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Harem78

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    La corsa al volume (AKA Loudness War)                     Come mai se prendiamo una edizione remasterizzata stampata recentemente di un vecchio classico ci sembra che suoni più poten […]

    • Molto interessante Samuele!
      Grazie davvero.
      Sono subito andato a curiosare il sito “Dynamic Range DB” che non conoscevo e che trovo utilissimo, ad esempio in caso di acquisti, per confrontare diverse versioni dello stesso titolo.
      Altro aspetto da considerare nell’ ascolto è la percezione soggettiva che ognuno di noi ha sulla gamma delle frequenze: con l’età ad esempio perdiamo man mano la percezione delle frequenze più alte.
      Ci sarebbero da scrivere dei libri…trovo comunque la cosa interessante e quindi sono personalmente favorevole ad un eventuale seguito.

      • Grazie mille! Si hai ragione si poteva andare anche più in profondità , ma avevo paura che metà lettori si impiccassero dopo tre righe ʘ‿ʘ, cmq vediamo come va , a me piace molto approfondire questi argomenti tra la musica e l’hi fi…. quindi magari stresso Denis per un seguito

    • Mi unisco anche io ai meritatissimi complimenti a Samuele, che con linguaggio comprensibile e allo stesso tempo tecnico è riuscito a spiegare una problematica così appassionante come quella legata al suono e alla sua qualità.
      Conoscevo qualche insignificante nozione di quanto trattato, ma neanche minimamente paragonabile a quanto illustrato nell’articolo. Tra l’altro, ora è tutto molto più limpido, soprattutto riguardo ad alcuni dischi di cui ho sempre odiato il suono (Death Magnetic è indiscutibilmente uno di questi, ma ce ne sarebbero tanti altri…).

      Sarei curioso di sapere da Samuele quali sono i dischi (al di là di ogni restrizione legata al genere…) che ritiene come punti di riferimento a livello sonoro.

      • Veramente grazie per i complimenti , che mi fanno molto piacere, ci sono diversi dischi che suonano bene, specie le edizioni originali fino al 90 , ma te ne dirò uno che ritengo assoluto, una edizione remaster del , incredibile ma vero, 1998 di Acqualung dei Jethro Tull.

        • Ora sono fisso su Dynamic Range e mi sto controllando tutti i dischi!
          Sto godendo per alcuni versi (…è bello avere la conferma di possedere dischi di grandissima qualità…), ma sto tirando anche tante parolacce su remasters che sono stati fatti con i piedi…

          Mi hai fatto scoprire un sito magnifico! Credo che caricherò anche io qualcosa per aiutare il database.

    • Tra l’altro c’è una comodissima app per Android sul Play store, per poter consultare sempre il data base di DR.
      Ve la consiglio assolutamente.

      • Ahahahah….ho creato un mostro…(◠‿◕)

        • No, guarda, non ne uscirò più! 😀
          È da ieri che mi sto incartando fra codici a barre, numeri verdi, arancioni e rossi!!!

          Comunque ora mi sto finalmente spiegando il perché i vinili mi piacciono tendenzialmente di più, a livello di suono, rispetto ai cd…o perlomeno rispetto ai cd più recenti. Pare ad esempio che, leggendo un po’a destra e a manca, il remaster di 1987 per il suo trentesimo anniversario (…quello del super box con 7 cd…), sia universalmente riconosciuto come una porcheria tremenda (…ed infatti a me non piaceva…).

          Anche i vinili dei Queen, recentemente ristampati nel 2011, sono estremamente compressi rispetto alle loro prime stampe.

          I vinili di Madonna invece sono stati rifatti allo stato dell’arte, così come quelli dei Pink Floyd…
          Quelli dei Metallica, merita solo And Justice For All…

          Bisogna davvero documentarsi prima di fare un acquisto: ne vale assolutamente la pena.

          Samuele, non ti ringrazierò mai abbastanza per questo articolo.

          • Grande! È vero bisognerebbe sempre documentarsi, per esempio quando io dico che le ristampe della rock Candy sono 99% delle porcherie e invece mi dicono che sono molto dinamiche perché suonano forte in macchina, non so mai se incazzarmi o scoppiare a ridere….e mi chiedo che razza di orecchie abbia la gente ◉‿◉

            • Assolutamente: Rock Candy da evitare come la peste. Stesso riscontro anche io, avvalorato dal data base di DR.
              Sono rimasto male anche per le ristampe dei Maiden del 1998, e per quelle degli Slayer.
              Le ristampe in vinile di Prince pare invece siamo magnifiche, ed infatti hanno punteggi altissimi.

            • Beh se in auto pretendi il suono perfetto vuol dire che chai il culo al posto delle orecchie :-):-) . È il peggior posto per apprezzare la musica. Ottimo articolo Samuele, mi ero già documentato in passato su tale argomento quindi conoscevo già un po’ di cose che hai scritto,via libera al seguito 🙂

          • Beh remasters in triplo o quadruplo vinile ( non ricordo ma lo comprai appena uscì) dei led Zeppelin è un capolavoro per me.

      • Mi fiondo…..

      • Come si chiama?

    • Miiiiiiiiiiiiiiiiiii Samu…ma quante ne sai?!?

      Davvero interessante l articolo….bravo…poi magari mi dai qualche ripetizione!!! 🙂

      Pollice su anche per me per il seguito!

      • Grazie mille, queste cose per me son molto divertenti, è che mi piace ascoltare la musica in un certo modo….pensa che per fare le recensioni mi masterizzo il CD per ascoltarlo sull’impianto sennò non riesco a dare un giudizio (•‿•), sono un po’ maniaco

    • Bravo Samu, te lo dico anche qui. Noi ci scambiamo spesso opinioni, quindi non mi dilungo, qui non scrivo praticamente mai, ma molti di voi mi conoscono di persona. Invito chi ha voglia, tipo Bontropi, di dare una occhiata alla pagina Facebook indicata da Samuele nell’articolo, dove alcuni di noi ” malati” ed appassionati (ma molto più malati) inseriscono le analisi, e se ne avranno voglia di chiedere l’iscrizione alla pagina e di partecipare (tanto le iscrizioni le decide il buon Luigi ahahah, ottimo amatore di Aor ecc..e del buon suono)

      • Grande Toni! Grazie è vero basta dire che vi mando io e Luigi accetta l’iscrizione anche perché sennò in 5 minuti vado a casa sua e gli suono il campanello (θ‿θ)

      • Grazie, Toni! Non ho Facebook però, quindi non posso prendere parte al gruppo, ma è come se lo avessi fatto! 😉

        Questo articolo è stato fondamentale per me perché ho cambiato radicalmente i miei criteri di acquisto.
        A meno che non si tratti di roba nuova, per la roba vecchia, che è ancora tanta (perché purtroppo mi piacciono un sacco di generi…) prediligo grandi dischi con grande qualità sonora. Tralascio il “completismo” (…non ha senso acquistare dischi come St. Anger o l’ennesimo live dei Whitesnake…), e mi concentro solo su dischi che so che saranno di mio gradimento e che andrò a riascoltare.

        Onestamente non riesco più ad ascoltare robaccia con produzioni sottovuoto o da primo album dei Carcass.
        La qualità sonora è diventata elemento essenziale alla base dei miei acquisti. Anche perché ho ripreso la buona abitudine di riservarmi un’ora al giorno per i miei ascolti con il mio impianto stereo che ho assemblato con tanti sacrifici nel corso degli anni…
        E quindi…me lo voglio godere! 🙂

        • Come molti di noi, sacrifici per l’impianto stereo…questa è un altra malattia (chissà, poi ci scambieremo pareri sui vari componenti Hi-Fi, che per questioni economiche e di età, ho smesso di cambiare frequentemente). Purtroppo, salvo rarissime occasioni, le ultime uscite non sono un granchè, e questo vale anche per artisti di fama, per rimanere più o meno nel genere mi viene in mente l’ultimo dei Judas Priest (che per altro mi piace, al contrario delle loro ultime 10 uscite), analizzato proprio sulla pagina dedicata. Per farla breve, ed essere il più chiaro possibile, anche se non è esattamente come scrivo, è come fosse uscito già in MP3. Molto peggio della maggior parte delle ultime uscite. Questo per dire che anche da un gruppo più noto ed uscito per una major, l’andazzo generale è quella della produzione da “telefonino”…e qui che la passione Hi-Fi te la metti dove non batte il sole…ahahaha

          • Quando vuoi, Toni! Con me sfondi una porta aperta in fatto di malattia da alta fedeltà…e comunque anche io sono arrivato ad una sorta di “pace dei sensi”, perché credo di aver trovato la mia catena ideale con i miei diffusori ideali.
            Probabilmente cambierei solo il mio Audio Technica Lp-120 a favore di un bel Thorens di alto livello…ma poi dovrei prendere un pre-phono all’altezza, con cavi altrettanto validi…e capisci bene quanto ancora potrei andare a spendere…
            Ad ogni modo sono contento così, e non ti nascondo che aprire un vinile, sia pure di un disco che conosco alla perfezione, che sia usato o rimasterizzato partendo dai tapes analogici, mi regala emozioni che non provavo più da molti anni…

            • A me deve arrivare il 120 x , ho appena venduto il mio vecchio technics BD 22 , e stó aspettando con ansia …..nn resisto più…(ب_ب)

              • Ti piacerà! 🙂
                Io gli ho abbinato una Audio Technica At100e (…la at95e di serie è troppo chiusa ed inscatolata), con un Art Dj Pre II, tappetino in sughero e stabilizzatore (il peso da applicare sul vinile) Dynavox.
                Sono molto contento!

