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Andrew Trabelsi

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 1 anno fa

    Creeper – Sanguivore – RecensioneEra solo un numero. All’approssimarsi del suo primo ventennio di appassionata dedizione alla materia, sempre perorando la causa dell’underground, l’u […]

    • “Umile Scribacchino” non smettere mai di scrivere… non fosse altro perchè grazie a te ho scoperto un paio di chicche veramente di livello e a cui probabilmente non avrei mai dato una possibilità senza le tue recensioni… Hank Von Hell su tutti… e direi adesso questi Creeper!

      • Grazie davvero Denis. Credo che questo, a maggior ragione oggi che in passato, sia il compito principale nonché la maggior soddisfazione di chi scrive: provare con le sue parole a coinvolgere qualcun altro che magari potrebbe condividere lo stesso entusiasmo verso un disco.

    • Ringrazio Stefano per avermi fatto scoprire i Creeper, e gli rinnovo la mia stima incondizionata: recensione emozionale come poche ne ho letto nella mia vita.

      È da diversi giorni che ascolto questo gruppo: ho recuperato un po’ tutta la loro produzione, e, tralasciando le ingenuità degli esordi, credo che si possa parlare di una band di valore assoluto.
      Certo, le influenze sono evidenti: Sisters Of Mercy, My Chemical Romance, e Meat Loaf su tutti…
      Ma che disco…perfetto in tutto: songwriting, produzione, melodie, longevità…
      I loro video, tra l’altro, sono delle piccole gemme softcore Horror.
      Se la giocherà fino alla fine con i Tempt per il disco dell’anno. Cry To Heaven sarà la rivale di Living Dangerous.

      Trasfigurante.

      100/100

      • Grazie a te per le belle parole, non so nemmeno cosa dire… Sono però molto contento di aver fatto scoprire anche a te questo fantastico gruppo!

    • lo ascolterò

    • PRESO!!!!! Ai nomi citati dal bontropi aggiungerei anche i Ghost,e perché no anche i Pink Floyd. disco della madonna, alla fine di questo 2023 abbiamo il disco dell’anno. Ho preso anche gli altri due precedenti di cui un EP, con poco più di trenta euro me li sono portati a casa tutti e tre .
      Ecco il vero servizio di pubblica utilità, quando lo “scribacchino” di turno ti informa e amplia le tue conoscenze.
      Grande Stefano.

      • Sono contento, Mark, di aver potuto condividere con voi la ‘scoperta’ di questo straordinario gruppo!

    • Gimmy replied 1 anno fa

      Anche io ho ascoltato incuriosito dalla recensione….e credo proprio di farlo mio….bello bello bello.
      Grande Stefano!!!

    • Grandissima scoperta, veramente un disco bellissimo! Grazie a Stefano per averlo recensito, altrimenti difficilmente lo avrei scoperto. Certo le influenze dei vari Sisters of Mercy e Meat Loaf si sentono, ma le canzoni sono davvero molto belle ed il disco corre via che e’ un piacere, invogliando a riascoltarlo piu’ volte. Non so come siano gli album precedenti, ma questo e’ davvero splendido!

      • Mi fa piacere Jack! Secondo me il livello della loro produzione è stato un crescendo, ma c’è della sostanza anche fra le cose precedenti. Se ti capita, dagli un’ascoltata!

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 1 anno, 9 mesi fa

    Jared James Nichols – Jared James Nichols – RecensioneUna cascata di riccioli biondi che ricadono su quasi due metri d’uomo e un amore viscerale per il blues: Jared James Nichols nasce a fine anni O […]

    • Lo seguo dagli esordi , questo nuovo lavoro mi è arrivato oggi ………………GARANZIA!!!!!!!!!!

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Quattro anni e una pandemia dopo l’esordio sulla lunga distanza No Sign Of Relief, torna all’attacco col suo secondo lavoro in studio il gruppo portabandiera dello sleaze metal made in Norvegia, The Cruel Int […]

    • A differenza dell’ultimo Hardcore Superstar, qui, mi sembra che le INTENZIONI ci siano.
      Tornerò!

    • Buon disco, forse troppo hardcore superstar in molti frangenti , durante l ascolto mi si palesavano a ripetizione , ottimi assolo di chitarra e sicuramente più in palla dell’ultimo HS che cmq non mi è dispiaciuto dopo vari ascolti. Ora metto in loop anche questo e sicuramente crescerà.

