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Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 7 mesi fa
Gli ultimi giorni del mese di marzo 2017 ci regalano il ritorno dei sempre più attivi e convincenti House of Lords con il loro decimo album in studio, intitolato Saint Of The Lost Souls e in uscita nei negozi su […]
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 7 mesi fa
Con 17 milioni di album venduti nel mondo, oltre 3000 concerti all’attivo, 1 bilione di ascolti stimati alla radio, ma soprattutto il traguardo raggiunto di 35 anni di carriera alle spalle, i leggendari Night […]
Un bell’album… secondo me più riuscito del precedente… se dovessi descriverlo con una solo parola sarebbe… Divertente…
Il disco non l’ ho ancora ascoltato,commento però il fatto che sia abbastanza impressionante il fatto che una band che alla fine pochi conoscono abbia 1 bilione di ascolti alla radio ( come sono calcolati tra l’ altro? non penso —> una radio ha 5.000.000 di ascoltatori e passando una volta il pezzo si totalizzano 5.000.000 di ascolti)
Avranno anche 35 anni di carriera ma suonano ancora alla grande Blades & Co.: tanto di cappello!
Anche a mio avviso questo “Don’t let Up” (copertina molto bella) è migliore del precedente. Il mio voto personale è un 79/100 e le canzoni che prediligono sono_: “Truth” e la title track.
Nonostante l’uscita del carro armato One Desire, questi Night Ranger qua dimostrano una godibilità assoluta. Nessun track skip, il disco fila via disco come l’olio, e come detto nella recensione non capita tutti i giorni di sentire un gruppo in cui tutti i membri remano perfettamente nella stessa direzione. Truth è già tra le mie top 2017, ma anche l’opener, We Can Work It Out e Comfort Me. Bellissime le parti di chitarra armonizzata Gillis – Kelli.
Personalmente un disco che mi ha deluso profondamente…pochissimi brani riusciti (Comfort me e Nothing Left) e tanti brani “riciclati”…poi sembrano aver perso quel senso della melodia (quasi nulla in questo disco) abbinata ad una buona dose di attributi (quelli ci sono ancora) che li ha da sempre contraddistinti…peccato….
Ad un primo ascolto non mi aveva preso granchè , poi ci ho dato dentro e devo dire che ormai i NR sono una piacevole conferma , disco da autostrada o litoranea che è meglio , ho trovato ottimi i duelli di chitarre e le melodie ci sono eccome, vedremo se anche sto disco così come altri di altre band durerà nel tempo……….mah!
….piu’ riuscito del precedente sicuro ma non si puo’ parlare di pezzi all’altezza del nome….l’album suona per tutta la sua lunghezza un po anonimo e poco incisivo….le fantastiche voci principali di blades e keagy qui sono prodotte male e non coinvolgono come facevano tanti anni fa….ma…direi che se si prendono alcuni pezzi di high road e alcuni di don’t let up almeno un album abbastanza completo lo si tira fuori ma nessun capolavoro paragonabile agli anni 80!!!
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 8 mesi fa
Nati dalla mente del chitarrista e cantante genovese Stefano Lionetti e di suo fratello Alessandro, con il contributo fondamentale di Pierpaolo “Zorro” Monti (Shining Line) e Alessandro Del Vecchio (Edge Of For […]
Minchia Iacopo a sto giro ti sei veramente impegnato a livello psicologico su sta rece eh eh, mi costringerai a chiudermi in camera al buio e con le cuffie per ascoltare attentamente sto cd!!!
Sicuramente hai ragione quando dici che le produzioni odierne risultano piatte e fredde da non distinguere un brano dall’altro, infatti io spesso metto su un vinile per ricordare come deve suonare un disco….cazzo!!!!
Urca ! Un tantino severo il nostro Jacopo . Beh…l’album intero smorza un po’ l’esaltazione che avevo provato per i singoli ascoltati in anteprima.
Il disco però rimane per me sopra la media, come la prova di Lars che conferma le sue doti di “Re Mida” della voce. Anche nei frangenti più ripetitivi (questo è il vero limite che si manifesta in questo album) il suo timbro eleva il livello dei brani. Molto interessanti alcuni passaggi strumentali che in alcuni pezzi aiutano in una necessaria variazione sul tema. Buon disco comunque
beh, 83/100 è un giudizio ben sopra la media, Nico 😉 Però, come ho detto nell’articolo, secondo il mio orecchio e il mio gusto i frangenti ripetitivi nascono ben più dal cantato di Lars e dalla produzione monotona, che dal songwriting di Stefano.. e infatti anche tu sottilinei nel tuo commento le belle variazioni dei temi di cui godono i brani 🙂
mi pare ci sia stato un vistoso calo d’ispirazione rispetto ai primi lavori, purtroppo.. 83 è un voto che ci sta, ed è anche abbastanza largo di manica ..
A me sta cosa che tutti lo ascoltate prima di me inizia a starmi sulle balle…carogneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!! 🙂
Adesso dovresti averlo ascoltato… 😀
Copio ed incollo una frase presente nelle conclusioni che riassume anche il mio pensiero:
“prendendo in esame le pubblicazioni della band questa appaia delle tre la meno riuscita”
a parte ciò,
+ la voce di LARS è cmq una delizia per il genere
– in generale, aggiungo che oltre la “produzione suona in effetti un po’ troppo simile alle altre” anche le copertine sembrano tutte simili (vedi anche Unruly Child)
Si può concordare o meno ma, parere personale, la recensione di Mezza per me ha nuovamente fatto centro… Mezza inizia a diventare veramente professionale… mi fai quasi paura… 😀 😀 😀
X me…è un grande album. ..rispetto comunque la recensione. ..di Iacopo. ..molto sincera !!!
Bello..fatto bene.. quando però ogni singola canzone del disco numero 3 potrebbe essere benissimo del disco numero 1 o 2 (e probabilmente 4 :D) capisci che c’è qualcosa che non va..tra l’altro fate partire il primo clip you tube che c’è sulla pagina..che ne so intorno al minuto 1 ascoltate 5 secondi poi fate partire il secondo clip subito dopo, anche li a random…beh, se riuscite a capire che si tratta di 2 canzoni diverse siete bravi..ogni frase di chitarra o vocale potrebbe essere di o starci su entrambi i pezzi…cosi tanto per dire…
Dunque, mi son preso diversi giorni per riflettere su questo disco, sull’opinione che mi son fatto di esso, e sulle opinioni espresse dal buon Mezza unite a quelle del resto della nostra Utenza fino ad ora…
Ebbene, per me questo è senz’altro un disco notevole. E sono anche abbastanza d’accordo col voto finale del Mezza (soprattutto alla luce di quella attività di “revisione” dell’assegnazione dei voti di cui si parlava con Denis qualche giorno fa).
A voler essere precisi, avrei magari assegnato 85/100, ma sono inezie.
Non concordo però con le considerazioni del Mezza riguardo Lars…O meglio: condivido la conclusione alla quale giunge, ma non le argomentazioni che pone alla sua base.
È vero: questo disco sa inevitabilmente di “già sentito”. La sensazione di Deja-vu è inevitabile.
Il problema però non è la voce di Lars, perché Lars non canta assolutamente sempre “allo stesso modo”.
Il problema è semmai la sovraesposizione di Lars. Insomma siamo già a tre dischi con i Woa, 3 con i Lionville e due con gli Embound se non ricordo male…
Ed inoltre c’è il grave problema che il sound dei Lionville e dei Work Of Art si stanno reciprocamente commistionando, finendo col diventare quasi impossibile operare un distinguo.
A questo punto credo che il problema sia evidente: i Lionville devono fare una scelta.
