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Bonafide – Flames – recensione

23 Maggio 2017 1 Commento Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Off Yer Rocka Records)

Piccola premessa salva futili polemiche: Si lo so… gli svedesi Bonafide sono la miliardesima band clone degli Ac/Dc uscita negli ultimi trent’anni (solo le più quotate di esse ? I Krokus, i Rhino Bucket e non ultimi gli Airbourne, avanti cosi, quasi all’infinito…). Che si può fare in questi casi ??? Niente! Se vi va la cosa, ascoltare il disco e giudicarlo dalla bontà delle canzoni a prescindere dalla mancanza totale di originalità (…nel rock’n roll tutti hanno rubato a tutti …e chi è senza peccato scagli la prima pietra: amen!).
In giro dal 2006 i Bonafide sono la creatura del genietto tuttofare Pontus Snibb, cantante e chitarrista che nel giro di un paio di anni ha portato la sua band dalle cantine di Malmö al palco dello Sweden Rock Festival, acclamati da vincitori dal pubblico di casa.
E’ praticamente passato un decennio dal debutto e questo Flames è il loro sesto album a due anni esatti dal precedente Denim Devils, lavoro abbastanza anonimo e privo di grossi spunti passato in sordina praticamente ovunque.

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Warrant – Louder Harder Faster – Recensione

22 Maggio 2017 17 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Il nome Warrant porta alla mente uno dei migliori gruppi glam/hair metal degli anni’80 con grandi successi alle spalle culminati dal superbo Cherry Pie datato 1990. I primi rumors di reunion coincidono però con la scomparsa del singer storico Jani Lane, nel 2011. Proprio lo stesso anno esce il discreto Rockaholic, guidato dal nuovo cantante e leader Robert Mason (ex Lynch Mob) che parte con un lungo cammino, infatti gli ultimi sei anni sono passati a calcare i palchi e sono sicuramente serviti a consolidare il groove del gruppo che ha portato a questo nuovo lavoro Louder, Harder, Faster che la Frontiers Records non si è fatta scappare, riaccendendo gli animi con un lavoro che richiama il sound dei primi dischi, molto ispirato e ben prodotto dal bassista Jeff Pilson (Dokken).

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Inglorious – Inglorious II – Recensione

20 Maggio 2017 6 Commenti Nico D'andrea

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Ah..se avessi una sfera di cristallo per vedere il futuro…per apprendere in anticipo il mutare degli event…o magari per comprendere fin d’ora cosa riserverà la sorte a questi promettenti Inglorious.

Naturalmente non possiedo la sfera (e neppure l’avvenenza) della giovane veggente
in fronte copertina nel loro sorprendente debutto, uscito solamente un anno fà per la sempre più versatile Frontiers Music.

L’etichetta partenopea aveva però visto giusto, giocando la carta di un Hard Rock Blues arcigno e non di maniera.
Un sound non conforme a quello smussato e levigato, riservato ormai di prassi al mucchio di avventori che affollano il fruttuoso carrozzone Classic Rock , diventato a ahimè quasi mainstream.

La formazione inglese si presenta quindi a questo secondo appuntamento con credenziali molto solide, rinvigorite dalla presenza dietro al mixer di un certo Kevin Shirley.
Grande a questo punto l’attesa per un disco che sicuramente farà discutere.

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SEA – The Grip Of Time – recensione

17 Maggio 2017 5 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Classic Rock / Hard Rock
anno: 2017
etichetta: MIghty Music

La band è danese ed ha già raccolto ottimi apprezzamenti in giro per l’Europa, scomodando paragoni piuttosto ingombranti: Iron Maiden, Judas Priest, Thin Lizzy… vediamo…
‘Rust’ apre…mmahh…sì, qualche rimando alle twin guitar Lizzyane e Maideniane, ma non c’è la voce giusta, né il tiro…
Once We Were Dead’, più Lizzy di prima… ma non ci siamo ancora…
Time Will Let You Know’ esordisce con gli esercizi alla batteria di Jonas Bangstrup… e poi si evolve..come si evolve?…vi basti sapere che si evolve…
…con ‘Shout’ ho cominciato ad aprire la bandiera bianca che avevo ben piegata nel cassetto…
No Dawn’ richiama arpeggi Maiden, ma solo quelli… ho infilato la bandiera nell’asta..
Back To The Ground’… echi di Uriah Heep, ma solo quelli..risultato:

..Sul Ponte sventola Bandiera Bianca..

