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Harem78

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  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 3 mesi fa

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    Nella puntata richieste di Rock Of Ages vengono fuori sempre playlist eccellenti eccovi, dunque, il link per riascoltare la puntata, dove noi di MelodicRock.it abbiamo rispolverato la recensione dei Pendragon con […]

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 4 mesi fa

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  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 4 mesi fa

    Taboo – Taboo – RecensionePremessa importante: non state tanto a soffermarvi sul voto perché mai come in questo caso è abbastanza fine a se stesso. Altro dato di fatto, mi s […]

    • Queste tre canzoni non sono niente male… a questo punto sono curioso di sentire tutto l’album.
      In effetti ricorda molto l’album dei Levara (che a me era piaciuto molto), forse piu’ duro in alcuni frangenti

      • In effetti i singoli che hanno fatto uscire sono tra i pezzi più ‘heavy’ del disco….qualcun’altra è decisamente più insipida….cmq vale la pena dare un ascolto

    • concordo con voi, alcuni pezzi coniugano bene presente e passato dell hard rock, strutture dirette capaci di fare presa rapida su un certo target.
      concordo col 70

    • Alla fine a me questo genere un po’ tra il Pop e un po’ tra l’Alternative Rock non dispiace (assuefatto anche dagli ascolti di mia Moglie… che Ama questo genere) e devo dire che qui il risultato è valido… la voce è bella, ogni tanto si pesta un po’ di più, il che spezza la monotonia che solitamente questo genere si porta dietro in un album completo… ho paura che verrà snobbato dai più perchè chi ama sonorità più heavy o prettamente rock / melodic rock classiche lo troverà troppo moderno e chi invece apprezza il modern rock potrebbe al contrario trovarlo fin troppo “inquinato” dal rock duro… peccato perchè a me è un album che sta piacendo molto e arrivo anche a dargli un 80!

      • ma come ho scritto il voto non è poi così importante, a chi piacciono queste sonorità lo valuterà con otto, chi non le ama farà fatica ad arrivare al 6…ergo ho fatto una media ponderata… io a piccole dosi lo posso tollerare( anche se qui a volte si esagera col teenage pop).. cmq ha il pregio di farsi canticchiare allegramente e non è poco

    • A me levara piacque molto, sentirò anche questo il rock pop se fatto bene non mi dispiace , sto ascoltando il nuovo King ‘s X e di pop ce ne a chili.

      • Levara? Grande album
        Questo lo metterò in ascolto a giorni

      • Non parlarmi dei LEVARA che se no mi ritrovo nuovamente in casa tutti i Santi del Paradiso… e quando succede è sempre un casino… casa piccola, troppa Gente, si alza un po’ il gomito e Giuda e Gesù finiscono puntualmente a litigare perchè non sono ancora riusciti a risolvere alcuni screzi avuti in gioventù… quindi non nominare i LEVARA… 😀

    • Sentire Ken Hammer in questo progetto fa proprio strano.
      Dettò ciò l’album scorre bene, un mix tra i Levara e in alcuni passaggi a qualche pop/rock band di grande acchiappo.
      In tale senso, “into the sun” e “see you again” mi ricordano qualcosa di già sentito; ascoltate senza vena critica (plagio), sarebbero/sono delle grandi canzoni.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Potrebbe sembrare scontato parlare di un disco così, ma altrimenti che rubrica dei classici sarebbe se non contenesse uno degli emblemi del cosiddetto hair metal?

    I Danger Danger furono tra i capofila della […]

    • BANG BANG
      Un album di una bellezza stratosferica.
      Pensare che era il loro album di esordio: capolavoro!

    • Uno degli ultimi capolavori della golden age (1990). Pensare che ho conosciuto questo disco perché ascoltai Bang Bang per radio e il giorno stesso andai in un negozio di dischi a comprarlo.
      Disco che ha fatto scuola, per esempio i midnight city hanno preso molto da loro.