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Il progetto Donna Cannone ruota attorno alla chitarrista italiana, ma da anni trapiantata in Svezia, Giorgia Carteri, che ha dato vita a questa sorta di super-gruppo assieme al suo amico cantante/bassista Luca […]

    • Per me questo è un divertissement che poteva tranquillamente non essere pubblicato. Vado a risentire i Motor sister.

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 5 mesi fa

    Uscito nel Dicembre del 2021, il quinto lavoro degli Small Jackets segue di ben otto anni il suo predecessore. Edito congiuntamente dalle due etichette che da tempo collaborano con il quartetto (l’italiana Go D […]

    • Disco ampiamente metabolizzato da tempo , del resto non ci vuole tanto, 30 minuti di adrenalina e rock cazzuto per una band che spacca il culo come pochi , assieme agli Hell in the club sono orgoglio nazionale , da avere assieme al nuovo Hellacopters!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 2 anni, 10 mesi fa

    Racchiuso in un jewel case d’ordinanza, e con un booklet composto da 12 pagine contenenti foto e testi, sulla nostra scrivania c’è oggi il CD di Sami Yaffa The Innermost Journey To Your Outermost Mind. Al seco […]

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 8 mesi fa

    I Black Paisley nascono nel 2014 da un’idea del cantante Stefan Blomqvist, ed inizialmente sono una cover band conosciuta come StephMetal. Nel giro di un anno diventano Black Paisley (nome ispirato dalla Fender s […]

    • Confermo e sottoscrivo contenuto, conclusioni e voto della recensione di Stefano: per me disco splendido che avrebbe meritato una politica promozionale molto più penetrante.
      Mi sembra quasi assurdo che questa band sia quasi sconosciuta perfino in seno ad una platea molto settoriale come la nostra.
      Anche il secondo album, seppur molto ballad oriented, è di livello molto, molto alto. E merita senz’altro l’acquisto.
      Copio ed incollo il voto di Stefano.

      90/100

    • Ottimo lavoro: breve ma incisivo e suonato con competenza e personalità.
      Trovo strano che in apertura ci sia proprio il brano secondo me meno personale: non brutto, per carità, ma poco caratterizzante rispetto al resto.
      Parere ovviamente personale e poi forse l’ordine dei brani non conta più come una volta.
      Assolutamente da valorizzare come giustamente consigliato da Bontropi e Mark

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Gli L.A. Guns si formano a Los Angelese nel 1983 e, oltre al chitarrista Tracii Guns, nella band c’è un ancora sconosciuto Axl Rose, che in breve tempo molla per fondare gli Hollywood Rose. Dalla fusione dei du […]

    • Non mi ha detto granché….prodotto trascurabilissimo.

    • Grazie ancora a a Stefano per una ricostruzione storica così precisa della carriera degli L.A. Guns… è diventato veramente un casino seguirne le evoluzioni ormai…

      Concordo comunque con Mark: album poco ispirato, che mi ha stancato subito dopo un primo distratto ascolto…

    • Concordo su tutto e complimenti Stefano x come hai riassunto la bio della band! Io Nn sarei stato in grado.
      Ho avuto le tue stesse impressioni.
      Non male, nulla di trascendentale ma nel Mood giusto si lascia ascoltare volentieri

    • Grazie ragazzi. Ho volutamente omesso qualche nome per non far diventare il tutto un papiro inutile…

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 10 mesi fa

    Nuovo album per il chitarrista dei Firehouse Bill Leverty, la cui carriera solista prende vita nel 2004, un anno dopo quella che ad oggi è ancora l’ultima vera e propria fatica in studio della band madre. A pr […]

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Il terzo disco dei britannici The Struts, Strange Days, è diverso sin dalla copertina, in cui per la prima volta anziché il solo frontman Luke Spiller compare tutta la band. Nella seconda pagina del booklet del C […]

    • Per la prima volta mi trovo in disaccordo con Stefano in merito alla valutazione di un album… 🙂

      Contrariamente a quanto da lui rilevato, per me i grandi pezzi da cantare a squarciagola ci sono ancora (I hate how much I want you su tutte…), ed i ragazzi non hanno perso il loro impareggiabile gusto melodico (i Queen sono sempre ben presenti…).
      Va riconosciuto che ci sia stata forse una perdita di quella carica selvaggia che aveva contraddistinto i primi due bellissimi album, ma credo sia anche la naturale conseguenza di una scelta ben ponderata in fase di produzione.
      I suoni, alle volte, sono qui molto più morbidi e ruffiani…

      Io l’ho trovato un disco molto piacevole, invitante al riascolto, e soprattutto vario senza mai essere soporifero.
      Non è una cosa da poco, per quanto mi riguarda.

