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Harem78

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 7 mesi fa

    Dopo aver visto un post sul gruppo Fb di Rock Of Ages mi sono accorto che avevamo mancato questa uscita e mi sono messo all’opera per rimediare, dopotutto in questo anno e mezzo pandemico è stata data alle stampe […]

    • Bello, tutti i singoli si lasciano ascoltare senza skippare, realmente una ventata di novità, rispetto ai soliti dischi di stampo nordico.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 7 mesi fa

    Lasciato colpevolmente sul fondo del calderone dei promo della redazione, vuoi perché eravamo tutti intenti ad aggiudicarci le recensioni dei grossi nomi, vuoi perché il precedente “The great divine” era un album […]

    • Ringrazio anzitutto Vittorio per aver recensito (con molto coraggio, ahahah…) questo album assolutamente pazzesco.
      Mi sono accostato all’ascolto per pura curiosità, invogliato soprattutto dalla descrizione, così accurata e precisa, fatta in recensione.

      Secondo me siamo di fronte ad un disco di dimensioni titaniche.
      Sì, non è Melodic Rock, non è TamarrAOR, ma è quanto di più bello io abbia ascoltato negli ultimi mesi: Queen, Muse, Prince, Killers, Morricone, Led Zeppelin…
      Impossibile descriverlo meglio di come abbia fatto Vittorio in recensione.

      Concordo: non piacerà quasi a nessuno.

      Per me, altro pretendente al titolo di disco dell’anno.

      98/100

    • Mmmh non so ma ad un primo ascolto lo trovo un po’ fuori dalle mie corde diciamo, eppure ascolto di tutto , lo lascio “decantare ” un po’ poi ci ritorno.
      Sicuramente molto personali ma brani molto diversi tra loro , the streets bel pezzo.

    • Questo e’ davvero un gran disco… non li avevo mai sentiti nominare, sono stato incuriosito dalla recensione e sono andato a sentire un po’ di canzoni su Youtube e poi ho ordinato il CD. Davvero una rivelazione, album bellissimo e che cresce con gli ascolti

    • V’ho mai detto una cazzata io?!? 😀

    • Ragazzi non pazziate…l’album non lo so ma il brano melodicrock dell’anno è “out on the run” dei Nestor per me non si discute nemmeno.

      • Ahahhaha, non ti sapevo così fan del Balboa AOR, Bad! 😀
        Sì, è un bel pezzo.

        • Per me funziona così : se un brano suona meglio(o quasi meglio) dell’originale in versione acustica o piano e voce allora è un gran brano. Nello specifico quello dei Nestor va alla grande in entrambe le versioni, naturalmente mio parere personale e circoscrivendo il discorso al MR. Questi Reach non mi dicono un gran che , ammetto che i brani mi hanno alquanto annoiato .

          • Credo che dirà la sua (…per me molto inaspettatamente, fra l’altro…) anche il nuovo disco di John Mayer, che, stando ai primi quattro pezzi fin qui pubblicati, sembra avere un 80s sound assolutamente pazzesco…

      • Out on the Run al momento ha un solo altro concorrente come pezzo dell’anno… 1989 sempre dei Nestor… però effettivamente Out On The Run ha anche una versione acustica che è spettacolare.

        • Mi piace molto anche 1989( anche se per me è un hanno infausto…mi scarto’ un osservatore di una big) ma trovo che Out on the run ha un ritornello che acchiappa al primo ascolto.

    • Parto dal presupposto che ho recensito “The great Divide” che, oggi, boccio (50/100) e che posso definire come il passaggio stilistico dal primo album a questo “The Promise Of A Life”. Tali passaggi, a volte, però tornato utili e, in effetti, questa ultima uscita è sorprendente e abbastanza clamorosa! Confermo in toto quanto ha scritto il buon Vittorio.
      Un bravo ai Reach che si sono rimessi in gioco e alla grande.

    • Me li ero persi nella marea di uscite.
      Sto disco mi ha spiazzato per bellezza e varieta’, soluzioni sonore molto originali per le mie orecchie.
      La sezione ritmica e’ la stessa degli Adrenalin Rush di tave, il batterista Marcus incrociato al Frontiers e’ molto simpatico e alla mano.
      Bel lavoro ragazzi.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 7 mesi fa

    Nuova uscita per la superband statunitense Sunbomb, composta da nomi altisonanti della scena hard e heavy anni ’80 come Tracii Guns e Michael Sweet, che propongono un heavy metal tosto e ispirato ai grandi del p […]

    • Se ne poteva fare sicuramente a meno di questo disco ma……. cazzo quanto spacca !!!!!!!! E’ una sfoggio continuo di potenza, soprattutto di Michael Sweet , davvero moooolto sopra le righe; se preso come divertissement va anche bene ma credo e spero che la cosa si chiuda qui.

    • Direttamente da Melodicmetal.it direi io….
      Non è il mio genere. Salto a piedi pari.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 7 mesi fa

    Stefano Mainini, alias Steve Emm, seppur molto giovane, ha già all’attivo numerosi progetti e collaborazioni nei generi più svariati nella scena dell’underground meneghina, ma evidentemente la malizia del sound d […]

    • Le troppe uscite dell’anno, Mi hanno fatto perdere questo album nel 2021.
      Discreto, nulla di +.
      Mi piacciono “Night Runner” e “Your Love Is So Cruel”

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 7 mesi fa

    Ultimamente rispetto alle uscite massive, ma spesso poco originali, del melodic rock/aor scandinavian style preferisco muovermi nell’ascolto di ciò che circonda il mondo melodico, con un occhio di riguardo verso […]

    • Caligula’s Horse !!!!! E bravo Samuele , ho tutti i loro dischi , per questi mi fiondo subito ad ascoltarli.

