Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 7 mesi fa
Americani di Hollywood, California, i London hanno vissuto due fasi della propria carriera piuttosto diverse fra loro a livello di fortuna. La prima, quella della fondazione, dura dal 1978 al 1981 senza grandi […]
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 7 mesi fa
Nati nel 2012 a Derby, Inghilterra, i The Struts hanno alle spalle soltanto un EP quando, davanti ad 80mila persone, aprono ai Rolling Stones a Parigi nel 2015. Dopo un tour americano che registra quasi sempre il […]
Il rock ha bisogno di nuovi araldi, spero abbiano successo., anche se non sono tra i miei preferiti. Primadonna mi ricorda i Quiet Riot.
Primadonna è assolutamente un gran pezzo.
Non li conoscevo! Grazie Stefano!
Procedo all’ascolto e torno presto!
p.s.: mi sembrano nettamente superiori a quelle pippe dei Greta Van Fleet..
Steven Wilson mio eroe personale, che ha finalmente detto pubblicamente quanto facciano cagare…
GRETA VAN FLEET 0 vs THE STRUTS 1 : PALLA AL CENTRO!
🙂
Io direi che non c’è proprio partita…
Più lo ascolto questo disco, più mi piace.
Ogni tanto esce fuori qualche grande band. Gli Struts lo sono assolutamente.
Se tornano in Italia, non me li farò scappare…
Vorrei ricordare a lorsignori che prima di tutti vengono i rival sons, procuratevi il loro ultimo album poi buttatevi sugli electric mary. Questi li sto ascoltando sono più derivativi scopiazzano qua e là ( primadonna mi sembra simile o uguale a tanti pezzi di genere) , in love…..mi richiama tantissimo i mitici the darkness , cmq piacevoli ma 3 gradini sotto ai succitati.
Eccomi…
UN PAIO DI PALLE QUADRATE PER SINGOLO COMPONENTE.
Non so come altro descrivere questo album incredibile: mi ha letteralmente sorpreso la padronanza di strumentazione, arrangiamenti e soprattutto songwriting di questi ragazzi.
Ci sono pezzi assurdi, di una bellezza sbalorditiva. Non vorrei fare accostamenti impegnativi, ma mi hanno ricordato tantissimo i Queen degli anni 70: sì tratta però di rivisitazioni di sonorità in chiave assolutamente moderna e personale…
Band del futuro.
Disco enorme.
96/100
P.s.: Tatler Magazine è un miracolo. Chi ha orecchie per intendere…
A questo punto ascolta anche quello precedente che ha buone chance di piacerti 😉
Senza dubbio! Intanto ho già ordinato questo! 🙂
Che bomba!
Avrei voluto andarmeli a vedere dal vivo il 2 marzo a Milano ma i biglietti sono andati a ruba… cmq ho guardato anche qualche concerto su YouTube… proprio fighi, niente da dire.
Se li avessi conosciuti prima, sarei andato sicuramente!
Suonano veramente da paura.
Li ritengo nettamente superiori ai Darkness.
Poi va bè, i Greta Van Fleet fanno ridere in confronto…
Hai nominato due band che non son mai riuscito a farmi piacere, quindi non posso che darti ragione… 😉
I Darkness più che altro li ho trovati molto discontinui… Non hanno mai fatto quel discone che ad un certo punto sarebbe stato lecito aspettarsi.
Dei Greta per me ha detto tutto Steven Wilson…
ma non dire minchiate ……trovami una band che con un solo disco d’esordio tra l’altro (permission to land) sbanca ed entra nella storia.Il guaio è che appena vedi un’altra figa quella di prima te la scordi e non la caghi piu’ 🙂
p.s. questo disco è buono ma non nella sua interezza .
Sul fatto che io, quando vedo un’altra figa, mi dimentichi di quella di cui mi ero innamorato 5 minuti prima, credo sia indiscutibile e siamo tutti d’accordo!
Ma mo non mi puoi venire a dire che con Permission To Land i Darkness sono entrati nella storia, já!
Bel dischettino sicuramente, qualche grandissimo pezzo, certo… Ma per entrare nella storia ci vuole altro.
Dito Arculo! 😀
A me ad esempio i Darkness non sono mai piaciuti. Mi dà fastidio la voce (e non è l’unico caso) e proprio non riesco ad ascoltarli. Alla fine è solo una questione di gusti…
“Sul fatto che io, quando vedo un’altra figa, mi dimentichi di quella di cui mi ero innamorato 5 minuti prima, credo sia indiscutibile e siamo tutti d’accordo!”… e su questo ho dovuto dare un “+” a Bontropi… 😀 😀 😀
Ahahahah 😀
Purtroppo sono consapevole dei miei limiti… 🙂 🙂
BEH SI bel dischetto ……10 brani 10 singoli in rotazione continua in radio e all’epoca rock tv fai te.
Bontropi a maggio hai non una ma bensì due possibilità per andare a vederli.
DOVE?!?!
Al Vox di nonantola dove sono stato per i TD il 25/5 e il giorno dopo a Roma.
Ummadonna! Mi informo subito! Grazie infinite, caro!!! 🙂
nel week end li ascolterò
cazzo raga “who am i” è praticamente un pezzo di rod stewart………………….!!!!!!!!!!!!!!!!
Un buon lavoro sicuramente questo Y&D questi ragazzi sono già in pista da un lustro, spero ottengano il successo che a mio modesto parere meritano.Luke Spiller è un ottimo frontman oltre che un buon cantante con ampi margini di miglioramento.Non li ho ancora visti live quindi mi aspetto che arrivi il guru di turno che mi bacchetta e mi da lezioni di militanza…a me che al penultimo concerto che ho visto ho fatto 1600km a/r loro al max ne faranno 200…quando mi parlano cosi mi viene in mente il meraviglioso versetto degli ODP “Sento una bella canzone
e gli chiedo chi è che canta?
Con la solita faccia mi risponde col suo
TONO METALLICO STANDARD
e dice rassegnato
“E’ Mark Lanegan”
Poi un lampo di vita,
si ridesta dai suoi pensieri troppo alti e scollegati
e mi comunica deciso:
“Non credo che tu lo conosca,
era il cantante degli Screaming Trees”.
Ora capisco.