      79/100

      • Mi sono domandato cosa ne pensassi, in effetti, mentre scrivevo. In giro ho letto molti giudizi positivi, ma sono rimasto del mio parere anche dopo tantissimi ascolti e sono andato avanti per la mia strada. Ho cmq preso un ombrello bello grosso per ripararmi da eventuali insulti a ‘sto giro, ahahah!

        • Ahaha, tranquillo! 🙂 È bello quando si aspetta il parere degli altri…vuol dire che si ha stima, e ti ringrazio per questo.

          Io ho pensato che il motivo principale per cui non ti sia piaciuto è stato il fatto di aver adottato sonorità molto più morbide …
          Ma secondo me I Hate, All Dressed up, Another Hit, Am I Talking to champagne, e perfino la discussa Strange Days sono hit assolute.
          Davvero tanta carne al fuoco per un album di 10 pezzi.

    • …..a mio parere questa e’ una band fasulla come lo erano agli esordi i darkness….dei figli di papa’ lanciati per amicizia di qualcuno importante!!!!

    • Posso capire i gusti ma dare 59 e fuori da ogni logica. Appena si esce dai soliti canoni aor partono i numeri al Lotto. Poi fasulli o meno (che poi cazzo vuol dire?) Per me è un buon disco da 7 minimo dove senti i queen mescolati ai the faces o al grande rod steward o agli stones . È un disco che va contestualizzato , scritto in 4 giorni in lockdown con varie ospitate (di lusso).questi ci sanno fare Chapeau!!!!

    • bellissima recensione Stefano, scrivi davvero bene.
      ho avuto le stesse impressioni sul disco, per quanto Robbie Williams mi sia simpatico 🙂

    • Al mio paese esiste un detto che tradotto dal dialetto all’italiano recita cosi:” non tutti gli uccellini si nutrono di grano”….nel senso che anche delle cose buone possono non essere apprezzate. “Am I talking to the champagne ” è un pezzo di una bellezza unica, vale da solo l’ascolto dell’album…dai tempi di in and out of trouble che un sax in un brano non mi stupiva cosi tanto. Certo non rimarrà nella storia della musica ma è un buonissimo lavoro a mio parere, può essere che qualcuno non lo capisca ma il voto lo trovo inadeguato.

    • Mai seguiti… però mi avete incuriosito e appena capisco in che scatolone è finito l’impianto Hi Fi provo ad ascoltarli… 😀 😀 😀

    • non conosco quindi taccio, ma il discorso sui produttori andrebbe approfondito e se fosse possibile clonare qualche produttore di una trentina di anni fa….il 90% dei lavori attuali sembrerebbero tutt’altra cosa…io sono convinto che la produzione sia quasi metà del lavoro, ma oramai sono una minoranza etnica non tutelata….:-(

      • Secondo me la produzione, la cura maniacale della produzione, è un elemento imprescindibile per un disco che aspiri alla grandezza.
        Onestamente trovo perfino difficile approcciarmi ad un ascolto “sereno” nel momento in cui sento produzioni sciatte e raffazzonate.
        Se per il passato sono stato più incline a sorvolare su alcuni aspetti, oggi non lo sono più: oggi pretendo categoricamente che un disco mi “riempia” le orecchie quando lo ascolto.
        I ragazzi della Frontiers lo sanno: gli avrò scassato le palle per dieci anni con la storia della produzione…e mi fa piacere poter dire che oggi un buon 75% delle produzioni Frontiers sono cariche ed esplosive come è giusto che siano…

    • Bell’album secondo me, inferiore ai primi due (che erano delle bombe), ma comunque di buon livello e con ottime canzoni. Avrei dato almeno 75

