??? 😀
Shadowland per me è la più bella del lotto (e ammetto che in parte mi sono ricreduto sul disco nel complesso). E sì, ora che ci penso qualcosa di Poodles nel pezzo potrebbe pure esserci!
Mi inserisco a malincuore anche io nel partito dei “tiepidi”.
Dico “a malincuore” perché questo disco ha delle potenzialità incredibili: ci sono soli, melodie e ritornelli di livello altissimo…ma purtroppo il tutto viene penalizzato ancora una volta da una produzione, come detto efficacemente da Giovanni Alberti, molto “amatoriale”.
Ci tengo a sottolineare questo aspetto perché, omettendolo, rischierei di apparire fazioso e poco corretto nei confronti dei Raintimes, ai quali non ho risparmiato critiche in tal senso.
Il problema principale di questa pubblicazione, infatti, come avrete capito, risiede nella batteria plastificata, e nelle ritmiche eccessivamente compresse e zanzarose.
È un difetto molto grave a mio parere, e che va ad influire pesantemente sulla valutazione finale.
È un peccato perché il disco è molto piacevole e ci sono gran pezzi come “Alibi” che avrebbero meritato ben altra produzione.
Mio malgrado sono costretto ad assegnare un 65/100…
Mi sembra un buon disco tutto sommato con tanti dejavu, un suono che “va e viene” ma si lascia ascoltare però……c’è sempre un però…..a metà disco mi sono rotto i maroni…..boh?
…..poi ho ripreso l’ascolto e con highlands mi son detto ” cazzo i ten!”
Bel tiro forse il migliore dell’intero cd poi si prosegue verso il finale dignitosamente, trovo la voce non brutta ma impersonale insomma sto disco si può tranquillamente confondere con mille altri dischi aor ad ogni modo nonostante la lunghezza un 75 ci sta .
una versione piu’ dokkeniana di queste neo band che pensano che solo col grande impatto si possa sviluppare nella sua interezza un bel disco ….vocalist probabilmente non azzeccato in pieno anche se alla fine fa’ il suo, brani alcuni validi veramente altri nella media …menzione particolare per il chitarrista che oltre alla tecnica ha veramente un buon gusto …avanti il prossimo
grande debutto….preso al volo<<<<
Denis …parlavo degli houston fin ora…..l’ultimo l’ho ascoltato poco ma e’ vero…ci sono poche canzoni brillanti come loro sapevano fare…probabilmente devin sapeva scrivere molto bene…ora che devono camminare con le loro gambe non e’ facile centrare songs efficaci!….questi wildness comunque mi sembrano sempre piu’ ….”non pervenuti”….ma
E debbo dire che pure questo Wildness è un bel dischetto…piacevole e godibilissimo….bravo il chitarrista (concordo con Giovanni) e non male la voce…9 canzoni su 12 hanno un bel tiro…le mie preferite SHADOWLAND e YOUR LAST ROMANCE….dopo One Desire, The Nights e Code Red un altro gruppo valido emergente dalle terre scandinave…bravi…
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni fa
Sono 4 giovani virgulti svedesi che, nel 2016, uniscono le forze di due bands di Goteborg. Nel giugno dello stesso anno rilasciano un EP e un videoclip richiamando l’attenzione di molti seguaci delle sonorità Sl […]
WOW!
Questa è la prima cosa che ho pensato dopo il primo ascolto di questo piccolo gioiello.
Il disco è un concentrato assoluto di pura energia dal primo all’ultimo pezzo.
Raramente mi è capitato di ascoltare un disco così energizzante negli ultimi anni.
La produzione è di altissimo livello, e valorizza il contenuto bombarolo e dinamitardo di una band che sembra non conoscere pause ed essere concentrata sul solo intento di atterrare l’ascoltatore a suon di riff cattivissimi, ritornelli esplosivi e bordate di rullante.
A livello compositivo ci troviamo di fronte ad influenze di ogni genere in ambito hard rock, ma a me è sembrato di ascoltare una certa preponderanza di Guns n’Roses, Ratt, Motley Crue e, non so se Marco è d’accordo, Turbonegro. Il cantato mi rimanda infatti proprio al’ Hank Von Helvete più ispirato (quello di Apocalypse Dudes).
Il 2017, a mio parere, è stato un anno di grandi debutti.
Disco fiero, tamarro e ignorante.
GRANDISSIMI.
88/100
Turbonegro?..yesss, confermo (‘Scandinavian Leather’)..
l’assonanza più frequente (quando intonano alzando il registro) la trovo con Offspring..
Bella band… sound diretto e personale! Album veramente gradevole! 85
Ascolto piacevole …na bella botta!!!
Cose già sentite ma efficaci .
Consiglio l’ascolto anche degli atomic bitchwax gran bel disco l’ultimo.
Probabilmente il fatto di aver ascoltato quest’album dopo i Ten Years After non è stata una buona idea. Una noia mortale, rumore buono ad allontanare gli storni dagli uliveti nei giorni di silenzio venatorio. Insomma roba ampiamente dimenticabile.