    • Bellissimo disco e giusta reprise.
      No filler, ogni canzone possiede una sua anima che persiste dopo oltre 30 anni

    • …ho conosciuto i Danger Danger solo nel 1992 con il divertentissimo album hard glam screw it!!!….dopo poco mi accorsi di questo album registrato prima con altri componenti….si perche’ alle guitars c’erano Al pitrelli e Tony ray!!!….mi impressiono’ subito la differenza tra i due dischi….questo e’ molto piu’ ricercato e con quelle melodie piu’ vicine all’AOR di meta’ anni 80…alcune songs sono un po sciocchine ma altre davvero di spessore….amai subito la voce sognante di Ted Poley che aveva quella timbrica unica che non puoi trovare in nessun altro…davvero un gran album che ascolto dopo ascolto cresce sempre….anche ora dopo cosi’ tanti anni…bruno ravelli e’ stato un grande italoamericano….uno con il dono di saper comporre grandi songs!…l’ho sempre seguito con passione…nessuno dei loro album e’ scontato….nemmeno dawn!…ma nemmeno quelli dei defiants….amo anche l’era Paul laine …un altro grandissimo talento vocale….i DD son stati fin troppo snobbati dai piu’ ma sapevano e sanno veramente fare grande rock!!!!

      • io sapevo che al pitrelli fosse uscito prima di iniziare le registrazioni di questo disco e che parte del disco fosse stata suonata da Jay Taylor e il resto da Timmons….ma insomma cambia poco…..

      • io ricordo di aver letto da qualche parte che Timmons abbia registrato tutte le parti di chitarre, sia ritmiche che soliste, anche se ormai alla fin dei giochi, nel senso che i brani erano già in forma demo e già composti, cioè non partecipò alla stesura dei brani come invece fece per il successivo screw it.

    • per me DANGER DANGER è ben più di un classico.. è sul podio assoluto insieme a The Final Countdown e Hysteria.. devo dire altro? Leggenda

    • Grandissimo disco (e che bella cover) e nettamente il loro album migliore in una discografia un po altalenante.
      Under the Gun uno dei miei brani TOP di sempre.

      • no…ti sbagli….ogni loro album e’ un must….anche quelli con paul laine sono sempre ispirati e composti da favola…bruno ravelli e’ un grande compositore rock!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Parlare di chi sia Alan Parsons e della sua carriera di produttore o di autore mi pare alquanto superfluo perché chiunque leggerà avrà in suo possesso qualcosa a sua firma. Dopo tre anni dal precedente The Se […]

    • Parto dalla fine , consiglierei ai Journey di farsi produrre il prossimo disco da Alan. Del nuovo APP non ho molto da dire se non che mi ha musicalmente ed emotivamente rimandato indietro nel tempo in cui consumavo letteralmente sia le cassette sia i cd di Alan.
      Lo trovo superiore al precedente , niente di innovativo ma piace e parecchio , sarà per quei sottili deja vu che partono da Fare Thee Well e si propagano per piu o meno tutto il disco , sarà che l’ascolto in cuffia sotto il cielo stellato mi trasporta nello spazio/tempo ma devo dire che lo sto consumando di ascolti , gli ospiti fanno la loro porca figura (james durbin mi ha sorpreso positivamente) ma è tutto il pacchetto che funziona finanche la capacità magistrale di sintesi , siamo a 42 minuti di durata e la voglia di premere replay è tanta.
      Le prime cinque sono da manuale , Samuele dice che manca una hit , io la vedo in UROBOROS con un tommy shaw al top, forse si perde un po’ nella seconda parte , io avrei evitato la cover e ci avrei messo un inedito (pero sentire quelle nacchere!!!!)

      80/100

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Mentre sudate sotto l’ombrellone o in fila in autostrada potreste rinfrescarvi le idee con la puntata classici di Rock Of Ages. Noi di Melodicrock.it abbiamo pensato al refrigerio rispolverando un brano dal […]

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Terzo capitolo della saga GoK e terza copertina fighissima che dopo il viola del primo capitolo e il verde del secondo sfoggia un arancione evocativo, alieno ed intrigante. Naturalmente Gathering Of Kings resta un […]

    • Mmmh rece che mi ha incuriosito, ho buoni ricordi dei primi due…..magari faccio un richiamo e poi mi fiondo su questo .