                • La puntina ora vedo devo fare delle prove …io di preamp uso jec tc-754, ma ho sempre preferito il mat in acrilico, lo stabilizzatore sul vecchio non aveva senso…. adesso farò qualche prova…. dopotutto il divertimento è quello (θ‿θ)

                • Art Dj Pre II: rapporto qualità prezzo imbattibile. Io l’ho abbinato al mio Akai “vintage” (made in Japan) di fine anni ’70 (non sarà “Top” ma ci sono troppo affezionato).

                  • Sì, assolutamente: è proprio per questo che l’ho acquistato. 🙂
                    Ed è effettivamente così: anche perché ho considerato il fatto che fosse inutile prendere un pre-phono di fascia alta per collegarlo ad un giradischi da appena 300 euro in chiara fascia entry level.
                    Probabilmente oggi, con un po’di esperienza in più (…ed un budget leggermente superiore…) sceglierei un giradischi interamente manuale come qualcosa della Pro-ject (difficile prendere un bel Thorens sotto i 700 euro…).
                    In ogni caso il DJ Art pre II surclassa alla grande il preamplificatore interno dell’audio technica.

                    • APP CONSULTATA!!!!!!! Ottima e conferma che alla mia veneranda età 🙂 dopo anni di ascolti le mie orecchie non sono rincoglionite.
                      alcune brevi cosiderazioni :
                      1-lasciate perdere le remasters version e comprate dischi dai mercatini .
                      2-Fare i vinili da 180 o 200 gr non serve a un cazzo tranne che farti venire un epicondilite, i miei vecchi vinili suonano 20 volte meglio degli attuali.C’è da dire che purtroppo oggi sono tutti da 180 gr, colorati , sfumati , picture ma hanno dei suoni di merda.
                      3-Io ho un RE-LOOP 2000M con testina ortophon , impianto pioneer , non posso o meglio non voglio spendere di più , mi rovino già con gli acquisti di cd e vinili . Poi in ambito HI-FI si entra in un tunnel infinito dove non c’è limite di spesa.

                      • L’unico vantaggio dei vinili a 180 g è che si ondulano meno…per il resto conta come è stato trattato il master e come vengono stampati…si potrebbe scrivere un articolo solo su questo (◍•ᴗ•◍), per quanto riguarda l’hi fi è una passione , e quindi costa ovviamente come ho sempre sostenuto, ad un certo punto per avere piccoli miglioramenti la spesa cresce in modo esponenziale…. cmq l’importante per conto mio è avere un impianto decente per godere la musica e non ascoltarla sul telefono Pc radiosveglie bluetooth etc…

                • Qui si possono aprire discussioni interminabili, l’argomento hi-fi, è pieno di insidie. Poi naturalmente è “quasi” tutto molto soggettivo. Io ho un piatto, testina e pre phono Clearaudio. Mi fermo qui perché altrimenti non ne usciamo più, cavi, ampli, finali, ecc..ecc… discussioni infinite anche per gli audiofili di “professione”.
                  Dico solo che non tutti gli ultimi vinili sono incisi male, però c’è anche da dire che oggi l’analogico è quasi scomparso. Per i nuovi vinile esiste il problema del “Cutting” e non solo, parlando con un amico che ha lavorato fino ad un paio di anni fa con la sony, specialmente per i remaster, mi raccontava che gli ingegneri di mastering professionali sono una cosa rarissima, e che in Italia, capaci come negli anni 80 (oramai pensionati) non ne esistono più, anche perchè le etichette non li cercano.

                  • Sai quale potrebbe essere forse una soluzione per il vinile? Ed è quasi un ossimoro l’HD vynil…e cioè fare partire tutto da un file digitale HD con un nuovo processo di incisione laser su matrice in ceramica, che in teoria consentirebbe di bypassare buona parte delle limitazioni legate al mastering specifico per il vinile…..ma non so se essere contento o aver paura…. cmq sono in ritardo con la progettazione e temo che alla fine resterà solo una idea

                  • Allora sei avantissimo, Toni. Clearaudio è sinonimo di qualità assoluta. Io oltre all’equipaggiamento di cui sopra per il vinile, entro con l’Art DJ pre II in un preamplificatore Rotel Rsp 1098 e poi in un finale AMaudio A-20 Reference.
                    Onestamente ti dico in tutta sincerità che mi sono fermato alla sola configurazione Stereo, perché ho avuto anche configurazioni in 5.1, ma a parte trarne giovamento con esclusivo riguardo alla visione di film in DVD prima e Blu-ray poi, non mi è mai piaciuto ascoltare la musica in multicanale. E quindi ho smantellato il 5.1.
                    La musica per me sarà sempre stereo e così continuerò ad ascoltarla.
                    Ah, come lettore CD ho un Arcam Diva Cd73.

                    • Stessa impressione 5.1 out

                    • Samu, ho dovuto rileggere due volte la tua idea..perchè la matrice in ceramica mi è nuova, nel senso che se funziona sei davvero avanti..
                      Per quanto riguarda i sistemi surround non mi hanno mai preso, e nemmeno interessato. Sono (meglio dire: ero) un appassionato di sistemi Hi-Fi. Pienamente d’accordo con voi che non c’è paragone per l’ascolto di sola musica.
                      Per quanto riguarda il mio impianto, oltre a quanto descritto, da poco sono un felice possessore di un integrato Musical Fidelity, dopo anni di pre e finali (gli ultimi, che ho sostituito con il MF erano un Pre Parasound ed un Finale Luxman..ma fino a circa 6 anni fa ne ho cambiati un botto..meglio stendere un velo pietoso). Lettore cd Primare Cd32 ed un Rotel 1570, Ampli per cuffie Nuforce, Bluesound node 2i, casse Focal Aria 926, cavi Kimber, Audioquest e Van Den Hul…Il tutto per ascoltare Chicago 21 ahahaha, giusto per ridere…perchè per ascoltare il 99,99% delle ultime produzioni basterebbe un ferro da stiro ahhhaaahhahh

                      • La matrice in ceramica consentirebbe la stampa di fino a 10000 copie praticamente senza degrado…. sarebbe figo in effetti…. vediamo se ne riescono a cavare qualcosa….

                      • Tanti, tanti complimenti, Toni! Il Rotel 1570 ce l’ha anche mio fratello ed è veramente una bella macchina…
                        Sì, poi dipende chiaramente da gusti, spazio, filosofia… tendenzialmente io invece sono per la soluzione per+finale, ma ho sentito tanti integrati di livello davvero eccelso…quindi ti capisco perfettamente.

                        • Hai detto bene, sono gusti. Spero un giorno avrai la possibilità di ascoltare il Primare. Anche io, come te, ho sempre preferito pre+finale, poi dopo tanti anni sono passato ad un integrato, ed anche qui, per non cambiare altro, ho penato ma poi ci sono riuscito e sono contento. I gusti però non sono da confondere con dati oggettivi, nel senso che oggi pensano che l’iphone o la cassa bluetooth della Bose credano si sentano bene e li spacciano per alta fedeltà. E’ qui, che tendenzialmente faccio finta di nulla, mi defilo e parlo di altro, e credo sia meglio così.

                          • Ahhahaha, io faccio la stessa cosa… 😀
                            Ti dirò di più: potrò sembrare talebano ma ho provato mille soluzioni per la riproduzione di files FLAC con streamer di livello davvero alto, che andavano a montare DAC multipli che lavoravano con meccanismi di doppia conversione simultanea, ma alle mie orecchie il Flac non suonerà MAI come il CD o come il Vinile, o perfino come le tanto bistrattate cassette…
                            Avverto sempre quella fastidiosissima compressione che c’è, e non c’è niente da fare, per quanto si insista col dire che siano files lossless…per me hanno sempre qualcosa in meno.

