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01 Settembre 2017 16 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Battlegod Productions
Correva il 1987 e gli Shy pubblicavano ‘Excess All Areas’ splendida prova di AOR made in UK. Alla voce un Tony Mills in splendida (giovane) forma che induceva il sottoscritto (giovine anch’egli) a virare la barra verso l’esplorazione di lidi più melodici (rispetto ai Warlord che giravano sul mio piatto Thorens).
Quindi, sappiatelo, Tony per me è importante assai, e qui si circonda pure di volti piuttosto noti nel panorama a noi caro.
25 Agosto 2017 3 Commenti Luka Shakeme
genere: AOR
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven
Una pausa durata ben venticinque anni; un lasso di tempo oserei dire siderale rispetto all’ultima fatica in studio. I norvegesi Da Vinci nati nel lontano 1986 e due produzioni (“Da Vinci” – “Back in Business”) rilasciate dunque nei primi cinque anni di vita, calano il sipario; nonostante ci fosse un’attività live relativamente importante. Dopo varie vicissitudini il nuovo corso riprende vita nel 2004 con vari cambi di line up e nuovi progetti che saranno l’embrione dei nuovi Da Vinci. Inizialmente credevo mi si palesasse un progetto improntato sul prog metal moderno; “Ambition Rocks” invece è un onesto e ben prodotto AoR, forse a tratti troppo ancorato a soluzioni eighties.
25 Agosto 2017 10 Commenti Nico D'andrea
genere: Classic Rock
anno: 2017
etichetta: Cargo Records
A due anni di distanza dalla sua prima apparizione sul pianeta terra,torna la navicella dei “Gatti spaziali” sapientemente capitanata dal comandante Greg Hart.
Il poliedrico chitarrista, produttore…e pittore inglese ex Asia riconferma l’equipaggio presente nel disco d’esordio Too Many gods, formato da una selezione di brillanti musicisti del sottobosco inglese con importanti crediti in Sweet, Ian Gillan e 10cc.
Anche per questa seconda “missione” funziona alla perfezione il processo di ibernazione che ci riconsegna i nostri eroi in splendido smalto, dopo un viaggio partito dai 70’s e capace ancora una volta di culminare in un sound vintage ma allo stesso tempo fresco ed originale.
Lo stesso Greg Hart ha recentemente dichiarato in un’intervista alla prestigiosa rivista inglese Classic Rock , di provare un’amore viscerale per qualsiasi cosa appartenga agli Anni 70 e questo nuovo Scarecrow ne è a tutti gli effetti prova tangibile.
23 Agosto 2017 13 Commenti Giulio Burato
genere: AOR
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
In questa incandescente estate cerchiamo di trarre un po di refrigerio respirando l’aria musicale che scende dalla Finlandia a nome “The Nights”, nuova band formata da Sami Hyde alla voce, Ilkka Wirtanen alle chitarre e completata alla batteria da Jan-Erik Iivari e al basso da Harri Kokkonen.
Sami ed Ilkka sono i membri fondatori. entrambi con un buon curriculum alle spalle; il primo cantante di vari progetti tra cui la Tony Mills band e anche scrittore di canzoni di ottimo appeal presenti nel magnifico album a nome (fatalità) “The Magnificent”; Ilkka invece è stato produttore di ben 4 album dei Reckless Love oltre che co-scrittore delle loro canzoni, tra cui “Hot” e “Night On Fire”.
Il gruppo ha esordito ad Aprile come apertura ai concerti dei quotatissimi connazionali Brother Firetribe, riscuotendo notevoli consensi, e propone un canonico melodic rock scandinavo (un mix tra Wigelius e Art Nation) con richiami Aor e l’aggiunta di qualche spruzzata, non di acqua visto il caldo, ma bensì di chitarre con particolari venature Heavy.
L’album è uscito il 4 Agosto sotto la nostra immancabile Frontiers.