P.s. ma chi è che accende con l’account di Bontropi?? O l’avete gonfiato di botte?? oppure c’è stata la tregua di natale come nel 1914 e non sono stato avvisato?? Scherzo ragazzi solo che sto ravvisando troppa complicità maschile e comincio a preoccuparmi.
…rumore buono ad allontanare gli storni dagli uliveti nei giorni di silenzio venatorio….bellissima ah ah ah
Ahahahaha, grandissimo Bad! 🙂
Sarà sicuramente Denis ad aver hackerato il mio account! Ahaha!
No, scherzi a parte, a me questo disco è piaciuto moltissimo: la sua forza secondo me risiede proprio nella sua immediata tamarragine. Insomma ogni tanto ci sta “spingere” sull’acceleratore a manetta con tanto di dito medio fuori dal finestrino…
E direi che questo disco riesce perfettamente nell’intento che si prefigge.
Niente “baby”, ballads inesistenti, ma tanti tanti riffs assassini.
Poi è chiaro, se ascoltiamo questo disco con i Ten Years After freschi freschi nelle orecchie, tutto il Melodic Rock dei tempi moderni ci sembrerà una schifezza senza fine.
Comunque colgo l’occasione per ricollegarmi ad una osservazione fatta recentemente dal nostro Luka Shakeme (se non è stato lui, vi chiedo perdono…).
Mi pare che Luka si lamentasse del fatto di come la platea del MR fosse per definizione molto chiusa ed intransigente a livello di gusti musicali.
Onestamente io ho riscontrato l’esatto contrario. Io noto grandi poliedricità e versatilità musicali nei gusti dei nostri utenti.
Bad ne è l’ulteriore conferma.
Certo, c’è qualcuno di noi che ascolta solo Melodic Rock, ma credo sia davvero una minima parte.
La cultura media però, e parlo proprio di cultura media al di là del genere, è molto alta.
Il caro amico Giovanni Alberti ad esempio conosce dischi (di altissimo livello) che io ignoravo…
Cioè, secondo me siamo su alti livelli sul nostro sito.
Poi non so se Luka faceva una considerazione di carattere generale o proprio riferita a MelodicRock.it .
Non sei tu vero ? ESCI DAL CORPO DI BONTROPI….TE LO ORDINO!!!!!
Ahahaha 🙂
Sul discorso che il livello di cultura musicale media su questo sito sia molto alta mi trova pienamente in accordo con il Bontropi… e direi anche sul fatto che qui dentro c’è gente che alla fine non si limita solo al melodic rock… ed è la seconda volta che concordo con Bontropi… nello stesso commento… e dire che Natale è già passato… 😀 😀 😀
Ragazzi che vi devo dire, questo tipo di musica non mi prende. La sola traccia Coal Burnin ‘ dell’album degli Honeymoon Disease ( che sto ascoltando da settimane ricavandone un gran gusto) fa fare una brutta figura a queso lavoro a prescindere dai diversi tipi di rock. Poi se voglio sentire dei caciaroni brutti ,sporchi e cattivi metto su i the Wild.
Bel disco, questa è la roba che mi piace! Yeahhhh!!
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Non ci stupisce affatto sia la Andromeda Relix la label di riferimento nel ritorno discografico della band hard rock tarantina Mother Nature, inattiva in studio dal 1998 ma oggi nei negozi con il suo secondo album […]
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
E’ uscito a inizio novembre 2017 il quarto capitolo della saga rock di Alan Simon, nata nel 1998 e da sempre ispirata al mondo leggendario di Re Artù. Excalibur IV: The Dark Age Of The Dragon, questo il titolo […]
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Due carriere trentennali messe a confronto, o meglio unite verso un intento comune, difficilmente possono sbagliare! Se poi queste due carriere fanno capo a due pesi massimi, Michael Sweet (Stryper) in ambito […]
E sono due centri pieni, poche chiacchiere….prima parte heavy che si ricollega al primo disco, una seconda più varia e articolata meno d’impatto ma ugualmente efficace.
ma….a me non dicono niente nessun dei due album….canzoni raffazzonate con poco piglio….se le canzoni non dicono nulla e’ inutile infarcirle di stars di hollywood….progetto trascurabile!!!!
Io non ho ascoltato il disco per intero, e non credo lo farò perché sono molto poco interessato al progetto: il poco che ho ascoltato non mi ha assolutamente impressionato, come d’altra parte non fece il primo disco… mediocre ed anonimo, con un’altra produzione discutibilissima.
Il mio scarso interesse è dettato anche da una scarsa considerazione dei due personaggi coinvolti: non discuto le qualità tecniche, ma storicamente sia Sweet, sia Lynch, si sono arenati fin troppo presto a livello creativo.
Gli Stryper li ho sempre trovati ridicoli: sono riuscito ad apprezzare solo il primo disco nelle vesti da solista di Sweet.
I Dokken hanno fatto un paio di ottimi dischi, qualche gran pezzo, e poco altro (con Lynch alla chitarra…).
Mai piaciuti poi i Lynch Mob.
…seguo la scia scritta lasciata da Bontropi.
Di mio metto sul piatto un paio di buone canzoni: “Walk” e “Unified”.
