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Last Autumn’s Dream – Fourteen – Recensione

16 Aprile 2018 17 Commenti Lorenzo Pietra

genere: AoR / Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Escape Music / Avalon

Puntualissimi ecco ritornare i Last Autumn’s Dream con il loro quattordicesimo studio album Fourteen. Come ogni anno dal 2003 ad oggi Erlandsson e soci sfornano un album AoR riempito di tanta melodia e buoni riff di chitarra. Il tempo e il numero di dischi comincia però a farsi sentire e le uscite degli ultimi anni peccano anche nel lato sonoro e di produzione. Nonostante questo la Escape Music decide di continuare la collaborazione e la formazione vista nell’ultimo In Disguise (2017) si ripropone con Erlandsson alla voce, Peter Soderstrom alla chitarra, Nalle Pahisson al basso, Ulf Wahlberg alle tastiere e Jamie Borger alle pelli.

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The Dead Daisies – Burn It Down – Recensione

14 Aprile 2018 2 Commenti Nico D'andrea

genere: Hard Rock/Hard Rock Blues
anno: 2017
etichetta: Spitfire Music

Ci vorrebbe un esperto in genealogia per ricostruire a modo tutti i cambiamenti di formazione che hanno caratterizzato la già prolifica storia degli australiani (ora direi americani) Dead Daisies.
Quello che è certo è che chi comanda all’interno delle “Margherite Morte” sa il fatto suo, pescando sempre bene nel novero di musicisti di talento che il carrozzone Hard Rock USA da anni porta a spasso per il mondo.

Prima l’abbandono (od allontanamento…chi può dirlo ?) del vocalist originale Jon Stevens, riporta in auge l’ex-Motley Crue John Corabi.
Poi l’esodo di Richard Fortus e Dizzy Reed verso la “dollarosa” reunion dei Guns’N’Roses per l’ingresso di  Doug Aldrich, impareggiabile riffeur negli Whitesnake, con Dio e tra gli altri (qui non a caso)…nei Burning Rain.
Infine Il turbolento avvicendamento di svariati batteristi, ha come apice l’arrivo prima di Bryan Tichy (Whitesnake,Foreigner,Lynch Mob)….ed ora di Deen Castronovo (Bad English, Journey,Revolution Saints).

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Maverick – Cold Star Dancer – recensione

13 Aprile 2018 12 Commenti Luka Shakeme

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Metalapolis Records

Il lavoro di cui mi accingo a parlarvi, mostra fin dai primi istanti le peculiarità di una band che malgrado sia ancora relegata in un ambito più underground nel durissimo e competitivo mondo dell’Hard ‘n Heavy moderno, dimostra di avere tutte le carte in regola per far parlare di se e accaparrarsi nuovi fan come il sottoscritto. “Cold Star Dancer” degli irlandesi Maverick cattura dunque la mia attenzione, elargendo piccole perle fatte di un Hard Rock melodico devoto al classico sound eighties, egregiamente rilanciato in chiave moderna.

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Animal Drive – Bite! – recensione

29 Marzo 2018 28 Commenti Max Giorgi

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Musci

Cosa c’entra la Croazia con il genere musicale che noi tanto amiamo ed in generale con la scena Hard & heavy? Ben poco, avrei affermato fino a qualche giorno fa (sicuramente per mia ignoranza). Grande lacuna assolutamente colmata dal 23 Febbraio, giorno di uscita di questo primissimo lavoro degli ANIMAL DRIVE – “BITE!”. Ci troviamo di fronte a 4 giovani (tra 24 e 29 anni) ragazzi di Zagabria cresciuti a pane, Whitesnake e Skid Row (periodo di Slave to the grind). Il loro sponsor e “padrino” musicale è Mister Jeff Scott Soto che rimane impressionato dalle doti vocali del frontman Dino Jelusic, ascoltandolo durante la sua partecipazione al tour della Trans Siberian Orchestra e decide di presentare lui e la sua band alla italica Frontiers. Così, con grande curiosità e molte aspettative, mi accingo ad ascoltare questo CD:

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Sainted Sinners – Back For Vengeance – Recensione

29 Marzo 2018 2 Commenti Nico D'andrea

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: El Puerto Records

Giunge già al secondo episodio la nuova avventura del vocalist americano David Reece con il chitarrista tedesco Frank Panè, ormai da anni colonna portante dei nuovi Bonfire.

Non tragga in inganno la line-up “Mittel-Europea” (supportata qui alle tastiere dagli ospiti “stranieri” Angel Vafeiadis ed Eric Ragno) , così come la base germanica dell’etichetta licenziataria del disco El Puerto Records
Back For Vengeance conferma infatti la proposta stilistica dei Sainted Sinners sulle coordinate di un Hard Rock Classico di stampo prettamente americano.
È in questo contesto che Reece si muove al meglio, come già dimostrato nell’ottimo Glorious (Borila Records-2015) suo disco d’epilogo con i Bonfire.

Non c’è dubbio quindi che le aspettative del progetto siano fondate sulla fama del frontman ex Bangalore Choir, la cui timbrica è sempre riconoscile e distintiva.
L’uomo del match è però qui l’eccellente Frank Panè, il cui apporto riesce spesso a risollevare le sorti dei (non pochi) pezzi piuttosto anonimi che finiscono ineluttabilmente per penalizzare la qualità generale del disco.