22 Agosto 2017 8 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Quiet Riot, ovvero (per lo scrivente) lo Yin e Lo Yan! Così come alle prime note di Metal Health devo infilarmi un casco chè l’adrenalina me la farebbe spaccare davvero (…la testa), alle prime note di Cum On Feel The Noize, la testa la spaccherei a chi la suona per quanto la odio… sorry…
Questa nuova uscita ha conosciuto un certo travaglio vocale, perché al cantante originario (di questo disco, intendo… l’originario originario è solo ed esclusivamente Kevin DuBrow, R.I.P.) Seann Nicols è subentrato James Durbin (direttamente dall’American Idol USA).
Pronti? Via!
08 Agosto 2017 16 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Se dovessi dare un voto solo per la cover sarebbe stra100 data la mia innata passione per i fumetti, Conan il Barbaro su tutti! Io non so a chi sia venuto in mente, ma è geniale e originale.
Veniamo alla mosica, messa insieme dall’onnipresente e onniscente Alessandro Del Vecchio, una sorta di Michelangelo dell’AOR. Loro sono svedesi e di derivazione Poodles (una delle band più accattivanti degli ultimi anni), Eclipse e Palace (nel senso che c’è proprio Michael… adoro il suo disco! qui la recensione)
‘Chasing Fire’ è la perfetta sintesi di ciò che mi aspetto di ascoltare da una band 00’s che scrive Melodic Rock. La giusta potenza, le tastiere mai invadenti, voce graffiante ma non cattiva… il pezzo mi ha richiamato alla mente anche Jorn e Ozzy 80’s (c’è un bridge praticamente identico).
…per me è SI’…
‘This Is The Moment’ è introdotta da keyboards swedish d’ordinanza. La cosa fantastica è che il pezzo ha una partitura che medita cattiveria metal, ma è dannatamente melodico, ottimo anche il break chitarristico.
Con ‘Keep The Dream Alive’ siamo su canoni Scandinavian AOR, perfetta sintesi (ma badate bene… sapientemente attualizzata) di Europe, Treat, Harlot.
Ora veniamo a ‘Fallen Angels’, un brano che piace molto a qualcuno che inizia per D e finisce per enis… ok, la melodia sprizza da tutti pori… AOR leggero che ascolti mentre ti rechi in spiaggia… molto Italian AOR nello stile… per i miei gusti non è abbastanza tagliente… ma (intendiamoci) è sempre un buon pezzo (nota di Denis: NO, è un pezzo Splendido 😀 )
Un pezzo per me? Eccolo… ’Across The Water’… plagio agli ultimi classic rockettari Europe… ma è BELLISSIMO!! Melodico, rock, alternative rock, attuale, fresco, emozionante… 200/100!
Una tastiera dai suoni moderni che intona un accenno di ‘I Found Someone’/Mangold/Cher ci apre ad una traccia (‘Love Can Be Stronger’) che, stavolta, fatica a trattenere il suo spirito più duro. Il tempo è mid ma il bridge e il chorus scalpitano e tirano qualche sano calcio metallico. Ancora un plauso al guitar player davvero educato ed appropriato.
La ballata! Questa composizione ricorrente nelle produzioni Melodic Rock, che negli ultimi anni nessuno sa più comporre… qui, con ‘Knowing Both Of Us’ trova ancora la sua consacrazione. Pianoforte in bella evidenza, cori zuccherosi (ma non fastidiosi) e romanticismo a stecca. Se piacciono, piace… se le si odia, passare oltre…
‘Get Out Be Gone’ è tirata, cattiva (ma sempre in tempo medio), tastiere di base vagamente gothic. Non amo particolarmente, ma apprezzo ugualmente..
Torniamo su canoni più consoni con ‘One Soul’. AOR scandi/american (scorie di Danger Danger) per un brano che, se ci fossero ancora i radioloni da portare in spiaggia, sparerei a tutto volume.
Lo stop&go di una chitarra un po’ metal/prog non deve trarre in inganno, ‘Better Than Yesterday’ è sapientemente impastata con la melodia come solo il Mulino Bianco saprebbe fare.
Le tentazioni metal, intarsiate da un gusto orientale e da inquietanti (ma perfette) voci filtrate, non risparmiano neanche la finale ‘No Retreat No Surrender’ che canteremo tutti insieme al prossimo FRF… nevvero FRONTIERS?!
IN CONCLUSIONE
Perfetta sintesi della scuola Scandinava 80’s e delle sonorità dei nostri tempi.