E cammina cammina le mie orecchie giunsero alla fine… sane e salve…

IN CONCLUSIONE

Le ispirazioni e le derivazioni si sprecano… di per sé non sarebbero negative, ma la scarsa qualità del tutto invece sì…
Zero idee, voce mediocre ed esecuzioni scolastiche…
… salutatemi a casa…

Adrenaline Rush – Soul Survivor – recensione

17 Maggio 2017 9 Commenti Giulio Burato

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Parto da una provocazione: siamo disposti a concentrarci sul contenuto di questo “Soul Survivor” o ci deconcentriamo pensando alla bellezza della front woman Tave Wanning?
Vista la mia assenza al secondo giorno del Frontiers Festival 2017, sciolgo forzatamente il dilemma, virando la mia attenzione verso il solo contenuto di questo secondo capitolo a nome Adrenaline Rush.

Capitanati alla voce dal “pomo della mia discordia iniziale”, la band si completa alle chitarre da Alexander Hagman e da Sam Soderlindh, al basso da Joel Fox, quest’ultimi due sono delle new entry, e dietro alle pelli da Marcus Johansson.
I cinque svedesi, a tre anni di distanza dall’omonimo debut album, tornano sul mercato sotto l’imprescindibile Frontiers con un proposta che vira decisamente verso lidi più heavy rispetto all’esordio che aveva sfumature nettamente meno ruvide.

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Rockett Love – Grab The Rocket – recensione

16 Maggio 2017 1 Commento Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Melodic Rock / Hard Rock
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven

Volete gli anni 80? La chitarrona Hair Metal? …e allora facciamo partire questo dischetto made in Sweden…
Band che inizia nel 2015 e piazza a’ bomba riuscendo a scomodare Beau Hill alla produzione di una track…
Il refrain di chitarra dell’apripista ‘Never Surrender’ può ricordare quello di ‘Intuition’ dei TNT, quindi direi: Bene…
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JD MILLER – World War X – recensione

16 Maggio 2017 0 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Melodic Rock / Melodic Metal / Prog
anno: 2017
etichetta: Mighty Music

Band di origine S…ese, indovinato no?! …esatto, proprio quella nazione con il flag blu/azzurro e croce gialla…
Chi è avvezzo allo shalala leggero, spensierato e ruffiano può andare a farsi un giro e tornare dopo… qui apriamo con chitarrona e batteria a pestare adeguatamente (Rammstein docet)… con chorus alla Eclipse… sì, mi piace… ancora…
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Shadowman – Secrets And Lies – Recensione

13 Maggio 2017 12 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Escape Music

Quattordici anni dopo il debutto Land of the Living, e a sei dall’ultimo Watching Over You, gli Shadowman tornano sulle scene con la loro quinta pubblicazione in studio, Secrets And Lies, in uscita il 19 maggio 2017 per Escape Music.

Che ne dite di andare subito al sodo, spiegando perchè questa release deve assolutamente figurare nelle collezioni degli appassionati di hard rock melodico scuola inglese? Vado per punti.

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Snakecharmer – Second Skin – recensione

12 Maggio 2017 23 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Hard Rock / Classic Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Devo recensirlo?… devo?… no perché so già (più o meno) che voto gli darò, prima di ascoltarlo…
E’ vero Mickey Moody (ex Whitesnake) ha mollato ma hanno imbarcato un irlandese che è meglio del whiskey di quei posti, Simon McBride..
La voce di Chris Ousey andrebbe crio-conservata per i posteri: un’incredibile timbrica che è sintesi di ciò che serve per cantare AOR, Blues e Classic Rock insieme..

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Harem Scarem – United – recensione

12 Maggio 2017 33 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Quando parlo di Harem Scarem mi sovvengono due immagini diametralmente opposte: la a-dir-poco-inquietante copertina dell’omonimo primo disco, degna di un maestro dell’horror e i suoni dello stesso album, solari, spensierati, scritti ed interpretati con qualità top…
Forse quel disco (1990) rappresenta una delle prime testimonianze di come l’AOR si stesse evolvendo verso una direzione più moderna (non modernista..) che ha trovato piena maturazione solo negli ultimi anni…
Nessuna sorpresa nella formazione che continua ad essere ben rappresentata dalla premiata ditta Hess & Lesperance, affiancata dalla base ritmica di Doane e dall’incontenibile Darren Smith (il ricordo della sua performance acustica very boozed, il venerdì sera del FRF 2015, è ancora limpido…)

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