Al contrario di Bontropi nutro grande stima nel duo in questione.
Mi aspettavo molto dal primo, di cui ricordo solo un pezzo.
Lo comprai, ma lo apprezzai moderatamente.
I nuovi singoli sono piacevoli, ma non mi hanno invogliato a ascoltare/comprare tutto l’album.
Magari lo prendo al Frontiers fest se costa poco.
Il video di Walk e’ simpatico.
Kxm fuori di testa li ho entrambi ma credo non siano nelle corde della maggior parte degli amici che popolano questo sito.
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Nella mia testa ci sono sempre state due visioni dell’AOR… quella più radiofonica, da soundtrack e pop-corn di cui i gruppi più seminali sono sicuramente stati i Survivor e i Journey e poi c’è un ramo più sof […]
Moniker e cover puzzano di toto, spero almeno il sound sia più personale ……
Mark… è la cosa più TOTO Style che ho sentito dopo i TOTO… 😀 ma non scade mai nel plagio a mio parere… molto bravi! 😉
Ho iniziato in questi giorni l ascolto…ritorno a breve…ma sembra promettere bene….
OMG 😮
Denis mi pop-cornizza Survivor e Journey..SI SALVI CHI PUOOOOO”’!!!!!
😀
Tu scherzi ma io ho conosciuto i Survivor pop corn in mano quando mio padre mi faceva vedere Rocky IV… e mia madre era convinta che quella sera mi avrebbe fatto vedere un film della Disney… La Carica dei 101 ho ancora da vederlo adesso e mia madre per anni è stata convinta fosse uno dei miei film preferiti…
non c’ho capito un ca**o..comunque i popcorn mi piacciono!
😀 😀 😀
torno IT e dico la mia limitandomi alle due tracce visibili/ascoltabili..
c’è gusto e cura, la voce di Davide (nelle parti più acute) mi rimanda un po’ all’ottimo Damian Wilson (Threshold su tutti e Maiden United, stratosferici!)..però..già, però..come per tanti nostri connazionali..manca l’affondo, il graffio, l’unghiata definitiva..
mi resta sempre una sensazione di acerbo o di qualcosa che poteva essere e non è stato..
..comunque c’è potenziale..
Preciso che il disco è su Spotify: così evitiamo di fare un altro bordello, ahhahaha 🙂
Cosa dire…
Sono senza parole.
Grandissimo disco già al primo ascolto.
Tornerò sicuramente per un parere più dettagliato, ma le prime impressioni a caldo sono incredibilmente positive.
La cosa che mi ha impressionato di più è stata la oramai tanto discussa “produzione”: il disco è f-e-n-o-m-e-n-a-l-e a livello produttivo. Si sente in un modo incredibile e non sembra assolutamente una produzione da disco d’esordio.
Le prestazioni dei singoli sono eccezionali: un paio di palle quadrate per singolo componente.
L’unica cosa che non mi torna è il genere di cui ha parlato Denis in recensione: sì, c’è sicuramente del West Coast dei Toto di Joseph WIlliams, ma a me in alcuni fraseggi ricordano tanto i Dream Theater di Awake….e sento anche qualcosa dei Tool. C’è infatti una certa oscurità di fondo nella musica di questa band.
In ogni caso siamo su livelli altissimi. E credo che acquisterò la mia copia “personalizzata” sul loro sito.
Che disco!
Pure i tool …..mah appena rientro gli do subito un ascolto .
Bellissimo lavoro. Sicuramente molto Toto oriented, ma penso che non ci sia nulla di male. In un periodo in cui miriadi di bands sono uguali tra loro, avere qualcuno che esce dal coro proponendo uno stile per nulla facile da suonare, per me è oro. Ottima produzione, grande tecnica compositiva, songwriting niente male (e da drummer faccio un plauso alle partiture ed arrangiamenti della batteria e a come è stata suonata). Una delle migliori uscite del 2017. Ed in più…..sono italiani!!!! Ora sono curioso di vederli live (stasera).
fenomenali….classe da vendere….rivelazione 2017…non ho dubbi<<<<<
ottimo album davvero con rimandi soprattutto ai toto ma intravedo soluzioni particolari alla yes/world trade periodo patinato…alcune tracce veramente belle con soluzioni molto ricercate alias assolo nella parte finale della canzone stessa sinonimo di grande destrezza compositiva e personalita’,voce molto corposa che da’ un senso ancor piu’ particolare al tutto sezione ritmica pulita e potente e un plauso particolare a mio avviso al chitarrista che pur non violentando le canzoni con la sua presenza ne incide in positivo l’ efficacia finale soprattutto nell’assolo….la tanto discussa produzione qui’ se pur non patinata e’ vincente poiche’ essenziale pulita onesta fresca e riesce nel suo intento finale di non amplificare alcuni suoni all’ossesso e a farci capire che anche se cloni in questo intero minutaggio c’e’ gente che suona con la s maiuscola….bravi….concordo il voto della recensione
Per il sottoscritto un album davvero interessante dove oltre ai già citati Toto sento anche qualche riferimento ai World Trade (e qui concordo con Giovanni…ma quante ne sai.. 🙂 ) e ai grandissimi Saga.