    • Ascolterò con curiosità ed attenzione.
      Caligula’s Horse mi piacciono una cifra…anche io discografia completa (ultimi 2 in vinile limited) ed inoltre visti live al Legend nell’ottobre 2018 (mitico concerto con 3 band Australiane).
      Secondo me il lead guitarist Sam Vallen è veramente un fenomeno…melodico, pulitissimo e mai banale…ed inoltre anche molto simpatico ed alla mano come del resto tutti i componenti della band.

      • Almeno poi mi sai dire se i miei riferimenti sono corretti, a volte non tutti percepiamo le cose allo stesso modo…. però in alcuni passaggi me li ricordano davvero molto

        • Allora, ascoltato…mi piace molto e devo fare i complimenti alla band: veramente un lavoro di alto livello.
          Caligula’s Horse si (soprattutto nel brano di apertura a mio avviso) ma non solo….
          Ad esempio in “Little Boy” (belllissima) ci sento tanto dei Rush…nome peraltro citato anche nella tua recensione.
          Il disco è molto vario e le diverse influenze (dal jazz al growl!) si amalgamano bene e forniscono un risultato di buona personalità.
          Difetti? Personalmente la dizione del cantato non mi fa impazzire…la trovo a tratti troppo scandita, poco fluida, anche se la voce in se è molto gradevole.
          In estrema sintesi: avercene di dischi del genere!
          P.S.: oltre ai Caligula’s Horse alla corte della Inside Out ci sono altri gruppi simili (o relazionabili al genere) da non perdere: Leprous, Haken, Frost*….

          • Ehhh lo so che la inside out ha fatto una bella infornata di talenti , cmq sn contento che ti sia piaciuto, ho letto in giro altre recensioni addirittura più entusiastiche della mia, ma si sa che io ho il braccio corto:-), ma il punto che volevo sottolineare io è che pur non essendo perfetto ha un feeling e delle idee talmente buone che fanno passare sopra anche ai difetti…..e se son rose…ci sarà da divertirsi in futuro

            • Appena finito il primo ascolto e non sarà certamente l’ultimo , gran bel lavoro , molto personale e necessita di più ascolti, mai banale , forse il growl un pò scolastico ma nel complesso il cantato non mi dispiace affatto. Lo metto tra le uscite più interessanti in questo ambito assieme agli EVERSHIP con  “The Uncrowned King – Act 1” , dagli un ascolto……!!!!

              • Vedi che ho l’occhio lungo…..ci voleva la mia anarchia per fare un po’ di recensioni prog…ʘ‿ʘ

                • Continua così , secondo me occorre allargare gli orizzonti su questo sito anche perchè chi più chi meno qui ascolta anche altro e sarebbe interessante discutere e scambiare opinioni su tanti altri bei dischi e non solo sul tamarrAOR del Bontropi :-):-):-)

                  • Infatti ,tempo e reperibilità dei promo permettendo , mi piacerebbe un po’ allargare lo spettro delle recensioni, ovviamente restando in ambito melodico, ma declinandolo anche nei generi affini

                  • Ahauhauahauahauauauauau 😀

                    Comunque credo sia il caso di precisare la corretta pronuncia di “TamarrAOR”: non è, come si potrebbe pensare “Tamarr A O R” o, peggio ancora “Tamarr Ei Ou Ar”.
                    No, è proprio “Tamarraor”, con l’accento che cade sulla seconda “a”.

                    Vi raccomando.

          • Caro Fulvio di tutte le band da te citate praticamente ho consumato tutti i loro dischi.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 7 mesi fa

    Gli Shooting Star sono un gruppo che ha sempre viaggiato sul bordo tra underground e notorietà, con una cerchia di fans che ha permesso al gruppo di rimanere attivo e produrre ad oggi nove lp, senza però r […]

    • Ripescaggio + che meritato per gli Shooting Star, ricordo che l’ultimo disco prima della scomparsa di Van McLain era disponibile gratuitamente sul loro sito.
      Anche io come Samuele ho un paio di ricordi legati a questo splendido lavoro.

      • Vero lo hanno lasciato sul loro sito in download gratuito per un sacco di tempo, poi ne hanno fatto una copia fisica con allegato dvd…. disco tra l’altro neanche malvagio.

    • Buon disco (che ho in cd) ma che non considero un grande album (per me troppo altalenante nei pezzi)…Silent Scream il loro TOP album per distacco e la fantastica Somewhere In Your Heart da applausi….

      • Ehhhhh lo sapevo che c’era da discutere (◠‿◕)

        • Ovvio…. 🙂

          • comunque come ho scritto, quando ci sono gruppi con discografie di qualità è sempre un casino andare a beccare quello più rappresentativo….cmq piano piano cercherò di tirare fuori dal cassetto più dischi possibile

            • Bravo Samu! 🙂

              Cmq in questo caso per me Van McLain era gli Shooting Star…un gruppo che già dai primi dischi aveva fatto vedere un gran bel potenziale sfociato poi nel grandissimo Silent Scream (per me sicuramente da mettere nei 50 dischi della storia dell AOR)…questo It s Not Over lo considero un buon disco con alcuni pezzi bellissimi (vedi l ultima Compassion) ma anche qualche passaggio a vuoto…cmq caro Samu come dico sempre DE GUSTINUS NON DISPUTANDUM EST….