                            Ho dunque messo definitivamente una pietra tombale sulla musica liquida, perlomeno all’interno del mio impianto…poi è ovvio che in movimento, in macchina, sul divano con l’iPad, non se ne può fare a meno…

                            • Teoricamente non ci sono compressioni se il file rispecchia davvero High Resolution, comunque ti basta analizzarli. I siti che vendono il download in High Resolution il cd lo fanno pagare come quello fisico (basta guardare HDtracks). Solo che a noi malati se piace lo compriamo (finché ne stamperanno). Per i servizi di streaming mi dicono che Quboz ha un ottimo servizio di HiRes, poi non so, non ho ancora approfondito

    • Articolo molto interessante

      • Grazie Giulio

        • Vogliamo dedicare un minuto all’inaspettata vittoria di una rock band a Sanremo?? Evento storico

          • lì devi sentire il Boss….personalmente io non so bene come definirli….e non mi fanno ne caldo ne freddo, ma dopotutto son sempre un Talebano 😉

          • non degeneriamo per cortesia …..:-)

          • L’album è veramente incredibile.
            Secondo me si tratta della più grande Rock band che abbiamo avuto dai tempi dei Litfiba fino ad oggi.
            Poi ci strappiamo le mutande per band da quattro soldi come i Greta Van Fleet, ma non parliamo dei Maneskin solo perché escono da X-Factor ed ora Sanremo.
            Il video del singolo poi è veramente bello, cattivo, disturbante e Rock.
            A me piacciono moltissimo.

    • Beh, complimenti Samuele! Articolo veramente bello e interessante!

    • Ragazzi, per chi fosse interessato, ieri mi è arrivata la stampa della Music On Vinyl di The Last Temptation di Alice Cooper: qualità davvero eccelsa.
      Vi consiglio di farlo vostro. Amazon lo vende attualmente ad un prezzo incredibile…

      • Già preso ……………disco della madonna!!!!!!!!!!!!!!!!! E non hai sentito l’ultimo ……….!!!!!!!!!!

        • Onestamente sto rivalutando molti dischi di Alice che, al tempo della loro pubblicazione, snobbai inspiegabilmente…forse perché lo diedi troppo presto per finito dopo i passi falsi di Brutal Planet e Dragon Town (…ma quanto sono brutti quei due dischi?!?).
          The Eyes of Alice Cooper è notevole, ad esempio, ed anche Dirty Diamond ed Along Came a Spider sono molto interessanti.

          Ovviamente The Last Temptation resta il mio preferito per questioni affettive. Trash è però il disco oggettivamente più riuscito.
          Non ho mai pienamente compreso i primi osannatissimi album.
          Ma ormai sapete che sono per le produzioni grandi, grosse e siliconate…quindi forse è dovuto principalmente a quello…

          • trash il migliore non direi , poi è chiaro che sono gusti ma zio Alice nei 70 già spaccava, ti deve piacere un certo sound grezzo però , tu invece vivi per tette e culi rifatti ….non hai speranze :-):-):-)
            ps DETROIT STORIES che è l’ultimo appena uscito è in cima alle classifiche di mezzo mondo ……e come dice zio Alice “il rock non morirà mai!”

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Cominciamo subito togliendoci il sassolino dalla scarpa, quando ho visto che era disponibile questo disco per la recensione, ma ho letto che era presente Ronnie Romero, mi sono un po’ caduti i cosiddetti. Oramai […]

    • Romero ovunque tranne che nel gruppo in cui sarebbe dovuto andare: i Gotthard.
      Mia opinione a parte, mi è venuto mal di testa solo a leggere i titoli ed i partecipanti.
      Per ora, passo ed ascolto Ronnie Atkins

    • Samuele mi hai fatto venire voglia di ascoltarlo… sulle prime quando avevo letto l’ennesimo progetto con il nome di Romero non ero riuscito ad andare oltre… 😀

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Per la rubrica , cosa diavolo è andato storto?  Ecco a voi gli Heavens Edge.

    Il disco è uscito all’inizio del 1990 quindi in epoca non ancora di declino, etichetta CBS e dunque una Major… il disco è pro […]

    • Discone da paura …..è andato storto che quattro coglioni hanno deciso a tavolino che questo genere doveva morire dal 1990 ed altrettanti minchioni (fans?) Decisero di nn supportare più questo genere…..io invece come tanti autentici appassionati lo abbiamo sempre supportato, infatti nell anno domini 2021 siamo ancora qui a parlarne….siamo immortali e delle “mode” ce ne sbattiamo le palle.

      • In realtà credo che nel caso specifico si tratti più di sciatteria delle case discografiche , anche perché se ha fatto successo un disco a ottobre dell 89 non vedo perché non dovesse farlo a febbraio del 90 , ancora l’odore di flanella a livello di uscite non era percepito anche se tempo due anni sarebbe cambiato il mondo….

      • caro mark huge io concordo con la tua tesi, che è poi quella che sostengo nel mio articolo sugli anni 90 pubblicato da poco.. c’è ancora chi sostiene tesi contrapposte, come qualcuno che ha commentato il mio articolo su fb, ma le parole da te usate per definire questi soggetti sono appropriatissime, quindi non infierisco ahahah

        • Se ce l’hai con me la stai facendo fuori dal vaso… Questo disco è dell’ inizio 1990 e di flanella nn c’era ombra…. quindi se questo disco, perché qui si parla di Questo disco ,è rimasto in ombra nn c’entra una mazza il grunge…..

    • Grande disco, stupendo e bellissimo il Timbro di mark Evans.
      Inizialmente doveva solo suonare il basso, è stato convinto a forza dalla band che doveva mettersi dietro al microfono.

    • Un bel disco (ce l ho in vinile) dove mi ricordo spiccavano le bellissime Find Another Way, Hold On To Tonight e Come Play The Game che mettevo in tutte le mie compilation dell epoca….

    • Il mio disco preferito con taglio heavy di una band esordiente.
      Grandioso album con una bella cover che ho pure menzionato nella mia recensione del primo album dei Midnite City.
      Le mie preferite sono: la stupenda “Hold on to tonight”, “Daddy’s Little Girl”, “Skin to Skin ” e ” Find Another Way”.

    • Bel disco di class metal, e’ un sacco che non l’ascolto. Nel 1990 c’era chi ancora vendeva milioni di copie, suonando questo genere Slaughter,Firehouse,Winger, Warrant.
      Altri come loro, gli Hurricane,i Silent Rage o i Cold sweat purtroppo vendettero di meno pur meritando alla grande.
      A me era piaciuto molto anche ” Some other time some other place” il loro secondo uscito su mtm.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Dopo aver trattato del primo Blvd nelle gemme sepolte (leggi qui), ed avere recensito ( recensione di Iacopo Mezzano) il più recente IV Luminescence (leggi qui), credo sia venuto il momento di chiudere il cerchio […]

    • Capolavoro in musica parlando del disco.
      Diverso ma ugualmente d’impato come l’esordio, meno pop più hard.
      Dave Forbes mi disse che in realtà Randall Stoll è stato l’unico batterista ufficiale della Band.
      Jerry Adolphe aiutò nell esordio perché Stoll impegnato in alcuni progetti a LA.
      Ci Sn dei demo di pezzi non utilizzati dalle session di ITS, ma nemmeno Dave sa dove siano finiti.

      • Speriamo che prima o poi gli ritrovi….sn sicuro che sarebbero delle chicche

      • Tra l’altro questo disco, così come i Boulevard in generale, non è conosciutissimo neanche nella platea di settore.
        Mi è spesso capitato di farne menzione fra appassionati e addetti ai lavori, e non di rado ho avuto strane facce in contraccambio…

        Giusto riconoscere l’importanza ed il valore di una band che avrebbe meritato molto di più.

        P.s. : Samuele, ora mi aspetto Coverdale/Page… 🙂

    • Una delle mie band preferite di sempre… e dal vivo una roba assolutamente CLAMOROSA!!! Visti al Legend Club hanno fatto un concerto da brividi!

      • Anche il recensore però è bravo ʘ‿ʘ, cmq a parte gli scherzi, una bella fortuna averli visti live, su RoA Forbes ha scritto come commento alla recensione che quando stó bordello sarà finito , sperano di tornare in Italia e questa volta, non posso mancare!

    • Che dire? Appena comprato su EBAY!
      TOP album

    • Uno dei TOP album AOR di sempre…Forbes un grandissimo…e al Legend disponibilissimo….che band…cha band!!!