Il mio aspetto ordinario
gli trasmette ascolti
deplorevoli.
Ma io lo so chi è Mark Lanegan,
arrogante bottegaio
indegno della roba che vendi qui dentro,
alternativo dei miei coglioni
che quando io ascoltavo i Dead Kennedys
tu nemmeno ti facevi le pippe.”
Comunque brani belli come i TD gli Struts li devono ancora fare. Ma capisco anche che il falsetto di JH non piaccia a tutti.
Concordo parecchio con la recensione.
Ho avuto la fortuna di ammirarli live ai Magazzini Generali lo scorso 2 Marzo.
Posso dire con slancio che i ragazzi ci sanno fare ma che c’è un forte sbilanciamento fra la presenza scenica, le capacità di intrattenimento e tecniche di Spiller che risulta di parecchio superiore ai suoi compagni di band: gli altri sono, per ora, molto più statici e discretamente bravi ma live alcune lacune si percepiscono mentre su disco sono pressoché perfetti.
Il mio pensiero personale è che Luke, per il carisma e il forte ascendente sul pubblico, più una voce molto particolare e versatile è il grande protagonista negli Struts, mi ha colpito molto, moltissimo!
Il fatto poi di stravolgere la setlist spiazzando tutti, la sua band compresa, lasciandoli basiti e mettendosi ad improvvisare una egregia Don’t Stop Me Now dei Queen, solo piano e voce la dice lunga…
Aspetto tornino con molti più proiettili in canna in termini di numero brani da proporre live per ovvie ragioni…
Tornando qui a noi, nessuno accomuna quel brano pazzesco che è Primadonna Like Me a Bohemian Like You dei The Dandy Warhols?
L’album lo sto ascoltando da parecchio, personalmente è fra le uscite di quest’anno che continuo a riascoltare in loop, bello, bello, bello!
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 10 mesi fa
Chitarrista nei primi sei dischi degli Hardcore Superstar, Thomas Silver ha fatto parte di uno dei gruppi hard rock di maggior successo degli ultimi anni, quelli in cui era più difficile emergere dai bassifondi […]
Non mi ha preso …..
Mi trovo in linea con quanto scritto da Stefano: questo nuovo album di Silver è un lavoro molto complesso, che a tratti potrebbe risultare perfino “snob”, tale e tanta è la ricercatezza delle melodie e dei suoni in genere.
C’è però qualcosa di magnetico in questo album che riesce a catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore, e che induce quindi a molteplici ascolti.
Fra le sonorità citate da Stefano aggiungerei anche un tocco potente dei Sister Of Mercy, troppo spesso dimenticati e colpevolmente sottovalutati.
Un album difficile, dunque, ma che regala grandi soddisfazioni, una volta che sia stato adeguatamente assimilato.
84/100
Mi accodo a Bontropi “Album complesso!”
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 10 mesi fa
Per molti gli Electric Boys sono solo quelli di “All Lips And Hips”, singolo estratto dal primo disco su Atco del 1989 Funk-O-Metal Carpet Ride, il cui video ha goduto di un certo successo ai tempi d’oro di MTV […]
Recensione impeccabile….disco che sto ascoltando spesso , concordo col voto ed è prossimo all’acquisto.
Mi complimento per l’attenzione data in questo sito al disco e soprattutto alla recensione… Insieme a Marco mendoza per me il mio top… Piccola postilla essendo un collezionista di tutta la loro discografia questo per me è uno dei loro tanti centri
A mio avviso, uno dei migliori album del 2018 in ambito hard rock classico. Una bella scoperta. Ottima recensione ed azzeccatissimo il riferimento a Joey Tempest solista in “You Spark My Heart” che assieme a “There She Goes Again” sono tra le mie canzoni preferite.
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 10 mesi fa
Attivi dal 2003, i viennesi Reverend Backflash si sono creati un piccolo zoccolo duro di estimatori ed un giro di contatti che li ha ripetutamente portati a suonare in posti come Svizzera, Germania, Ungheria, […]
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 11 mesi fa
Nati nel 2017, i Blind River prendono a prestito il loro monicker da una tragica leggenda legata alla contea inglese di Kent, risalente al quindicesimo secolo. Sono formati da musicisti che hanno associato il […]
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 11 mesi fa
I Trench Dogs si formano nel 2013, dopo un’impegnativa sessione di “heavy drinking” in un pub nel sud di Stoccolma, Svezia. Condividono la passione per il rock and roll e per band come The Heartbreakers, Hanoi Roc […]
ma……accostare questi cinque bambiminchia a nomi quali VAIN…Hanoi o quireboys mi sempre molto, ma molto, azzardato!!!!….inoltre questo album ha pochi pregi… canzoni inconsistenti e produzioni volutamente retro’ ma anche scalcinate e inconcludenti….urge del talento frizzante che qui e’ latitante!!!!
“…La loro MUSICA è infatti riconducibile a QUELLA di artisti come Faster Pussycat, Hanoi Rocks, Vain, Dogs D’Amour, Jetboy, Quireboys…”
Mi pare chiaro che l’accostamento non fosse qualitativo, ma soltanto stilistico.
Forse non da 80, ma il disco è piacevole. Festaiolo e ben suonato. 🙂
L’atmosfera è quella degl’anni d’oro!
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 11 mesi fa
Un bel digipack, con cover artwork a tema hockey su ghiaccio e booklet completo di foto dei musicisti e testi dei brani, presenta la prima fatica della Robert Rodrigo Band intitolata Living For Louder. Il disco […]
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 11 mesi fa
“Prima di ogni concerto ci raduniamo in cerchio, poggiamo ognuno la propria mano su quella di un altro e gridiamo: riportiamo in vita l’arena rock”! Così si è espresso il chitarrista Ande Braun in una recen […]
D’accordissimo con la recensione… che peraltro attendevo da tempo, in quanto l’album, uscito già da qualche mese, mi è sembrato da subito uno dei migliori del 2018 in ambito hard rock. Anthemico, melodico, orecchiabile, strutturato, ben cantato, suonato e prodotto. Poco da rilevare sul versante originalità (ma non è da gruppi così che la si pretende), ma molto in termini di divertimento, anche dopo ripetuti ascolti. Concordo, il loro miglior album, ad oggi…
Disco già assimilato da un po’ e come detto in un post precedente e a conferma delle ultime conclusioni di Stefano è senza dubbio il loro miglior disco. Maturi!!!!!