    • Buon album, gran voce.
      A me piace un sacco “Get Excited”, supoortata da una produzione sontuosa.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 8 mesi fa

    I Tangier sono stati un gruppo della scena di Philadephia che negli anni 80 ha sfornato gruppi in quantità certamente minore ad altre scene , ma sicuramente di qualità assoluta Cinderella , Britny Fox su tutti. A […]

    • Io sono del partito di “Stranded”, grandioso album di rock-blues.
      Al tempo, avevo comprato la musicassetta.
      Le mie preferite sono: Caution To The Wind,  Since You Been Gone, Stranded e back in the Limelight

    • Reputo che sia un piccolo capolavoro hard-blues. Sì, forse in alcuni punti derivativo, ma dischi come questi vorrei che uscissero oggi altrochè!

    • Comprai questo cd a meta anni 90, ascoltato per un po’ poi messo nel dimenticatoio, successivamente ho scoperto four winds e niente album superiore in tutti gli aspetti..”on the line” brano che vale una carriera..Tangier per me è troppo commerciale anche se di ottima fattura, four wind è più vero, più autentico….Comunque che ricordi!!!!

      • C’è sempre stata discussione tra chi preferisse Fw o stranded …io per sonorità preferisco leggermente stranded,ma riconosco che Fw è un grande disco

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 8 mesi fa

    Sinceramente sono stato in difficoltà nel recensire questo disco, me la sarei anche potuta cavare salomonicamente con un senza voto, perché parliamoci chiaro, in queste pagine dove si tratta di melodic rock in s […]

    • Al di la del genere (che a me comunque piace)…. che album ispirato! Bei pezzi che ti entrano dentro lentamente, ma poi non ti lasciano più, ascoltato in ripetizione per giorni e giorni. Unico pezzo veramente indigesto a mio parere… Dance…

    • Forse più pop che rock, cmq un gran disco

    • a tratti mi piace molto questo disco Rock (ne AOR, ne melodic, solo rock !)
      Rispetto per un artista cosi come sottolineato da Denis e Samu

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 8 mesi fa

    In ambito di rock melodico il 1989 è forse stato l’anno aureo per eccellenza sia per qualità che per quantità, ma se andiamo a controllare i nostri archivi discografici, vedrete che il 1991 non è stato sic […]

    • Capolavoro ASSOLUTO! STOP.

    • Grande riscoperta. Disco meraviglioso che non stanca nemmeno dopo 30 anni.

    • Grandissimo disco con un Lou Gramm fenomenale …e quanto mi piace Once Upon a Time….TOP!!!!

    • Disco da cecchino perfetto, un sol colpo e capolavoro centrato!!!!!!
      Cit:…….sarebbe il caso di dedicare una esaustiva retrospettiva ai primi tre anni dei “maledetti ” anni 90 che meriterebbero di essere raccontati in tutta la loro meravigliosa agonia!!!! Si aprirebbe un discorso lunghissimo , dico solo che una volta che qualcuno decide che una cosa non va più, la maggior parte delle persone (PECORE) si piegano al pensiero dominante (un pò come succede oggi , col politically correct!) . Io e molti altri nonostante nel 91 siano esplosi i nirvana e tutto il resto, ho continuato a seguire tutto , dal prog al blues al rock 70 , per non parlare del death metal o del melodic death scena svedese che dominava, quindi di roba buona ne girava ancora.

      • Ma a quei tempi , anche adesso, ma meno perché il mercato discografico in senso stretto è in contrazione, comunque dicevo a quei tempi le Major facevano il bello e il cattivo tempo per le masse , poi ovvio che chi voleva ha comunque continuato a seguire i vari generi, è innegabile però che con quei budget e quell’ enorme ricambio la scena diciamo dall’ 87 al 92 ha proposto cose mirabili e difficilmente ripetibili, sia per qualità sia per quantità….. ahimè

    • Samuele quali saranno le prossime “GEMME SEPOLTE”?

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 8 mesi fa

    Gli Escape sono una band inglese con all’attivo due album, Unbreakable uscito nel 2012 e Borderline nel 2013, i suoi membri vantano collaborazioni con Bob Catley, Legion, Arabia e dopo la recente riformazione […]

    • Non li conoscevo proprio….lo sto ascoltando ora e mi piace , suoni belli pieni , canzoni che funzionano e poi quel tocco british che me li fa preferire rispetto ai tantissimi gruppi scandinavi, li trovo anche abbastanza personali , restless heart una gran bella ballad, something to believing fantastica.Sarà anche una raccolta ma vale un 8 pieno per me.

      • Il voto è un po’ “politico” perché è una raccolta di cose vecchie , però mi è piaciuto…. attendiamo l’album che uscirà e speriamo bene

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 9 mesi fa

    Che bellissimi anni quelli dall’ 87 al 92,  dove un teenager che come me si stava innamorando dell’hard melodico, ha potuto vivere in diretta uscite spettacolari ed altre, che seppur con minore riscontro […]

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 9 mesi fa

    Perdonatemi il gioco di parole ed il paragone, ma nella musica come nel calcio è il tocco che fa la differenza, quando hai il tocco di palla sopraffino, anche se sei circondato da giovani che corrono di più r […]

    • 90 mi sembra eccessivo ma i giudizio è prettamente soggettivo , ho dato un solo ascolto e non è sufficiente, disco che va ASCOLTATO più volte sicuramente, dico solo che non mi è sembrato affatto male, questo secondo me è il vero AOR. UNICO neo l’eccessiva lunghezza.

