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Apollo – Waterdevils – recensione

26 Gennaio 2017 4 Commenti Davide Arecco

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Escape Music

Waterdevils è il secondo lavoro solista di Apollo Papathanasio degli Spiritual Beggars, un musicista attivissimo su più fronti, il cui talento è in fase di decisa crescita artistica.
Si tratta, essenzialmente, di classico hard rock melodico, brillante e fresco, che sconfina spesso e volentieri nell’AOR. Musica forse un po’ derivativa, anche se non si parla qui di pedissequi omaggi al passato. Molti gli ospiti di rilievo presenti in questo disco, da Chris Amott degli Arch Enemy a Ludwig Witt dei Grand Magus, sino al compagno di avventura (negli Spiritual Beggars) Per Wiberg, che impreziosisce il lavoro con le sue tastiere.

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Sweet Mary Jane – Winter In Paradise – recensione

26 Gennaio 2017 1 Commento Denis Abello

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven

Nuova band sotto il cielo dell’AOR internazionale. I Sweet Mary Jane, nati nel 2012 dall’incontro tra nomi noti del panorama nord europeo quali Tomas Nässlin (ex-Roulette), Per Olof Åsberg (ex-Airborn), il giovane talento Alexander Olsson (ex-Anacondah) e Andreas Sparby (ex-L.A.C.K.) a cui si aggiungerà in seguito la voce di Tomas Berggren (ex-Razamanaz, fratello del più famoso Stefan degli Snakes in Paradise, Revolution Road, Berggren Kerslake band), poggiano su terreni prettamente AOR Nord Europeo che tende solitamente ad unire melodie e ritornelli vincenti ad un suono di chitarra abbastanza sferzato e tagliente.
Winter In Paradise è quindi la loro prima uscita ufficiale che può contare sulla produzione curata da Lars Chriss dei Lions Share.

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Magnum – The Valley Of Tears – “The Ballads” – recensione

25 Gennaio 2017 4 Commenti Davide Arecco

genere: Hard Rock / AOR / Pomp Rock
anno: 2017
etichetta: Steamhammer / SPV

Parlare dei Magnum è sempre un grande piacere. Il gruppo di Birmingham, in assoluto uno dei più sottovalutati di tutta la storia del rock, ha scritto pagine realmente immortali del pomp rock: dischi come Marauder, Chase the Dragon e On a Storyteller’s Night restano scolpiti nella memoria.
Anche la svolta verso l’AOR e l’hard melodico di classe, tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, ha lasciato il segno, prima che i Magnum ritornassero, oramai da alcuni anni in quà, al suono delle loro origini, appena più metallizzato.
Oggi, la band di Tony Clarkin e Bob Catley si ripresenta a noi, con una realizzazione che i più giudicheranno forse superflua, ma che risulta comunque apprezzabile.

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Pride of Lions – Fearless – Recensione

21 Gennaio 2017 22 Commenti Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Il primo grande botto di questo 2017 di musica rock melodica arriva – guarda il caso – dalla nostra Frontiers Music e da una formazione che dal 2003 ad oggi è stata sempre in grado di produrre alcuni dei dischi più emozionanti, vivi e positivi della nuova era della scena AOR mondiale: ovviamente parlo dei Pride Of Lions di Jim Peterik (Survivor) e Toby Hitchcock.

Fearless, il loro nuovo album del gruppo in uscita nei negozi il 27 gennaio 2017, porta avanti quel processo di continua crescita che è alla base di questa formazione fin dal suo più giovanile esordio. Il genio compositivo di Peterik (è inutile ricordare che il suo nome è sinonimo di una delle figure più prolifiche, ispirate e geniali di questa scena musicale, dai Survivor fino ad oggi) si mette al servizio della musicalità e della potenza timbrica del suo eccellente cantante Hitchcock, fornendo al frontman le basi musicali – elettriche, pompose, cariche di energia e feeling – in grado di far emergere il massimo delle sue doti vocali. Un sodalizio tra i due che è in continua crescita, e la loro intesa è sempre massimale, fatto che giova in primis alle canzoni, ancora una volta da brividi in ognuna delle loro parti, e poi all’insieme musicale del disco. Certo, è evidente come i Survivor, e con loro certamente anche la voce del sempre amato e compianto Jimi Jamison, restino certamente alla porta come punto di paragone per ognuna di queste nuove creazioni (tra l’altro in una intervista recente Peterik ha ammesso come, ogni qual volta si appresti a scrivere le linee vocali di un suo nuovo brano, abbia nella mente sempre e solo la voce di Jamison, come se ogni canzone fosse ancora composta per essere interpretata da lui), ma il nostro amato songwriter statunitense riesce sempre ad andare oltre ai soliti clichè, lavorando ogni qual volta a nuove sonorità, senza però mai stravolgere l’idea originale del gruppo.