Un album prodotto e arrangiato in maniera più che dignitosa ed un lotto di canzoni che si fanno ben ascoltare anche se ,a mio parere, manca il guizzo vincente (soprattutto nei ritornelli) per far si che i pezzi rimangano nella mia testolina.
Mio brano preferito SKYLINE….
La “puzza” di toto si è trasformata in profumo,che Cazzo di disco Han tirato fuori questi????
Eleganza e classe al servizio di canzoni davvero ben fatte e soprattutto concise senza tante masturbazioni tecnico strumentali , suoni più che buoni non iper prodotti,
Sezione ritmica precisa , assoli essenziali ma ficcanti e messi al punto giusto ( chi ha detto raintimes?)
Voce dalla buona timbrica …..insomma siamo davanti ad un signor disco , non venderà una mazza ma è innegabile l’alta qualità messa in mostra da un gruppo di ragazzi che hanno deciso di “scommettere” in un genere troppo di nicchia che rende la strada irta di difficoltà.
Denis Abello ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Se esiste un Artista che al giorno d’oggi ancora riesce ad impersonare alla perfezione quell’AOR mainstream da soundtrack di film d’azione anni ’80, terreno che ha reso grande una band come i Survivor, fatto di […]
Bravo Denis, complimenti, gran bella recensione condivido tutto, solo io sarei stato un pelino più alto nel voto direi 85/100, ma mi rendo conto che sono di parte perché adoro Stan Bush, ultimo baluardo dell’ AOR esplicitamente a stelle e strisce da colonna sonora. E per dimostrartelo ti cito: “Se i Survivor dopo la prematura scomparsa di Jimi Jamison (R.ip.) hanno lasciato un’eredità vagante nel panorama dell’AOR, bene, penso che questa possa tranquillamente oggi essere raccolta da un Artista come Stan Bush” Parole sante che fotografano al meglio il “peso” in termini di autorità ed importanza che ha questo disco nel panorama AOR attuale, pur non essendo propriamente un capolavoro .
Finché escono dischi cosi io sento ancora che posso dire la mia…. dopo sarò solo un vecchio nostalgico, che inizierà ogni frase dicendo “c’era una volta…”.
nutro comunque tantissime aspettative sul disco solista di Dave Bickler, ma non doveva uscire nel 2017??
Per il voto ho fatto questo ragionamento… doveva arrivare ad 80, “barriera psicologica” del “album da tenere in considerazione tra le uscite dell’anno”… ma con tre cover tra cui la solita The Touch secondo me non poteva andare oltre. Ho aggiunto un punto in più per la qualità del primo pezzo e per comunque l’ottima nuova versione di Never Surrender… 😉
Su Dave Bickler non si è più saputo nulla…
Il disco mi è piaciuto, ed alcuni pezzi sono davvero trascinanti.
Ovviamente va detto che è un disco che va a “fermare” un pò il tempo…con tutti i pro ed i contro del caso.
Sembrerà infatti di essere catapultati nel 1986 per tutta la durata del disco.
Stan ha poi una grandissima voce, suandente e magnetica allo stesso tempo: chi ama le grandi voci non potrà che restare ammaliato ancora una volta.
Va detto che comunque anche questo disco soffre di problemi di produzione a basso costo. La batteria è infatti molto “discutibile”…
Problemi che spariranno non appena si verrà travolti dalle bordate di melodia rilasciate dalla voce di Stan e dai riuscitissimi cori.
Disco gasante per gasati (“…presente!”).
75/100
Prendo spunto dal tuo commento Bontropi per una riflessione sul concetto di produzione a “basso costo”… probabilmente partiamo da un livello che identifica una produzione “professionale” da una “amatoriale” nettamente diverso. 😉
Se ascolto questo album di Stan Bush (ma anche molti album attuali del nostro genere) per me si sente che dietro in fase di produzione c’è la mano di un “professionista”, cioè di qualcuno che sa cosa sta facendo con i suoni e che ha cercato di dare una certa impronta all’album. Quello che trovo io, se proprio vogliamo andare fino in fondo, non è tanto un discorso di produzione a basso costo quanto una certa standardizzazione delle produzioni attuali dovute penso anche all’avvento dell’era digitale che da una parte ha portato a poter avere sicuramente produzioni “valide” più alla portata di tutti (produrre un disco “decentemente” costa oggi sicuramente molto meno che non negli anni ’80) ma che dall’altra penso porti a perdere certe sfumature che rendevano uniche le mega produzioni degli anni ’80. O meglio, è molto più difficile riuscire a creare certe sfumature che differenziano album da album… perchè in quel caso i costi tornerebbero a salire parecchio.
Come al solito questa cosa ha pro e contro… da una parte secondo me c’è un livello qualitativamente migliore sul totale delle produzioni generali, ma dall’altra i picchi di “eccellenza” in un anno si contano sulle dita di una mano (pure monca)… per fare un esempio quest’anno trovo che solo due produzioni siano riuscite a puntare veramente in alto… la prima sull’album dei Boulevard, la seconda addirittura su un album che è uscito per il solo Giappone, cioè la nuova versione di Undying dei Danger Zone a cura di Roberto Priori dove i suoni a mio parere sono veramente spaziali!