      • Il @mimmo infatti me l’aveva messa malissimo…
        Io un ascolto glielo do…anche perché credo che Samuele non metta 90 ad cazzum… 🙂

        • In effetti al primo ascolto era 80 poi 85 ero arrivato a 87….e ho riascoltato la title track per la centesima volta e mi sn detto, questa roba così non la fanno più oggi giorno…..e ho calato il 90 🙂

        • Io ti avevo detto di non aspettarti chissa che…ed infatti per me è un discreto disco ma nulla piu…terun! 🙂

          • Io mi metto nei panni di chi ci legge poveracci….ahauhahah 🙂
            Non si capisce mai una mazza riguardo se il disco sia bello o sia brutto….ahhahahhaha 😀

            • Meglio…. così nella confusione….lo ascoltano 🙂

            • Vero….aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh…cmq sto aspettando di leggere se il tuo sarà l ennesimo sproloquio o la solita stroncatura….per la serie vie di mezzo non le vogliamo!!! 🙂

              • Stai calmA!!! Ho un sacco di roba da ascoltare!!! Non ci capisco più un beeeeeep!!! 😀
                Tra l’altro ieri mi è arrivato The Decade That Rocked e sono tipo un bambino con la cioccolata!

    • Gran bel dischetto; anche secondo me è un po troppo lungo.
      La seconda canzone sembra dell ultimo Drive She Said.

    • Per me un disco discreto con 4 pezzi riusciti (Tomorrow never comes su tutte) ed il resto che si divincola tra il piacevole e il gia sentito (anzi un paio di pezzi li ho scartati quasi subito).
      Non che mi aspettassi miracoli dal ritorno dei nostri ed infatti il disco risulta gradevole ma eviterei eccessivi trionfalismi (Samu Samu a sto giro lo spirito del megadirettore ha preso possesso della tua mano mentre scrivevi la rece 🙂 ).
      Cmq sia sempre bentornati cari TOUCH!!

      • No no davvero io sono convinto del voto che ho dato, perché non mi piace strabordare, poi vabbè si può non essere d’accordo ,ma a me è piaciuto un sacco, l’ho pure messo in copertina (✯ᴗ✯), il megadirettore avrebbe dato 110 🙂

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 9 mesi fa

    Seconda uscita per i The End Machine, ovvero i Dokken senza Dokken o i Lynch Mob nella versione con Mason alla voce, ma queste sono solo note di colore, perchè se a suo tempo avete ascoltato il primo omonimo, […]

    • Cover alla UFO/pink floyd , studio hypgnosis immagino ,il primo mi era piaciuto un bel po’!!!!!!!!!!!

    • Copertina molto bella (finalmente qualcosa di + originale da Frontiers).
      Ho ascoltato solo qualche canzone e devo dire che quelle menzionate da Samuele sono ok

    • Io li ho trovati terribili al debutto, e da quello che ho avuto modo di ascoltare da questo disco, non mi sembrano migliorati neanche un po’…

      Continuo a sostenere che la mediocrità di determinati artisti, che non hanno mai fatto il grande salto, è sempre ben evidente in queste pubblicazioni “underground”.

      • beh se un ti garbano ci stà 😉 ma Lynch non è proprio uno portato dalla piena 🙂

        • Mah, sarà Samuele…
          Non ho mai capito pienamente il perché di questa sua grande considerazione.
          Per me non è mai stato un fenomeno: sì, ha fatto senz’altro cose importanti…ma non è riuscito a ripetersi su certi livelli per più di 3 o 4 anni.
          Dopo è stato il nulla.

          Volendo fare un nome, credo che Vito Bratta avrebbe meritato molto più credito di quanto ne abbia meritato Lynch.

      • A me Lynch piaceva ai tempi di “Back for the attack”. Per me il top sia suo che di Don Dokken.
        Questi dovrebbero essere i Dokken senza Don, però suonano tutta un’altra cosa… Non riesco a farmeli piacere…
        La stessa operazione fu fatta facendo sorgere dalle ceneri dei Journey i Bad English… Ma il risultato fu decisamente diverso!

    • L’esordio non mi era piaciuto per niente, tant’e’ che non avevo neanche voglia di ascoltarlo questo. Invece questi 2 singoli sono davvero convincenti, mi tocchera’ascoltatrlo tutto e magari comprarlo.
      George Lynch merita un oscar per la prolificita’, non si puo’dire chedormasugli allori.