Veramente un bellissimo album, sicuramente trai migliori del 2018, però forse il precedente mi piace leggermente di più.
no questi proprio non mi dicono niente ..
Bella recensione; a me è piaciuto anche il precedente “Generation Goodbye”. Su questo “Ecstasy” io metterei una lode sul lento “Still Around”.
Premetto che non li ho mai seguiti, quindi ho ascoltato solo questo disco, incuriosito dalla recensione di Stefano.
Non mi hanno convinto.
I pezzi sono sicuramente dal forte impatto melodico…talvolta perfino troppo per i miei gusti: la sensazione è che si cerchi troppo spesso il mega ritornellone che ti si stampa in testa e non ti lascia per settimane. Il problema però è che, così facendo, si finisce col diventare troppo tarantellanti e perfino banali. Alcuni cori non sfigurerebbero ad una sagra di paese.
Anche a livello strumentale mi sarei aspettato molto di più.
Sul versante “produzione” li ho trovati troppo pompati, volutamente “effettati”: il cantato sempre con questo eco di fondo che dovrebbe conferire enfasi, soprattutto nei cori, ma che rende tutto così “robotico”.
Mi è piaciuta molto solo Still Around.
Per il resto li definirei i Five Finger Death Punch dell’hard rock.
62/100
Torna ad ascoltare black metal dei venom così non rompi la minchia argghhhh :-):-) :-):-) 🙂
Ahuaahahauaha 🙂
A proposito lo so che è presto ma che intenzioni hai per whitesnake def leppard il 19 giugno????
Vorrei proprio esserci, carissimo…se prendo il biglietto, ti avviso e rockeggiamo insieme! Ma quel recchia del Mimmo?! Resta a casa a fare la calza?
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 12 mesi fa
Sono trascorse otto primavere da quando Hank Von Hell (aka Hank Von Helvete, al secolo Hans Erik Dyvik Husby) ha lasciato i Turbonegro dopo diciassette anni di onorato servizio, per provare ad uscire dai suoi p […]
Cosa dire…i Turbonegro sono una delle mie band preferite di sempre, per la loro storia epica (fatta di cadute e di clamorosi come back: memorabile il loro come back concert…), per le loro canzoni (Get It On, Age of Pamparius, Are you ready for some darkness…), per la loro attitude, per la loro sconfinata passione per la musica e per l’entertainment più puro. E Hank é sicuramente una delle figure più controverse ed allo stesso tempo affascinanti della musica punk-rock. Credo sia un miracolo che sia ancora vivo…
Ascolterò prestissimo questo album che ho atteso per anni. Lo ascolterò con grande attenzione e vi saprò dire. Intanto stamattina mi porto in macchina Apocalypse Dudes…
Non so se lo ascolterò ma la copertina è orribile.
Sono riuscito a ritagliarmi diversi spazi nell’arco della giornata in cui ho potuto esaminarlo con attenzione.
Questo è un disco fenomenale.
Non mi divertirvo così da chissà quanto tempo. È un album con il quale “buttarsi via” come se non ci fosse domani.
Pazzesca l’energia che riesce a trasmettere. 10 pezzi, 10 cannonate. Produzione perfetta, potentissima e travolgente.
Ma i pezzi, soprattutto i pezzi lasciano a bocca aperta: Blood, Bum to bum, Bombwalk chic sono delle bombe atomiche.
Ed anche il pezzo posto in chiusura, che non ha convinto Stefano, secondo me è stupendo quanto a melodia ed atmosfere…per arrivare poi all’incredibile accelerazione finale che non ti aspetti.
Piccolo grande capolavoro di Hank.
Non so se tornerà con i Turbonegro, lo spero…ma se sforna dischi del genere, siamo tutti contenti.
Disco Hard Rock dell’anno.
100/100
Ehhh addirittura!!!! Vabbè torno tra un po’.
Vai, vai! Ma poi il lavoro alle chitarre?! Sono pazzesche! Che riff fanno!?
Che disco, che disco!
…. se è così andrò ad ascoltarlo.. togliendo la copertina da Itunes .-)))
Giulio, secondo me la copertina è bellissima…devi un po’ calarti nella logica di Hank. Oltretutto credo che abbia un significato recondito…
Pensavo di ordinare il bellissimo vinile in arancione, ma ho paura di come possa sentirsi.
Comunque è una coproduzione Sony Music/Century Media. Avranno fatto le cose in grande anche per il vinile, o almeno lo spero.
Ottimo in giornata lo ascolterò. Poi sarò curioso di vedere il tuo commento sui ROXANNE
Lo ascolterò al più presto…appena mi passa il fomento per il disco di Hank! 🙂
Tra l’altro il video di Bum to bum è qualcosa di fenomenale!
Cit. Copertina che ha un significato recondito ……..seee un bel vaffa!!!!!
Arggggggghhhhhh
Ahahahah 🙂 … secondo me proprio agli ex compagni!
Tra la recensione di Stefano e la sbrodolata di Bontropi… mi sa che faccio un salto anch’io ad ascoltarlo… 😉
Stefano però sa sicuramente che questo disco non è propriamente da platea melodic rock, eh… 🙂
Quindi potrebbe essere che a molti di voi non piaccia.
Per conto mio, sono nel fomento totale: ieri me lo sono portato anche in palestra con Spotify e ha davvero un effetto dopante! Ahahha 🙂
Ora sono in fissa anche con i Gluecifer.
Stefano, che disco era Automatic Thrill?! Da antidoping anche quello!
Sì, diciamo che quando l’intera redazione di Roxx Zone è stata assorbita da Melodicrock, Denis sapeva che avrebbe trovato anche gente coi gusti un po’ diversi, magari spostati verso il glam/sleaze/rock and roll come il sottoscritto. Ed era entusiasta della ventata di novità che la cosa poteva portare! Da me aspettatevi sempre anche cose un po’ ricercate (anche molto più di questa), m’è sempre piaciuto scavare nell’underground. Cmq mi fa piacere se c’è qualcun altro che apprezza, come te ad esempio. 😉 Gluecifer sarò onesto: non mi hanno mai fatto impazzire, ma Automatic Thrill effettivamente merita!
