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10 Marzo 2017 1 Commento Denis Abello
genere: Westcoast
anno: 2017
etichetta: Indipendente
Puro Westcoast intriso di classe e stile di matrice assolutamente Italiana quello che ci regalano i Mr. Rubik con questo loro primo lavoro Wasted Paradise.
Ideatore del progetto è Marco Taggiasco e mai come in questo caso la musica rispecchia esattamente chi la compone. Arrangiatore, compositore, produttore e songwriter di origini Romane, Taggiasco è un personaggio elegante il cui passato spazia tra Jazz, Westcoast, AOR e Fusion.
Il progetto Mr. Rubik vede in realtà la nascita dei primi pezzi agli inizi degli anni ’90 ma solo oggi trova la sua degna conclusione. Oltre a Taggiasco, vi prendono parte una serie di session player di talento come Andrea Sanchini alla voce, che già in passato aveva collaborato con Marco Taggiasco e che qui prende parte anche alla stesura di alcuni brani, Riziero Bixio alla batteria e percussioni e Nicola Demontis alle chitarre.
04 Marzo 2017 20 Commenti Luka Shakeme
genere: Hard Rock / AOR / Melodic Metal
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Ci sono artisti che inevitabilmente sembra vivano all’ombra del loro passato. Un passato ingombrante, a tratti quasi logorante, per quanto possa aver regalato manciate di gloria. L’artista di cui mi appresto a parlare non merita certo l’ennesima biografia che rischia di essere celebrativa e poco opportuna e gli amanti del metal classico sapranno di sicuro le vicende di una band che ha praticamente creato il power metal europeo.
Vicende fra due amanti paradossalmente mai troppo innamorati l’uno dell’altra e che abilmente nel corso degli anni non lesinavano stoccatine tramite stampa e Tv. Helloween-Kiske un rapporto odio-amore. I primi fra alti e bassi con Deris, Kiske invece traccia il suo percorso infaticabile alternandosi in progetti più o meno riusciti. Il 2005 sotto egida Frontiers Records nasce Place Vendome. Lavori qualitativi pregni di Hard Rock e AOR, produzioni importanti che a dire il vero non riescono ancora oggi a scaldare il cuore dei fan più oltranzisti della band di Amburgo. Direi dunque di iniziare a parlare di “Close To The Sun”, nuova creatura targata Place Vendome.
28 Febbraio 2017 2 Commenti Davide Arecco
genere: AOR
anno: 2016
etichetta: AOR Boulevard
La AOR Boulevard si sta facendo pian piano strada nel mondo del melodic rock, tramite un lavoro pregevole di riscoperta e riedizione d’opere perdute oppure dimenticate. Dopo i validi Ailafar di No Limits e i fantastici Push di Future Into the Past, l’etichetta inglese ripropone ora un nuovo progetto, i Santa Ana Winds, gruppo costituito da ben tre vocalist: la bella e brava Rebecca Owen, il redivivo Brad Henshaw (ex Road Kings) e soprattutto il grande e compianto David Saylor (R.i.p.), già con i Wild Rose e appunto con i Push, qui anche alle chitarre.
28 Febbraio 2017 7 Commenti Nico D'andrea
genere: Rock
anno: 2017
etichetta: Target
Come si fa a non volere bene ad uno come Mike Tramp ?
Lo sguardo malinconico ed un sorriso irresistibile mantengono intatto quel Phisique Du Role che pochissimi attempati rockers possono ancora oggi vantare.
Mike lo amiamo tutti per le lacrime che abbiamo versato ascoltando Broken Heart, passando da Lady Of The Valley , al pianto struggente di Cry For Freedom, fino all’epilogo di You’re All Need.
L’ingiusto paragone con una band enorme come i White Lion per quanto mi riguarda finisce però qui.
L’avvenente vocalist danese ha abbandonato da tempo la rincorsa al mito del passato con discutibili progetti come Remembering White Lion, per dedicarsi a se stesso ed alla propria dimensione più acustica ed intimista che da sempre gli appartiene.