      • Questo secondo disco per me è nettamente superiore all esordio funziona tutto e poi voce spettacolare. Già ordinato.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 9 mesi fa

    In molti attendevano questo disco per ascoltare cosa sarebbe potuto venire fuori dalla collaborazione tra questi due mostri sacri dell’hard & heavy e come tutte le cose che generano grandi aspettative, può essere […]

    • Mah , disco che sta raccogliendo ottimi riscontri , lo ascolterò a breve e saprò dire ……..tornerò ah se tornerò 🙂

    • Bel disco di due grandi artisti. Forse mi aspettavo anche qualcosa in piu’, ma non c’e’ dubbio che sia un disco suonato divinamente e con belle canzoni

    • Io qui non ci sento né gli spiritual beggars che adoro né i totd. Cmq il Disco lho preso a 12 euro quindi non è costato niente, ammetto però che mi aspettavo mooolto di più., sono Al primo ascolto e Per chi come me ha consumato centinaia di dischi blues o hard blues francamente non è che i due “mostri ” si sono sprecati tanto. In giro si sente di meglio, detto ciò si ascolta con piacere, forse la batteria è la più penalizzata nei suoni , aggiungo che smith lo sento poco e il Disco poteva uscire a nome del solo kotzen, certo è che l’accoppiata dei due nomi ha creato forti aspettative che a mio avviso sono state deluse . Diciamo che è stato un divertissement tra i due ma si poteva fare ed osare di più. Voto 7

      • Io ce li sento in certe sonorità e in certi passaggi….poi è una questione di orecchio qualcuno è più attratto da certe assonanze e qualcuno ne nota altre….ci stà

        • Ma sicuramente Samuele, ci mancherebbe altro poi sono al primo ascolto, magari coi prossimi verranno fuori altre influenze diciamo. Aggiungo che a livello di produzione questa è la peggiore fatta dal caveman Shirley.

          • Su questo direi che nn ci sn dubbi…per una produzione Major direi che è scadente….ho fatto la analisi della dinamica ed è un dr 7…. molto compressa anche per gli standard odierni

    • 75 come voto è assolutamente ridicolo…fosse anche solo perchè qualunque cosa faccia Kotzen fa partire il voto da 103

      • Nel giudizio complessivo pesa e non poco ,la produzione , a dir poco, approssimativa ed eccessivamente impastata e compressa.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 9 mesi fa

    Journey – Escape – ClassicoCome quando la polvere cosmica comincia a radunarsi intorno ad un centro di gravità, fino a raggiungere la massa critica che innesca i processi […]

    • Il disco è chiaramente inarrivabile, indiscutibile, immancabile per chiunque si professi amante della musica in genere, e non solo e semplicemente dell’AOR…ma se dovessi scegliere il mio album preferito dei Journey, credo proprio che farei il nome di Frontiers.
      Il motivo è semplice: più tamarro, più smaccatamente costruito per il successo planetario, produzione grassa e tracotante…

      Escape resta sicuramente uno dei più grandi album del nostro genere.
      Qualcosa che ci consente di guardare ai grungesters, sorridere e dire “…certo che siete proprio dei poveracci…”. ;-D

      • Ma tanto se avessi scelto Frontiers , qualcuno avrebbe detto che era meglio Escape:-)…. cmq ho scelto quello perché forse tecnicamente è il primo disco definibile AOR

        • Si, immaginavo fosse questo il motivo… 🙂
          Ti dirò: amo alla follia anche Raised on Radio. Per me i Journey sono tutti in questi tre album.
          Subito dopo la sacra triade metto addirittura Revelation, che secondo me è un album talmente bello da risvegliare i morti…ma sembra che nessuno se ne sia mai reso davvero conto.

          • Io si

          • Riguardo i Journey sono piuttosto onnivoro.
            Quoto la menzione di Revelation e ti dirò che non mi è mai dispiaciuto neanche “Arrival” cantato da Steve Augeri

            • A me i dischi con Steve Augeri piacquero tantissimo. Addirittura ritengo ancora oggi che Faith in the heartland suoni infinitamente più bella ed epica nella versione di Steve.
              Peccato che quei due album non ebbero grande fortuna…

              Anche Trial by fire è bellissimo, eh…

          • Dopo la sacra triade metti Revelation?!?

            Abbandona il liquore all nduja che ti fa male…..aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh 🙂

            A parte tutto per me dopo i 3 must metto assolutamente Trial By Fire (disco sottovalutatissimo) e Arrival con un sorprendente Augeri….poi sia chiaro non che i primi tre album con Steve facciano cacare…..

    • Ci sarebbero da scrivere pagine e pagine e pagine su un album come Escape…da come Jonathan Cain abbia in qualche modo cambiato il sound Journey…della bravura di un chitarrista monstre e assolutamente versatile come il nostro Neil….di una produzione eccellente grazie ai maestri K Elson e M Stone….da come almeno 5 pezzi di quest album siano dei capolavori (parola troppo spesso abusata) assoluti…e ci sarebbe da dire un altro milione di cose su questo album che sta lassu nell olimpo…ma quello che mi preme di più rimarcare è la voce di colui che considero il più grande cantante della storia del rock…un elogio che sarebbe infinito ma tutto meritato…e mi fermo qua…..

      Delle tante annotazioni che avevo in mente me ne sovvengono solo due in questo momento….dei vari brani del disco considero Still They Ride il pezzo che più mi fa vibrare ed emozionare (mentre vedo che tra gli estimatori di Escape poco viene considerato) mentre considero il successivo Frontiers un pelo sotto questo Escape (ma siamo veramente al limite)…

      Sicuramente tornero perchè so gia che qualche cosa mi è sfuggita…..

      • Guarda che io quelle cose le ho scritte (◔‿◔)

        • E lo so…ma è giusto rimarcarle….il Bontro non le aveva capite….he he he….