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In-Side – Out-Side – recensione

28 Marzo 2018 6 Commenti Davide Arecco

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Andromeda Relix

Torinesi, gli In-Side propongono un ottimo AOR, intarsiato di hard melodico e di prog rock classico e raffinato. Qualcuno potrebbe sentire nella loro musica i Toto, altri certi Styx. A noi importa solo in questa sede segnalare un disco davvero bello ed intrigante, che vive di sette canzoni, che guardano – e non poco, comprensibilmente – all’America delle radio nei primi anni Ottanta.
Certi passaggi, poi, sfiorano il pop-metal (stile Angel di Sinful, oppure Brighton Rock), anche se la protagonista presso che assoluta del lavoro è la melodia, una melodia rivissuta e ripensata, con non poca nostalgia verso il bel tempo che fu.
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Prayer – Silent Soldiers – recensione

26 Marzo 2018 4 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Escape Music

Prendo spunto da una mia precedente recensione, ossia l’omonimo album dei Degreed, dove ho figurativamente parlato di una partita a scacchi. Riparto proprio dalla partita a scacchi visto che la copertina del presente “Silent Soldiers” calza a pennello e sarà anche una delle poche note liete della release.
Prima di iniziare, faccio un passo, anzi una mossa indietro.
I Prayer provengono da Oulu ed esordiscono nel 2005 con l’ottimo “Wrong Address”, seguito nel 2012 dall’altrettanto valido “Danger In The Dark” (qui la recensione). Il gruppo è il frutto dell’idea di Tapani Tikkanen, vocalist che ha iniziato la sua carriera nei primi anni Ottanta con IC Rock e Tanna, formazioni con le quali effettuò centinaia di concerti in patria. Dopo un periodo di pausa, da vita ai Prayer, assieme all’amico e tastierista Jari Huvila.
In questo nuovo “Silent Soldiers”, uscito il 19 Gennaio per Escape Music , la band offre un rock melodico che unisce lo stile di Thin Lizzy, Saga, Treat, con alcuni tratti sinfonici dei Royal Hunt.

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No Hot Ashes – recensione

26 Marzo 2018 4 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: AOR
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Si formano nel 1983 con in testa alcuni capisaldi piuttosto ingombtranti: UFO, Ozzy Osbourne, Whitesnake, Journey, Foreigner, Thin Lizzy.
Primo singolo nel 1986 (‘She Drives Me Crazy’) e supporto live per Mama’s Boys, Magnum, Girlschool.
Nel 1988 firmano un contratto con la GWR, label di Motorhead, Girlschool ed Hawkwind ma la cosa non ingrana, così dopo soli 25 anni (!) si rimettono insieme.
Nel 2014 tornano live aprendo per Aerosmith, Foreigner, UFO, Scorpions e condividono un tour in UK con FM e Romeo’s Daughter oltre a presenziare agli arcinoti Festival Hard Rock Hell AOR, Download, London Calling, Ramblin’ Man, Steelhouse, Rockingham e last but not leastFrontiers Rock Festival.
Unica nota davvero triste, la scomparsa del loro bassista Paul Boyd, venuto a mancare nel Gennaio 2017.

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FM – Atomic Generation – Recensione

24 Marzo 2018 39 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Prima di iniziare la recensione di Atomic Generation, l’undicesimo album in studio della melodic rock band inglese degli FM in uscita il 30 marzo 2018 per Frontiers Music, sono dovuto andare a controllare il voto che avevo dato tre anni fa all’ultimo disco di inediti del gruppo (Heroes And Villains, 2015). Questo, perchè mi sentivo in dovere di alzare l’asticella di almeno tre o quattro punti percentuali rispetto al giudizio espresso allora.

Sì, perchè a discapito dell’età avanzante dei componenti e del sempre più alto numero di concerti suonati – elementi che, uniti tra loro, avrebbero anche potuto in qualche modo minare le forze o dissipare le energie – gli FM si sono ritrovati ai Coal House Studios e West3 Productions più in forma che mai, pronti a produrre un nuovo gioiellino della loro incredibile e inimitabile discografia. Asoltando anche solo le prime note di questo platter ci si rende infatti subito conto di come la premiata ditta composta da Steve Overland (voce e chitarra), Merv Goldsworthy (basso), Pete Jupp (batteria), Jem Davis (tastiere) e Jim Kirkpatrick (chitarra) non ceda un colpo, e di come sia riuscita a prodursi in un songwriting sempre d’effetto, fedelissimo al passato storico del gruppo nonostante qua e là qualche guizzo più moderno, sotto certi aspetti persino più arioso, ricco di suoni, più vario di quello mostrato in alcuni segmenti del passato e nel predecessore di Atomic Generation.
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Thundermother – recensione

21 Marzo 2018 5 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Despotz Records

Avevo già promesso di scrivere recensioni più brevi, e non avevo mantenuto la promessa… stavolta lo farò davvero.. .da questa rece sarò mooolto sintetico e mi limiterò a tratteggiarvi la produzione nel suo insieme e a darvi qualche riferimento (se ne esistono) per capire dove si va a parare.
Dopo un paio di note biografiche sulla band in questione adotterò uno schema standard.

Nella primavera 2017, le Thundermother si sono ribaltate: 4 hanno lasciato e 3 sono arrivate… ma la leader del gruppo (Filippa Nässil) è rimasta ben salda al timone, con una visione molto chiara della rotta da seguire: Pure Rock’N’Roll!
Thundermother’ è nato in 10 giorni, in presa diretta… e (dico io) è proprio così che deve venir fuori un disco di questo genere… unico appunto (fin dall’inizio e senza averlo ancora ascoltato) 13 brani sono troppi!

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