    • Ok credo che dopo un solo ascolto posso dare un giudizio su questo disco , al terzo lavoro siamo in piena ordinaria amministrazione , compitino facile facile e ricetta identica ai 2 precedenti ed è qui che casca l’asino, si ascolta con piacere , suoni ok , cantanti strepitosi ma le canzoni le possiamo scambiare tra i 3 lavori senza praticamente accorgersene. Se proprio devo dare un voto (ho riascoltato i primi due lavori) darei un 8 al primo un 6.5 al secondo ed un 6.5 a quest’ultimo. Credo che sia ora di mettere fine a questo progetto , le idee sono finite col primo cd.

      p.s. ora vado a riascoltare quel grandissimo disco che è il nuovo CATS IN SPACE!!!!!!!!!!

    • I primi due sono tra le migliori uscite dell’ultimo periodo a mio avviso, qua non siamo a quei livelli, ci sono comunque diversi pezzi che lasciano il segno.

    • bel disco per me, hanno trovato una ricetta si scandinava ma cmq improntata su una certa personalità.
      3 dischi da avere per me, da godere all’ascolto.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 6 mesi fa

    La sovrintendenza ha autorizzato l’uso degli effetti pirotecnici e quindi il concerto di stasera all’arena di Verona si terrà regolarmente.

    • ma meno male! dopo di 2 anni di attese ci mancava solo la “fesseria” dell’anno per precludere al concerto

    • Si ringraziano infinitamente per la loro bontà e magnanimità tutte le autorità governative de …………………STO CAZZOOOO …..!!!!!!!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 6 mesi fa

    Oramai mi sto specializzando in gatte da pelare e questo Freedom è forse la più difficile che mi sia capitata finora…

    Un disco dei Journey è sempre un evento e bisogna prenderlo con la giusta serietà, sar […]

    • Recensione di Samuele in linea con un altra letta altrove e voto simile , vengono messe in evidenza la non buona cura dei suoni sopratutto la batteria e il consiglio di ascoltarlo più volte in quanto non immediato ma tanto poi ci si fa l orecchio. Non ho ancora sentito il disco , lo farò stasera in cuffia in formato flac mah. Tornerò.

    • Come già anticipato su altri lidi al mio amico Samuele, sono pronto per dire la mia su questo nuovo, attesissimo, lavoro della più grande band che l’AOR abbia mai conosciuto.

      Cercherò di approfondire alcuni aspetti che Samuele ha toccato (volutamente o meno che sia…) solo marginalmente, per poi esprimere il mio giudizio finale, che purtroppo, lo anticipo fin d’ora, non sarà quello che avrei voluto che fosse.

      Procediamo per punti:

      1) la produzione non è quella che ci si aspetterebbe da un gruppo che ha fatto la storia del Rock, e che, negli anni, ci ha regalato alcune delle produzioni più grandi e maestose mai realizzate: concordo con Samuele. E la cosa peggiore è che perfettamente accostabile ad una qualunque produzione dei tempi più recenti, di un qualunque gruppo emergente della scena musicale contemporanea, fatta di MacBook Pro e Focusrite.
      E’ un problema che influisce in maniera determinante sul disco e sulla piacevolezza di ascolto?
      Mah, se non siete dei malati della qualità sonora, potreste anche non accorgervi di nulla, o quantomeno potreste farci caso giusto lo stretto necessario, “avvertendo” magari una strana sensazione durante un ipotetico cambio di cd, passando da questo ultimo Freedom al più stagionato Raised on Radio…

      Sì, la produzione non è da Journey. Ed è un punto a sfavore di questo disco.

      2) il disco è eccessivamente lungo.

      E non parlo di 15 o 20 minuti in più. Parlo proprio di 35 o addirittura 40 minuti abbondanti di possibili tagli ed esclusioni. Una enormità.
      Una enormità sconcertante.