24 Febbraio 2017 0 Commenti Denis Abello
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: LimeLight Records
Detto molto in breve, questi Lovell’s Blade altro non sono che una nuova band di vecchi volponi Olandesi. Infatti il gruppo prende vita da alcuni ex membri della storica formazione metal Olandese Picture, ovvero il cantante Pete Lovell e i chitarristi Mike Ferguson e André Wullems a cui si andranno ad aggiungere il bassista Patrick Velis e il batterista Noel Van Eersel.
Dato quindi un minimo di background a questi Lovell’s Blade buttiamoci a capofitto su quanto propongono con questo primo parto a titolo Stone Cold Steel.
23 Febbraio 2017 3 Commenti Davide Arecco
genere: AOR
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven
Dopo un EP digitale di debutto, arriva finalmente l’atteso esordio vero e proprio del gruppo svedese Age of Reflection, melodic rock band nata per volere del chitarrista Carl Berglund, subito raggiunto dal bassista Jan Skärming e dopo alcuni anni da Jonas Nordqvist (chitarra solista) e da Lars Nygren (alla voce).
22 Febbraio 2017 1 Commento Denis Abello
genere: Rock / AOR
anno: 2017
etichetta: Pride & Joy Music
Jimi Anderson, Scozzese di nascita, pur essendo al suo debutto ufficiale a livello internazionale non può proprio essere considerato un km 0 visto che la sua prima band, con cui suonava cover dei Deep Purple e Rush, porta la data d’immatricolazione del 1978, segno che Jimi qualche bel pezzo d’asfalto l’ha già macinato in questi anni.
La cosa sinceramente mi spiazza un pochino, anche se ad andare a vedere a fondo si scopre che il successo è stato quasi sfiorato con i suoi Sahara, band con la quale avrà la possibilità di firmare un buon contratto che avrebbe potuto cambiare le cose ma che in realtà non porterà praticamente a nulla.
Detto questo però la voce di Jimi è una gran bella sorpresa, quasi come la sorpresa che si ha nel pensare che sia rimasta chiusa nel sottobosco del panorama rock fino a quest’oggi.
Bella, pulita, intonata, un po’ lasciva come il genere (AOR con un po’ di blues nelle vene) richiede e in grado quindi, se poggiata sulle giuste note, di regalare bei momenti come effettivamente questo debutto Longtime Comin’ lascia trasparire.
19 Febbraio 2017 65 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Nati dalla mente del chitarrista e cantante genovese Stefano Lionetti e di suo fratello Alessandro, con il contributo fondamentale di Pierpaolo “Zorro” Monti (Shining Line) e Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever, Eden’s Curse, Hardline), i melodic rockers italiani Lionville approdano alle corti della label Frontiers Music con il loro terzo album A World Of Fools.
Riceverò certamente diverse critiche per quello che sto per dire (ma sono uno dei pochi che, ahimè, a costo di prendersi vagonate di insulti crede ancora che l’imparzialità resti il dovere di chi scrive musica nelle vesti di recensore), ma anche in questa occasione – ovvero esattamente come era accaduto con i “suoi” Work of Art – al terzo capitolo in studio di un progetto a cui prende parte, il dotatissimo cantante Lars Säfsund finisce per risultare alla lunga un clone di se stesso. Sia chiaro, a livello di intonazione, estensione, timbrica e capacità generale di canto, Lars resta un numero uno indiscusso della nostra scena, ma è altrettanto evidente la sua incapacità di trasformare in proprio un pezzo. Mi spiego meglio: credo fermamente che lo svedese sia un eccellente interprete musicale, e i primi due dischi di questo progetto (come quelli dei Work of Art) sono riusciti a mettere bene in evidenza ogni sua singola dote. Ma se su uno/due album riesce a dimostrarsi anche comunicativo, emozionale e caldo, beh, dalla terza occasione in poi lo si riascolta e – mannaggia – inizia a risultare freddo, poco comunicativo: in pratica, soltanto il solito Lars. Quasi come se tutta la sua bravura, puf, sbiadisse e finisse in secondo piano, non brillando più al nostro orecchio come accadeva nei precedenti capitoli.