Non credo si possa proseguire ancora per molto con Lars, dato che la sua prioritá resteranno giustamente i Woa per questioni senz’altro affettive.
È anche vero che Stefano Lionetti avrà partorito questo progetto sin dall’inizio con la voce di Lars…e soltanto di Lars.
E non me ne faccio meraviglia: Lars è ad oggi il top singer in ambito Melodic Rock.
Ma per quanto ancora si può continuare così? Insomma, io inizio a soffrire davvero di schizofrenia sonora quando ascolto questi due diversi acts…
Quanto al disco: il disco è, assolutamente, davvero bello. Il songwriting di Stefano resta di altissimo livello, e continua a darmi quella sensazione di “professionalità” che non riescono a darmi ancora altri songwriters della nostra scena. Quando si ascolta un suo pezzo si ha davvero la sensazione di ascoltare qualcosa di originale e assolutamente frutto del proprio background musicale.
Non ci sono scopiazzature e coretti ciclostilati.
Quello che non va in questo disco, è secondo me una certa vena progressive che sta prendendo piede nel songwriting di Stefano: per carità, parlo di gusti personali, è chiaro.
A me non piacciono quei tastieroni talvolta alla Jordan Ruddess, ma sono scelte, lo ribadisco ancora una volta.
I Lionville per me dovrebbero seguire la scia dei Toto più west coast.
Altra cosa che non è stata di mio gradimento è la produzione: stranamente è stato fatto, a mio modo di vedere, un passo indietro rispetto ai due precedenti capitoli.
Ho trovato le chitarre molto “zanzarose”, i suoni molto compressi…Quando invece i primi due dischi erano assolutamente esplosivi sotto l’aspetto sonoro.
Non sembravano quasi due dischi pubblicati su etichetta indipendente.
Concludendo: il disco è bello, merita l’acquisto, ma bisogna fare attenzione su molti aspetti per il prossimo futuro.
Detto questo, Stefano Lionetti resta per me il talento più puro della nostra scena, e come tale va tutelato.
Ora aspettiamo di poterceli godere dal vivo.
La recensione, relativamente a Lars Sasfund, mi ha letto nel pensiero.
Tutto avrei pensato meno che annoiarmi sentendo i Lionville.
Lars ammazza i pezzi, cavoli! Timbricamente è magico, ma rimane piatto, cosa che negli altri lavori (più vari) non si sentiva. Per me la scelta di puntare su tempi mediamente più veloci penalizza i Lionville come l’ultimo degli Work Of Art, perché Lars rende meglio in altri ambiti (negli uptempo risultano decisamente superiori Care Of Night e Wigelius). Oltretutto come già rilevato da molti, i pezzi sono mooolto simili in struttura e sound (poi Lars ci mette il suo), e a volte sembra di sentire una traccia unica!
Per me personalmente super delusione 2017.
Mi chiedo come possano considerarsi superiori ai Woa, anche solo negli uptempos, gruppettini come Wigelius o Care Of the Night…
Dire poi che Lars “appiattisce tutto” è per me fuori dal mondo e da ogni logica.
Stiamo parlando del più grande cantante Melodic Rock degli ultimi vent’anni molto probabilmente. Ma ci sarebbe da discutere anche su questo…
È chiaro che l’effetto “Why do I” è finito, e te l’aspetti un vocalizzo super di Lars…Ma non si può per questo sminuirne la grandezza.
Insomma, perdonatemi, ma qui tante volte si incensano le capre e si parla freddamente di Lars.
È una cosa che non sta né in cielo né in terra. Davvero.
Solo l’ultimo album dei Work Of Art massacra metà delle pubblicazioni in ambito Melodic Rock dal 2014 sino ad oggi.
L’ultimo dei Work Of Art io non lo vedo così imprescindibile.
Quello che vorrei esprimere è che, ad esempio, sul finale di Another Day del precedente Lionville Lars tira fuori la grinta, usa per l’appunto vocalizzi di cui è sicuramente in grado, perché è un fenomeno.
Su questo disco a me pare tanto appiattito. Peraltro, dato che le ritmiche ci sono ed avrebbe potuto dare gas, mi rimane ancora più freddo.
Che poi non può parlarsi di sovraesposizione perché gli Enboud non mi risulta abbiano un gran seguito, e con gli Woa è dal 2014 che non pubblica.
Lungi da me dire che sia scarso (conta che ho una playlist Spotify intitolata “La voce di Lars Sasfund”), solo che avrei voluto di più.
Sui Care Of Night gruppettino…se fanno un altro disco come il primo mi ricrederei!
Ma ci mancherebbe anche che tu dicessi che sia scarso, ecco…
No, comunque non sono d’accordo. È secondo me oggettivamente impossibile dire che Lars non canti al massimo delle proprie possibilità in questo disco perché c’è davvero tutto il suo solito repertorio…e comunque trovo che questa critica alla voce di Lars sia davvero sterile.
Insomma, suvvia, stiamo parlando di un fenomeno… quando, ripeto, su queste pagine (e non mi riferisco ai recensori) ho letto tanti complimenti a veri e propri ragli d’asino.
Parlare delle sfaccettature della voce di Lars è come discutere del sesso degli angeli.
La sovraesposizione invece, a mio modo di vedere c’è: se consideri che il primo WOA è del 2008, e che da allora sono stati pubblicati 8 album con Lars alla voce, noterai come si tratti quasi di un album all’anno.
Credo si sia fermato solo per quei problemi che ha avuto di recente.
Alle volte mi sembra che faccia “chic” criticare il numero 1 indiscusso.
CITAZIONE….”E Nick Workman è secondo me il miglior fontman/cantante sulla piazza allo stato attuale”….aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…scusa caro Bontropi…non volevo…aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh 🙂 🙂
Ahahahahaha 😀
Capra, tanto lo so che sei d’accordo con me…
E comunque anche Nick è una bestia.
Be sul fatto che Lars sia il miglior talento vocale in ambito AOR/Melodic Rock degli ultimi 20 anni lo sai che concordiamo…mentre considero Nick solo un buon cantante…ma prima di lui per me tante ottime voci….
no no no no no dai Bontropi..non me lo aspettavo da te..Wigelius gruppettino???? riascoltati DEJA VU o DO IT ALL AGAIN….
Ma li ho ascoltati, bello.
E sono senz’altro carini, piacevoli.
Ma non fanno molto altro se non ricalcare pedissequamente le orme tracciate dai primi due album degli H.e.a.t. …ed una cosa è quando certe sonorità le proponi con gente come Lockremo, Rivers e Dalone, bel altro è quando le proponi con musicisti ordinari.
Con tutto il rispetto per gli amici Wigelius, che spero non la prendano male.
Bontropi, secondo me però il discorso che hanno tirato fuori Mezza nella recensione e Rocker o Giorgio VII nei commenti non mi sembra tanto rivolto alla “qualità” della voce di Lars, su cui secondo me obiettivamente poco si può discutere, è una voce splendida… ma più che altro sull’uso che ne fa sia qui che nell’ultimo work of art… monocorde, piatta, ogni pezzo risulta cantanto praticamente nello stesso modo… ricordo, per fare un esempio, che una cosa simile è successa anche ad un’altra voce da novanta come quella di Johnny Gioeli che nell’ultimo Axel Rudi Pell viaggia veramente su un binario unico… ma anche li la voce rimane di livello assoluto, l’uso che ne è stato fatto un po’ meno… 😉
esattamente Denis. Con l’aggiunta del fatto che però Lars deve pur avere qualche carenza se dopo un tot inizia a suonare monocrode, no? O gli prende lo scazzo e dopo un po’ ci molla (e se fossero gli Enboud la sua priorità al momento? Li l’ho sentito cantare davvero da Dio, innalzando di molto il livello di un album così così a livello di songwriting..), oppure come dicevo dopo un po’ finisce per ripetere se stesso. Su livelli molto alti certo, ma senza più quel feeling che ci si aspetta da uno come lui..