      Personalmente sono rimasto tramortito dai primi tre ascolti per intero di questo disco: mi sono ritrovato stanco, confuso, annoiato e quasi irritato, se proprio vogliamo dirla tutta.
      Perchè dai Journey mi sarei aspettato solo grandi melodie per tutta la durata del disco, come poi effettivamente è stato per la stragrande maggioranza degli episodi della discografia della band californiana.
      Ed invece sono stato ammazzato da fillers in successione (…che in prima battuta non sono neanche riuscito a distinguere l’uno dall’altro…), soli di chitarra della durata di 3 minuti, ritornelli ripetuti ad libitum e fading out di due minuti (…prima si spegne la batteria, poi la voce, poi la chitarra: un incubo!).

      Successivamente ho avuto la brillante intuizione di spezzare l’ascolto in due distinte sessioni: una costituita da 7 pezzi, e l’altra da 8.
      E’ stata la scelta vincente: tutti i pezzi sono stati ascoltati con la giusta attenzione, e finalmente ho avuto un quadro completo del tutto.

      3) Arnel Pineda canta sempre stupendamente, e anche se non è (…e non sarà mai) Steve Perry, è un cantante di grandissimo livello, oltre che una persona meravigliosa. Tre album, tre grandi prestazioni.

      4) i Journey sono grandissimi musicisti, ed il loro successo planetario dimostra la loro superiorità, che continua ad essere schiacciante ancora oggi: sanno come scrivere un grande pezzo, sono dei professionisti e si sente.

      5) Veniamo ai pezzi.

      Per quanto mi riguarda, oltre ai già citati problemi di lungaggini esasperanti, molti dei pezzi presenti sono fillers sconcertanti: la quaterna Come Away With Me, After Glow, Let It Rain, Holdin On è più pesante di un macigno, e Together We Run è l’opener più brutta di sempre per un disco dei Journey.
      Ci sono anche canzoni molto brutte: United we stand (…un testo di una banalità senza precenti…) e Life Rolls On (…che è di una impalpabilità sconcertante).

      E i grandi pezzi? Fortunatamente ci sono anche quelli: Still Believe in Love e Live To Love Again sono i veri capolavori di questo album. Due lenti di una bellezza commovente, con la chitarra di Neal Schon ad alzarsi regina al momento giusto, e a rendere le atmosfere così evocative da lasciare di sasso l’ascoltatore.
      Ma anche Don’t give up on us (…che sa tanto di Promises dei Def Leppard…), You got the best of me, The Way we used to be e la travolgente Don’t go funzionano alla perfezione.
      Menzione particolare la bellissima All Day and All Night: innovativa e irresistibile, con Arnel nelle vesti di un novello Prince.

      Veniamo alle conclusioni: il disco mi è piaciuto? Sì, e sarebbe stato un grande disco se fosse stato composto da soli 9 pezzi, e magari sfrondato di diversi orpelli, con una produzione magari più esplosiva e più in linea con la tradizione della band.
      I problemi sono quelli dei quali vi ho parlato, e purtroppo non possono essere ignorati.

      Comprerò il disco?
      Certamente sì.

      Con grande rammarico:

      75/100

      • È il primo caso di commento più lungo della recensione ( ╹▽╹ ), cmq a parte qualche pezzo che giustamente gradiamo in maniera diversa…un disco da 10 pezzi e una produzione da esseri umani avrebbe risolto molti problemi….ma come si dice… piuttosto che niente… meglio piuttosto

        • ahahahah 🙂 Sì, alla fine ho fatto una recensione anche io…comunque mi fa piacere che, pur con la giuste e piccole differenze del caso, siamo pervenuti alla medesima conclusione.

          E’ un disco del quale avrei voluto parlare con ben altri toni…
          Peccato, davvero.

      • Minchia sei stato più prolisso del disco:-) e no cazzo mi aspettavo un 29/100 :-):-)
        Scherzi a parte ho dato un solo ascolto e letto forse 6/7 Recensioni e devi dire che le più interessanti ed equilibrate sono le due di Samuele e la tua più un altra altrove. Da alcune parti si parla del miglior disco del dopo Perry!!!! Vabbè ormai dire o scrivere cazzate è un must oggi. Ho bisogno di ulteriori ascolti ….stand by.