          Cmq caro Samu su sto album ti dovevi far dare una deroga speciale dal megadirettore e scrivere 6 pagine 🙂

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 9 mesi fa

    “We are united nations Under the flag of rock and roll” cantavano i Keel nel 1987 ed è esattamente quello che questi giovani T.U.R.N hanno fatto a distanza di quasi 35 anni.

    Usando la tecnologia che ai tempi […]

    • Ascoltando i tre video ci sento molto skid row e slaughter a livello vocale e non so perchè il guitarsoud mi porta alla mente i motley crue di dr feelgood, ma in generale tutto l’ L.A. metal di metà anni ’80 in poi.. Non male ma devono maturare a mio avviso.

      • Beh di sicuro, conta che praticamente è un esordio artigianale composto e suonato a distanza….nelle dovute condizioni secondo me hanno potenziale notevole

        • Stormy nights è molto carina e orecchiabile, credo che debbano proseguire sulla strada della melodia e del formato canzone, che al di là del genere è la cosa più importante.

    • Dopo le prime 5 canzoni mi sono fermato. Forse non è il mio genere o forse gli acuti di Valberg non mi fanno impazzire.
      Attualmente, lascio.

      • in effetti al primo ascolto gli urli alla Axl avevano un po’ stroncato anche me,però ascoltando più volte insomma ho assorbito il colpo

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Riascoltare un disco dei Thunder è come incontrare dei vecchi amici dopo tanto tempo, dopo trenta secondi la familiarità prende il sopravvento e si comincia a parlare dei bei tempi che furono con una naturalità di […]

    • A livello di uscite discografiche, quest’anno siamo partiti col piede giusto.
      Ne è la riprova questa gemma di hard blues di una grande band: i Thunder con la classe innata dei loro musicisti.
      Oltre alla copertina, mi piacciono le seguenti canzoni:
      l’innovativa “Destruction” e “St George’s Day” su tutte, ma tutto l’album è davvero piacevole.

    • Ancora in lista d’ascolto ma già ordinato , sui Thunder si investe sempre in sicurezza….IMMENSI

    • Una garanzia. Il pezzo che preferisco, e che personalmente giudico di grande presa, è “Don’t forget…” curiosamente uno dei pochi non citati in recensione.

      • Ma non ho fatto il track by track ho citato un po’ a seconda o dei testi o del sound…. sennò Bontropi mi brontola perché scrivo troppo ( ╹▽╹ )

        • Chiaro, non sono neanche io un fan del track by track.
          Mi riferivo al fatto che hai citato in corso di recensione 7 brani su 11 escluso quello e l’ho trovato curioso.
          No problem, ovviamente ampia libertà di espressione per il recensore. Tra l’altro recensione molto ben fatta: sintetica ed incisiva.
          Aggiungo una nota extra musicale perché mi è venuta la curiosità di approfondire sull’ “oggetto” in copertina: si chiama “Singing Ringing Tree”, è alto 3 metri, si trova nel Lancashire e “suona” sfruttando il vento all’interno della sua struttura a tubi.

          • È perché ero indeciso tra il track by track e citare i brani più belli….e siccome mi piacciono tutti è venuto un po’ un ibrido (≧▽≦)….della copertina non lo sapevo…. altrimenti lo avrei scritto ci sarebbe stato bene.

          • Confermo , bravo Fulvio e aggiungo anche che la cover è molto bella e particolare , quelli di frontiers dovrebbero meditare sullo schifo delle loro cover mah!!!!!!!!

          • Concordo con Fulvio: anche per me recensioni del genere sono estremamente piacevoli da leggere. Destano curiosità, interesse…io sono proprio contento quando scrivete in questo modo.
            Ovviamente i Thunder sono in lista anche per me. Datemi qualche giorno di tempo e arriveranno i miei commenti su questo disco, su quello di Ronnie e quello degli Inglorious….

            • Ma io le faccio come le volete…..su misura (✷‿✷)…. Diciamo che cambio stile a volte involontariamente a seconda del disco che mi trovo davanti, da quanto conosco il gruppo , da quanto è conosciuto etc….sono vario ed eventuale ^_^

    • Purtroppo questo disco è per me un netto passo indietro rispetto al vitaminico Rip It up.
      Intendiamoci: non c’è niente che non vada (…se non forse una produzione fin troppo compressa…), ma dai Thunder ci si aspetterebbe molto di più.
      Sfortunatamente durante l’ascolto, in tante (…forse troppe) occasioni si ha come l’impressione che i nostri si siano limitati al compitino.
      E se le esplosioni sonore, la tracotanza produttiva la brillantezza scritturale se ne erano andate già ai tempi del mai troppo rimpianto Behind closed doors (che fu al contrario un album maiuscolo…), in tanti recenti passaggi in studio, i Thunder erano comunque riusciti a portare a casa i soliti 4 o 5 pezzi di alto livello.
      Qui si va nettamente sotto soglia, e i veri Thunder si presentano solo a partire dal terzo pezzo in poi, per poi dileguarsi e ritornare a fasi alterne per tutta la durata del disco.

      Sarà buona la prossima…fino ad allora possiamo continuare a godere con la loro ricca discografia.