Ma ragazzi miei, io continuo a non capire.
Se mi dite che Lars canti in maniera “monocorde”, allora a me viene da chiedervi “cosa intendete per monocorde?”.
Perché Lars canta esattamente come cantava nel debutto dei WOA, e credo e spero che quantomeno lì vi abbia fulminato…
Il modo di cantare è determinato principalmente dalla tipologia di canzone e dalla tonalità con cui è stata concepita.
È chiaro che se Lars deve cantare su una struttura sonora composta prevalentemente da sol, la e si, non potrà fare altro che volare in cielo per dar vita a un cantato che si armonizzi perfettamente con la musica.
Voglio dire: questa è la regola.
Se poi mi dite che non vi piace l’interpretazione che Lars dà di ogni pezzo, questo è un altro discorso ancora. Discorso di natura soggettiva, tra l’altro: ci tengo a precisarlo.
Davvero, sono per me inspiegabili le critiche che muovete al cantato di Lars, perfino sull’ultimo album dei WOA, come mi è parso di capire dalle vostre parole…
Quando si parla di cantato “monocorde”, a me viene da pensare a Blackie Lawless su Helldorado, Bruce Dickinson sull’ultimo dei Maiden, Ted Poley su tutti i nuovi episodi in studio… perchè cantano piú o meno per 11 pezzi sulla stessa tonalità e lo fanno affrontando pezzi che fra loro si somigliano moltissimo: è questo che determina quella sensazione di album “monolitico”.
Ma questo non succede né sull’ultimo dei WOA, né su questo album dei Lionville, dai.
Allora diciamo che quello che manca è la “varietà” e che Lars con la sua sola voce non riesce a sopperire a questo problema… 😉 Il primo WOA è stato un capolavoro ma al terzo album anche i WOA hanno iniziato ad essere una ripetizione di se stessi… il che non vuol dire che abbiano fatto un brutto album, anzi, se il terzo album fosse uscito come primo album adesso direi esattamente le stesse cose ma ad album invertiti… non so se mi sono spiegato… 😉
Lo stesso discorso vale anche in parte per questo terzo Lionville che per stile per me si avvicina molto di più ai lavori dei WOA che non forse ai precedenti Lionville… album che oltre al cantato di Lars contavano su una proposta con pezzi e arrangiamenti più originali e diversificati a mio parere.
Ok, allora diciamo che è più un problema di reiterate sonorità generali nelle quali la voce di Lars contribuisce a rendere il tutto più “impersonale”.
E questo lo posso capire.
Anche perché sostanzialmente è quello che ho sostenuto anche io.
È effettivamente un problema serio, perché capisco che alla lunga determinate sonorità possano stancare.
Parere mio? Per ora ho trovato che la formula sonora dei WOA sia stata più varia rispetto a quella dei Lionville.
O meglio, mi spiego: anche i Lionville hanno cercato di variare la formula sonora inserendo qualche commistione di stampo progressive, ma il risultato, a mio parere, non è stato sempre degno di nota.
I Work Of Art hanno invece inspessito il loro sound, e personalmente ritengo lo abbiano fatto con gusto: a me il loro terzo disco è piaciuto tantissimo.
La sola Natalie è secondo me un pezzo assurdo.
Ma penso anche a The Machine, Shout until you wake up, Hold on to love…
Insomma solo questi pezzi mi convincono sempre di più di come ci sia di mezzo un oceano fra i WOA ed i gruppi di cui abbiamo parlato fin qui (Wigelius, Care Of the Night, etc etc…).
Probabilmente solo gli State Of Salazar sono all’altezza dei Work Of Art.
Ma devono ancora dimostrarlo.
Gli State od Salazar per me sono uno dei gruppi più sottovalutati degli ultimi anni!!! 😀
Davvero pazzesco.
Quel debutto fu un fulmine a ciel sereno, eppure passò quasi inosservato.
Reputo i Salazar una delle più grandi intuizioni della Frontiers, insieme agli stessi Work e agli Eclipse.
Continuo a non concordare sui Wigelius…ma a livello dei Work Of Art anche se non propriamente cosi aor devi per forza metterci altri svedesi (strano eh? :D) come ART NATION e DEGREED
Lo notavo anche io :-).
Che poi non voglio passare per lo “svedesofilo” della situazione, però è davvero strano come i miei gruppi preferiti della scena attuale siano prevalentemente svedesi.
La stessa scena americana, una volta irraggiungibile per livelli qualitativi ed impiego di mezzi, oggi ha subito una netta flessione.
E non mi riferisco agli artisti che ormai hanno radicalmente voltato pagina (Richard Marx), ma a quelli che proprio non hanno mai praticamente smesso di suonare certe sonorità (Ted Poley)…
(ovviamente eclipse e h.e.a.t. sono talmente scontati che non verranno mai piu tirati in ballo in nessuna discussione da quanto scontatamente superiori a tutto siano)
Ahahahahaha 🙂
Ecco, l’hai detto tu per me! 😀 😉
Arriva un punto in cui ci si rompe ineludibilmente i Maroni, Giovanni… :-)…I Lionville purtroppo erano stati caricati di aspettative enormi, e ci stava.
Ci stava perché i primi due album sono stati eccellenti.
Il terzo album era atteso quasi come un Master Of Puppets, ecco.
In ogni caso concordo pienamente col tuo distinguo fra esecutori/artisti completi.
Per quanto io ami Lars e Pineda, non posso ancora definirli Artisti a 360° come furono invece Joey Tempest e Joe Elliot.
Pineda è forse più completo di Lars, perché dotato di grande esperienza Live.
Ma questo è un vantaggio che gli deriva dal fatto di suonare con una immensa live band.
Lars sotto questo aspetto ha ancora tutto da dimostrare.
Se vabbuo…adesso Bontropi però mollaci che hai scritto più te su questo Lionville che tutto il resto di MR.it nei primi due mesi di questo 2017…aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…e parlando di cose serie…tu e l amico Giovanni quest anno ci sarete al Frontiers Festival o sarete per altri lidi?!?!?
Ahahahahaha 🙂
Vi gasate tutti quando escono queste mega-discussioni! 🙂
Io non lo so ancora purtroppo, ma se Denis mi rimedia un pass per la camera d’albergo di Tave, ci sarò sicuramente! 😀
Semmai per quella di Marcie…porco….aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh 🙂
Ahahahah, no, Marcie la lascio volentieri a te! Ahauah
Dai cmq vieni..mal che vada ci ospita nella sua stanza il megadirettore Denis…a noi non può dire di no…aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
Secondo me, la consorte di Denis ci manda via a pedate nel sedere tutti e tre! 😀
“nel contempo non capisco perche’ il momento della “sveglia” sia propio avvenuta con i lionville stessi?….ci sono dischi votati come veri e propri masterpiece odierni che emanano in tutto e per tutto le impressioni di a world of fools….ma come si dice….misteri della fede…”
la risposta che indubbiamente qualcuno vorrebbe sentire è: “perchè i Lionville li odiamo a morte, perchè abbiamo deciso che meritino meno di altri e perchè vogliamo buttare loro addosso più merda possibile per esaltare chi meglio credete.” Sarebbe bello fosse così, si creerebbe una bella faida che farebbe solo il bene della nostra scena italiana (fortemente ironico). Ma no, mi spiace deludere le aspettative, non è così, e Bontropi ha centrato il punto.