Secondo me, più c’è varietà di generi, meglio è per noi e per voi.
Anche se le recensioni diventano tante, pian piano ascoltiamo tutto (…io sicuramente…). Ad esempio non ho ancora avuto modo di ascoltare l’album di Dion Bayman, ma lo farò senz’altro.
Ho ascoltato velocemente il nuovo dei Roxanne, consigliatomi da Giulio…e ne parleremo quando ci sarà la recensione… 😉
Il singolo bum the bum parte bene, poi sfocia in un ritornello innocuo. Per il resto ho ascoltato solo 2 pezzi, non e’ il mio genere.
finalmente l ho ascoltato pure io; buon lavoro in fase di produzione ed album divertente, ma non da passare negli annali. Sono d accordo con Federico sul singolo Bum The Bum.
Che dire …..al secondo pezzo l ho messo in wish list …..Hank-turbonegro 3-0 e palla al centro.
Ti ho mai detto minchiate io??!! 🙂
Tante di quelle volte!!!!!! :-):-) :-):-) 🙂
Ahuahauhaha 🙂
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni fa
Che cosa pensereste voi trovandovi ad osservare questa copertina senza saperne nulla? Che si possa trattare di un disco rock and roll forse? In quel caso avreste indovinato! I norvegesi Hercules (Simen Knuts al […]
Confermo per l’ennesima volta che, a parer mio, l’acquisto di Stefano Gottardi è stato assolutamente clamoroso.
Con il suo arrivo è stato dato spazio ad una fetta molto importante del mercato discografico che non poteva essere trascurata, se piace il Rock melodico latamente inteso.
Poi non ho capito se sono le sue recensioni ad invogliarmi all’ascolto dei prodotti che recensisce o se semplicemente abbiamo gli stessi gusti: anche questo disco mi sta piacendo moltissimo. Tornerò sicuramente per un parere dettagliato, ma il disegno tracciato in recensione mi sembra assolutamente perfetto.
A prescindere dalle recensioni che fa ma anche per me il supporto che sta dando Stefano al sito è veramente clamoroso! 😉
Grazie ragazzi!
Stefano, io sono di parte perché sei un amico, ma sono contento di leggerti e credo che la tua firma sia un’ottimo acquisto. Buon lavoro
Grazie, carissimo!
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni fa
“The Weight” è una canzone del 1968 del gruppo canadese The Band: è da un verso di questo testo che nello stesso anno la cover band di dopolavoristi The Shadettes prende il nome Nazareth e inizia il cammino che l […]
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni fa
Nel 2004 Universal mise sotto contratto una glam band svedese di nome Crashdïet, in un periodo in cui non c’erano altri gruppi emergenti dediti a quelle sonorità sotto ad una major. L’anno successivo uscì il loro […]
Confermo…..a tratti lo preferisco all’ultimo HCSS
……cos’hanno assaporato i vains of jenna???….il nulla …..volevi dire!….los angeles non e’ piu’ rappresentante del genere fin dal post grunge del 1996….i vains a mio avviso hanno sbagliato a trasferirsi in america quando la’ era di moda il R&B l’HIP HOP e il RAP!!!….avrebbero fatto molto piu’ successo in europa!….mi sembra evidente! e soprattutto in scandinavia!!!….daro’ un ascolto per curiosita’….
Prego? Avevano Stevie Rachelle come manager. Gilby Clarke come produttore. Bam Margera come boss dell’etichetta (capisco che non parliamo di John Kalodner o della Geffen degli anni 80, ma va anche tutto rapportato al periodo storico in cui hanno vissuto questa vicenda). Si sono trasferiti negli USA e campavano suonando un genere morto e sepolto, sfruttando il temporaneo revival, e in ogni caso facevano la musica che gli piaceva. Suonavano di spalla ai loro idoli (e anche ad altre band famose di altri generi) e calcavano palchi come quello del Whisky A Go Go invitati dai Motley Crue, quando saprai benissimo che per suonare lì oggigiorno, se non sei nessuno, devi pagare! Facevano solo i musicisti vivendo a Los Angeles, che magari non sarà più stata rappresentante come dici tu, ma intanto erano sempre in tour in giro per gli USA. Di gente che raccontava di afterparty selvaggi in ville con piscina a quei tempi non ce n’era molta. Per via della mia attività di recensore, all’epoca seguivo molto bene questa scena, posso dire di aver interagito con l’85/90% delle band che uscivano anche solo con un demo e praticamente era per tutti solo e soltanto un hobby. Tutti tranne i VOJ. Non so se sei mai stato in un loro backstage dopo un concerto o visto qualche foto. Fidati che quel “lifestyle 80iano” che ho scritto lo hanno assaporato. Non farmi dire nient’altro… 😉
Ascoltato velocemente ma …. non è il mio genere.
…..ma….se lo dici tu….avranno imboccato un buco temporale che li ha portati nel 1987…ahah…..la loro musica certo non era eccelsa…stivie rachelle comunque non sa scrivere un brano buono….nei TUFF li scriveva todd…non ce’ che sia buono come manager…lo dico con affetto…lo conosco pure!…il whisky a go go nel 2010 faceva tra si e no 50 paganti a concerto e se hanno beccato erano battone …eddaiii…..tutto morto a los angeles….dopo il grunge e’ cambiato tutto…non andate a L.A. !!!!…..non troverete nulla di quello che fu….solo rapper del cavolo e negroni che vi fanno il beeeeeep! 🙂
Non è che lo dico io, non sono un romanziere. Che sia figo o no Rachelle cosa c’entra col mio discorso? Ho scritto forse che hanno fatto una carriera da leggende del rock? Non mi pare, ho scritto: “Trasferitasi quasi subito negli USA in cerca di fortuna, la band la trovò solo in parte, riuscendo comunque ad assaporare per qualche anno un po’ di quel lifestyle 80iano tutto sesso, droga e rock and roll che molti altri invece hanno dovuto accontentarsi soltanto di sognare.”. Mentre in tutto il resto del mondo il 99% di chi suonava glam/sleaze in quel periodo lo faceva per hobby, sborsando soldi per tutto, loro erano pagati per fare i musicisti negli USA, invitati dai Motley Crue a suonare al CrueFest al Whisky e se anche scopavano battone, tranquillo che non le pagavano (cmq scopavano anche un sacco di fanciulle prese dal pubblico). Tutto questo se rapportato al 1987 sarà anche poca cosa, ma non capisco come tu possa dire che loro, al contrario degli altri, un po’ di quello stile di vita lo abbiano provato come ho scritto io. Cmq non importa, non voglio avere ragione per forza…
Dopo diversi ascolti posso dire che questo album non mi ha convinto…
Intendiamoci: strumentalmente è grandioso, e ci sono tanti bei pezzi con un tiro estremamente coinvolgente.