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Gotthard – Silver – Recensione

20 Gennaio 2017 13 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock Melodico
anno: 2017
etichetta: G.Records

Festeggiare i 25 anni di carriera con un nuovo disco non poteva essere regalo migliore per i Gotthard e i suoi fan. Questo nuovo dodicesimo lavoro intitolato Silver ha il pregio o difetto, di necessitare di più ascolti per apprezzare ogni sua sfumatura ed ogni singolo pezzo.

Partiamo col fatto che gli estimatori dei Gotthard più melodici, resteranno parzialmente delusi, sia per gli arrangiamenti più hard rock di questo lavoro, sia per la mancanza di una vera e propria ballad, da sempre marchio indelebile dei rocciosi svizzeri. Il terzo lavoro con al microfono il sempre più odiato/amato Nic Maeder, affiancato dagli storici Leo Leoni, Marc Lynn, Freddy Scherer e Hena Habegger è una sorta di ritorno al sound hard rock delle origini, con il risultato di un album discreto poichè troppo altalenante e come detto inizialmente, non da “primo ascolto”, ma da capire e apprezzare dopo qualche tempo. Devo ammettere di essere infatti rimasto spiazzato la prima volta che ho schiacciato Play sul mio vecchio caro lettore Cd, ma solamente dopo diversi ascolti sono riuscito a capire l’essenza di questo album.

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Jim Jidhed – Push On Through – recensione

20 Gennaio 2017 10 Commenti Denis Abello

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven

Jim Jidhed, storica voce degli Alien torna in questo inizio di 2017 con il suo sesto album solista a titolo Push On Through.
Ritorno in veste solista con intenzioni bellicose quello del nostro Jim che messa insieme una band coi muscoli che vede coinvolti ormai affermati nomi della scena Svedese come Daniel Flores (batteria e qui in veste anche di produttore) e Ken Sandin (basso e già con Jim negli Alien) contrapposti a giovani speranze quali Michael Palace (chitarra) e Philip Lindstrand (chitarra) tenta di mostrare al mondo cosa vuol dire mettere in piedi un ottimo album di AOR / Melodic Rock nel 2017.
Così, dopo il ritorno degli Alien nel 2014 con l’album Eternity (qui la recensione) e dopo un album solista in sola lingua svedese (Tankar i vinternatten’ – 2015) il buon Jim Jidhed dimostra di essere in piena forma ed in pieno fermento creativo con questa sua nuova fatica.

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Kissin’ Dynamite – Generation Goodbye – recensione

20 Gennaio 2017 5 Commenti Giulio Burato

genere: Hard Rock / Modern Rock
anno: 2016
etichetta: AFM Records

A due anni di distanza da “Megalomania”, esce “Generation Goodbye”, quinto album in studio dei giovani e promettenti Kissin’ Dynamite. I cinque ragazzi originari di Baden-Württemberg hanno le idee chiare; compongono ed auto-producono un platter che dimostra di essere originale e moderno nel sound, come anche nei testi, dove si guarda, tra l’altro, alla società attuale, pervasa ed invasa dai social-network.