Dopo il loro debutto, sognavo un secondo album enorme, e così è stato. Dopo il secondo disco, mi aspettavo un terzo di pari livello e con qualche tratto distintivo rispetto al passato. E’ così che una band dimostra di essere davvero grande. Beh, il risultato è stato centrato solo a metà, e la mia review spiega con il suo 83/100 cosa è andato bene, e cosa male. Punto, fine, stop. Niente coalizioni contro quello o quell’altro, niente faide, niente odio, niente di niente. Da parte mia – e aggiungerei di Denis, con cui mi sono comunque consultato – è proprio così, ed è davvero noiosa la cosa, vero? Già..
Ecco, a dirla tutta, l’unica cosa che mi dispiace è di non aver visto questa recensione condivisa da chi in esame, come invece era accaduto in passato quando – a sto punto mi viene da pensare – ”le cose andavano bene”. Sono, e siamo, praticamente passati come le pecore nere della scena giornalistica italiana, il tutto per 8/10 punti percentuali rosicchiati e qualche critica ”di troppo”. Aggiungo io, fossi un’artista troverei più costruttive le ”critiche sensate” (sono da me definibili tali quelle ben spiegate e motivate, e in più condivise dai commenti di alcuni utenti) che le incensate fini a se stesse di recensori di cui sentiamo parlare di questi generi musicali da.. ieri mattina. Detto questo, non ho rancore alcuno e posso capire anche una arrabbiatura. Basta che non celi al suo interno pensieri insensati di complotti e belinate varie. Quello no.. Grazie.
Iacopo sto disco fa cagare e la colpa è di donald trump !!!!!
così tanto per dare ancora qualche spunto su questa discussione infinita sui Lionville, ora esaminiamo politicamente questo disco e vediamo quali complotti si nascondono……….ah ah ah ah , a volte mi chiedo come fate (voi recensori) a non mandare affanculo qualcuno, io cmq il disco devo ancora sentirlo ma credo che non mi deluderà poi 10 punti in più o in meno sai che mi frega………aha aha ah
Beh, Iacopo, sai comunque come funziona il Music Business…che purtroppo è fatto anche di queste cose.
Quindi non prenderla male se la tua recensione è stata “accantonata”: non sarà una condivisione in più o in meno a screditare o sminuire l’importanza di un sito come il vostro, che davvero rappresenta il punto di riferimento in ambito Melodic Rock per tutto il panorama italiano e non solo (esiste Google traduttore…).
E poi non voglio fare nomi, ma leggendo le recensioni che pubblicano su Metalitalia (tanto per dirne uno..), relative alla scena Melodic Rock, si capisce subito come le “nostre” siano di bel altro taglio e spessore.
Credo fra l’altro che più si commenta, e più si dà esposizione ad un determinato disco.
Quindi direi che i nostri esami al microscopio di questo nuovo disco non possono che giovare ai Lionville.
E poi un disco così atteso non poteva essere che così discusso.
Quindi davvero: tranquillo, perché tu hai fatto il tuo lavoro in completa serenità ed obiettività.
io sono tranquillissimo 😉
Beh Bontropi…. io lo dico da sempre, ma la forza di questo sito sono tutti quelli che con i loro commenti contribuiscono alle discussioni sulle varie recensioni… cioè, siete i numeri uno su questo!!! 😉
ahahhaha 🙂
Sì, è verissimo.
Così come è vero che ormai siamo praticamente una squadra di 100 recensori per disco…e chi è abituato a leggerci può farsi davvero un’idea completa di quello che può aspettarsi da un determinato album.
Quindi, ragazzi, chiappe strette e avanti così che andate alla grande.
Io condivido pienamente la vostra nuova politica.
mi lusinga molto essere virgolettato da un attento recensore come te iacopo…che seguo da tempo e cerca di non parlare tanto per parlare…dopo aver letto e condiviso la tua recensione mi sono chiesto il perche’ di questa sveglia a seguito del disco dei lionville ma mi riferivo non alla tua recensione o persona o intenti su di esso….ma alla reazione generale dei commenti a seguire di tutti quanti…poiche’penso fermamente che gia’ molte altre volte anche per dischi stranieri alla nostra terra si poteva avere un effetto per cosi’ dire lionville….tutto qua’
Non essendo propriamente il mio genere non mi permetto di giudicare il cd, visto che ho sentito solo i primi tre pezzi e non mi sono nemmeno dispiaciuti, ma mi pare di capire che 83 sia stato visto come una bocciatura…vero che se guardiamo alla scala di voti del sito è nettamente sotto media, ma parliamo di un 83 e qualche piccola critica non fa del male a nessuno. Poi le critiche esagerate e fuori luogo non le sopporto, ma Iacopo io apprezzo la tua genuina onestà e la tua passione. Adesso pronti a dovervi difendere se al prossimo progetto italiano date un 90…
siamo pronti alla difensiva, ma anche all’offensiva hahah Al di là delle battute, vedremo che cosa capiterà in futuro.. comunque, ci metterei la firma per poter dare, con la consueta onestà, un bel votone alto a qualche gruppo dei nostri.. critiche, o non critiche.. tanto queste arrivano sempre, che si parli bene o che si parli male hehe
Gimmy… ne abbiamo parlato anche su altre recensioni ultimamente, si sa che uno dei grossi problemi che abbiamo avuto da sempre (e faccio un mea culpa in prima persona per questo 😀 ) è stato quello di dare voti “alle volte” troppo alti… ma se guardi abbiamo cercato di mettere su una legenda (che poi può essere criticata anche quella… ma almeno è una traccia per chi legge le recensioni e anche per noi recensori) dei voti e di adeguarci a quella… così le recensioni hanno iniziato ad avere voti anche più bassi e sparpagliati… sapevamo che questo avrebbe potuto comportare delle critiche, soprattutto all’inizio (ma da qualche parte dovevamo iniziare)… stiamo cercando di diventare più “corretti” per chi legge anche se per me la cosa che continua ad essere più importante rispetto al voto è la recensione vera e propria.
Come dico spesso non siamo professionisti ma, senza voler mancare di modestia, ormai il sito ha preso una sua certa importanza ed è giusto secondo me che cerchiamo di “migliorarci” per chi ci legge… anche se sicuramente errori continuereamo a farne perchè in fondo per noi questa è prima di tutto una passione… 😉
Detto questo, e tornando in tema, con Mezza abbiamo discusso tanto di questa recensione prima di pubblicarla e ritengo che lui sia riuscito (come già sulla recensione degli Unruly Child) a fare con la sua analisi un lavoro veramente ottimo e che il voto sia correttamente allineato a quello che ha scritto… se poi per qualcuno questa recensione o altre recensioni dovrebbero essere motivo di vergogna per noi (ma spero di no 😀 ) siamo qui per discuterne e per cercare di migliorarci come abbiamo sempre cercato di fare… 😉
Detto ciò…come ho già detto non è il mio genere preferito e la voce di Lars che è stupenda non rientra tra quelle che adoro, ma ad un primo ascolto il cd non mi dispiace affatto, risulta ben fatto e ben composto, non mi pare clamoroso, ma avercene di dischi realizzati in questo modo…ripeto di nuovo che la scena italiana cresce alla grande…ed ora aspetto Viana, visto che Bad signs la trovo stupenda!!!
Be Gimmy la tua idea mi piace…ma io più che un voto medio di tre o quattro recensori metterei proprio per ogni recensione il voto anche di altri recensori di questo sito…per esempio…per i Lionville oltre alla recensione con tanto di voto del Mezza si potrebbe inserire la votazione in un riquadro del Denis, di Lorenzo, di Lovechaser o di chi ha ascoltato il disco in redazione…anche perchè molte volte mi sarebbe piaciuto sentire diverse campane per avere più punti di confronto…
L’idea del voto di tutti i recensori è bella e in realtà con Mezza ne avevamo già anche parlato di una cosa simile… magari vediamo di studiare la cosa e provare ad attivarla… 😉
Fatalità Denis, poco fa ti ho scritto la stessa cosa in Privato.