      PS Denis ti ricordo che al concerto ti sei goduto solo i primi 10 minuti perche poi sei dovuto schizzare nel prato adiacente Legend per cacotto improvviso!!!

      • Si, il cacotto dove poi sei scivolato sopra tu… spero almeno pestarlo ti abbia portato fortuna… 😀 😀 😀

        Ha ha ha… a parte gli scherzi, concerto bellissimo!!! Mi mancano ste serate… e un po’ mi manca anche la gentaglia come te… ma solo un po’… 😀

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Mother Road, ovvero il nomignolo della Route 66 , la leggendaria higway americana che rappresenta nell’ immaginario il viaggio nel cuore degli Usa.

    Il gruppo fondato nel 2013 da Keith Slack (ex Steelhouse Lane) […]

    • MIOOOOO!!!!!!!!!!!

    • Lo sto ascoltando anche io proprio grazie alla recensione di Samuele.
      Vi farò sapere: le prime impressioni sono estremamente positive.

    • Mi piace molto la parte ritmica/solista, ma purtroppo Slack si attesta su tonalità medio basse, e ora capisco perchè non abbia più fatto coppia con Slamer per un nuovo capitolo Steelhouse lane, tra i pochi gruppi che merita di essere ricordati nei bui ’90, insieme ai Ten e pochi altri.
      Detto con molta amarezza 🙁

    • Dopo l’ascolto l’entusiasmo iniziale ha lasciato il posto ad una cocente delusione, disco piatto e fiacco in parte dovuto anche alla prestazione di slack, se voglio ascoltare del blues rock fatto bene e cazzuto vado altrove che c è di meglio, netto passo indietro rispetto all esordio , voto 70 di stima.

      • Davvero? Beh mi spiace a me è piaciuto più questo dell’esordio…. l’altro mi sembrava più whitesnake oriented e questo mi è parso più…. libero….poi però sn sempre gusti

        • È chiaro Samuele ci mancherebbe ma essendo io un amante del blues (e questo disco è fortemente incentrato su quello) mi ha deluso . Faccio due nomi di getto , gli ultimi di Joe bonamassa e blues pills…..altri pianeti.

      • In effetti Slack è una proprio spento, considerato anche che la voce sarà stata molto “sostenuta” e ripulita in fase di postproduzione

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Seconda fatica per i “13” di Joel Hoekstra che , in pausa dagli Whitesnake, riunisce la squadra del primo disco per proporci undici tracce di sano e robusto hard rock. Rispetto al primo disco le parti vocali sono […]

    • Il primo disco mi sembra sia passatto abbastanza inosservato anche se aveva buone idee e buoni pezzi… questo mi sembra sia addirittura bilanciato meglio come pezzi e Allen è un sicuro valore aggiunto a livello vocale. Particolare, forse non immediatissimo (anche se i ritornelli sono tutti ultra orecchiabili)… qualcosa di un po’ diverso dal solito ma che si lascia ben ascoltare! Promosso!

    • Minchia che formazione!!!

      Cmq Samu stai monopolizzando tutte le rece….ebbastaaaaa!!!!! 🙂

    • Sarebbe da acquistare solo per la line up cazzo!!!!!!!!!!

    • Assolutamente d’accordo su fatto che il riffirama ricordi il George Lynch d’annata, ma perchè no, anche John Norum con quelle note pedale “galoppanti”, ma sarà che, sono in overdose da H.E.A.T e da ECLIPSE(una spanna sopra tutte le band del momento), sento nei chorus sempre rimandi a queste due band, comunque album di ottima fattura anche se non credo troveremo la nuova “in my dreams ” o Is not love”, ma se per questo nemmeno più i Dokken originali riescono a sfornare hit vincenti, 🙁
      P.S: nel chorus hard to say goodbye mi ricorda tantissimo i Giant di stay o lost in paradise!!

    • Non nel mio genere abituale. Lo preferisco al primo.
      Miglior canzone: How Do You

    • un passo avanti rispetto all’esordio che nulla mi aveva comunicato.
      l’avevo trovato come un prodotto scritto a tavolino, senza pathos e ispirazione
      qua meglio ma devo ascoltarlo ancora e ancora

    • Ascoltato e ordinato subito….garanzia di grande musica qui !!!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Inizio con un interrogativo, ma ce n’ era bisogno?

    Arc Of Life viene definito un supergruppo di Progressive rock , ma in realtà sono gli Yes in versione ridotta, vale a dire che a Billy Sherwood (basso e Voce) […]

    • ……ma ce n’ era bisogno?…………..DECISAMENTE NO!!!!!!!……………..Cmq da fan degli YES un ascolto lo darò.

      • Mi dirai se sei d’accordo con me, nell’analisi che ho fatto.

        • Ho letto altrove un paio di recensioni che rispecchiano alla lettera le tue impressioni , direi che tre indizi fanno una prova schiacciante, io amo gli Yes classici ma ho comq tutti i loro dischi compresi gli ultimi (anche live) seppur siano meno ispirati, poi qui citi 90125 e big G , che con Drama sono assolutamente lontani anni luce dai fasti del passato (Pop prog direi) ma che ho consumato (entrambi anche in cassetta!!!!!!!!!!!!!) . A dimostrazione del fatto che questi erano dei mostri in tutte le loro incarnazioni.

          • Sai questa penso sia una recensione facilissima da fare , i punti di riferimento sono talmente evidenti che nn si può sbagliare….poi magari uno può preferire una canzone o un altra….ma la sostanza è quella li

    • Ne ho sentito parlare ma ancora non ho ascoltato nulla….

    • Non brutto ma, senza scomodare gli Yes, anche solo i “Circa” erano meglio.
      Alla domanda “ce n’era bisogno”?…personalmente direi di no.
      La copertina in “Yoso – Elements” style non è male.

    • ok un ascolto dato , disco fastidioso ed insipido come pochi , una cover band degli yes che tenta di fare (scimmiottare) gli stessi con brani originali …..uno schifo , penose e irritanti oltremodo le linee vocali ma proprio tutte , una fatica immane per arrivare alla fine del disco , leggo rife a 90125 o drama , ecco andate a sentire quei dischi e lasciate perdere sta merda, un consiglio , procuratevi “1000 hands” di Jon Anderson per capire chi erano gli Yes!!!
      Voto 3

      • Io andrei anche a riscoprire l unico disco solista (o forse ha fatto poco altro) di Chris Squire a nome FISH OUT OF WATER…un must!!

    • Non mi piace.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Mettetevi pure comodi, qui non ce la sbrigheremo certo in cinque minuti. Parlare di 1987, uno degli album più iconici dell’hard rock anni 80 richiederà infatti un po’ di impegno e di ricostruzione storica.

    Il D […]

    • E’ quasi inutile sottolineare che si tratti di un capolavoro. Se non si ha questo disco, non si ascolta e non si ama l’hard rock. Caposaldo assoluto

    • Samu questa te la potevi risparmiare…..:-) è come fare a braccio di ferro con un bimbo di 6 anni :-):-) e poi 1987 non mi sembra una “gemma sepolta” dato che il buon Dave ne ha fatte di ristampe…..ad ogni modo disco da avere in tutte le sue edizioni!!!!!!!

      • Ma nella rubrica classici, se nn ci metto i classici…. anzi mi stupisco che non sia stato uno dei primi dischi con cui ha aperto la rubrica, stó solo rimediando alle lacune del passato…..il prossimo disco che farò…. sarà Escape

    • “Navicella spaziale Whitesnake, chiama Terra!”
      Qui siamo veramente su un altro pianeta musicale.
      Irrangiungile stella dell hard rock.

    • Ottima recensione sicuramente da parte di chi conosce il passato dei WS 🙂 bravo! Disco “Must” da avere per forza. (pur essendo più fan dei vecchi album)

    • Sul disco ho poco altro da aggiungere, se non che chi non lo conosce deve ascoltarlo, e solo dopo riacquisire diritto di parola…
      Mi permetto solo di esplicitare un passaggio della recensione cui Samuele fa solo un accenno molto veloce: l’intenzione di conquistare il mercato americano parte proprio con Slide It In, che viene registrato una seconda volta, ma con Sykes alle sei corde…
      Fu uno dei momenti più cinici e spietati della storia dei Whitesnake.

      • Non lo sapevo della seconda registrazione….non l’ho letto mentre cercavo le note storiche x la rece

        • Sì, tra l’altro la versione con Sykes alla chitarra è clamorosa. Tutti i pezzi di accendono letteralmente, esplodendo tutto il loro potenziale.