Da li si scende con alcuni altri album di valore (parlando sempre di produzione) come Jim Jidhed, Snakecharmer andando giù a toccare Code Red, Raintimes (che può non piacere come risultato finale ma per me il lavoro a livello produzione è sicuramente notevole e indirizzato verso un tipo di suono ben definito 😉 ) o Harem Scarem… da qui in giù si va su produzioni sicuramente accettabili e che non hanno di per se “difetti” ma risultano meno identificabili…
P.s.: questo è il Bontropi che, pur con le nostre divergenze di opinioni (come sempre 😀 ), mi mancava… 😉
Volevo fare un applauso al tuo intervento ma dopo il P.s. finale ti meriti solo un gran pernacchione…PPPPPPPPPPPPPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR 🙂
PS BLVD ha una produzione GRANDIOSA!
PS2 ma ci vuoi dire ci cazz viene alla Melodic Night di febbraio?!?!?
Comincio dal “P.s.”, e dico che io ho sempre visto l’utenza di MelodicRock.it (Amministratori compresi) come un’unica, enorme, band virtuale in cui gli scazzi ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno ancora, com’è giusto e normale che sia: l’importante è chiarirsi sempre (anche con propedeutiche parolacce) per meglio capirsi e “conoscersi”. Anche perchè sono convinto che nessuno di noi scriva con intenti denigratori e demolitori.
Semplicemente: siamo diversi. Ed è assolutamente un bene.
Ad esempio, io e te, Denis, abbiamo visioni e concezioni musicali alle volte radicalmente diverse, ma è proprio questo che rende sempre interessante ed appassionante il confronto fra noi.
🙂
Venendo al discorso sulla “Produzione”, sono ovviamente d’accordo, ed anzi ti ringrazio per aver esplicitato il mio pensiero, perchè a volte per spiegarmi dovrei riempire papiri interi, e finirei chiaramente con l’annoiare chi mi legge.
Il punto è che oggi c’è un profondo appiattimento qualitativo in ambito produttivo, e come giustamente facevi notare tu, la causa principale è da imputarsi alla svolta “tecnologica” del settore.
Tenendo conto quindi di tutto il tuo discorso, non nascondo che l’era delle “grandi produzioni” è secondo me conclusa ormai da tempo immemore.
Non credo che, salvo rarissime eccezioni, avremo più la possibilità di godere delle gioie sonore delle produzioni in analogico, in cui i dischi assumevano le fattezze di vere e proprie gemme sonore (penso ai dischi dei Dire Straits, Police, Phil Collins, Sade, Prince, o per restare nel nostro genere, Europe, Bad English, Journey, Hardline, Toto…).
La dinamica degli strumenti, la pressione sonora invariata, la spazialità e la definizione dei suoni, erano tutti elementi sempre presenti nelle produzioni degli anni ’80.
Il discorso da fare poi sulla strumentazione a disposizione, e quindi sui mezzi di cui si può usufruire in base ad un determinato budget, sarebbe tremendamente ampio.
Chiarisco dunque, una volta per tutte, che quando critico la produzione lo faccio ben consapevole di come gli Artisti, alle volte, ben poco possano fare in quel determinato ambito.
Quanto ai miei dischi preferiti del recente passato, se dovessi citarne qualcuno, direi sicuramente ultimo Scarem, ultimo Vega, ultimi Eclipse.
Poi ci sono anche i gusti personali da considerare, e quindi non si finirebbe più di discutere: a me ad esempio piacciono tantissimo le produzioni di Martensson e Dennis Ward, ma mi pare di aver letto in un’intervista a Mario De Riso che non tutti erano contenti delle produzioni di Ward. Quindi è sempre tutto molto soggettivo.
Per me il Sacro Graal delle produzioni è assolutamente il Black Album dei Metallica.
MIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII…..CHE PAPIRO!!!!!!!!
SI VEDE CHE SEI TORNATO…HE HE HE… 🙂
ahahhahahahahha 🙂
Io ho sempre considerato la produzione di Achtung Baby perfetta, al netto dell’idiosincrasia che si può provare per la band irlandese.
Sì, assolutamente: grande produzione Achtung Baby.
Anche Zooropa fu di alto livello.
Seeeee “questo è il bontropi che noi amiamo ” Cazzo è arrivato Natale ma per piacere , mi fate salire la glicemia cosi.
Ps le produzioni o suoni di quasi tutti i dischi aor fanno cagare (secondo me)
Ascoltate infinite dei deep purple o paranormal di alice Cooper e poi ne riparliamo.
Discorso Stan Bush….disco non indispensabile ma tremendamente efficace nel suo essere così “retrò “.
Resta sempre una garanzia.