Melodia e Cattiveria sono un tutt’uno e si sposano in un amalgama che chiede solo di essere ascoltato senza sosta.
I dischi di Nu AOR che vorrei sempre ascoltare.
08 Agosto 2017 3 Commenti Luka Shakeme
genere: AOR / Westcoast
anno: 2017
etichetta: Avenue Of Allies
Se c’è un paese che negli ultimi anni ha sfornato band a profusione quello è la Svezia. La lista è sempre più affollata e competitiva nel mondo dell’Hard Rock, le produzioni sono pedissequamente uniformate su standard altissimi e il songwriting malgrado ora si rischi involontariamente di finire in vortici del plagio risulta generalmente fresco e a tratti moderno. Ci sono progetti che invece malgrado queste premesse preferiscono remare quasi in controcorrente aggrappandosi alla nostalgia a stelle e strisce degli eighties. Coastland Ride potrebbe essere annoverato fra le band che reggono sulle caratteristiche appena citate. Ad ogni modo non parlerei di un progetto prolifico visto che a vent’anni dalla nascita siamo di fronte al terzo platter ovvero “Distance” di cui come di consueto mi appresto a snocciolarne il contenuto.
03 Agosto 2017 4 Commenti Giulio Burato
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: EMP LABEL GROUP
Si parte col vento in poppa: “Hey You” è una canzone che, per carica festaiola, potrebbe essere parente della superlativa “Up All Night”, presente nel monumentale “Stick it to Ya” del 1990; si procede con “Devoted”, pregna di un robusto e pesante lavoro di chitarra e con la voce di Mark aspra e cattiva al punto giusto.
La successiva “Supernatural” è, per impostazione sonora, la bonus-track di un’ideale raccolta degli Slaughter (band) per un ben riuscito salto nel passato. La title track è invece la “Fly to the Angels” dei giorni nostri: un bell’attacco è il preludio di una delle hit di questo lavoro con voce e ritornello meritevoli di applausi. Candidata alla nomination per una delle potenziali ballads del 2017.
“Forevermore” è una semi-ballad che fila via liscia come l’olio: delicata, semplice e ben composta. La voce di Mark torna ad inasprirsi nelle successive due canzoni: “Conspiracy” e “Reckless”. La prima dal taglio modernista e la seconda molto cupa e darkeggiante fuori dallo standard dell’intero album.
Il trittico finale si compone di un’altra semi-ballad a nome “Disposable”, arricchita da un coretto di bambini posto in intro ed in outro, dall’acustica “Not Here”, impreziosita da dolci linee melodiche, intervallate da “Turn It”, vicace ed elettrica.
30 Luglio 2017 4 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Pomp Rock
anno: 2017
etichetta: Alpha Dog 2T/UMe
Dopo ben quattordici anni di silenzio discografico, i leggendari pomp rockers americani Styx escono sul mercato con un nuovo full-length album, intitolato The Mission, e già disponibile nei negozi dal 16 giugno nei formati CD, LP, digitale e streaming.
Strutturato ancora una volta come un concept, il disco si articola in 14 canzoni descritte dalla band come una fonetica passeggiata di 43 avventurosi minuti che raccontano le prove, le tribolazioni e gli ultimi trionfi della prima missione su Marte nell’anno 2033. Le emozioni che si provano nel riascoltare il sound in studio di quella che è a tutti gli effetti una formazione icona del nostro genere sono davvero indescrivibili, con gli Styx che premiano la nostra decennale attesa lavorando su pezzi inediti forti del loro tipico sound pomp e iper-articolato, soave nelle melodie e anthemico nei refrain, che ricorda tanto il periodo a cavallo tra due capolavori come The Grand Illusion e Pieces Of Eight. La voce e la chitarra di Tommy Shaw sono inconfondibili e ancora in formissima, brillanti nei fraseggi e nei giochi strumentali con l’altro componente storico James “JY” Young, mentre le comparsate al basso del componente originale Chuck Panozzo vengono affiancate a quelle dell’altrettanto bravo Ricky Phillips nel supporto ritmico delle pelli di Todd Sucherman, bravissimo nel mantenere corposo il groove del disco anche nei suoi momenti più progressivi. Infine, ultimo ma non ultimo, Lawrence Gowan alla voce e alle tastiere riesce nell’arduo compito di non far rimpiangere neppure troppo Dennis DeYoung, cimentandosi in una prova di grande carisma e qualità che ci riconfermano tutto il suo valore artistico.