Mi sembra che l’osservazione fatta da Gimmy meriti sicuramente una riflessione. E’ interessante.
Un esempio (dal mondo dei tuffi dal trampolino): il voto è dato dalla media voti dei giudici “presenti” togliendo il voto più alto e quello più basso.
Anche io appoggio l’idea del Gimmy.
Si potrebbe fare come su Allmusic.com: una media dei voti dei recensori, ed una media dei voti dell’utenza iscritta.
Tipo, che so, per i Lionville sarebbe qualcosa del genere:
℅ 92/100 Reviewers
℅ 87/100 Users
Oltre al voto principale del recensore scrivente, è chiaro.
Che poi in tutta questa cagnara volevo dire che non riesco a togliermi dalla testa il bridge di Show me the love…
A mio parere l’idea migliore è quella di Mimmo… c’è il voto di chi fa la recensione principale e volendo sotto la recenione anche i voti di altri recensori (che possono essere aggiunti anche in seguito)… questo perchè non sempre tutti i recensori hanno il tempo di ascoltare gli album che vengono recensiti e facendo una media ci sarebbe il rischio che magari alcuni album abbiano 5/6 voti e altri solo un paio o solo quello del recensore… poi penso sia piuù utile vedere i singoli voti e poter associare il numero ad un nome… 😉
Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii…io e Denis che concordiamo….aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh…incredibileeeeeeeeeeeeeeeee!!!!! 🙂
Cmq l’idea l’ho arrubbata a Metal Schock dei bei tempi che furono….e penso che sarebbe decisamente interessante vedere le varie votazioni dei nostri bravi recensori…
CAZZO SE SEI VECCHIO MIMMO AH AH AH , io tornerei ai pipistrellini di HM invece eh eh o magari usare il simbolo del dito medio da 1 a 5 o il simbolo dello sputo , molto punk…..comunque in giro sto disco ha preso 8/10 e credo che un ritorno al voto secco da 1 a 10 sia l’ideale senza tante pippe mentali !!!!!!!!
Mark la prox volta che ti vedo uso te al posto del bilanciere per fare la panca piana…aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh….
ohhhhhhh! per una volta son daccordo con bontropi 😉 …..framework rappresentava assolutamente il top dei Work of Art!!!!!….tutte grandi canzoni e tutte compatte su alti livelli…cosa mai accaduta prima negli altri due!…. Lars e’ in effetti uno dei cantanti migliori della scena odierna altro che piatto….magari volevate dire che e’ venuto in italia a mangiare un qualche piatto di spaghetti insieme ai lionville!!!!…comunque l’interesse mio verso i Lionville e’ minimo perche’ come dice bontropi sono due bands che tendono a sovrapporsi e se devo scegliere seguo i WOA!!!….cio’ non toglie che questi due singoli presentati dalla band siano molto belli!!!
Un disco che parte decisamente bene con i primi due brani ma dove effettivamente già dal terzo pezzo l’effetto Deja-vu si fa sentire con una certa insistenza ,nonostante lungo l’album altri passaggi risultano vincenti (One More Night, Livin on the Edge e Paradise).
Sempre grande il nostro Lars alla voce così come l’ottima prova strumentale di tutta la band.
A me il disco è piaciuto e con gli ascolti il livello sale .
Non ho ben capito le cririche sul tinbro di Lars…
Lo trovo adatta a questo tipo di brani .
Il voto è 78….alla pari del secondo disco (anche se manca “the only way is up”) …leggermente sotto al disco d esordio.
Quello che critica Mezza nella recensione parlando di Lars non è per me tanto il suo timbro o in generale la sua voce (timbro, intonazione, estensione) ma è più un discorso di “modo” di interpretare i pezzi a cui sembra manchi un po’ di “personalità” nell’interpretarli, o meglio in cui la personalità è sovrapponibile a quanto fatto con i Work of Art, cosa su cui tra l’altro mi trovo d’accordo con la recensione. Capisco che non sia facile variare o comunque dare due personalità differenti a progetti come Work of Art e Lionville che, sempre a mio parere, un po’ si stanno andando a sovrapporre anche come stile di alcuni pezzi… ho scritto un po’ la stessa cosa per i nuovi Creye che vedono Strandell alla voce… i pezzi sono belli, la voce di Strandell è bella, ma se il pezzo dei Creye fosse stato presentato come Art Nation nessuno probabilmente si sarebbe accorto che sono due progetti differenti… qui con questo nuovo album dei Lionville per fortuna questo problema è meno netto, però c’è a mio parere, e penso che Mezza sia stato corretto a segnalarlo! 😉
ho riascoltato II ..
questo disco è forse superiore quindi d’accordo con mezza sul voto (80 per la precisione)…perchè mi sta salendo ascolto dopo ascolto…
però conitnuo a non essere d’accordo sulla critica a lars 🙂
he he he… 😀
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 8 mesi fa
Gli storici melodic rockers statunitensi Unruly Child ritornano nei negozi il 24 febbraio 2017 su Frontiers Music Srl con un nuovo album intitolato Can’t Go Home, il quinto della loro carriera.
Forti della l […]
Recensione veramente eccellente che con termini comprensibili ed appropriati rende perfettamente l’idea di come questa uscita si riveli una vera e propria occasione mancata 🙁
Nulla rende giustizia a songwriting ed arrangiamenti che il solito Bruce Godwy è capace di proporre.
Vabbè…torno ad ascoltare “Take Me Down Nasty” con l’esplosivo Mark Free e la benedizione di Beau Hill. Amen….
Hanno dato 9/10 su altri siti ,dico 9, leggasi nove, n.o.v.e. boh capisco la passione ma l’obiettività va a puttane e da quello che ho sentito finora direi che Iacopo è il più equilibrato nel giudizio, ora lo ascolterò per intero e vedremo ma non mi aspetto molto.
Il Mezza secondo me è diventato un recensore estremamente equilibrato ed affidabile.
Raramente, negli ultimi tempi, mi sono trovato in disaccordo con lui.
Ed infatti concordo pienamente anche su questo disco.
Ancora una volta: per carità, nulla di orrendo.
Il disco scivola via con una certa facilità…Ma non c’è mordente, non c’è “calore”.
Tutto sembra essere freddo esercizio di studio.
Non saprei come dirvi…Sono sensazioni che si provano durante l’ascolto.
Poi i fans più accaniti apprezzeranno certamente di più. Ma la classe porta a ben altri risultati.
grazie dei complimenti ragazzi!
La recensione più equilibrata che ho letto finora su questo album… Applausi Mezza!
..i pezzi sentiti finora sono scarichi e veramente molli ..77 è un voto anche generoso …da chi fece who cries now voglio e pretendo altra roba, e se proprio non ce la fanno piu, meglio il silenzio ..
….comunque questa band da piu’ persone osannata in realta’ e’ riuscita a far centro ben poche volte anche negli anni ’90…dischi sempre poco convinti e di pari passo sempre poco convincenti nonostante la quantita’ dei fuoriclasse coinvolti in formazione….in piu’ il timbro di Mark Free non esiste piu’ dopo la trasformazione in crisalide…la voce aime’ e’ proprio diventata femminile….in questo caso a mio parere un vero difetto!!!
pienamente d’accordo con capitan andy …tra l’altro io osanno non tanto gli unruly child (a parte il gioiello who cries now) ma mark free …siiiii lo so che si chiama marcie ma no ..non ce la faccio a chiamarlo marcie …però è vero, il timbro di mark non esiste piu …come sperperare un patrimonio dell’umanità ….