… è che da Stan Bush sai cosa aspettarti… e lui non ti tradisce praticamente mai…
concordo pienamente su..vicinanza ai Survivor e produzione ‘anomala’ (la batteria che hanno usato è quella con il + e il – che montiamo sull’auto, qui non v’è traccia di pelli..)..
il disco..dicesi pulp AOR = AOR polpettone ..c’è la melodia, la voce..ma non mi lascia una mazza..
PS ‘Warrior’ sono i Manowar che fanno AOR 😀 😀 😀
classe da vendere…non ci sono dubbi….un gradino sotto..al precedente lavoro….ma basta con the touch…guaranted<<<<<
Disco decisamente piacevole da parte del nostro Stan con un lotto di canzoni di facile ascolto e discretamente efficaci…quello che mi ha lasciato un po perplesso è la produzione un po “plastificata” soprattutto nei suoni della batteria.
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Aurelio Follieri è un chitarrista originario di Foggia che nel 2017 ha pubblicato la sua prima release solista Overnight (Red Cat Records), che riprende il titolo del suo primo demotape, risalente al […]
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Il super-duo composto da Geoff Downes & Chris Braide, conosciuto come Downes Braide Association (DBA), ha pubblicato il suo nuovo e terzo album Skyscraper Souls il 17 novembre tramite la propria label X2X Records, […]
lo voglioooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Gli darò un ascolto se è sulla scia dei “suoi” Asia ci sto alla grande!
se è sulla scia dei primi due album a nome DBA con gli Asia c entra solo marginalmente….
Dba mai conosciuti prima .
mmmmmm…non penso possano piacerti piu di tanto…passa direttamente ai Pestilence…please! 😉
Eh eh eh ci provo comunque!
Si tratta di un genere molto distante dagli Asia, più vicino al pop e all’elettronica.
Grazie raga ma riesco a passare tranquillamente da tori Amos (sto consumando l’ultimo) ai morbid angel eh eh
Disco davvero bello , mi hanno riportato ai tempi della new wave , si avvertono note alla prefab sprout e degli anathema…..insomma bella musica.
da ascoltare assolutamente<<<<<
Disco di gran classe dove il duo Downes/Braide conferma la bontà degli album precedenti (concordo con Iacopo quando parla di influenze anche prog in questo Skyscraper) grazie a due musicisti davvero ispirati e ad una proposta sonora non banale….per me poi LIGHTHOUSE è da applausi…bravissimi DBA!!!!!!!
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 1 mese fa
Il 22 novembre 2017, dopo tre anni di assenza dalla nostra Nazione, la cantautrice canadese Billy ‘The Kid’ Pettinger è ritornata in Italia per due date acustiche, di cui una al Blue Rose Club di Bresso […]
Gimmy ha cambiato la foto del profilo 7 anni, 1 mese fa
Gimmy ha cambiato la foto del profilo 7 anni, 1 mese fa
TOP 20
01. Harem Scarem – United
02. Cats In Space – Scarecrow
03. Marc Scherer/Jennifer Batten – BattleZone
04. Eclipse – Monumentum
05. Art Nation – Liberation
06. One Desire – One Desire
07. Supernova Plasmajets – Supernova Plasmajets
08. Midnite City – Midnite City
09. Aerodyne – Breaking Free
10. Mindfeels – XXenty
11. Thunder – Rip It Up
12. Brother Firetribe – Sunbound
13. Boulevard IV – Luminescence
14. The Darkness – Pinewood Smile
15. Hell In The Club – See You On The Dark Side
16. Inglorious – Inglorious II
17. Pride of Lions – Fearless
18. Lionville – A World of Fools
19. Degreed – Degreed
20. Kings Of Broadway – Kings Of Broadway
Debutto dell’anno: One Desire – OD
Flop dell’anno: Europe – quello nuovo che non mi ricordo neanche più come si chiama…
5 pezzi da ricordare (non in ordine):
1. One of Life’s Mysteries – Harem Scarem
2. Hold You Close – Supernova PlasmaJets
3. Solid Rock – The Darkness
4. I don’t need need your loving – Inglorious
5. Space and Time – Scherer/Batten
Miglior artista: Erik Martensson
Miglior songwriter: Jim Peterik
Miglior voce: Harry Hess
Miglior chitarrista: Pete Lesperance
Miglior tastierista: Jim Peterik
Miglior bassista: Frankie Poullain
Miglior batterista: Rufus Taylor
Miglior Copertina: Harem Scarem – United
Miglior Produttore: Erik Martensson
Migliore Etichetta: Frontiers Music
Ma non dormi la notte ????:)
Ahahahah
Invece di blaterare come al solito, mettiti di impegno e fai le tue classifiche come si deve! Sono curioso di leggere! 🙂
Anche tu, Lorenzo! 🙂
Aggiungici i boulevard che ho scordato…..e l’ho pure comprato.
effettivamente Hold You Close – Supernova PlasmaJets è un gran pezzo!
Sugli Europe mi associo: ho messo i Quiet Riot solo in quanto non mi entusiasmavano già ai loro tempi d’oro. Con l’ultima uscita non hanno sicuramente migliorato l’opinione.
1 the nightfly orchestra
2 styx
3 cats in space
4 eclisse
5 heat
Può bastare.