Ma ciò che ho trovato altamente penalizzante è stata la brutta, bruttissima voce di DeVine: monotona, mononota, priva di espressività…solo urlacci sguaiati, talvolta perfino privi di quella potenza che il genere richiede.
Per me gli Hardcore sono assolutamente su un altro pianeta.
Darei un 65/100, perchè, ripeto, i pezzi ci sono e sono anche validi…ma la voce di DeVine rovina tutto, rendendo alle volte perfino inascoltabile il disco.
Ma davvero? Per me DeVine è uno dei migliori vocalist sleaze in circolazione, ha la voce perfetta per questo stile, anche dal vivo è una macchina! HCSS dopo No Regrets sono tutto quello che per me non dovrebbe essere una rnr band: da fan accanito sono diventato uno dei loro più grandi detrattori! 😀 Cmq questo conferma quello che dicevo qualche giorno fa in un altro commento: ciò che mi ha sempre affascinato della musica è che ognuno ci sente dentro una cosa diversa, o quel che ci vuol sentire, in ogni disco. Lo trovo meraviglioso.
ahahahaha 🙂 , mi dispiace, Stefano, io sono del partito degli Hardcore Superstar più zoccoleggianti! Per me il Black Album ha segnato proprio il punto di svolta: fu allora che trovarono la loro formula vincente fatta di esplosività e suoni ruffianissimi.
No regrets per me è praticamente un demo, mentre Thank You è un disco molto brutto. Il debutto è sicuramente un capolavoro.
🙂
Ritengo il debutto degli HCSS una bomba ineguagliata ma anche i dischi seguenti non sono malaccio , certo con alti e bassi….nei giudizi credo incida molto il contesto temporale in cui si scopre una band o un album poi con l’età i parametri di giudizio possono variare.
Adoro il primo perché uscito in un periodo in cui non c’era praticamente nessuna band emergente che suonava quel tipo di musica (99/2000 o giù di lì). Ricordo un giorno dopo il lavoro di essere andato in edicola e aver comprato Metal Hammer ed essere rimasto sorpreso di leggere la recensione di Fabio Magliano che esaltava questo disco di una band ancora sconosciuta (anni dopo ho avuto l’onore di conoscere Fabio di persona a un concerto proprio degli HCSS e addirittura poi di scrivere per lui e viceversa, ospitandolo come recensore sulle pagine di Roxx Zone, ma questa è un’altra storia). Ho atteso il sabato pomeriggio, mi sono fiondato in città (50 km) e ho passato in rassegna tutti i negozi di dischi, trovando il CD solo all’ultimo tentativo, al negozio che davo per scontato non ce lo avesse. Avevo ancora l’autoradio a cassette in macchina, ho guidato come un pazzo fino a casa e appena ci ho messo piede la prima cosa che ho fatto è stato metterlo nel lettore a palla! Erano giorni che nella mia testa girava solo un’idea: trovare quel CD! Se vedeste la mia copia oggi capireste cosa ha rappresentato per me in quel periodo: è un po’ sgualcita, perché l’ho prestata a tutti quello che conoscevo per fargli sentire questa band emergente che cazzo di musica fighissima faceva! Ho apprezzato anche i due dischi successivi, ma poi sono cambiati troppo per i miei gusti e sono diventati troppo popolari. Mi fa piacere per loro, ma a me non sono più piaciuti. I loro fan si dividono grossomodo in due categorie: quelli della prima ora, a cui piacciono i primi tre, massimo quattro (considerando Bad Sneakers il primo e non It’s Only Rock ‘N’ Roll), e quelli che li han scoperti col quarto disco. Poi esistono le eccezioni, come sempre, ma ad oggi uno che mi ha detto di apprezzare entrambe le fasi allo stesso modo non l’ho mai trovato… 🙂
No, no, ma anche io li scoprii con Pina Colada, ragazzi. Anche io compravo Metal Hammer tutti i mesi, Stefano…quanto era bello informarsi una volta al mese con una voracità assurda, ahahahah. 🙂
Rivista stupenda, davvero.
Ricorderai sicuramente il grande Carmelo Giordano, maestro di musica Aor.
Certamente, l’ho anche visto in giro a qualche concerto… 🙂
Che mito! Le sue recensioni erano sempre il top!
C’era tanta tanta preparazione e passione dietro quella rivista. Che tempi…
Mi ricordo le polemiche, madó…ahahhaa 🙂
Quando usciva un nuovo album dei Metallica, era la rissa. Ahahha
Io quel MH ce l’ho ancora ( così come tanti altri numeri) e tuttora vado di riviste……i due classix e rockhard….Pina colada per me è stato il primo e con quella cover poi mmmmmmmhhh
In altri tempi a leggere quello che è stato scritto qui nei commenti in merito ad una band che apprezzo molto, sarei intervenuto energicamente nella discussione chiedendo di argomentare, poi ho continuato a leggere i commenti successivi e mi è venuto un po’ da sorridere ed ho quindi deciso di evitare. Sto proprio invecchiando! Riguardo questo album che ho avuto modo di ascoltare ed approfondire, a mio parere si avvicina al 70 pur non raggiungendolo. Mi ha dato le stesse sensazioni del disco dei Tales From The Porn. Ci sono sicuramente degli spunti interessanti, ma si aspetta per tutta la durata il pezzo che alza repentinamente la qualità dell’album che però non arriva mai… E’ un disco gradevole che però risulta un po’ statico, monotono con le canzoni che tendono un po’ ad assomigliarsi tutte. Sarebbe giustificabile per una band di debuttanti assoluti che però NON sono. Col massimo Rrispetto.