        • Grazie, caro 🙂
          Io ho letto stamattina quella di melodicrock.com, ed è stato davvero triste constatare come quel sito sia diventato ormai totalmente inattendibile…

        • Grazie! Come ho scritto nella rece… qualcuno non ha potuto fare a meno di dare il votone a prescindere perché si chiamano Journey….senza contare chi oramai ha rinunciato al diritto di critica e da voti alti sempre e comunque…. credo che siamo rimasti in pochi oramai ad ascoltare i dischi prima di scriverne…

      • …mi sembri un politico che deve stilare il proprio comizio….potevi dire le stesse cose in due righe…comunque sono abbastanza d’accordo con quanto esprimi….album eccessivamente lungo…produzione solo discreta…brani anche molto diversi dal loro stile ma….si puo’ apprezzare anche per una certa volonta da parte di Neil e Cain di scrivere brani un po diversi dal solito come testimoniato da loro stessi!!!!

    • Eccomi qui dopo tre ascolti , sarò telegrafico:

      Note positive:

      1 Ho apprezzato un certo ritorno su sonorità e stile fine dei 70 inizi 80 .

      2 Ci sono dei bei pezzi almeno fino a live to love …..poi inizia l’altalena.

      3 nonostante la lunghezza a me non ha stancato e non è cosa da poco.

      4 prestazione dei musicisti stratosferica , unico dubbio mi e venuto sul fatto che fosse Pineda a cantare , boh mi è sembrato “scarico”.ed a tratti “sporca” la voce. Forse ha deciso di affrancarsi dall’essere un clone di Perry..

      5 Ballads azzeccatissime , forse le avrei sfoltite nel minutaggio. Castronovo su after glow è il clone di Perry …punto!!!!

      Note negative :

      1 Suoni , produzione e mix da rivedere , troppo low fi per i Journey , in cuffia poi questo si nota di più soprattutto sul drumming ma, meglio così che iper pompato stile loud war.

      2 Avrei tolto perche non mi sono piaciute proprio le seguenti songs: the way we……, let it rain, all day and all night, united we stand , life rolls on e anche l’ultima beautiful as u are non mi ha fatto impazzire.

      Dunque come giudicare alla fine questo cd? In due modi direi , o come ha fatto angelorock (onestissimo secondo me ) o analizzandolo nel suo insieme cercando di tirare fuori qualche aspetto positivo e qualche emozione che almeno nel mio caso si è palesata a tratti.
      Vedremo se reggerà nel tempo.

      70/100

      • Beh se si boccia questo bisogna bocciare l’80% dei dischi post 1992…cmq ripeto con 10 canzoni e una produzione umana …. sarebbe tutta un’altra cosa….cmq è un disco degno con un sacco di difettucci….che fatti dai Journey fanno sicuramente più impressione

        • Forse non mi trovo con la legenda dei voti ma da 70 a 79 cambia poco , io preferisco i voti alla vecchia maniera e qui siamo tra il 6,5 /7– .
          Aggiungo che l’aspetto emozionale è quello che è venuto meno piuttosto che la qualità del suono alla quale dopo un po’ di ascolti ci si abitua. Cmq la mia non è una bocciatura ci mancherebbe.

    • Arrivo a 83, ed entrerà nella top ten 2022.
      Allora…
      Si,la produzione è discontinua (si sente che è stato prodotto senza seguire una linea guida).
      Alcuni filler ci sono e pesano su 15 pezzi.
      al di là delle autocitazioni, su un genere che loro stessi hanno plasmato (Cain Schon), alcune canzoni sono di valore assoluto (anche per me le prime 5 sono di alto livello).
      C’è classe, c’è capacità tecnica ed ispirazione.
      Insomma, a chi nel tempo ha provato a copiare i journey, gli stessi hanno dimostrato che poi così semplice non è…