          Della serie: Coverdale sarà stronzo, ma ha sempre ragione… Ahahaha 🙂

          • Oh cazzum…la devo cercare!

            • La trovi ovunque ormai… è il cosiddetto “U.S. Mix”.
              Ormai è inserito in tutte le nuove edizioni, ma una volta era difficilissimo reperirlo in Europa.

              • Ehhhhh vedi avendo il vinile e il CD prima stampa….ignoravo il fatto…. rimedierò

                • È normalissimo: venivano venduti quelli con Moody alla chitarra qui in Europa.
                  Io lo presi molti anni dopo su eBay: costava una cifra notevole.

          • Coverdale sarà stronzo, ma ha sempre ragione… Ahahaha
            Frase da incidere sulla lapide:-):-)

            • Poi è incredibile, perché per lui ho sempre avuto una venerazione ed un rispetto che non ho mai avuto per nessuno, nonostante sia stato davvero stronzo fino alla morte in determinate circostanze…

              Ma non puoi non amarlo.
              È un personaggio davvero unico.

              • Dillo a me che cantavo le cover degli Ws col mio gruppo (•‿•)

                • Comunque io avrei visto bene nella sezione “Gemme nascoste” quel capolavoro assurdo che fu “Coverdale/Page”.
                  Tra l’altro pare che sia di prossima uscita una nuova edizione rimasterizzata e arricchita di materiale inedito…ed ovviamente un bel vinilone.

                  • È già nella mia lista ovviamente….il problema è che nella lista ci sono anche altri 50 dischi su cui devo scrivere….. cmq i shake my tree and go! (•‿•)

                    • I’m waiting on you! Ahahaha 🙂

                    • c’è anche un mix più recente che è uscito nel cofanetto ed è ancora diverso anche se prende da quello US mix . Attendiamo rece di C/P….e se vuoi ridere ascolta la versione di Plant live di Shake my tree 🙂

                  • Quel disco è perfetto così….lho consumato!!!!

    • Personalmente lo acquistai solo perche c era il grande Aynsley Dunbar on drums….poi dischetto caruccio… 🙂

    • quando vedo certi 85/90/95 in giro ad alcuni dischi, e poi li confronto con 1987…..ahahahahah.
      Un disco da amare e venerare, peccato nella sua first press i volumi erano ovviamente ben bilanciati ma tenuti bassi.
      come detto da tutti voi un must .
      p.s. x samuele ?
      cantavi Coverdale ?!!??!?azzooooo

      • Vedi perché nn mi piace esagerare con i voti alti…. perché sennò a dischi come questo devi dare 250 🙂 ,…..beh cantavo Coverdale….ci provavo è più corretto (◔‿◔)

      • Yuri ha fatto un’ottima osservazione.
        Questo disco ha avuto tante, ma tante riedizioni…e non tutte le edizioni suonano allo stesso modo.
        Le stampe in cd credo di possederle quasi tutte (..forse mi manca la sola edizione jappo in HDCD…), e se dovessi sceglierne una fra tutte, direi che la primissima stampa è forse la migliore per dinamica e bilanciamento generale, nonostante il volume più basso rispetto alla media attuale, come rilevato da Yuri.
        La cosa migliore sarebbe mettere le mani sulla prima stampa del vinile, ma onestamente, fra i tanti tarocchi che si trovano online, è quasi una missione impossibile.
        Chi lo acquistò al tempo, se lo tenga stretto.

        • ottima osservazione/ consiglio
          io difficilmente vado alla ricerca di edizioni diverse perchè suonano meglio.
          è capitato di mollare delle first press perchè non ce la facevano + e di prendere delle riedizioni delle quali apprezzavo sia booklet con commenti o interviste e bonus track

          • Sì, assolutamente, anche io sono sensibile alle riedizioni in digipack con corposi booklet acclusi.
            Recentemente ho preso le ristampe in vinile dei Led Zeppelin (…che per ovvie ragioni anagrafiche non avevo mai posseduto in precedenza…), e devo dire che hanno fatto davvero un gran lavoro sia sotto l’aspetto puramente sonoro che quello grafico.

            • Se volete posso scrivere un articolo sulle ristampe e come suonano le varie remaster e perché… è un argomento che ho studiato molto, comunque per semplificare di norma sono da preferire quelle che suonano “più piano” perché incredibile ma vero sono quelle che hanno la dinamica più alta…. nello specifico 1987 essendo fine anni 80 non risente ancora della famigerata Loudness war e quindi sono tendenzialmente da preferire le stampe e ristampe ore anni 90…. cmq veramente se l argomento interessa chiedo al boss l’autorizzazione ad un articolo più esaustivo e documentato scientificamente.

              • Per me sarebbe interessantissimo.
                Anche per fare chiarezza su formati, tecniche di remastering, problematiche come il famosissimo “clipping” di cui sono affetti tantissimi dischi di epoca recente (Death Magnetic dei Metallica…).

                Samuele, tanti complimenti a te perché sei fonte inesauribile di idee.

              • In effetti è così Samuele , la loudness war ha fatto tantissime vittime vedasi black rain di ozzy o vapor trails dei Rush etc etc (infatti dopo qualche anno lo riregistrarono se non ricordo male). Oggi si valorizzano tantissimo i formati a 180 gr dei vinili , io ne ho molti ma quelli che suonano meglio sono i vecchi (insomma quelli più sottili) infatti se posso compro gli lp nei mercatini.
                Chiaramente conta poco il peso del vinile , la cosa fondamentale per il suono è il master originale…..cmq discorso lungo ma che sarebbe interessante da trattare come dici.

                • Assolutamente: concordo pienamente.
                  I vinili di oggi non sono minimamente paragonabili a quelli di una volta. Anche io, se posso, compro sempre nell’usato.
                  Il problema è che, comprando online, non puoi visionare (e soprattutto ascoltare) lo stato del vinile. Ho preso diverse sole per l’appunto…
                  Ma i vinili usati in buono stato sono delle bombe assolute.

                  • C’è un motivo anche per quello…. anzi molti motivi….ma il principale è che il vinile ha bisogno di un processo di mastering mooolto delicato e dedicato….che ai tempi era coperto come costi dal volume di vendite , oggi non più….senza contare la professionalità che si è persa negli anni…. metterò un capitolo nell’ articolo◉‿◉…..ci sarebbe da scrivere un libro intero

        • Ce l’ho oooooooooooo

    • Ieri sera, dopo la partita, ho voluto fare un confronto fra le varie edizioni in mio possesso di Slide It In, 1987 e Slip Of The Tongue.
      Per il mio particolare modo di ascoltare le edizioni migliori, a livello di suoni, sono state

      • prima stampa per 1987 (…anche se ho trovato il remaster EMI del 2007 molto valido…)
      • remaster EMI 2009 per Slide It In
      • remaster EMI 2009 per Slip

      In particolare ho trovato i remaster EMI, come d’altra parte tutta la serie, estremamente esplosivi e ben bilanciati.
      Vi consiglierei di evitare come la peste i nuovi mix/remix di recente pubblicazione: suonano in maniera terribilmente chiusa e compressa, oltre al fatto che sono caratterizzati da discutibilissime scelte di mixing rispetto alle versioni originali.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Questo disco ai suoi tempi generò una discreta battaglia tra gli aficionados di etichettatura , ho letto veramente di tutto,  hard pomp melodic space rock e chi più ne ha più ne metta , ora io capisco che dare una […]

    • Top Class!
      Vinile 1988 e CD Japan 1994 presenti.
      Non si butta nulla qui ma “Can’t hide love” ha qualcosa di speciale.
      Hai “centrato” anche “Chasing Shadows 2.0″…peccatuccio veniale secondo me.
      Nello stesso anno (1988) a me fece effetto, anche se di tutt’altro genere, l’esordio dei King’s X.
      Comunque molto valido anche l’esordio dei Prophet eh.
      Grazie Samuele per l’ennesimo tuffo nel passato

    • Gran bella riscoperta, disco e cover iconici, cd presente nella mia libreria.

    • Bellissimo disco che mi riporta alle mie passioni giovanili. Stupende can’t hide love e hands of time. Ottimo tutto il disco.
      On the run e Cycle of the moon sono cosi’spettacolarmente particolari.
      La critica li idolatro’
      Il successivo e il precedente sono meno belli.
      Russell Arcara aveva gia’fatto cose notevoli coi Surgin e Jack Ponti ma anche loro non avranno il riconoscimento meritato. Non male i solisti di Arcara.
      Sarebbe interessante avere nuova musica dopo la reunion al firefest del 2014?
      Ho poche speranze…..