Per il 2018 invece ci metto già il postumo dei target del compianto jimi jameson. Che disco!!!
Sarebbero tanti i commenti, i suggerimenti o le critiche nei confronti di queste classifiche.
Io comunque non ho ascoltato tutti i dischi che qui vengono citati, quindi non mi permetto di fare commenti inopportuni. Mi fido degli ADMIN del sito.
Una cosa però la voglio dire: Noto con dispiacere e delusione che solo una delle classifiche cita “change the world” di Stan Bush.
Per quanto non sia certo un capolavoro credo che abbia tutti meriti per far parte della classifica dei top 10, ed è sicuramente migliore di tanti che invece rientrano nella classifica.
Al di la di questo comunque ritengo “change the world” un disco importante e significativo, in un epoca in cui tanti mostri sacri deludono le aspettative, (quest’anno abbiamo “perso” anche Robin Beck…sigh!!) Stan Bush rimane una garanzia di genere di stile, talento e classe.
Lo so… de gustibus… approvo e condivido, non voglio entrare i polemica con nessuno mi permetto solo di notare questo dettaglio e di non condividerlo.
Solo MAX lo cita , anche se lo mette “solo” al 9° posto. Max, da oggi sei il mio idolo.
Denis, da te questo non me lo aspettavo proprio. Spero che questo non comporti crisi diplomatiche Italia – Stati Uniti, In tal caso ci penserai tu a negoziare le trattative per ricucire i rapporti :).
he he he… Lorenzo, il bello di queste classifiche è anche riuscire a vedere come si “muovono” i nostri gusti e magari aiutare qualcuno a recuperare certi album passati inosservati. 😉 La questione Stan Bush è “spinosa” (anche se mi sarei aspettato che venisse tirato in ballo anche un altro nome che non appare nella mia lista… Scherer / Batten)… Provo a spiegare come sono arrivato alla classifica che vedete sopra… per prima cosa ho preso in considerazione gli album che più ho ascoltato (e che ascolto volentieri ancora ora 😉 ) di questa annata e ne sono usciti 6 album che assolutamente ho amato… detto questo ho cercato di dare spazio a lavori che sono comunque riusciti a lasciarmi qualcosa e che soprattutto mi hanno colpito per la loro “personalità”… Stan Bush è un buon album, ma un gradino sotto al precedente e per questo resta fuori dalla mia classifica… così come ho volutamente non inserito Scherer / Batten perchè per quanto un bell’album è pur sempre una raccolta di cover… 😉
Il commento che.mi viene piu spontaneo riguardo al 2017 è che sn usciti 2 3 dischi di ottima caratura, e parecchi dischi che girano tra il buono e il piacevole. I titoli chr voglio ricordare (nn in ordine di preferenza) sn i seguenti.
1)boulevard- luminiscence
2)one desire – st
3)pride of lions
4)inglorious – 2
5)lionville
6)code red
7)houston – 3
8)tony mills – scars
9)the ferrymen
10)phantom v
11)crazy lixx – riff justice
12) eclipse
13)wildness – st
14)revolution saints – lights in the dark
Comunque devo concordare con te Yuri, per fare la classifica ho ripassato le uscite del 2017 e ci sono per me 5/6 album veramente clamorosi (tu dici 2 o 3 ma sai che io sono di manica larga… ;))… da li in poi un sacco di uscite più che buone ma a cui manca la spinta per risaltare al Top…
TOP 20
01. Harem Scarem – United
02. Boulevard – Boulevard IV, Luminescence
03. Black Country Communion – BCCIV
04. Mike & The Mechanics – Let Me Fly
05. The Night Flight Orchestra – Amber Galactic
06. Downes Braide Association – Skyscraper Souls
07. Cats in Space – Scarecrow
08. Pride of Lions – Fearless
09. Stan Bush – Change The World
10. World Trade – Unify
11. Styx – The Mission
12. Eclipse – Monumentum
13. Snakecharmer – Second Skin
14. Lionheart – Second Nature
15. Degreed – Degreed
16. Revolution Saints – Light In The Dark
17. One Desire – One Desire
18. Pinnacle point – Winds Of Change
19. Wildness – Wildness
20. The Nights – The Nights
@ Lorenzo: su Stan Bush ho avuto anche io lo stesso pensiero. La classifica era già pronta prima di leggere il tuo post, e casualmente anche per me è al nono posto.
Altri “underrated” secondo me sono gli Styx citati solo da Iacopo se non erro…
Le classifiche secondo me non sono da prendere come vangelo ma sono un buon ripasso dell’ anno trascorso e possono dare qualche spunto per riprendere dischi tralasciati per motivi di tempo o di eccessivo numero di uscite. Come esempio posso citare “Pinnacle Point” che ho inserito in classifica ed è secondo me un ottimo lavoro anche se veramente poco considerato.
