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Jessie Galante – The Show Must Go On – recensione

12 Maggio 2017 4 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Rock / Funky / Blues
anno: 2017
etichetta: Tanzan Music

Guardi la cover e dici… ohibò è tornata quella figura mitologica che rispondeva al nome di Alexa (produced by Paul Sabu)..sarà sicuramente Hair (beh… Hair lo è… un bel cespuglio di capelli biondi inonda 2/3 del booklet), viene da Buffalo NY… poi fai partire il player e il Funky sia con te… Glenn Hughes su tutti, Red Hot Chili Peppers a seguire…
La voce è camaleontica, passa da una timbrica alla Anastacia ad una nasalità quasi Tina Turner… insomma CI SIAMO! Let’s Groove!
Il parterre de roi che supporta questa dotatissima performer è piuttosto pesantuccio direi… Larry Swist fu-marito (producer Lou Gramm, Spyro Gyra, Chuck Mangione, Tina Turner), Jack Daley (bass w/ Lenny Kravitz, Joss Stone), Rob Bailey (guitar w/ Anastacia, Aerosmith), Mick Guzauski (mixing w/ Daft Punk, Eric Clapton, One Direction, Michael Jackson, Madonna), Billy Sheean, dall’Italia Anna Portalupi, Roberto Sterpetti, Alessandro Mori, Enrico Scutti, Mario Percudani e l’infinito Alessandro Del Vecchio
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Kings of Broadway – Kings Of Broadway – recensione

11 Maggio 2017 9 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Modern Rock / Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Pride & Joy Music

I Re di Broadway sono italiani, W i Re!!
Progetto del 2011 di Aldo Lonobile (Secret Sphere) + Luca Cartasegna (drums), Ricky Messeri (guitar), JJ Andreone (bass) e Tiziano Spigno alla voce.
Io mi chiedo..ma per quale accidenti di motivo guardiamo all’estero quando abbiamo fior fior di artisti in Italia… è ora di finirla, azz…

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Bite The Bullet – Can Be Anything – recensione

11 Maggio 2017 0 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Classic Rock/ Retro Rock
anno: 2017
etichetta: Mighty Music

Trio danese il cui vocalist è affetto da ansia ed amnesia… unica cura: suonare on the road… già mi sta simpatico…
OMG!..Oh My God!!..More Lover’ è un inno agli anni 70, sospeso tra Rock & Disco con voce in falsetto di sottofondo nel chorus..una goduria!! (non si vive di solo metallo..)
Sweet Honey’ ipnotizza: un po’ The White Stripes, un po’ Wolfmother..continuo a godere!
Con ‘Dance With Another’ il godimento si smorza.. a ragà ve amo, ma qua ce vò no scatto..
Con ‘Roadhouse’ non c’è più godimento… lo scatto non arriva… e i ragazzi cominciano a ripetersi…
Turn Off The Light’ non sarà il tiro che volevo, ma i suoi rimandi al refrain di Attenti A Quei Due (mitico telefilm 70’s con Roger Moore e Tony Curtis) amalgamati con una buona struttura armonica mi sono sufficienti per sorridere..
Lipstick Lover’: titolo che porta drammaticamente fuori strada… vi potreste aspettare qualcosa di esagerato, scollacciato, e invece trattasi di una song estremamente delicata e intima, chapeau..
Any Other Way’ ha vaghi richiami all’incedere di ‘Big In Japan’/Alphaville, ma ha la sua personalità e lo dimostra… da qui si arriva in fondo senza infamia/senza lode ad esclusione di ‘When The Fire Stops Burning’ dove si respirano vaghi effluvi U2..

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Backwood Spirit – Backwood Spirit – recensione

10 Maggio 2017 1 Commento Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Classic Rock/ Retro Rock
anno: 2017
etichetta: Pride & Joy Music

L’immagine in copertina e il logo della band ci estorcono l’esclamazione ah questo è sicuramente Southern made in USA..giusto? NO..
Dietro (o meglio, davanti) a chi suona c’è un certo Goran Edman che di americano ha ben poco, gli altri seguono a ruota… insomma, sono tutti svedesoni di Svezia… devo ricordarvi chi è Goran? Allora: Madison (ma quanto l’ho cercato ‘Diamond Mistress’?!), John Norum, Brazen Abbot, Glory, Street Talk e i recentissimi Cry Of Dawn..

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Crazy Lixx – Ruff Justice – recensione

09 Maggio 2017 32 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock / Melodic Rock / Sleaze Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

L’ho consumato… devo aggiungere altro? Danny Rexon and family, che poi è una family che tende a cambiare spesso visto che dei Crazy Lixx originali resta oltre a Danny il solo batterista Joél Cirera, a questo giro hanno fatto un bel centro tondo portando le sonorità di questo Ruff Justice, quinto album della band, a riavvicinarsi a quel piccolo gioiello che è ed è stato il loro New Religion e donando inoltre una produzione bombastica e cromata che regala vivacità al sound in bilico tra street e melodic hard rock della band.
Saranno stati gli innesti dei nuovi elementi Chrisse Olsson e Jens Lundgren alle chitarre o una ritrovata musa ispiratrice ma fatto sta che con questo lavoro i Crazy Lixx centrano praticamente ogni pezzo dell’album.

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Fumonero – Dentro – Recensione

26 Aprile 2017 0 Commenti Alessandro Barbero

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Autoprodotto

Con questa seconda prova in studio, i Fumonero decidono di alzare evidentemente il profilo della propria proposta musicale, proponendo un concept album sul tema della prigionia (sia fisica che, soprattutto, psicologica) che, nella sua presentazione in sede live, diventerà un vero e proprio spettacolo multimediale.