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 3 anni, 11 mesi fa

    Con colpevole ritardo ci troviamo oggi a parlare del nuovo lavoro di Andy McCoy, storico chitarrista degli Hanoi Rocks, band a quanto pare ormai definitivamente scioltasi dopo la reunion dei primi anni Duemila. Al […]

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

    Dopo otto anni di silenzio, o quasi, a seguito della sua fuoriuscita dai Turbonegro, Hank Von Hell è tornato nel 2018 con Egomania, un lavoro solista che ha riscosso grande successo di pubblico e critica. Un […]

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 4 anni fa

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    • Meno ispirato dell esordio ma cmq godibile , forse questo genere di progetti già al secondo tentativo tendono a stancare….Mah!
      Voto 7

    • Primo lavoro stupendo, questo al primo ascolto solamente buono. Album comunque da avere nella collezione, ovviamente se si ama questo sound…

    • Rivedo il mio giudizio, lo sto ascoltando tantissimo. Raffinato, elegante, potente…insomma anche questo è un grandissimo disco che cresce alla grande con gli ascolti. Che canzone è December? e Moonlight?

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 4 anni, 5 mesi fa

    Nati alcuni anni or sono come The Angelo Tristan Band, degli inglesi Collateral si è cominciato a parlare in concomitanza del debut EP 4 Shots, al quale il 21 Febbraio 2020 ha fatto seguito il disco d’esordio au […]

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 5 mesi fa

    Trent’anni di storia e otto full-length album per i Backyard Babies, fieri portabandiera di un rock’n’roll di stampo scandinavo che ormai pochi artisti sanno ancora fare come si deve. Tornati in pista dopo un […]

    • Ho provato ad ascoltarlo, ma non mi ha preso.

    • Li seguo da sempre ma non hanno più saputo ripetersi come nei primi lavori , disco cmq gradevole e sposo la conclusione di Stefano .
      Mi ha preso di più l’ultimo buckcherry ma la vera mazzata l’ho presa col ritorno dei wildhearts di Ginger ……un tornado !!!!!!!!!!!

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 6 mesi fa

    Fra eccessi di ogni tipo, infiniti cambi di musicisti, estemporanei scioglimenti e sdoppiamenti di formazione vari, il 2019 segna l’anno in cui vede la luce il dodicesimo studio album della gloriosa band americana […]

    • Non sono d’accordo , per me un buon seguito forse un pelo sotto al precedente , mi piace la carica grezza e sporca che trasmette . 75

    • È ancora presto per giudicare, per quanto mi riguarda.
      Ma sono contento che Stefano abbia posto l’accento sull’aspetto relativo alla produzione: terribile, a mio parere. Soprattutto la batteria è scandalosa.

      Sono basito.

      • Io sto disco l’ho digerito da un pezzo poi l’ho preso già un po’ di tempo fa , comprendo il pensiero sulla produzione ma alla fine ci di fa l’orecchio.

      • Ai primi ascolti stessa impressione, soprattutto per quanto riguarda la batteria…
        Quando ci fai l’orecchio finisce per piacerti.
        Mostri sacri.

    • Preso al Frontiers, una band di questolivello dovrebbe curare maggiormente la produzione, qui (volutamemte?)un po grezza.
      Pero’ le canzoni ci sono, meno bello di “Missing peace” .
      Voto 72.

    • Lancio una provocazione….riuscissero i guns n roses ha fare un disco lercio come questo o come missing peace …..io resto in attesa!!!!

    • gli L.A guns rimangono nel cuore di ogni street rocker degli anni 90 ma questo album come il precedente non riescono a convincermi….non ci sono pezzi belli come in passato….per intenderci un waking the dead e’ nettamente superiore…sia nella qualita’ delle songs sia come produzione che qui e’ a dir poco orribile!!!!

    • Purtroppo sono decisamente d’accordo con la recensione. Grossa delusione ma pazienza. Si aspetta il prossimo.

    • Non sono mai stato un loro estimatore, non inizierò ad esserlo dopo un breve ascolto di questo “The devil you know”.

  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 7 mesi fa

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  • Stefano Gottardi ha scritto un nuovo articolo 5 anni, 7 mesi fa

    Nati a Roma nel 2007 dalle ceneri dei Taxi, i Giuda sono una rock ‘n’ roll band con uno stile fortemente ispirato dal glam rock degli anni Settanta e dal primo punk inglese. In breve tempo il combo capitolino ha […]

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