      65/100

      • Noooooo…..hai appena perso un milione di punti 🙂 , a parte gli scherzi è un album un po’ diverso, c’è qualche cambiamento qualcosa di più sperimentale , sempre però con la loro impronta…io l’ho adorato….beh l’ho scritto pure 🙂 però sicuramente è più difficile da digerire del solito e forse per quello pure più bello…..o poi sn gusti

        • Ahaha, tranquillo Samu, me ne toglierai ancora tanti di punti! 😀

          Purtroppo, battute a parte, il disco mi è parso molto poco ispirato, al netto degli esperimenti, che possono anche starci…
          Ho citato, non a caso, Behind closed doors, che fu un album estremamente sperimentale in quell’epoca di forte transizione, ma fu praticamente un flop…eppure lo reputo ancora oggi come il loro disco meglio riuscito, subito dopo i primi due.
          Questo a dimostrazione del fatto che gli esperimenti mi piacciono, ma non può dirsi che siano particolarmente riusciti in questo nuovo album, almeno per quanto mi riguarda.

        • Lo devo ancora ascoltare, ma si sa che il bontropi è un po’ come i livelli di insulina , alterna momenti di picco ad altri di calo:-):-)

    • Dico solo che basta ascoltare le prime 4 songs per apprezzare la classe immensa di questa band, 4 songs tutte diverse e dannatamente riuscite, poi prosegui nellascolto e come dice il rece scopri un mondo. Qqui di sperimentazioni non vi è neanche l’ombra , abbiamo del.classic rock arrangiato da dio, basso pulsante ,cori, fiati e dinamica dei brani da paura. Portare il rock classico nel 2021 senza essere stantio e ripetitivo o stucchevole o peggio senza farlo sembrare una parodia non è da tutti ed infatti a mio modesto avviso i Thunder sono avanti a tutti nonostante la lunga carriera. Disco che va ASCOLTATO più e più volte per apprezzarne ogni sfumatura. 90 secco!!!!

    • un capolavoro di disco.

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Quello che è utile nei matrimoni d’interesse è che svolgano la funzione per cui sono stati celebrati e questo disco ne è la plastica dimostrazione. Il connubio tra questi due mostri sacri dell’ hard rock nasce in […]

    • Che album… comprato tanti anni fa usato in cassetta!!!

    • Un must x gli amanti della vera musica

    • Anzitutto grazie a Samuele per aver mantenuto la promessa.

      Per quanto mi riguarda, un disco letteralmente incredibile con due artisti in stato di grazia.
      Probabilmente si tratta dell’ultimo grande disco di Jimmy Page, che riprende esattamente quanto detto con gli Zeppelin in Presence: riff caldissimi spaccaossa (Waiting on you è quasi commovente…), melodie blues come non si sentiva più da anni…
      E David Coverdale, da parte sua, è addirittura eroico nel suo ruolo di nuovo Robert Plant: ricordo che furono in molti a sostenere che Coverdale e Page avrebbero dovuto costituire una nuova band, tale e tanto era l’affiatamento sul palco e soprattutto in studio.
      Sul tubo si trovano spezzoni live incredibili, oltre che naturalmente gli epici videoclip ufficiali.
      Mi auguro che il remaster venga proposto anche in vinile, perché amo perfino l’artwork di questo capolavoro.

      Chi ancora non lo conoscesse, lo prenda ad occhi chiusi.
      Questa è vera, grandissima, musica ROCK.

      • Vedi .. promessa mantenuta (•‿•), cmq speriamo che il re master lo faccia uno bravo….ma bravo perché già l’originale….. inzomma…

    • Nulla da dire…..CAPOLAVORO

  • Samuele Mannini ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Il buon Gary ha sempre alternato opere soliste agli album dei Ten e ad altri progetti come Once And Future King, ed ha sempre lasciato l’esplorazione del lato più intimo e melodico proprio ai suoi solo album, […]

    • Per la gioia di Bontropi , senza track by track (≧▽≦)

      • Vedi come sei diventato bravo a fare recensioni?!? Ahahha 🙂
        Scherzi a parte, per me così è assolutamente perfetta: capacità di sintesi, profili storici e discussione di sonorità e stile.
        Assolutamente perfetto.

        Quanto al Gary, l’ho amato visceralmente. Ha saputo, come pochi altri nel genere, infondere un tocco di epicità difficilmente eguagliabile in ogni sua canzone fino al 2002 e rotti…
        Il punto più alto del suo songwriting però, a mio modesto parere, è stato raggiunto con i dischi scritti per Bob Catley.
        Dopo si è perso per sempre….ed onestamente non credo che ascolterò questo disco.

        • Questo è lo stile Pestelliano , che Luigi usava su Flash, ma a me spesso piace sproloquiare e allora mi lancio in lunghe seghe verbali, ma mi diverto anche ad alternare un po’ ʘ‿ʘ.
          Cmq citando Maccio Capatonda in Padre Maronno….e se poi te ne penti?….di non averlo ascoltato…

          • Non lo so, Samuele, non credo…
            Ho provato più volte ad accostarmi ai “nuovi” Ten, ed oltre che trovarli ormai estremamente noiosi e ripetitivi, la sua voce è diventata monocorde e statica…
            Lo definirei il Ligabue dell’AOR…(anche lui primi quattro album clamorosi e poi il resto non so neanche come definirlo…).

            • Io li ho quasi tutti dei Ten oltre ai suoi solisti e al progetto OAFK…e sono abbastanza d’accordo con te è calato parecchio….qui per fortuna però tre o quattro pezzi sono di livello….ed è stata una gradevole sorpresa.