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni fa
“L’artista più emozionante con cui abbia lavorato dai tempi di Poison e White Lion… Pensate a Winger, Bon Jovi, Blue Tears, Def Leppard, Reckless Love che incontrano i Danger Danger su un viale oscuro… È giova […]
Mah, onestamente credo che Stefano, che come al solito ha fatto una recensione eccellente (.. merito qualitativo del disco a parte), sia stato fin troppo generoso.
La voce del buon Dallas lascia molto a desiderare: mi è bastato l’ascolto di pochi pezzi per aver voglia di staccare fin da subito.
Poi comunque il disco ti incuriosisce, perché ci sono delle riletture in chiave modernista di sonorità tipicamente 80s…ma una volta superato l’effetto sorpresa, stanca anche quello.
Io mi fermerei ad un 58/100…
Non siamo assolutamente di fronte ad un fenomeno, anzi…ne siamo ben lontani.
seeeee kelv hellrazer!!!!.miglior artista….paragonabile ai poison bonjovi winger???? eh????….lascia li’ va….quelli erano artisti di altri tempi……l’Ep di dallas sembrava anche carino pero’ e’ troppo filtrato!!!….la sua voce e’ tutta aggiustata e alzata con l’autotune!!!!….se state attenti lo si sente!….fa l’effetto metallico sulla voce….la produzione e’ troppo/dance….ma….
Ma Angelo, certe sonorità bisogna saperle riprodurre con gusto. Ti ripeto: il tentativo di reinterpretarle in chiave modernista è senz’altro apprezzabile, ma il risultato è discutibile.
C’è una evidente carenza di mezzi tecnici.
E dice assolutamente bene il capitano: la voce di Dallas è la fiera dell’autotune.
Purtroppo non posso spingermi oltre sulla polemica riguardante Firmo, perché se leggi tutta la discussione capirai come io per primo ne abbia evidenziato l’infima qualità artistica.
Questo non può portarmi però ad elogiare un Dallas qualunque, perché sarei ingiusto: quello di Firmo è un disco pienamente insufficiente. Qui invece siamo davanti alla mediocrità più totale.
ottimo lavoro grande talento
Sì, ti ho capito :-), ma come ho già detto a loro, io non credo che siano recensioni “manipolate”… semplicemente ognuno di noi giudica tenendo conto di tanti fattori che influiscono a livello conscio ed inconscio.
Io e te magari siamo molto spietati e asettici. Altri non lo sono.
Sono sicuro che Stefano recensisce in modo diverso da Iacopo, e viceversa…ecco perché questa “stonatura” fra recensioni.
Probabilmente se Firmo avesse preso il 41/100 che meritava per te (o anche per me), non staresti qui a discutere il 70 di Dallas…che per me è un 58 :-).
È tutto soggettivo alla fine.
Di sicuro io cercherei di uniformare i metri di giudizio, ma mi rendo conto che non è una cosa facile. Soprattutto quando i recensori sono tanti.
eccomi angelooooooooooooooooooooooo…quando c è da far casino io arrivoooooooooooooooooooo…aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh…cmq io come DALLAS conosco solo la telenovelas…me spias 🙂
Pensavo ci suonassero J.R. e Bobby Ewing :-).
I pezzi che ho sentito sono piacevoli 80iani.
La voce ha volte ha degli effetti metallici qua e la, ma anche i Def Leppard ogni tanto usavano ste soluzioni.
Forse lo approfondiro’, vedremo.
Fede prepara la macchina fotografica x il prox FFestivalllllllllllllllllllllll…Tave arriviamoooooooooooooo!!!!!!
disco che non mi e’ piaciuto…..sorry
Angelo, non capisco due cose: 1) che cosa c’entri la recensione di Iacopo di Firmo con la mia di Dallas. Ci sono due nomi e cognomi diversi in calce alle due recensioni, già questo dovrebbe essere sufficiente a rendere inconsistente il paragone. 2) che cosa ti può portare a pensare che le recensioni non siano neutrali. Io sono l’ultimo arrivato qui, ma sono 20 anni che scrivo recensioni e ho avuto il piacere di far parte di altre redazioni prima di questa, sia per il web che per il cartaceo. Ciò che accomuna tutte le redazioni in cui sono stato è che ognuno ha la totale libertà di scrivere quello che pensa, senza tenere conto dei giudizi o dei voti delle altrui recensioni. Anche perché il contrario avrebbe poco senso: siamo un team di persone e ognuno coi suoi gusti e il suo metro di giudizio. In tutti questi anni ho cercato di “rubare il mestiere” e imparare dai miei colleghi di penna più navigati e credo di avere sviluppato un mio stile e una capacità di valutazione che in ogni caso non può essere oggettiva. Uno dei segreti che mi hanno rivelato i più esperti è stato quello di non dare giudizi di pancia, di ascoltare e riascoltare i dischi e cercare di dare giudizi obiettivi, cercando di analizzare i lavori con responsabilità e senso critico, lasciando da parte il sentimento. Questo significa che se a me piace il glam ed esce un disco glam che mi fa impazzire, prima di dare un 90 cerco sempre di provare a pensare se quel voto è quello che riterrebbe giusto anche un non fan (per la cronaca io di 90 nella mia vita ne ho dati pochissimi). E quindi il mio voto sarà qualcosa di più obiettivo di quello che avrei potuto dare al primo ascolto preso dall’entusiasmo di un amante del genere (ecco perchè magari agli occhi di qualcuno posso sembrare un po’ tirchio di voti). Non sempre, poi, ci si riesce, perché al di là di tutto non è facile fare recensioni ed essere sempre obiettivi. Ci si prova, ed è quello che faccio ogni volta, completamente libero da qualsivoglia costrizione: giunto a questo punto dell’avventura, se recensisco qualcosa lo faccio per puro passatempo e piacere personale, sempre con il CD fisico in mano e quasi sempre quel CD è frutto di miei acquisti. Non vedo quindi perché non dovrei essere neutrale; Dallas è un CD che ha pubblicato AnderStein Music con cui ho anche dei rapporti collaborativi in atto, quindi non avrei motivo per parlarne male. E non credo di averlo fatto. Ho detto che la voce effettata dopo un po’ annoia e mi sembra un’opinione condivisa anche da qualcuno che ha commentato dopo di te. Capisco che quello dell’obiettività di giudizio possa essere un discorso complesso e che potrebbe dare vita a mille dibattiti, ma per quanto ci si sforzi a fare le cose nella maniera più limpida possibile, la verità è una sola: la recensione perfetta non esiste. Il disco che a me piace, farà sicuramente cagare a qualcun altro là fuori e viceversa. E ci sta, per questo mi permetto di dirti: esprimi pure il tuo parere ma per favore rispetta quello di chi fa sacrifici per trovare il tempo di ascoltare i dischi e tenere attiva e aggiornata una delle più belle rock webzine italiane. Nel 2018, anche volendo, con la tecnologia a disposizione di tutti non è più possibile influenzare o pilotare degli acquisti come magari si poteva fare 30 anni fa, quindi non vedo il motivi per sospettare complotti o favoritismi che non esistono, e che se anche esistessero sarebbero del tutto inutili e fini a se stessi.