    • Do un parere anch’io… purtroppo dato dopo pochi ascolti ma il tempo è tiranno… non me ne frega molto della produzione e ormai penso che questo si sappia ma qui mi pare ci sia anche tanta disomogeneità, in termini di produzione e suoni, da un pezzo all’altro… le ballad in generale sono il lato che più mi ha convinto (anche come suoni)… concordo sulla lunghezza dell’album e sul fatto che almeno 5 pezzi sono pure filler, ma anche qui meglio 15 pezzi di cui solo 10 positivi che un album di 10 pezzi in cui non ne salvo neanche uno…
      … lo stile dell’album però è molto Journey e almeno le ballate ti prendono al primo giro, il resto ci va forse un po’ di più per carburarlo, ma l’album funziona e ammetto che per me è un bell’album alla fine… poteva uscirci un album da 90… resta un po’ di rammarico per fermarsi ad 80… però per me promosso

    • A me l’album sta piacendo non poco e non solo le ballate che comunque sono tanta roba. Sicuramente la produzione e i suoni potevano e dovevano essere migliori, ma si sente che siamo davanti ai Journey.

    • Non hai sicuramente tutti i torti, questi hanno fatto un demo a tutti gli effetti , sembra come se lo avessero registrato in presa diretta in sala prove , anche i pezzi sembrano incompleti come se stessero provando le varie soluzioni per arrangiarlo, anche la cover sembra buttata li…… un vero peccato perché il potenziale è alto. L ho risentito in cuffia ed è fastidiosissimo. Ripeto 6,5 la mia valutazione finale , di più proprio non me la sento.

    • …son daccordo con Mannini sulla questione produzione….non e’ certamente eccelsa…la pandemia deve aver davvero influito…comunque il voto mi pare fin troppo risicato…l’album e’ composto comunque da molte canzoni belle…considerando la loro caratura e il bravo Pineda alla voce io darei almeno un 85-88…se lo meritano a confronto di altri incompetenti del settore che si credono di saper scrivere buoni brani…le mie preferite sono le prime 6 piu’ united we stand dal risultato molto accattivante!

      • Ma infatti il disco non è affatto male…tolta qualche canzone di troppo… probabilmente il nome ha pesato in negativo nel mio giudizio proprio perché da loro mi sarei aspettato suoni eterei e brillanti…e non così impastrocchiati….poi il voto è una sintesi… l’importante è che spero di aver reso l’idea di pregi e difetti, grazie del commento.

    • come abbiano fatto a produrre un disco cosi male lo sanno solo loro, Fabrizio Grossi e magari Axel Rudi Pell..i pezzi ci sono ma suona malissimo sia in cuffia che su un buon impianto

    • Arrivo in ritardo ma prima proprio non ce l ho fatta!

      Disco che a livello di produzione non mi è sembrato cosi scandaloso (ma io ho la copia prodotta da Kevin Elson 🙂 ) mentre ho trovato la lunghezza dell album eccessiva e qualitativamente decisamente altalenante (tant è che metà album l ho “saltato” dopo solo tre ascolti).

      In alcuni brani sembra di sentire una cover band dei Journey tra autocitazioni e brani veramente poco riusciti.

      Per fortuna che in mezzo a tutto ciò risplendono almeno tre brani per me bellissimi alias Still believe in love, Live to love again e After glow, tre lenti dove la chitarra del nostro Neal torna a farci sognare e dove il buon Arnel non ha mai cantato cosi bene.

      In conclusione un album dove c è parecchio da scartare (ma su 15 brani ci puo anche stare) ma quello che resta è un piacevole ascolto con i tre brani di sopra da sentire e risentire….e risentire….

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 6 mesi fa

    Premetto che la scena italiana dell’ hard n’ heavy degli anni 80 non mi ha mai entusiasmato più di tanto, ed il gap tecnico e compositivo tra le nostre bands e le altre della scena nord europea (per non parlare […]

    • Disco FENOMENALE , questi secondo me hanno pagato il fatto di essere italiani.