              • OAFK CAPOLAVORI!!!!!! Anche io li ho tutti , eccetto gli ultimi che ho preso uno si uno no in quanto come dice il paisà bontropi spesso mi venivano a noia . Cmq grande band live almeno quando li ho visti anni fa al Babilonia di Biella assieme a Catley ……..eravamo in 70 porcccc……

            • Ascoltalo Bontropi… continuo a comprare i dischi dei TEN per un discorso affettivo ma ormai dopo pochi ascolti mi vengono a noia… infatti mi ero approcciato a questo solista in modo molto distaccato (anche perchè Veritas non è che mi avesse proprio “esaltato”) e invece mi sono ritrovato ad ascoltare un bel disco, dove Gary gioca bene (seppur con tutti i suoi limiti come detto da Samuele) con la sua voce e alcuni pezzi sono veramente centrati (anche se odio Electra-Glide… non so perchè… la odio a pelle… 😀 )… promosso… 80!

        • Non mi era dispiaciuto affatto neanche il concept in due parti “Once and Future King”

    • lo ascolterò sicuramente , certo però na cover più carina……ecchec

    • Disco trascurabile e 6 di stima .

    • Un po’ AOR, un po’ Bon Jovi ultima maniera, credo troppo di nicchia anche per chi come me ha consumato i dischi dei Ten fino all’abbandono di Vinny Burns, in questi giorni sto riascoltando Stormwarning del 2012, veramente bello, la dimostrazione che un gran chitarrista, in sede ritmica e solista, fa la differenza in questo genere, ma è indispensabile che ci siano alla base delle canzoni belle e ben strutturate.

      • In sostanza è un disco dei ten , soporifero , si sveglia verso la fine con save my soul e seduce me ,belle ma il resto noia mortale. Il solista di Ronnie Atkins gli fa mangiare la polvere a questo. Stormwarning molto bello.

        • Si però se non piace capisco, ma questo con la roba dei ten non c’entra nemmeno di striscio, questo è melodic rock canonico senza nessuna di quelle pretese epiche tipiche degli ultimi ten, qui si riprende le atmosfere di Precious One e del precedente album omonimo, ma a occhio non ti dovevano piacere nemmeno quelli…. (•‿•)

          • La voce di Hughes è tropo caratteristica quindi non ci sento molte differenze coi ten, è vero manca l’aspetto epico ma alla fine quello che conta sono le canzoni e qui latitano.

            • Non sono d’accordo… perché la struttura compositiva tra i Ten e i solisti è molto diversa e si riconosce a naso, cmq che non ti piaccia ci stà, per carità, ma ho visto e sentito osannare delle cose ultimamente, che quasi quasi mi viene voglia di alzargli il voto…
              🙂

              • hai ragione a dire che è un disco solista e non dei Ten, ma essendo Gary il deus ex machina della band è automatico fare paragoni, io intendevo dire che mancano le canzoni di presa immediata quelle che ti si stampano nella mente e non ti mollano più….tipo alcune ballad presenti nel primi dischi o anche nel sopra citato stormwarnig, credo poi che l’ultimo Illuminati non sia male e che seppur ripetitivo in alcune atmosfere(vorrei ben vedere dopo 15 album) mostri la voglia di riprendere alcune sonorità degli esordi con un sound più contemporaneo.. ma avrei voluto sentire in un album moderno grandi canzoni si anche se di rock melodico ma con un qualcosa in più.. vale lo stesso discorso fatto con i WET mwno quantità e più qualità

                • Si ma ripeto ci stà, sarà che le mie aspettative erano talmente basse , dopo gli ultimi suoi lavori che già avere sentito un passo avanti rispetto al precedente Veritas, mi ha ringalluzzito 🙂 poi come sempre l’analisi di un disco è talmente soggettiva che ovviamente se ne può parlare per ore…..ed in fondo il divertimento è proprio quello (✷‿✷)

    • Gli ultimi 2 dei Ten a me son piaciuti molto.
      Secondo me Gary da’ il meglio con la band madre nei pezzi epici., tant’e’ che i primi 2 singoli di questo “waterside” mi avevano lasciato indifferente.
      Vi diro’ che ascoltandolo un paio di volte non lo trovo male, i pezzi migliori per me sono save my soul e seduce me, preferisco i rockers alle power ballads che alla lunga possono stancare.
      Precious ones e Veritas mi pare mi fossero piaciuti di piu’, ma avendoli ascoltati annifa ho ricordi vaghi ( precious ones lo comprai, ricordo perfect ten).
      Credo gli daro’ un altro ascolto su spotify, apprezzo la sua voce. Per me il voto e’70.

      • Per me Veritas è una mezza ciofeca….ma come si dice in questi casi il mondo è bello perché è vario, e il bello della musica è che su 100 ascoltatori diversi si possono avere altrettanti pareri…..e va bene così (θ‿θ)

    • Capisco il discorso che la voce di Gary è talmente particolare che qualsiasi cosa canti riporti ai TEN, però per me ha ragione Samuele… qui lo stile dei brani è abbastanza differente da quello dei TEN… Screaming in The Halflight è un brano a tratti quasi Pop Rock, tra l’altro anche riuscito… quindi ben venga questo filone solista di Gary se i risultati sono di buon livello come in questo caso… e per inciso, sto preferendo di gran lunga questo Waterside che non l’ultimo Ten…

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