guarda angelo….mi sembra quasi quasi che dallas abbia pagato te per sponsorizzarlo…..ahahah….comunque questo oggettivamente non e’ un lavoro paragonabile a quelli degli anni ’80…eddaiiii…suona troppo finto!!!!….e’ fatto troppo al computer….le canzoni sono anche carine ma tutto finisce qua…..e’ musica da camera come gli ultimi dei bon jovi…..voglio vederlo sto qua dal vivo….e’ li’ che lo voglio….vedrai che non fara’ mai tour dallas perche’ quella estensione li’ non ce l’ha!!!!
Vergognati!!!
Ripeto, Angelo: davvero credi che esista ancora qualcuno che nel 2018 si lascia influenzare nei suoi acquisti dalle parole di un recensore? Forse qualche anziano che non ha internet potrebbe a tutt’oggi seguire i pareri delle riviste, ma ormai uno smartphone lo ha anche mia nonna, e Spotify, YouTube e (ahimè) siti pirata vari permettono a tutti di ascoltare prima di comprare qualcosa. Quindi guarda che anche la più ricca delle etichette non sprecherebbe mai soldi per comprare bei voti. Di certo non io, che se solo sapessi che cosa comporta economicamente e a livello di sacrifici gestire una label indipendente al giorno d’oggi, ci penseresti due volte prima di lanciare certe accuse infondate. Il fatto che io scriva qui non significa nulla, anche perché sono qui da pochissimo mentre la webzine è da anni che recensisce i nostri lavori che più le aggradano (bada bene, non tutti, solo quelli che decidono di recensire i redattori, un po’ come dappertutto). Non ho il potere di manovrare dall’alto nessuna webzine e se anche lo avessi non lo sfrutterei, basti pensare che fino a qualche mese fa ho diretto per dieci anni Roxx Zone e, sebbene i miei collaboratori recensissero le uscite della mia label, tutti avevano la libertà di scrivere quello che volevano sui dischi. Vuoi una prova? Ecco la prima che mi viene in mente, un 5/10 ad un MIO disco sulla MIA webzine dato da un MIO collaboratore: http://www.roxxzone.com/3.0/nowitstime.html . Questa si chiama onestà intellettuale, mia e di chi faceva parte della mia redazione precedente, la stessa che riconosco anche a Denis e alla redazione di Melodicrock e Melodicmetal. Che poi Firmo sia da 50/100 è un TUO parere, che io rispetto, ma non corrisponde alla verità assoluta, come nessun altro parere al mondo. A prova di ciò, questa è la lista dei voti presi da “Rehab” dalla stampa italiana e internazionale fino a questo momento: Melodic Music Reviews (96/100) USA, ViriAOR (94%) SPAGNA, AmadeuS Melodic Rock Show (9.25/10) UK, Métal Intégral(18/20) FRANCIA, Heavy Paradise, The Paradise Of Melodic Rock (8,8/10) GRECIA, Metalhead.it (8,5/10) ITALIA, Hardrockheavymetal (85/100) ITALIA, Needleinthegroove (8/10) UK, MetalEyes (7.8/10) ITALIA, WeRock (7.5/10) ITALIA, Hardsounds (60/100) ITALIA (e non ho inserito quelli che non mettono voto alla recensione, cmq tutte positive). Come vedi non c’è nemmeno una insufficienza, che magari prima o dopo arriverà, ma sarà cmq la minoranza. La stessa etichetta giapponese che ha pubblicato il tuo amico Dallas, ha pubblicato anche Firmo e proprio oggi ci ha mandato la recensione della storica rivista Burrn! che gli ha assegnato un bel 82. Tornando a Dallas, visto che Firmo nemmeno avresti dovuto nominarlo sotto a questa recensione (e invece stai continuando a ripetere la tua opinione sia sotto la recensione giusta che sotto a quella sbagliata, diventando anche fastidioso: una volta è più che sufficiente, abbiamo capito come la pensi), certo che puoi dargli 90, anche 200:
il voto per me resterebbe sempre quello che ho dato e non mi metterei di certo a contestarlo ripetutamente. Anzi, forse se anziché accusare ingiustamente chi si sbatte per tenere in piedi una webzine che a quanto pare ti piace leggere, impiegassi il tuo tempo libero per scrivere qualcosa di sensato sotto forma di recensione, magari potresti dare una mano a qualche redazione che ha bisogno di collaboratori: ne vedo sempre parecchie alla ricerca. Facci un pensiero. 😉 Io di certo non mi abbasserò al livello di venire ad accusarti gratuitamente di qualcosa che non so. Non ti conosco e non mi permetterei mai. Gradirei tu mi portassi lo stesso tipo di rispetto. Grazie. E con questo sperò di chiudere qua questa polemica INUTILE.
I cenni di Def Leppard si sentono lontani un miglio; purtroppo la voce è un po troppo metallica e non riesco ad assimilare il potenziale di alcune canzoni. Rimandato!
Scusate ragazzi ma in punta di piedi e a bassa voce mi permetto di inserirmi nel discorso e dire la mia. Premetto che conosco poco questo Dallas ho solo sentito qualcosa “qua e la” in modalità random su you tube.