21 Luglio 2017 27 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Quando, negli 80’s (e un po’ oltre), peregrinavo allegramente nei record stores della mia città, tre erano le cose che mi inducevano (o meno) a metter mano al portafoglio: copertina, lunghezza e livello di cotonatura del capello delle bands e produttore. Quando leggevo Kevin Elson chi stava in cassa poteva star sicuro che avrebbe intascato i miei (pochi) quattrini..
Qui è proprio Kevin-one bbello che torna ad occuparsi di loro, vediamo com’è andata..
Si apre con ‘Open Your Eyes’, un Classic Rock un po’ 70’s/un po’ Black Crowes, atmosfere piuttosto scanzonate, niente di tirato (a parte qualche scala di Gilbert), un buon brano da sabato sera in un pub con amici..
La title track ha un vago giro oriental/indiano ove la chitarra di Paul potrebbe essere sostituita da un sitar..il chorus è valido, puro stile Mr.Big, il brano però (nel suo insieme) non mi impressiona..
‘Everybody Needs A Little Trouble’ esala nuovamente effluvi Rock 70’s, persino stoner in 2/3 accordi, l’assolo è blues/rock’n’roll..persisto nel mio stato d’animo poco impressionabile..
In ‘Damn I’m In Love Again’ sono chitarra acustica e voce che salgono alla ribalta con un mix di Country/John Mellencamp/Mr.Big, breve ma simpatica..però (raga) qui ci vuole ben altro, in fondo sono sempre i Mr.Big che, al netto di età e disavventure varie, devono tirarci fuori dal cappello qualche roditore di qualità… o no?!
‘Mean To Me’ si distingue per le dita veloci di Gilbert che disegnano un ritmo dissonante su cui si innestano originali partiture Hard Rock snellite dalla voce di Eric.. finora il brano riuscito meglio, originale e melodicamente attuale..
Un mix di ballata e non, coesistono epoche diverse e atmosfere variegate (qualche suono mi richiama persino paesaggi celtici) in ‘Nothing Bad’, preparazione del chorus e chorus stesso molto americani (nel senso di Styx, ad esempio)..
‘Forever And Back’ la salto… è meglio, date retta…
‘She’s All Coming Back To Me Now’ potrei saltarla… (pure questa)… mi trattengo solo perchè il ritornello è saldato su intrecci vocali che rimandano (ma proprio di striscio) ad un certo pomp USA (New England e Roadmaster)..
Il senso della track ‘1992’ è (per me) totalmente oscuro, cosa vuole dirci? Cosa può lasciar scritto nel partitario musicale della band?..incomprensibile (almeno per il sottoscritto)..
PRONTO?… CI SIETE ANCORA?… KEVINNNN!!!..No perché noi siamo ancora qui con player acceso e cuffie bene in testa e vorremmo tornare ad ascoltare qualcosa degno di Voi, Miei Cari..non questi polpettoni senza arte nè parte..piuttosto meglio piazzarci un brano Reggae o Afro ben suonato (da Voi) piuttosto che questa melassa simil-qualcosa..
Chiude ‘Be Kind’, un bluesetto che andrebbe bene per una band alle prime armi che suona in una fumosa birreria davanti a 10 bikers barbuti..
IN CONCLUSIONE
VOI SIETE I MR. BIG… ripetete con me… VOI SIETE I MR. BIG… e noi (che Vi vogliamo bene) non possiamo perdonarVi talune scritture troppo (davvero troppo) affrettate e superficiali..
Ormai è una costante per questi gruppi che hanno fatto la storia del Melodic Hard Rock 80’s/90’s: o si evolvono e tentano (con talento..che ne hanno!) nuove soluzioni, o scelgono strade più pacate ma solide (leggi Riverdogs)..oppure vengono fuori queste produzioni difficilmente collocabili (e forsanche accettabili)..