Se parliamo di TOP assoluti (per intenderci i SIGNAL lo sono) posso concordare che gli UC non stanno così in alto ma per il sottoscritto hanno sfornato degli ottimi album , dal bellissimo omonimo UC, al successivo Waiting for the Sun ed arrivando anche a quel gran bel lavoro che risponde al nome di Worlds Collide (con cui ebbi da ridire con il buon Denis in uno dei miei primi interventi su queste pagine 🙂 ) mentre solo III non mi ha mai preso più di tanto….mentre l avevo già scritto anche in passato e confermo che anche per me WHO CRIES NOW è uno dei più grandi pezzi del genere degli anni 90…..
Si …non siamo davanti. ..al capolavoro. …ma sempre di ottimo livello. ..!!!
…be…world collide tra i nuovi e sicuramente il piu’ bello!!!! 😉
Mi ha dato la sensazione di un lavoro freddo ed asettico… quindi concordo con la recensione. L’ unica cosa è che non sono convinto che sia solo la produzione a mortificare il tutto…personalmente mi sembra suonato senza passione e dispiace perché alcuni pezzi come songwriting ci sarebbero anche…Dalla stessa formazione dell’ omonimo primo album (e di Worlds Collide) mi aspettavo di più…La sensazione è veramente di ascoltare qualcuno che sta suonando controvoglia, quindi ti viene da chiederti: perché ?
Ok, ascoltato tutto una volta…quindi?o…e adesso?
A me è piaciuto tantissimo. Riconosco che la carica dei primi Unruly Child non esiste più, però che classe negli arrangiamenti! Non c’è un passaggio banale in tutto il disco. Mark l’ho trovato abbastanza in forma, non so se non “esagera” perché non vuole o perché non riesce più, ma va bene uguale.
Relativamente al sound, secondo me funziona, magari manca la botta, ma la cosa è voluta perché il disco viaggia in una dimensione onirica (e non fredda, attenzione), volutamente accentuata dai cori (che sembrano quasi spaziali).
Sul voto non saprei, magari sopra 80 ci arriverei (nonostante questo recensione ottima).
bene , dopo svariati ascolti (necessario farlo) devo dire che siamo in linea col precedente , produzione a parte che non mi convince, per il resto siamo di fronte secondo me non al miglior disco ma alla migliore band di aor puro, io le lorocanzoni le trovo veramente originali e non scontate( insomma tutti gli altri aor gruppi bene o male si somigliano tutti) gli UC li riconosci , hanno un loro suono e arrangiano i brani in maniera ripeto originale, Marcie canta non strilla , si difende bene , non tutti i brani sono immediati da qui la necessità di ascoltare a lungo sto disco…..certo in giro han dato 8/9 , esagerati ma un bel 7/7.5 ci sta!!!!
Sinceramente mi aspettavo di peggio, invece qui siamo davanti a dei grandi musicisti nel senso piu completo del termine.
AOR dalle ampie vedute e dalle varie influenze questo CAN T GO HOME ,suonato e arrangiato alla grande a cui manca però un po di incisività sia nei pezzi che in fase di produzione.
Un disco che si lascia decisamente ben ascoltare e che necessità di più ascolti per poter “assaporare” al meglio tutte le varie sfaccettature proposte dalla band (e non poteva essere altrimenti visto il bagaglio di questi signori a nome Lodgic, World Trade, Stone Fury ecc ecc).
Capitolo Mark/Marcie Free…è vero non sarà più quello dei SIGNAL (ma sono anche passati 27-28 anni) ma da ancora la paghetta al 90% dei cantanti in circolazione….GRANDE!!!!!
preghiamo che al FRF suonino solo roba vecchia…altrimenti SIAMO ROVINATI!!
Semplicemente NON mi piace!
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 8 mesi fa
Valhalla Agency e Indastria Eventi in collaborazione con Giancarlo Trotta Entertainment e Rock On Agency sono orgogliosi di annunciare il ritorno a Napoli di sir Russell Allen!
Il leggendario cantante di […]
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 8 mesi fa
Sempre meglio.
Basterebbe l’unione di queste due parole per riassumere alla perfezione tutti i possibili discorsi relativi alla nuova produzione di casa Black Star Riders. Infatti Heavy Fire, il nuovo album del […]
Signori secondo me siamo davanti al miglior disco dei nostri, i primi due seppur ottimi erano dei veri e propri tributi ai thin lizzy qui invece si sono un pò distanziati da quella grandissima band e sono diventati più personali, ecco da qui secondo me inizierà la lunga marcia dei ns verso le vette del rock, sto disco spacca di brutto, un solo ascolto mi è bastato per metterlo in wishlist,,,,,cazo0ooo!!!!!!!
Devo dire la verità: a me non hanno mai fatto impazzire.
Li ho sempre trovati insipidi: nè carne, nè pesce.
Soprattutto il cantato l’ho trovato spompato ed inespressivo.
Questo disco invece mi sta piacendo moltissimo: lo sto ascoltando con gusto.
Ho apprezzato la bellissima produzione incendiara, con suoni caldi e pieni.
Tornerò sicuramente per un giudizio più esauriente.
Iacopo Mezzano e Toni ora sono amici 7 anni, 9 mesi fa
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa
Non chiedetemi quale strana malattia mentale mi spinga a presentarmi ai cancelli – sempre e comunque – ore e ore prima dell’inizio di ogni concerto a cui partecipo.
Non lo so, sarà che l’attesa è essa stessa il p […]
In alcuni momenti “picchiavano” come i Judas, un heavy moderno, almeno nei suoni, e molto maturati, tengono il palco alla grande
ha ha ha… l’intro del report è splendido… 😀 😀 😀 i The Pretty Reckless su disco mi piacciono ma non mi fanno impazzire… anche se dal vivo mi piacerebbe vederli prima o poi…
Ahauahhaha
Ho immaginato la faccia del Mezzano spione con la puzza sotto il naso e lo sguardo di distaccata superiorità… 🙂
ha ha ha… Vecchio Si, ma con Superiorità… 😀 😀 : D
Ciao Iacopo!
Bel report. Mi permetto, questa volta, di farti una critica, pesante ma costruttiva e senza davvero nulla di personale.
Ho trovato poco piacevole la tua parte introduttiva relativa ai gusti dei giovani, evidentemente piacuta ad latri visti i commenti sotto. System of a Down, Rage Against the Machine, Guns’n’Roses, i Nirvana sono band oggettivamente grandiose, che tanto hanno dato al rock e alla musica pesante in generale. Parlare di questi gruppi come mainstream ascoltati da gente lobotomizzata lo trovo…uso un termine gentile…mooooolto radical chic!
Non chiudiamoci nel nostro antro snobbando gli altri! Pena: diventare sempre più animali in via di estinzione.
PS se la metà dei ragazzi di oggi avesse come band preferite i Guns o i System, beh…ci metterei la firma sopra!
Un abbraccio Iacopo 😉
no, ma certo, meglio quelli che Vasco e Ligabue!!
Ma capiscimi, ne parlavano come se fossero la chissà quale rarità che ascoltano solo loro al mondo. E con un tono (loro sì davvero di superiorità) che diventava stucchevole e fastidioso!
Sembrava di sentire gente tutta nata imparata.. non so, magari era solo una sensazione mia.. ma alla loro età un ragazzo che sente un rocker più grande di lui che gli racconta – che ne so – di un Monster of Rock di chissà quale anno fighissimo, beh, dovrebbe tacere e fantasticare la magia, magari facendo domande sui gruppi presenti che non conosce. Questa credo sia la normalità!