La proposta musicale si evolve sulla scia di quella del debut album “Note ruvide”: rock robusto cantato in italiano, con inserti moderni che aggiornano il sound. Un modo per non tradire la matrice rock della band, riuscendo però ad attualizzarla e renderla maggiormente accattivante.

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Brother Firetribe – Sunbound – Recensione

26 Aprile 2017 23 Commenti Nico D'andrea

genere: AOR
anno: 2017
etichetta: Spinefarm Records

Cosa hanno in comune il sole ed il calore di un’immaginaria spiaggia californiana con la Finlandia ?
Apparentemente nulla…come nulla hanno i comune i Brother Firetribe (finlandesi appunto) con Melodic Metal acts come Leverage od i ben più noti Nightwish, da cui provengono il cantante Pekka Heino ed il chitarrista Emppu Vuorinen.

Il combo di Helsinki propone sin dal debutto False Metal (titolo dall’ironica dichiarazione d’intenti) un Hard Rock dall’elevato tasso melodico che con i successivi Heart Full Of Fire e Diamond In The Firepit è virato con sempre maggior intensità, nei colori sfavillanti di un AOR “Anni 80” di pregiatissima fattura.

Questo nuovo Sunbound non fà eccezione, anzi rappresenta senza mezzi termini quanto di più vicino a quell’AOR di matrice americana , indispensabile soundtrack di tanti mitici blockbusters …degli anni 80 (naturalmente).

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Roommates – Fake – Recensione

25 Aprile 2017 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Southern Rock
anno: 2017
etichetta: Nadir Music

Si respira l’aria polverosa delle strade d’America nel sound della band imperiese Roommates, attiva dal 2012 e al debutto su disco nel 2017 con il platter Fake, uscito per Nadir Music.

Questi quattro musicisti infatti tirano fuori dal cilindro un album di tutto rispetto, forte di un sound southern rock di ampio respiro, dal tratto arioso e talvolta sognante, ottimo come colonna sonora per un vaggio in auto, o meglio ancora in motocicletta. Il tocco talvolta bluesy delle chitarre incontra qui il grunge e lo stoner dei Kyuss e dei Pearl Jam, ma è il rock USA – un po’ southern e un po’ country nelle sue frequenti digressioni acustiche – a fare da perfetto sfondo a questa registrazione, portandoci a sognare ad occhi aperti sulle ali della libertà all’interno di curate melodie ariose e ricercate atmosfere, ai limiti della poeticità.

Ecco allora che troviamo, piazzata intelligentemente in apertura di tracklist, la crepuscolare Light, una traccia poetica e dal tocco western, di grande appeal, che lascia spazio a una Blow Away vicina ai canoni del grunge moderno americano. Seguono la delicata e melodica Fakin’ Good Manners e l’hard rock bluesy di Black Man Guardian, decisamente la traccia più adrenalinica e settantiana del lotto. Notevole davvero anche quella Empty Love che ha il sound della perfetta power ballad, con le rilassanti ed acustiche On Water Wings (strumentale) e I Smile a chiudere poi come un tramonto questa bellissima opera di rock USA made in Italy.

IN CONCLUSIONE

Quando meno te l’aspetti, il rock italiano si fa grandioso, e decisamente internazionale!

Il debutto dei Roommates ha infatti tutte le carte in regola per piacere anche al di fuori del territorio Nazionale, e sono certo stupirà più di un ascoltatore fanatico del southern rock o più in generale del rock polveroso, libero e sognante delle terre d’Oltreoceano. Bellissimo!

Art Nation – Liberation – recensione

24 Aprile 2017 14 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Gain Music Entertainment

A due anni di distanza dall’esordio discografico intitolato “Revolution” (qui la recensione), album che aveva destato interesse e critiche favorevoli, riecco i melodic rockers svedesi Art Nation. Un ritorno in pompa magna visto che i cinque scandinavi sono stati arruolati dalla prestigiosa Sony Music/Gain.
Liberation” è dunque il titolo di questo secondo capitolo della band capitanata da Alexander Strandell, una delle più belle giovani voci del panoramica nordico, ed è stato registrato ancora una volta ai Top Floor Studios di Goteborg.
In fase di registrazione il gruppo si completa con Christoffer Borg e Johan Gustavsson alle chitarre, Rebecka Tholerus al basso e Carl Tudén alla batteria e ci propone un Melodic Rock ben confezionato e dalle linee facilmente accessibili.

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Black Diamonds – Once Upon a Time – recensione

11 Aprile 2017 2 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock / Melodic Rock / Sleaze Rock
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven

Terzo album per gli svizzeri Black Diamonds, band che per dirla breve si getta anima e corpo in un hard rock ottantiano prima maniera che se vogliamo fa il verso un po’ ad alcune produzioni dei più giovani Def Leppard.
Sarebbe però riduttivo chiudere la band nel recinto del solo hard rock visto che la band spazia con un sound che va a colpire dal melodic rock fino allo sleaze per arrivare ad accarezzare in maniera lieve lidi più AOR.
Caratteristiche principali della band sono sicuramente da ricercare nel lavoro di chitarra di base hard rock del bravo Andreas Rohner (ascoltatevi Romeo & Juliet) e nello stile stradaiolo e graffiante della voce di Michael Kehl.

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