    • Si, disco bomba anche per me.
      Probabilmente l’unica critica che mi sentirei di muovergli è il suo essere figlio di quegli anni di produzioni alle volte eccessivamente laccate: si sente lontano un km che è una produzione targata 1988.

      A parte questo, credo che sia la migliore rappresentazione dei Prophet.
      Gli altri dischi sono nettamente inferiori.

    • Ed io invece vado nettamente contro corrente e dico che il primo Prophet mi ha entusiasmato di piu di questo cmq gran bel secondo disco…peccato che siano spariti nell anonimato…o quasi…vabbe vado a risentirmi Away From You….

    • Ho avuto questo album in cd o vinile nel lontano ’98,(in quanto incuriosito dalla presenza di Russel Arcara, visto che in quel periodo era uscito il suo disco solista osannato dalla critica come sfolgorante esempio di Class/arena rock) ma ricordo che a parte un paio di brani non mi aveva troppo entusiasmato, all’epoca cercavo qualcosa di più diretto e meno elaborato, oggi probabilmente lo riascolterei con un orecchio più “adulto”, comunque condivido la critica di Bontropi, produzione troppo laccata e patinata, il disco poi non ha avuto successo perchè ricordiamoci chi nel ’88 c’era in classifica nelle rock chart, Bon Jovi, Europe, Def Leppard, Warrant, Whitesnake, Guns’n’Roses…il destino di questo lavoro era già scritto.

      • Si ma nell’ 88 sono usciti anche i Dream Theater, che erano qualcosa di totalmente diverso dal mainstream , e poi è andata come è andata, alle volte bisogna avere anche fortuna ed una label che ci crede, questo disco ( come tanti altri) è stato buttato nel calderone e lasciato al suo destino, nella vita conta essere più fortunati che bravi….. perché loro erano bravi davvero

        • ovviamente la bravura/preparazione dei musicisti non si discute, ma anche se avesse avuto un maggiore supporto dalla casa discogafica come competere contro sweet child o’mine , born to be my baby , let’s the good time rock , down boys, animal , is this love,…. non c’era proprio storia… magari con maggiore supporto potevano entrare nella top 100 non oltre..la fortuna nella vita conta..

          • Sarà che a me piace molto, ma in quel periodo ci sono stati album abbastanza demmm….che hanno avuto un grande successo commerciale… cmq è andata così…era una giungla il music biz in quegli anni….ora invece basta fare trap (ب_ب)

          • in questo album comunque una canzone bomba c’e.
            Sound Of A Broken Heart”, ovviamente non al livello delle canzoni che ha nominato, ma di sicuro impatto.

    • Le bestemmie… nel senso che avevo il cd di questo piccolo gioiello ma che ho perso negli anni della ristrutturazione di casa!
      Recentemente però ho ricomprato il vinile usato a 12€, un affarone.
      Disco fuori dagli schemi ma che contiene delle canzoni di grandissimo appeal come “Can’t hide love” e la sensazionale “Sound of a breaking heart”.
      Copertina che vale le canzoni: bellissima!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Work Of Art + Grand Illusion = Art Of Illusion? Se così fosse la recensione potrebbe finire qui, invece sembra proprio che non sia come in matematica e che il risultato sia diverso dalla semplice somma delle […]

    • Intanto la cover becca 3 , orrenda come la stragrande maggioranza, Lars si aggiunge ai vari soto , Romero e prezzemoli vari ma alla fine quello che conta sono le canzoni……sentiremo.

      • le copertine oramai…beh lasciamo perdere….cmq il buon Lars per ora ha fatto un disco l’anno romero ne ha fatti 6 in un anno:-)

      • Ascolterò…
        Sulle cover non mi esprimo più,…anzi dico solo che in tempi di musica “liquida” (ormai anche di alto livello qualitativo), curare l’artwork dovrebbe essere una delle poche armi a disposizione per invogliare l’acquisto del supporto fisico…mah.
        Work of Art + Grand Illusion = Art of Illusion…bello ma alla fine omonimo del gruppo polacco di prog metal…attivi dal 2002 e direi per niente male.
        Comunque a livello musicale per ora ho sentito parlare solo bene, ascolterò senza pregiudizi.

    • Gran bel disco e con un Lars finalmente fuori dai suoi registri canonici… bella scoperta!

    • disco piacevole e vario, anche derivativo (tanti riferimenti ai queen) ma per una volta no nell’accezione negativa del termine.
      Bel dischetto

      • Io sono sempre poco obiettivo quando si tratta di giudicare dischi con Lars al microfono (….che per me, da un punto di vista puramente vocale, è il Freddie Mercury dell’ AOR moderno…), ma anche questo mi dà l’impressione di essere un disco di alto livello.
        Tornerò quando l’avrò assimilato a dovere.

    • Lo ascolto solo perchè caro Samu gli hai dato 85… 🙂

    • Mah tutto abbastanza piacevole ma tutto già sentito, sembrano i woa con altro nome , qualche spunto qua e là a la toto / queen mescolati per bene ma sembra un progetto senza futuro.

    • Disco veramente originale. Bella sorpresa
      Ps Non mi piace come suona la batteria

    • Per me questo X Marks The Spot è un disco un po dai due volti…decisamente piacevole quando si dedica all Aor…dannatamente irritante quando tenta di scimmiottare i Queen (Waltz for the movies e culinary detour cestinate al secondo ascolto)…cmq niente di nuovo sotto il sole ma i pezzi Aor (o similare) si fanno ben apprezzare grazie al sempre grande Lars…

      • Pensa che a me invece piacciono di più le parti più….”sperimentali”, cioè proprio dove si tenta di uscire dall’ ordinario….poi sono anche gusti, ma a me lo scandi AoR fatto con lo stampino da anni ormai sta’ cominciando a stufare…ma magari sn strano io 🙂

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Ecco, questo disco potrebbe essere il perfetto prototipo della gemma sepolta, quasi una sua definizione enciclopedica, disco bellissimo (almeno per il sottoscritto) , periodo di uscita pessimo , nel 1992 anche i […]

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 12 mesi fa

    Mi rendo benissimo conto che parlare di questo disco potrebbe risultare superfluo, vista la fama e la diffusione che ha avuto, ma in una rubrica dei classici , direi che è un obbligo morale.

    La mia storia con […]

    • un classico da riscoprire e da ascoltare un paio di volte l’anno almeno
      col mio gruppo suonavamo “coming home” e “don’t know what you got” 🙂

    • Di certo l’appeal calcistico per un presunto juventino come me non ha lo stesso valore: Copertina bocciata 🙂
      Scherzi a parte, questo è il mio album preferito dei Cinderella, per distacco.
      La superlativa ballad “Don’t Know What You Got (Till It’s Gone)” vale più dell’intera discografia di altre bands.

      • Infatti dice che a Firenze abbia venduto tantissimo 🙂 , io per esempio ho qualche problema ad ascoltare gli….Zebra (◔‿◔)

    • Credo che il disco sia riassumibile nel gesto che Keifer rivolge ai suoi compagni prima di salire sul palco di Mosca…
      “Andiamo a spaccare tutto, ragazzi…”.

    • un grande grande album per un enorme band che purtroppo non ha saputo modernizzarsi…ma daltronde era troppo legata alle origini country roots americane!… a mio parere heatbreak station e’ pero’ superiore per maturita’ e suoni…non parliamo poi del dimenticato still climbing che ha dei pezzi al suo interno pazzeschi!!!

      • A me piacciono tutti, però nell’immaginario collettivo ed anche per risultati commerciali….il loro classico per antonomasia è LCW….

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Mi sono accostato a questo disco per la curiosità delle atmosfere Whitesnake evocate dai lavori precedenti di Alex Beyrodt e per la presenza di David Readman , che avevo apprezzato nei lavori dei Pink Cream 69 e […]

    • Disco inutile come tutti gli altri, né carne né pesce tanto mestiere e nulla più.
      Di gran lunga più bello il nuovo sinner. Chiaramente in giro si parla di capolavoro ma si sa che sti qua sono paraculati.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Steve Stevens gran personaggio,un vero animale da palco che  ho avuto la fortuna di ammirare nel 2015 con Billy Idol .  Noto ai più grazie alla sua collaborazione con miriadi di artisti rock , nonchè autore del […]

    • Discone …..PUNTO!!!!!!!

      • Fulvio replied 4 anni fa

        Approvo!
        Altro discone sarebbe “Fighting for the Earth” dei Warrior con Parramore McCarty alla voce (come citato nell’articolo). Ma forse qui sarebbe troppo “off topic”

    • ottima riscoperta, un disco che non stanca mai . bella recensione, bravo samuele !