Un difetto che diventa allora – per mio personale giudizio – sintomo della suddetta debolezza del vocalist nel saper fornire nel tempo una varia impronta stilistica a ciò che canta. Un fatto che va certamente a penalizzare, e a togliere qualità (e nel caso del mio giudizio, un bel decimo percentuale), a tutto il resto dell’insieme musicale.
18 Febbraio 2017 9 Commenti Matteo Trevisini
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Steamhammer / SPV
Mammasantissssima… che calcio nel culo !!!!…questa recensione è rivolta solamente agli amanti dei suoni crudi e polverosi, degli immortali Ac/Dc, delle sberle ritmiche dei Buckcherry, della criminalità dei The Four Horsemen, del west selvaggio e delle motociclette, dell’asfalto sporco di olio bruciato, dei tatuaggi fatti in carcere, di barbe folte e mustacchi, dei Jackyl e delle motoseghe elettriche, delle voci imbevute di soda caustica… astenersi amanti di suoni dolci e delicati e di tastiere Aor… rischiate seriamente l’infarto!
Qua c’è hard rock imbevuto di blues, c’è l’energia del punk rock e pure il viscidume dello street rock, e tutto questo ben di dio da dove viene ? …dal Canada !!! eh già signori, non c’è solo Bryan Adams, Alanis Morrissette ed i Rush nel grande stato della foglia d’acero.
Tutto questo, e altro ancora, sono i The Wild!, quattro energumeni che rispondono a nomi come Dylan Villain, il singer “cartavetrata” e chitarrista, The Kid, l’altro chitarrista, Boozus al basso e Reese Lightning a far casino alla batteria.
Originari della Columbia britannica e conosciuti per i loro detonanti concerti in giro per il paese, nel 2014 un loro video diventa virale su Youtube facendoli conoscere nelle radio canadesi e dando loro la possibilità di fare da support act a nomi importanti come Korn, Buckcherry, Rise Against e Monster Truck. Il loro Ep di debutto ‘GxDxWxB’’ viene prodotto addirittura da Mike Fraser, produttore leggendario di mostri sacri come Ac/Dc, Aerosmith e Van Halen. Ora è tempo di debutto vero e proprio con questo ottimo Wild At Heart.
18 Febbraio 2017 20 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Gli storici melodic rockers statunitensi Unruly Child ritornano nei negozi il 24 febbraio 2017 su Frontiers Music Srl con un nuovo album intitolato Can’t Go Home, il quinto della loro carriera.
Forti della loro formazione originale – che vede alla voce la cantante Marcie Michelle Free (King Kobra, Signal, solista), alla chitarra Bruce Gowdy (Stone Fury, World Trade), alle tastiere Guy Allison (Lodgic, World Trade, Doobie Brothers), alla batteria Jay Schellen (Hurricane, World Trade, Asia), e al basso Larry Antonino (Pablo Cruise) – questi cinque affermati musicisti danno vita a un disco dotato di un songwriting decisamente superiore (e più in meno in linea con quella mostrata nell’ultimo disco Worlds Collide del 2010), affossato però da una produzione purtroppo poco incisiva, spompata, ovattata, ahimè lontana dagli standard qualitativi alti del mercato discografico odierno. Vi dirò, in tutta verità ho ascoltato cose qualitativamente peggiori, ma è altresì vero che con suoni più dinamici, con strumenti posti più in facciata e con tastiere più nitide e vivaci in accompagnamento delle chitarre e della voce, beh, staremmo oggi a parlare di una release dal giudizio decisamente più elevato.