Invece un giovane d’oggi ti risponderebbe che conosce tutti quanti i gruppi (quando magari ha scaricato l’mp3 di un album, e l’ha sentito pure di fretta) per aggiungere: eh, ma i System a Rho l’annos corso, tutta un’altra roba..
EH NO!!!
Tra l’altro i System Of A Down sono famosi per non prenderne neanche una dal vivo…e questo la dice lunga…
Se a 27 anni ti ritieni vecchio non puoi sperare che the Pretty Reckless facciano breccia sugli adulti. Comunque a Bologna c’era un “vecchio” di 46 primavere venuto su a pane e LedZeppelin (non solo), che urlava e saltava e che non si sentirà vecchio nemmeno all’età di Keith Richards.
mi sono ritenuto vecchio vista l’età dei partecipanti 😉
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa
HOLD ME NOW – JOHN WETTON
di Wetton, Marlette
1994
IL TESTO e LA TRADUZIONE
Here ends another day / Finisce qui un altro giorno
My emotions locked away / Le mie emozioni sono rinchiuse
And my darkness i […]
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa
Il primo grande botto di questo 2017 di musica rock melodica arriva – guarda il caso – dalla nostra Frontiers Music e da una formazione che dal 2003 ad oggi è stata sempre in grado di produrre alcuni dei dischi […]
Dopo Jim Jidhed un altro album che fa ben sperare in territorio AOR per questo 2017! Un album che scorre via che è un piacere, pezzi riusciti, suona “vivo” e personale… mi è piaciuto parecchio! 😉
Quanto vi odio dentro quando fate uscire le recensioni prima che io abbia ascoltato il disco…
Mi fate passare giorni e giorni col mal di stomaco…
Ora crepo finché non lo avrò fra le mani!
LO VOGLIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
un sontuoso album di AOR: iniziamo con i botti di “capodanno”!
nel complesso un album con uno standard qualitativo alto, senza filler.
tra le mie preferite “Silent Music” e “Faster than a Prayer”
A me piace anche tantissimo Everlasting Love…
C’è un pezzo anche solo lontanamente figo come sound of home o interrupted melody?
Silent Music?
Purtroppo no.
Mi sono preso molti giorni per riflettere su questo nuovo lavoro dei Lions.
E con grande rammarico mi tocca dire che questo è “solo” un buon album.
Nulla che possa reggere il confronto con i primi tre capolavori.
Per carità: ci troviamo di fronte ad un disco ineccepibile per produzione ed esecuzione. Qualche pezzo è molto valido (Everlasting Love, Freedom Of The Night, The Silence Says It All…), ma l’album è molto “scolastico”.
La genialità l’avevamo persa col secondo album….il songwriting ci ha lasciati dopo il terzo.
Non trovo che questo nuovo album sia superiore ad Immortal, semmai è perfettamente in linea con la sua poca ispirazione di fondo.
Con questo non voglio dire che i Lions siano diventati improvvisamente delle pippe: per me resteranno sempre dei grandissimi.
Ma a livello di registrazioni su disco, la formula mostra delle crepe da diverso tempo.
Mi sembrava doveroso essere onesto intellettualmente e metterlo per iscritto.
Dico queste cose col cuore in gola, purtroppo.
79/100
…e dopo tutti sti sproloqui al disco gli hai dato 79/100…minchia se ti stai Abellizzando…aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh 🙂
Sono arrivato con l’ascolto fino a fearless ed ho deciso che sto disco sarà mio , niente di nuovo ,ormai mi sono abituato al sound , all’intreccio vocale tra jim e toby alle cavalcate epiche, che preferisco, in ogni caso qui si va sul sicuro e cmq meglio di immortal.
Mi chiedo solo perchè i SURVIVOR non abbiano continuato con Toby alla voce dopo la morte di jimi………..bah!!!!!!!! Cazzo qui basta cambiare nome e siamo davanti ad un prerfetto disco dei survivor!!!!!!!!!!
Concordo su ogni singola parola!
Sono solo al primo ascolto…e poi torno…ma per me pure IMMORTAL era tanta roba…
Condivido…sono in attesa del cd, ma per me loro hanno fatto sempre centro…certo il primo batte tutti gli altri, ma la miglior canzone è Light from a distant shore da The destiny stone, pelle d’oca ad ogni ascolto!!!
mi trovo molto in linea con bontropi sopratutto con la descrizione della carriera discografica dei pride of lions…questo disco e’ solo una moltiplicazione di uno schema trito e ritrito che poi diluito in questa maniera perde di spessore e di efficacia…in ogni brano si percepiscono similitudini e soluzioni molto lontane dagli impatti degli esordi.confezionato sempre e comunque a mestiere ci mancherebbe probabilmente a mio avviso piu’ sincero del precedente poiche’ interamente suonato da una formazione e non il prodotto di un mosaico da studio.curiosa la domanda perche’ non usare il nome dei survivor in questo contesto….ci sono a mio avviso 2 motivi fondamentali….1 toby h. come arnel pineda e’ solo un buon tenore e di conseguenza esecutore di idee altrui …2 le canzoni dei pride of lions provengono da altri lidi non hanno minimamente il taglio delle canzoni dei survivor ….disco piu’ che sufficente comunque
direi che questo fearless è alla pari di immortal. 75/100
é un buon disco, ben suonato e ben prodotto, ma per arrivare al 80 ci vuole magia o ispirazione a dose abbondante, ingredienti che qui sono presenti ma non a livelli importanti come nei primi due capitoli .
Forse come per the roaring of dreams , per essere apprezzato ulteriormente questo disco ha bisogno di tempo.
per esempio trod l’ho ascoltato un mese fa e mi ha fatto piacere constatare che alcuni ritornelli mi erano rimasti in testa.
Insomma i pol continuano la loro strada , non semplice o cmq banale. i loro pezzi non sono ne semplice ne banali, ma iniziano un pò ad assomigliarsi, e questo non è sinonimo di magia.
però rimane un buon disco anche questo fearless ! chissà se entrerà nella mia top ten 2017 🙂
Per me gran disco. Una lezione di Jim Peterik alla massa in materia di songwriting ed arrangiamenti.
Toby H. caratterizza alla grande le canzoni , 7/8 delle quali trovo siano bellissime.
Come trovo bellissime anche le parti cantate da Jim.
Vado controcorrente scrivendo che a mio gusto è il loro miglior disco 🙂
Per me gran disco. Una lezione di Jim Peterik alla massa in materia di songwriting ed arrangiamenti.
Toby H. caratterizza alla grande le canzoni , 7/8 delle quali trovo siano bellissime.
Come trovo bellissime anche le parti cantate da Jim.
Vado controcorrente scrivendo che a mio gusto è il loro miglior disco 🙂
Dopo diversi ascolti debbo dire che anche questa nuova fatica dei POL si fa ascoltare che è un piacere, produzione e arrangiamenti alla grande (come sempre) ed alcuni duetti vocali veramente riusciti ma quello che manca rispetto al passato (ed anche rispetto all’ultimo Immortal) sono dei brani di presa assoluta, degli Hit da ricordare , brani che in questo disco fatico a trovare (quello che si avvicina di più e che considero il miglior pezzo del disco è The Silence Says It All).