Mi limito quindi a dire che tutto sommato questo ragazzo non mi è sembra cosi male come leggo dai commenti. Certo, non ha assolutamente nulla di originale (e questo di per se forse è un punto a favore) e, come dice Federico, propone molto il modello ’80. L’immagine che propone è quella, un po’ costruita del rocker americano ribelle e maledetto già vista e rivista mille volte (se non di più) i brani però non mi sembrano per nulla brutti, e anche la voce non la considero certo inascoltabile. Sicuramente nei suoi brani trapela l’entusiasmo che cita Kelv Hellrazer e anche l’impegno che mette nel cercare di scrivere belle canzoni.
Concludendo mi permetto solo di dire che l’impressione che ho (e ci tengo a sottolineare che si tratta di un’impressione) e che il voto che gli ha dato Stefano sia un po’ severo, artisti di questo calibro, anche se non sono rivelazioni, vanno incentivati e sostenuti. (stesso discorso si può fare con nomi come Midnite city, Issa, e, perché no, firmo).
Tutto sommato non mi dispiace quello che ho sentito di questo ragazzo e ritengo che su questo sito ho letto apprezzamenti maggiori ad artisti meno interessanti.
Scusate se mi sono permesso.
Ciao Lorenzo, non devi scusarti di nulla: ben vengano i commenti quando sono gentili ed educati, anche se in disaccordo con la recensione. Ognuno ha la sua opinione, ci mancherebbe altro! Anzi, la cosa che mi ha sempre affascinato della musica è proprio che sia così soggettiva ed ogni persona ci possa sentire dentro qualcosa di diverso rispetto ad un’altra.
Issa secondo me va sostenuta..ma in altro modo… 🙂
😀 😀 😀
mimmoooooo….volevi dire si sosteneva volentieri alcuni anni fa….ora e una passabile chiattona….ahahah
Concordo appieno con la recensione. Disco orecchiabile ed i numeri ci sono, però gli effetti elettronici a tratti sono troppo marcati e troppo pop oriented.
Pezzi preferiti Rock N Roll Never Dies, Lay It On The Line e Don’t Ever Stop.
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni fa
Il rock and roll è un tipo semplice e senza grandi pretese: si accontenta di pochi accordi, di qualche scapocciata e battuta di piede. Per concedersi non ha bisogno di essere portato a ristoranti di lusso su una […]
Non li conoscevo.
Per me tra i candidati a disco rivelazione dell’anno.
Questo è un grandissimo disco.
Mi avevano già impressionato con il precedente Prison Earth, ma con questo nuovo platter hanno fatto un piccolo capolavoro. Al netto della produzione, davvero notevole, è la varietà dei pezzi proposti che mi ha colpito in particolare: si va dai Guns agli AcDc, dai Turbonegro agli Aerosmith, con una spruzzata di Oasis nei pezzi più lenti…
Padronanza tecnica a 1000, gusto melodico, grande amalgama…: questa è gente che sa il fatto suo.
Disco bomba per me.
Vado su rispetto a Stefano: 89/100
Gradevolissimo sorpresa ….cose “semplici” ma fatte da dio…..mi ricordano un po’ danko jones con più cori e meno ritmi frenetici, poi brani di meno di 4′ figata.
No news good news!!!
Finalmente te lo sei cagato questo discone!
ho ascoltato velocemente le prime 5 e lo finirò con calma nei prossimi giorni
a primo impatto mi è piaciuta “Young Modern Lightning”
Bel disco! Non originalissimo, ma molto godibile.
Li ho visti vicino a Milano 10 giorni fa davanti a ben.. TRE spettatori paganti: io, la mia compagna e un altro ragazzo… che tristezza. Loro spaccano, comunque, e sono delle persone simpaticissime e alla mano.
Continuo a sostenere che in Italia non capiamo un cazzo . Cavolo si parla di Milano non di Otranto.
Un paio di mesi prima, sempre nel milanese, ai Bullets & Octane eravamo in 5. In Italia manca la cultura del rock’n’roll, c’è poco da fare…
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni, 1 mese fa
Nel 2004 un’etichetta indipendente americana, Criterion Records, pubblica The Revelry, un CD prodotto da Gilby Clarke che in breve tempo vale ai Bullets And Octane un contratto major. Ne fa seguito un solo album, […]
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni, 2 mesi fa
In attesa di saperne di più riguardo ad un nuovo lavoro degli Aerosmith, dopo il solo album di Steven Tyler del 2016, i fan possono oggi godersi un altro capitolo della discografia di Joe Perry. Iniziata nel 1979 […]
Sempre bellissime le recensioni di Stefano.
Non ho ascoltato il disco, e non credo lo farò: il Perry solista non mi ha mai detto nulla, nonostante la caratura del personaggio. I suoi dischi sono sempre stati molto freddi e asettici, costantemente a metà strada tra la carne ed il pesce, finendo con l’essere né l’uno né l’altro.
Tyler dal canto suo non ha saputo far meglio.
Aspettiamo con ansia un nuovo album della band, perché i pezzi belli nei dischi degli Aerosmith non sono mai mancati.
l’ultimo di Tyler a mio avviso e’ un capolavoro!!!!… tra aerosmith sound e new country blues!….pezzi quali red white & you…only heaven… love is your name…it ain’t easy…sweet louisiana e my own worst enemy potrebbero essere estratti da uno dei migliori album della casa madre!!!….ascoltatelo!!!
Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 6 anni, 4 mesi fa
È una poco vestita (forse sarebbe proprio il caso di dire ignuda…) e sensuale fanciulla il soggetto di copertina scelto dai finlandesi Rust N’ Rage per il loro secondo full-length album Tales From The […]
Stefano Gottardi ha cambiato la foto del profilo 6 anni, 4 mesi fa
Stefano Gottardi è diventato un membro registrato 6 anni, 5 mesi fa
Playa era fantastico , questo mi sembra un bel dischetto , produzione ottima voce molto personale e finalmente direi vista la marea di cloni , bei riff pezzi trascinanti e l’ennesima dimostrazione che il rock dei london a distanza di anni spacca ancora ed è un piacere per le orecchie , mi spingo piu su col voto 79.