    • le prime 4 canzoni valgono da solo il biglietto
      ma quel che rimane impresso sulla pelle è il suo ToP Gun Anthem: pelle d’oca!

    • mimmo replied 4 anni fa

      Be..altro discone…non c è che dire…Atomic Playboys e Desperate Heart due pezzoni…suonato e prodotto alla grande….però qui caro Samuel sei andato a colpo sicuro…troppo facile 🙂

    • uno degli ultimi colpi di coda degli anni 80…un vero capolavoro e uno dei miei album preferiti di sempre…..la band qui era pazzesca e steve stevens e’ ancora un gran genio delle sei corde….molto di piu’ di molti presunti guitarhero!!!….questo album aveva anche un forte risvolto politico anti entablishment …sapete chi erano gli atomic playboys?????…..erano i soldati dell’esercito americano che furono mandati ignari a subire l’effetto delle radiazioni sull’atollo di bikini durante gli esperimenti di test sulla bomba atomica…il tipo che parla all’inizio del brano e’ l’ammiraglio delle forze armate usa che minimizza sull’effetto di tali radiazioni che portarono in breve alla morte di migliaia di soldati esposti ai raggi gamma!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Uno due tre…… Capolavoro e potremmo anche chiudere qui la recensione.

    D’altra parte era l’anno magico 1989 l’apice aureo del melodic rock e visto i nomi coinvolti non poteva essere altrimenti, tutto il g […]

    • Fulvio replied 4 anni fa

      Poco da dire e tanto da ascoltare.
      Disco magico di un anno magico.
      Mi piace tutto, compresa la copertina (il “logo” l’ho sempre trovato magnifico).
      Ho la prima stampa Japan che negli anni ha anche acquistato un discreto valore.
      Da custodire gelosamente o da reperire assolutamente!
      Buon Anno!

    • Bello bello bello. Considerato sempre unico nel suo genere. Difficile scindere una traccia da un altra fino a che non arrivi ad How long e parti con un repeat da secret information. Dischi cosi non se ne scriveranno più.
      Classe e melodia

    • Lorenzo replied 4 anni fa

      Concordo in pieno con voi ragazzi, disco elegante, raffinato e sobrio, curato e bellissimo. Produzione e songwriting, d’alta scuola. Classe e mestiere da vendere. A ragione Samuele: “capolavoro”. Punto e basta, non c’è bisogno di aggiungere nulla.

      • È che mi pareva brutto fare una recensione di cinque parole 🙂 però il succo è quello.

    • mimmo replied 4 anni fa

      Ragazzi avete gia detto tutto….classe ,classe e ancora classe…ma poi come cacchio è suonato e prodotto sto disco?!?

      Unico rammarico aver ascoltato cosi poche volte la bellissima voce di Moon Calhoun dopo questo How Long….un Lp che mi tengo stretto stretto….

      Samu mo però hai scassato….qua ogni volta la nostalgia sale di brutto….. 🙂

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    The Quest – Change – Gemma SepoltaLa seconda e ultima opera dei britannici The Quest è un disco che come sonorità si muove  in un territorio di derivazione neo prog che lambisce da un […]

    • mimmo replied 4 anni fa

      Album che non ascolto da una vita ma che ai tempi mi era piaciuto assai…Samu stai per caso traslocando e hai trovato dietro la cassettiera qualche disco dimenticato?!? 🙂

      • No ho già traslocato troppe volte in vita mia 🙂 è che guardo gli scaffali con i CD e i vinili e cerco di recuperare quelli che ritengo più particolari….a tirare fuori i Bad English son sempre in tempo (•‿•)

    • Mah! Di solito in quegli anni tutto ciò che mi rimandava al sound dei dream theater lo scartavo …..mò lo cerco , sono curioso.

      • Ma dei DT c’è solo qualche ombra….qualche punteggiatura ritmica….sono molto diversi questo è un prog più leggero soave introspettivo….ti potrei citare Damnation degli Opeth per fare un paragone tra atmosfere…ma a me piace tantissimo e nn sono attendibile ʘ‿ʘ

    • disco unico nel suo suono e genere come fredom dei whiteheart o i jag di longest road molto bello

    • Avevo solo il primo. La lettura e l’ascolto mi hanno invogliato a cercare anche questo.
      Trovato a 5€ in perfette condizioni e preso al volo.
      Grazie Samuele

      • Grazie a te per aver seguito il consiglio….. cavolo a 5 EUR quasi quasi ne comprerei un’altra copia (◠‿◕)

        • In effetti…trovato su Discogs in Finlandia 5+5 di spedizione + 1 mese di attesa…Arrivato oggi, perfetto…direi un affare.
          Ciao

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Fine anno è periodo di classifiche e di considerazioni sull’anno che è appena trascorso e se per via della Pandemia è stato un anno orribile , musicalmente è invece stato un anno ricco un po’ in tutti i gen […]

    • Band stellare ed ennesimo grande disco. Prog di gran classe, senza mai essere stucchevole

    • Disco un po’ fuori tema su mr.it ma ……CHE DISCONE!!!!!!
      Uscito in versione 3 cd

      • Lo so 3cd con versione strumentale e versione acustica più il book con l’artwork….. peccato per motivi economici non ho potuto prendere quella versione…. cmq come off topic ha il suo perché (•‿•)

    • Fulvio replied 4 anni fa

      La buona musica non è mai “off topic”.
      Recensione graditissima per un lavoro che, secondo me, con “Wobbler” forma la coppia di migliori uscite dell’anno in ambito prog.

    • mimmo replied 4 anni fa

      Samu vedi mo di non allargarti…a parte che vorrei sapere chi ti ha dato il permesso di pubblicare una recensione Prog su queste pagine…ma poi…poi questo è un GRANDISSIMO album di una delle mie band preferite (visti negli anni 90 a Cusano Milanino…e ho detto tutto!!!) che da qualche anno latitava un po con dischi non proprio eccelsi dopo averci dato autentici capolavori come THE WORLD (immenso) e THE MASQUERDE OVERTURE….Soul and the Sea da brividi…e basta…se no vado avanti 1 ora…..

    • Grandissimo disco.

      Giusto metterlo qua, sempre di buona musica si tratta.

    • Grandi Pendragon. Anch’io c’ero a Cusano Milanino. Il problema è sempre lo stesso, ovvero il voto. Se dai 100/100 all’ultimo (per me discreto da 70/100), quanto daresti a The World, Window of life e Masquerade Overture ? Non credi che un voto vada contestualizzato almeno nell’ambito della discografia del gruppo ?

      • No no forse non mi sono spiegato….io do 100 a questo perché ritengo che meriti 100 . Se poi devo fare il confronto con i classici da te citati può esserci mezzo voto di differenza, ma contestualizzato a questi anni , per me questo disco merita 100 se poi sia un 95 sn dettagli, ma il mio voto è ben ponderato, si può non condividere, ma è la mia opinione.

      • I gusti sono gusti e non si discutono. I numeri sono numeri e personalmente non mi piacciono se usati per giudicare qualsiasi cosa. Questo perché poi ci si focalizza sul solo voto tralasciando le motivazioni.
        Dalla legenda recensioni: 70-79 = “Album gradevole che non spicca per nessun particolare…” Per un album dove faccio fatica a trovare difetti mi sembra poco attinente.
        Anche a livello di artwork il lavoro è molto curato: ho preso la versione “Artbook” ed è uno spettacolo.
        Pieno rispetto comunque per il parere espresso, ci mancherebbe.

        • Invidia , quella edizione deve essere stratosferica

          • Ho avuto la fortuna di poter “saccheggiare” una collezione privata rilevata da un negozio di usato. Ho preso alcune “chicche” tra cui questa: a 35€ assolutamente pari al nuovo.

        • Cmq caro Fulvio io tralascerei completamente la Legenda perchè scritta da Denis ed è una di quelle cose che mi fa venire l orticaria 🙂

          • Farò pressioni per una revisione….(◠‿・)

            • Bravo…anche perche da 70 a 79 cioè dal 7/8 album gradevole non se po senti!!! 🙂

          • Mi sa che hai ragione…
            però finché c’è mi viene da correlarla ai voti assegnati e neanche 70 a Pendragon “se po senti”…sempre a mio gusto ovviamente.

          • Mai compresa , non inutile per carità ma concepita male , da 70 a 79 ….azzo significa????? Proviamo a sperimentare per un pò senza voti .