Questo Fearless rimane cmq un buon album, un piacevolissimo ascolto ed un’uscita nettamente superiore rispetto agli album che vengono immessi sul mercato ogni giorno…..
non e’ il disco della vita ma e’ semplicemente un’altro ottimo disco pensato e prodotto dal grande peterik,poi dipende uno da cosa vuole ascoltare e tutto diventa soggettivo,secondo me spazza in un lampo tutto l’aor scandinavo degli ultimi 10 anni,ma e’ un mio gusto….ben prodotto ,ben suonato e ben cantato ….viva peterik e viva i pride of lion,ciaoo
he he he… benvenuto funkybob… 😉
Bello..fatto bene…praticamente potete andare a leggere quanto ho scritto sul disco dei lionville..il mio giudizio è pressochè identico…entrando nello specifico invece purtroppo il pezzo più bello di questo disco rimane lontano, veramente lontano da roba come Interrupted Melody e Sound of Home
ciao rocker, SILENT MUSIC e’ da urlo pero’
Iacopo Mezzano ha scritto un nuovo articolo 7 anni, 9 mesi fa
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Band che ha ritrovato secondo me la sua ispirazione con gli ultimi album… pezzi che risultano brillanti per un album che ho personalmente ascoltato con molto piacere…
quando si riunirono nel 2006 lo fecero con un bellissimo lavoro, con la bellissima SOS ..poi molta quantità, e poca qualità..cmq fa sempre piacere che siano in attività (anche se della band originale non ne sono rimasti molti eheh) …certamente ragazzi …gli house of lords di sahara ….eh …insomma…erano altra roba …
Dico la verità: per me non sono mai stati dei fenomeni…
Molto sopravvalutati.
Del loro comeback mi è piaciuto solo il primo disco: quello con la copertina blu e rossa…Non mi ricordo neanche come si chiama.
Gli ultimi album li ho trovati inascoltabili.
purtroppo a sto giro con grande rammarico devo dire di essere rimasto abb deluso dal disco..ormai mi ero abituato troppo bene dagli ultimi ottimi lavori degli hol e sinceramente non me l’aspettavo..tolti i soliti problemi di produzione,qua c’è un netto calo d’ispirazione soprattutto nella seconda parte del cd..infatti se nei primi 5 pezzi tutto fila liscio,con le ottime harlequin,ocean divide,hit the wall e the sun will never set again,già dalla 6 traccia (new day breaking),qualcosa inizia a non andare..il pezzo parte bene,con un ottimo riff di chitarra e tastiera,ma poi si perde in un ritornello troppo banale..ecco da qui in poi si assiste ad un drastico calo di qualità e i sucessivi 4 pezzi sono x me totalmente anonimi,privi del tutto di quel pathos ed epicità tipici del sound degli HOL..solo la conclusiva the other options risolleva un po’ la qualità ma perde cmq nettamente il confronto con una stand and deliver dal disco precedente,e non basta di certo x rivalutare il disco in generale…x carità,dopo gli ultimi ottimi lavori ci può stare un mezzo passo falso,ciò non toglie cmq che questo saint..sarà tra le delusioni di questo 2017 e di sicuro il peggiore dei dischi dalla reunion!..voto 65
Anche questo lo compro al Frontiers. I pezzi che ho ascoltato sono interessanti. Trovo la voce di James bellissima, tra i miei cantanti preferiti. Con la nuova formazione tutti dischi di buon livello “Big money” il migliore. Forse il difetto e’ di far passar poco tempo tra un disco e l’altro, rischiando un po’ di ripetersi. Dai Bontropi addirittura inascoltabili…….
Boh, Federico…io trovo che siano delle produzioni terribili. Da unghie sulle lavagna.
Senza parlare poi della voce di James Christian, che è diventata davvero orrenda.
Poi questo sound “a metà strada di tutto” lo trovo imbarazzante da ascoltare.
Ma non badate al mio parere, perchè noto che sono sempre stato una voce fuori dal coro per gli House Of Lords, incensatissimi sempre da tutti…
Ripeto: io li trovo trascurabilissimi. E non da oggi, ve lo assicuro.
disco inferiore ai precedenti, nettamente inferiore , stenta a “decollare” qualche buon episodio ma brani interscambiabili con molti altri della precedente produzione, di positivo c’è la presenza di tastiere che danno un discreto tocco al tutto ma niente di che, direi che sarabbe il momento di prendersi una pausa……….qui ormai c’è tanto mestiere e poca qualità , non sono delle brutte songs ma non lasciano il segno………..70 passo e chiudo!!!
p.s. in questo mese ci sono più uscite discografiche che in un formicaio e qualcuno dovrà pagarne il prezzo e gli HOL SONO TRA I CANDIDATI ad essere i peggiori rispetto a POL, OD, NIGHT RANGER, STEEL PANTHER,ECLIPSE ETC, e io tutti sti soldi non li caccio…………….sgrunt!!!!!!!!!!!!!
Immortali !!!
in questo album si ritorna di piu’ che nel recente passato al sound house of lords….chitarre meno compresse e moderne e davvero ottime melodie…alcune songs a mio avviso sono riempitivi….new day e the other option, ad esempio, comunque a me e’ piaciuto molto di piu’ degli ultimi due!!!!
Concordo su un ritorno più alla House of Lords… il penultimo album a me era già piaciuto parecchio, così come questo… anche se ammetto che un paio di filler ci sono…
un polpettone pazzesco…salvo solo New Day Breakin’..
A questo giro concordo con Horus…primi 5 pezzi niente affatto male ma dal sesto in poi in netto peggioramento…forse dovrebbero iniziare a fare uscire dischi con frequenza minore…
PS ..per chi dice che i primi lavori degli HOL sono trascurabili chiamate la neuro…please…ah… ma è il Bontropi… sorry allora…si sa che oramai prende certe pastigliette che gli fanno solo male…aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
Ahahaha, deficiente… 🙂
Io mai capiti questi qui, davvero.
Sono un gruppo inutile a mio parere… ora come allora, eh.
Miscredente…continua con gli One Desire e lascia stare i gruppi “seri”…aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh…e non farti vedere al Frontiers che ti faccio un mazzo tanto 🙂
Ahahhaha 🙂
Solo This Is Where The Heartbreak Begins fa sparire l’intera discografia degli House of Lords… 🙂
Ma ti insulto meglio quando ti vedo, mimmuzzo! 🙂
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH….si si…e Gelato al Cioccolato di Pupo disintegra quella dei Vega…ma vai a giocare a l Allegro Chirurgo…aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh…ma ci vieni o no al Frontiers…bestia??? 🙂
Ahahahah 🙂
Macché, bello…Anche quest’anno me lo passo a casa.
Spero davvero che un giorno ci si possa vedere… 🙁
Eddai che ti faccio avere un pass per il FFestival dal megadirettore Denis…he he he…cmq un giorno ce la faremo…bestiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa 🙂 🙂
Bontropi….non esagerare dai….dire che gli house of lords sono una band inutile mi sembra un bel po’ azzardato…sei sicuro di non fumare oppio???….James Christian ha un talento indiscutibile….poi magari un album gli riesce meglio e uno peggio ma fa parte della storia di questo genere…e’ quello che dopo il successo dei primi anni ’90 si e’ saputo reciclare meglio nel nuovo millenio….eddaieeeeee
Eh, lo so, Capitano…ma ti giuro: mai piaciuti.
dopo averlo ascoltato a più riprese, mi rendo conto che, questo come altri , sono dischi che per essere apprezzati un pò di più, hanno bisogno di tempo e ascolti.
non mi fa impazzire, e di pezzi memorabili non vi è traccia. do un onesto 68. meglio delle ultimissime uscite ma peggio di “cartesian dream” o “come to my kingdom”
in linea con Yuri
infatti sto 83/100 sparato dal Mezza è veramente esagerato…quasi modello Denis….aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…ecco qual era il titolo che non mi ricordavo al Frontiers caro Jacopo 🙂
Coi loro dischi mi trovo in una vera e propria comfort zone, forse saran molto prolifici, ma Harlequin,Ocean, saint of the lost soul son proprio belle. The other option ha un testo divertente e azzeccato. Non m’importa di invecchiare che e ‘ molto megli dell’altra opzione (ironica).