Naturalmente non ho potuto ascoltare tutta la musica che avete inserito nelle classifiche perciò cito solo i lavori che ho apprezzato davvero e ascolto anche dopo mesi( poi io litigo con la gente quando stilo le classifiche tipo boxe o calcio perche non inserisco Alì e Pelé nei primi tre gradini dei rispettivi podi). Ad ogni modo BCCIV é un grande album e sarebbe strano il contrario visto i fenomeni che compongono la band. Di sicuro ci infilo anche i Darkness nella mia brevissima lista. L’album dei Supernova plasmajet è abbastanza carino, trovo bello” part human, mostly beast” degli Honeymoon Disease Anche se pecca un po la produzione( produzione fatta male non solo prerogativa della musica rock o hard rock…basta ascoltare cosa fanno con bravo artisti tipo Savoretti et similia). Per quanto mi riguarda la delusione forte mi è arrivata dagli Heat…insomma “tanto strepito per nulla.”
BCC per me sono un discorso a parte e stanno sempre di sopra eh eh ….la mia piccola classifica considera dischi aor/melodic rock poi ti do ragione alla fine le classifiche non servono a niente tanto c’è sempre qualcuno che ti rompe i maroni che ti rinfaccia di non aver incluso questo o quel gruppo………..insomma son tutte cazzate!!!!!!
Certo Mark concordo…veder suonare insieme Hughes e Bonamassa è come veder giocare Cruijff e Di Stefano nella stessa squadra. Spero di riuscire a vedere un loro concerto almeno una volta.
La mia Top Ten, la stilo pensandoci mentre scrivo, sono gli album che continuo a ricordare e che mi invitano al riascolto:
1 – The Darkness . PINEWOOD SMILE
2 – Black Country Communion . BCCIV
3 – Harem Scarem . UNITED
4 – Eclipse . MONUMENTUM
5 – Brother Firetribe . Sunbound
6 – Art Nation . LIBERATION
7 – Deep Purple . INFINITE
8 – One Desire . st
9 – Threshold . LEGEND of the SHIRES
10 – Pride of Lions – FEARLESS
Ed ecco la mia….
1 – BOULEVARD – Luminescence
2 – HAREM SCAREM – United
3 – BROTHER FIRETRIBE – Sunbound
…poi in ordine sparso….
– REVOLUTION SAINTS – Light in the dark
– SCHERER/BATTEN – Danger zone
– THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA – Amber galactic
– JIM – Push on through
…cmq adesso vedo di rompere le balle un po in giro perchè qualche cosa non mi torna…. 🙂
PS.. X IACOPO….ai MIKE & the M. hai dato 85/100, ai DBA 88/100 e ai Raintimes 96/100 e poi mi metti i MIKE al primo posto, DBA al secondo posto in classifica e RAINTIMES al quarto?????
Ma ce la fai….bestiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa 🙂 …e W i Fates Warning…..
PS2…X DENIS (e non potevi mancare….)….miglior copertina CRAZY LIXX – Ruff Justice?!?!?
Per carità de gustibus come sempre ma mi sa che qualche mostra di fotografia o disegno potresti anche visitarla per affinare il tuo gusto estetico…:-) 🙂
Denis, mi sa che Mimmo ha ragione: la copertina dei Crazy Lixx…… è un po….. Fuori concorso:-)))
Muahahahaha… no no, ha un senso… ed è stata una scelta ben ponderata… per l’album che hanno realizzato è (insieme all’album di Viana) la copertina per me più “coerente” che è uscita quest’anno… poi mi passa un senso di tamarraggine assoluta… la Adoro! <3
Mimmo poi non sei autorizzato a parlare… hai schiaffato una classifica con 7 album!!!!
e sono già tanti…gli altri anni facevo una classifica di soli 3 album…he he he…ho messo solo i migliori o i più significativi (a mio giudizio)…poi ci sono stati tanti dischi piacevoli per carità ma se dovessi nominarli tutti non si finisce più….
Ma veramente! Mimmo, sei il solito pacco vivente! 🙂
E falla una classifica come si deve! 🙂
ma dico io….. riuscite a fare una classifica che non sia un banale elenco delle uscite del 2017 , che cazzo c’entrano i gotthard (con un disco che fa cagare tra l’altro) , poi fino a poco prima della fine dell’anno su questo sito si parlava di un 2017 avaro di uscite memorabili , ora vedo classifiche di 20 e passa nomi ma per piacere , capisco che sia un divertissement ma cazzo un minimo di coerenza!!!!
Mark, io non sono tra coloro che si sono lamentati della bassa qualita’ delle uscite. Anzi mi dispiace aver messo i Nightranger cosi’ in basso e non ho nemmeno citato i due Great White.
Facevo un discorso in generale prendendo spunto dai commenti postati.
Album per il mio gusto personale degni di nota nel 2017, senza un ordine di preferenza (premettendo che rispetto a 10, 20 o 30 anni fa la media si è molto abbassata).
FICTION SYXX – Tall Dark Secrets
BONFIRE – Byte the Bullet
EUROPE – Walk the Earth
KELDIAN – Darkness and Light
THRESHOLD – Legends of the Shires
BOYCOTT – The Mighty
MASTERPLAN – PumpKings
SATIN – It’s about Time
WILDNESS – Wildness
KARMA FIRE – The Shadow
Dovrò recuperare tanto materiale mi sa 😀