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Magic Dance – Vanishings – recensione

15 Gennaio 2017 9 Commenti Denis Abello

genere: Sinth Pop / AOR
anno: 2016
etichetta: Indipendente

Ve lo ricordate il sinthpop anni ’80, quel suono fatto di cromature e scintillanti dettagli che aveva contagiato anche l’AOR. Bene, sta tornando! E’ da circa un anno che pare si stia ridiffondendo la passione, o forse per ora più la curiosità, verso questo tipo di musica.
Nel sottobosco underground ed indipendente stanno nascendo così validi progetti legati a queste sonorità, parlando di melodic rock mi viene in mente l’ottimo ep pubblicato dai Lebrock o puntando su un territorio più pop oriented non si può non consigliare l’ottimo Endless Summer dei The Midnight
… ed ora appaiono questi Magic Dance che, anche loro in maniera completamente indipendente, pubblicano un album di cui sarebbe un delitto non parlare su queste pagine.
Questo Vanishings infatti riporta i suoni sintetizzati di prepotenza in territori assolutamente AOR proponendo una serie eccezionale di pezzi AOR che giocano su un songwriting di prim’ordine unito allo stile unico e “vintage” che il sound “sinth” sa regalare.
In realtà a voler ben vedere, questi Magic Dance, più che una band sono un progetto dietro cui si cela il nome di Jon Siejka, greco di origini ma ormai naturalizzato americano.
A lui infatti si devono tutti i pezzi che compongono questa opera, sua è la voce e suoi molti degli strumenti usati con l’esclusione della chitarra solista affidata alle mani di Tim Mackey ed il basso in quelle di Kevin Krug.

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Last Autumn’s Dream – In Disguise – Recensione

15 Gennaio 2017 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: JVC - Escape Music

Incredibili questi Last Autumn’s Dream, siamo infatti di fronte al 14°(Quattordicesimo!!) album in 14 anni di carriera! Vale la pena ricordare tutti i lavori per chi li avesse appena conosciuti … Last Autumn’s Dream (2003), II (2005), Winter In Paradise (2006), Saturn Skyline (2007), Hunting Shadows (2008), Live In Germany (2008), Dreamcatcher (2009), A Touch Of Heaven (2010), Yes (2010), Nine Lives (2011), Ten Tangerine Tales (2012), Level Eleven (2014), Paintings (2016) e questo nuovo In Disguise (2017).
Capitanati sempre dalla voce di Mikael Erlandsson, troviamo Peter Soderstrom alla chitarra, Nalle Pahlsson al basso, Ulf Wahlberg alle tastiere e l’immancabile Jamie Borger alla batteria….

Anticipiamo subito che stavolta siamo di fronte ad un album di sole cover, quindi niente materiale nuovo e il suono rispetto agli altri dischi si è leggermente indurito passando dall’Aor dei primi lavori ad un Melodic Rock con spunti old style con dei bei riff e più assoli di chitarra rispetto al passato. Ma su un album di cover spesso è inevitabile la decisione di doversi adattare al sound della canzone originale, per non stravolgere totalmente le canzoni. Più che altro è incredibile per un gruppo come i LAD la mancanza di una ballad! Anche se solo un disco di cover una love song non poteva mancare! Altro punto debole di questo disco è senza dubbio la produzione, gli strumenti a volte tendono a coprirsi l’uno con l’altro creando a volte suoni non ben calibrati. Peccato.

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David A. Saylor – Ship to Nowhere – recensione

14 Gennaio 2017 2 Commenti Denis Abello

genere: AOR
anno: 2016
etichetta: AOR Blvd

Gli ultimi anni sono stati difficili per il panorama del’AOR, Hard Rock e Melodic Rock con la perdita di tanti Artisti a questi generi legati.
Purtroppo il 2017 non inizia da questo punto di vista nel migliore dei modi, visto che una delle prime notizie dell’anno riguardano la prematura scomparsa della splendida voce di David A. Saylor.
Conosciuto ai più per essere stato negli ultimi anni tra le fila dei Wild Rose e per il suo passato negli inglesi Push, senza contare anche la sua ultima partecipazione nell’album solista di Andy Rock degli stessi Wild Rose, David negli anni ha saputo farsi anche un buon nome grazie alla sua ottima carriera solista.
Dotato di una voce carica, possente ed in grado di emozionare i suoi lavori solisti hanno sempre brillato per pezzi riusciti nel più classico stile AOR anni’80 andando a pescare a piene mani nei ricordi di band quali gli Alien e mischiandoli con uno stile cantautorale tipico del periodo anni ’80 di personaggi quali John Waite o Richard Marx.

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