            • Stiamo vedendo di rielaborarla meglio, anche se non sono un maniaco delle votazioni, ritengo però il voto necessario ad un giudizio di sintesi, magari vedremo di centrarla e motivarla meglio…..stay tuned

              • Una recensione senza voto è come un lenzuolo senza fine.
                Il voto DEVE esserci. Il voto è sintesi, conclusione, riconoscimento di valore.
                Io mi sfavo a leggere già quando si parte col track by track di 89 minuti, figuratevi se non vedo il voto…
                La recensione è sempre qualcosa di molto soggettivo, ma credo che se ben scritta, e ben congegnata, basterebbero davvero poche parole ed una semplice attribuzione di voto.
                E comunque credo che la leggenda attuale sia assolutamente ben fatta. Secondo me dovreste togliervi semplicemente dalla testa l’illogico confronto con i dischi del passato.

                • Mi vuoi fare velatamente capire che scrivo dei pipponi assurdi? ◉‿◉, Cmq si se non si tratta dei classici il voto è utile, anche se magari , un affinamento della legenda per renderla più centrata male non fa….ci stiamo lavorando.

                  • Ahahahah, no, Samuele, dico solo che io sono, da sempre, un sostenitore del “poco ma buono”.
                    È un concetto suscettibile di applicazione concreta in qualunque settore, credo.
                    Entrando nello specifico, trovo da sempre inutile e tedioso il track by track: sia perché non si riesce mai davvero a descrivere a parole un determinato componimento musicale (se non tramite analogie…che possono anche non funzionare a seconda di chi legge la recensione…), sia perché, sempre secondo me, il lettore non vuole mai davvero sapere cosa troverà in quel disco, ma semplicemente se vale la pena di investire il suo tempo nell’ascolto di quel determinato disco.

                    Poi ovviamente è naturale che una recensione debba essere formalmente ineccepibile, coerente e dotata di senso logico. Ma questo lo sapete, non devo dirvelo io… 🙂

                    • Devo dire che ci sono due scuole di pensiero , chi da molti incipit e lascia al lettore le conclusioni e gli iperdescrittivi, personalmente sono sempre stato molto combattuto sul track by track e cerco di non farlo in maniera iper descrittiva , ma cercando di dare una idea emozionale che il disco da pezzo dopo pezzo, il fatto che poi mi riesca è tutto da verificare , cmq ci sono sempre compromessi da fare anche nello stile di scrittura e ogni tanto si parte un po’ per la tangente…..

                      • Sì, assolutamente: so che ci sono molti lettori che apprezzano track by track ultra-particolareggiati.
                        Onestamente mi chiedo come facciano, ma è chiaro che ognuno ha i suoi gusti, come sempre d’altra parte.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Probabilmente questo recupero farà discutere, già ai tempi della sua uscita il disco non scaldò tanto i cuori degli appassionati di Mr.Rodgers che, se dobbiamo dire la verità, già mugugnavano dopo i due album dei […]

    • Fulvio replied 4 anni fa

      Ottimo Samuele! Grazie come al solito.
      La copertina mi ha fatto ricordare “Alias”, altro bel pezzettino….Up to you.

      • Alias by Freddie Curci è già in programma per il ripescaggio…. grazie a te e a chi segue questo viaggio nella memoria!

    • Ho una splendida versione in vinile…..e poi adoro tutto ciò su cui ha cantato paul rodgers….persino coi queen.

      • Riascoltavo il live con Paul proprio alcuni giorni fa: lo trovo infinitamente superiore a quanto fatto con Adam Lambert.

        Venendo al disco oggetto di recensione, lo presi usato, pagato praticamente nulla, ad una decina di anni dalla sua uscita.
        A me piacque allora, e continua a piacermi anche ora.
        La voce di Paul è stata sempre magica, e seppur ritenga superiore la Heartbeat dei Leppard (la versione elettrica, in special modo…), la versione contenuta in questo disco è puro incanto.

        Un grande disco, stranamente poco fortunato, come accadde a tanti altri dischi pubblicati in quegli anni…

    • mimmo replied 4 anni fa

      Bel disco che alternava pezzi decisamente grandiosi ad altri di livello discreto….ma come suona questo disco (grazie anche al prezioso contributo degli ospiti presenti)…Paul Rodgers sempre una garanzia!

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Bad Moon Rising – Blood – ClassicoDISCLAIMER doveroso : in questa recensione non sarà presente nessuna traccia di obiettività se non vi troverete d’accordo con le opinioni di chi s […]

    • Ah ah ah io appena ho visto la cover dell’album non ho neanche iniziato a leggere…..dico solo che ce l’ho!!!!!!
      Ps cmq poi la leggo lo stesso la tua rece Samuele , lo sforzo va premiato 🙂 🙂

    • Fulvio replied 4 anni fa

      Bad Moon Rising capolavoro indiscutibile e non è il caso di aggiungere altro come da te rimarcato. Ma…Kal Swan…Ok i Lion ma lasciami “spendere” una menzione (anche se “off topic”) per “Tytan – Rough Justice”…gioiellino NWOBHM (anche questo presente in collezione, vinile first press).

    • Io lo presi mi pare nel 1996…
      Onestamente non l’ho mai ritenuto un capolavoro: men che meno un disco da top 50 dell’Hard Rock.

      Il debutto dei Brother Cane, di solo un paio d’anni dopo, questo disco se lo mangia a colazione e lo risputa fuori…

      EDIT: mi correggo. I due dischi uscirono proprio lo stesso anno.

      • Evidentemente non hai letto il disclaimer 🙂

        • Si, tranquillo, Samuele, ho letto…

          È che al di là di qualunque venerazione, secondo me ci sono anche molti limiti tecnici e carenze di produzione…
          Poi come dicevamo altrove: non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace… 🙂

          • Appunto sarà difficile trovare dei dischi che non abbiano detrattori, questa è solo una selezione di quello che io ritengo classico o disco da riscoprire, solo che in questo particolare caso ho tenuto a precisare la natura particolarmente personale di questa recensione…come ho detto spudoratamente partigiana 🙂

            • Ok! 😉

              Secondo me un altro classicone pazzesco, che meriterebbe una recensione, è “Funk-O-Metal Carpet Ride” degli Electric Boys…

              Fu un album probabilmente troppo avanti perfino per quei tempi…

    • ALBUM SOLIDISSIMO

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Abbagliato dall’album precedente , ma stordito dai singoli usciti per promuovere questo Freakshow mi sono approcciato al disco da un lato con aspettative di sonorità prog maestose e dall’altro con la paura di […]

    • 60 ? Per carita’ i gusti sono personali, ma questo secondo me e’ un gran bell’album, con belle canzoni e belle melodie.
      Secondo me almeno 75 – 80.
      Ho visto incensare dischi veramente mosci e monotoni, questo secondo me merita al pari del primo album.

      • Rispetto la tua opinione, a me invece rispetto al primo mi è parso un notevole passo indietro…. impressione personale naturalmente….

    • A me è piaciuto, meno dell’esordio ma è un discreto lavoro , le songs ci sono e poi l’artista in questione mi è sempre piaciuto, avrei curato un pò meglio la produzione.

      • Son sempre gusti alla fine… forse avevo delle aspettative più alte io, o forse a mio orecchio la predominanza di Norlander in fase compositiva ha spostato troppo il sound verso territori a me meno graditi…..boh delle produzioni invece meglio non parlare perché oggi come oggi il livello è sottozero in generale

        • Sicuramente , pensa che anche per me nei primi due ascolti non mi convinceva poi ….boh mi si è infilato in testa a tal punto che ho iniziato ad apprezzarlo 🙂

    • mimmo replied 4 anni fa

      Concordo appieno con la rece….netto passo indietro rispetto al bell esordio e canzoni ben poco ispirate…sembra quasi che il duo non sapesse bene da che parte dirigersi…mah…

    • MI accodo anch’io che rispetto all’esordio è un bel passo indietro… non è un brutto disco, ma ascolti questo e a seguire l’esordio e sembra che questo sia stato buttato giù un po’ frettolosamente… parere personale! 😉

    • Fulvio replied 4 anni fa

      Il disco è, a mio avviso, tutto sommato gradevole.
      Certo che mettere in apertura i 3 brani forse più “insipidi” non aiuta (vero che sono forse anche i più commerciali…).
      Oltre ai brani citati da Samuele mi è piaciuta anche “The Last Time Traveller”.
      A livello generale sembra mancare un po’ di convinzione…sembra a tratti suonato e soprattutto cantato con “sufficienza” come ad esempio nell’ “opener”.
      Brano preferito: “When Ravens Cry”.
      Di voto preferirei non parlare…comprensibile che il confronto impietoso con il predecessore predisponga ad essere severi.

      • Ma infatti non è una stroncatura…. chiamiamolo un disco più debole e magari “tirato via”…. è cmq un 6

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