      • Hanno pagato il fatto che la nostra scena ai tempi era a dir poco amatoriale….se qualcuno ci avesse investito loro secondo me avrebbero avuto tutte le carte in regola per fare il botto…

    • Simone Falovo gran chitarrista!!! Tutti gli Elektradrive bravissimi musicisti!

    • Mah, ragazzi…lui aveva una voce veramente al limite della stonatura.
      Capisco che fossero italiani, e che abbiano anche avuto un discreto successo…ma capisco perché non sono mai riusciti a fare il grande salto, ecco.

      Non un classico, a mio modesto parere.
      Un buon disco per die-hard fans della scena italiana, sicuramente sì.

      Tutti gli altri passino tranquillamente avanti.

      EDIT: Samuele lo classifica come “Gemma sepolta”, non come classico.
      Mi correggo dunque, e direi che ci può stare…sempre che voi rientrate nella categoria di ascoltatori di cui sopra…

      • Giusto per la cronaca nella sezione classici ci sono sia i classici che le gemme sepolte, la suddivisione ( o almeno come la intendo io che praticamente me ne occupo al 90%) è la seguente: classico è un disco che sia per vendite sia per qualità è riconosciuto dai più come un disco fondamentale; la gemma sepolta è una scelta molto più personale ed indica i dischi meno diffusi o passati ( almeno dalle ns parti) più inosservati,ma cmq meritevoli di essere riscoperti…. detto ciò come ho scritto nn ho inserito DUE perché personalmente lo ritengo all’altezza e non per partigianeria….e a me la voce piace un casino… figurati 🙂

        • Si, Samuele, ho notato proprio mentre mi rispondevi ed ho giustamente corretto. 🙂

          So che gli Elektradrive sono molto amati dal nostro pubblico, ed è un qualcosa che per me risulta da sempre inspiegabile…
          I limiti mi sembravano evidenti anche molti anni fa, ma la tua recensione mi ha spinto a riascoltare questa band…

          Purtroppo, i limiti, secondo me, sono rimasti lì…e anzi, mi sono sembrati ancora più marcati.
          Anche la produzione fu estremamente deficitaria.
          Le canzoni sono un po’quello che sono: carine a tratti, ma mai realmente memorabili.

          Un gruppo che è morto in maniera estremamente comprensibile, a mio modo di vedere.
          Non che oggi, i tanti nuovi gruppi che ascoltiamo, e che sono magari arrivati ad un quarto o quinto album, siano migliori degli Elektradrive, eh…

          • I mezzi tecnici della produzione sn quelli che sono e li c’è poco da fare…poi per il resto sn anche opinioni e giustamente li c’è poco da disquisire…(. ❛ ᴗ ❛.)

    • Madonni se NON concordo con Bontropi a questo giro… 😀 …ho amato gli Elektradrive ancor prima di scoprire che fossero Italiani… A Man That Got No Heart se solo avesse avuto una degna produzione e la possibilità al tempo di un passaggio radiofonico sostenuto avrebbe fatto sfaceli!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 6 mesi fa

    Hydra è una nuova band AOR/Melodic Rock nata da un’idea del cantautore/musicista svedese Henrik Hedström e “Point Break” è il loro prossimo album di debutto. N0g Henrik è un cantautore di Stoccolma da molti ann […]

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 6 mesi fa

    Dopo la defezione dagli Europe, gli Whitesnake hanno annunciato di vedersi costretti a cancellare del tutto le date di Milano di stasera e Vienna  per causa di una infezione della cavità nasale e della trachea con […]

    • Seeeee come no , tutta colpa dei condizionatori vero???? Prima europe e poi senza preavviso gli WS ……mah!!! Si stanno annullando troppi concerti per i miei gusti e comunque non ho rimpianti per aver voluto chiudere coi live , le fregature ormai sono all’ordine del giorno.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 6 mesi fa

    Come sempre vi consigliamo la replica della puntata di Rock Of Ages per passare il weekend con tanta buona musica. In questa puntata ospiti i Reckless con una intervista ed una corposa selezione di brani dal loro […]

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