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Praying Mantis – Gravity – Recensione

24 Maggio 2018 12 Commenti Nico D'andrea

genere: Hard Rock - AOR
anno: 2018
etichetta: Frontiers

I Praying Mantis, pur avendone fatto parte, sono stati un’entità avulsa dalla storica NWOBHM (New Wave Of British Heavy Metal).
Il gusto melodico che ha da subito caratterizzato le composizioni dei fratelli Tino e Chris Troy si è spesso rivelato come una sorta di liquido di contrasto,capace di far emergere dal nobile sangue della spaventosa “Mantide” un’insospettabile DNA AOR.

È la classe sopraffina degli arrangiamenti costruiti in dischi imprescindibili come Cry For A New World ad avere guidato il combo inglese alla maturazione definitiva, espressa nel precedente magnifico Legacy. Un esempio di grandeur epica e melodica, figlia anche della miglior tradizione pop rock britannica.

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Station – More Than The Moon – recensione

11 Maggio 2018 5 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Indipendente

Dopo un’intensa giornata al Frontiers Rock Festival, sono tornato ad ascoltare musica dinanzi al mio vecchio e prezioso impianto hi-fi. Di fronte mi trovo la semplice, quasi banale, copertina degli americani Station, tre anni dopo l’esordio discografico che diede spolvero ad alcuni buoni singoli tra cui “Are You Sleeping Alone “ e “With me Tonight”.
I newyorkesi Station sono Patrick Kearney (voce), Chris Lane (chitarra), co-fondatori della band, e si avvalgono della collaborazione di Emi Asta (basso) e Tony Baptist (batteria); il nuovo “More Than The Moon” è uscito il 13 Aprile tramite la MBM Import Service
Tasto “Play” sul lettore ed inizio ad ascoltare “More Than The Moon”.

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James Christian – Craving – recensione

11 Maggio 2018 15 Commenti Max Giorgi

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

In questi primi mesi dell’anno, colmi di nuove uscite (e molte di alto livello), la nostrana Frontiers ci offre il quarto lavoro da solista di James Christian. Pensate che la sua carriera inizia nel lontano 1977, nelle fila della prog/rock statunitense Jasper Wrath. La sua reale consacrazione, però, avviene 10 anni dopo, con l’uscita del primo album degli House of Lords. Parallelamente agli impegni con la band (con cui ha scritto un pezzo di storia della musica hard rock), il nostro James si diletta nel ruolo di songwriter, produttore ed anche come artista solista. Sotto questa veste ci dona tre album molto interessanti: “Rude Awakening” (1994), “Meet the Man” (2004) e “Lay it all On Me” (2013). Ed eccoci al quarto capitolo “Craving”, lavoro che vede la collaborazione, in fase di songwriting e di esecuzione, di molti nomi noti del “music biz”: Tommy Denander, Chris Pelcer, Jimi Bell, Clif Magness , Alessandro Del Vecchio, Richard Hymas, Charlie Mason e Jeff Kent. A questi grandi nomi associamo le incredibili doti (sia vocali che di composizione) di James Christian ed ecco che il gioco è fatto… tutti i tasselli sono al posto giusto….non ci resta che passare all’ascolto:

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Vega – Only Human – recensione

11 Maggio 2018 19 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Siamo al 5° album (azz come passa il tempo..), questo prodotto da loro e mixato/masterizzato da Herry Hess/Harem Scarem.
La viva voce di Nick Workman ci informa che il loro amore per la 80’s Music è totale, ma il suono deve essere solo figlio dei Vega.
Lo sforzo che stanno producendo per promuoversi live è encomiabile (soprattutto ai tempi dei Talents, dove tutto è plastificato) e passa dall’assidua frequentazione dei maggiori Festival (melodici) e dal supporto nei recenti tour di Magnum e Dan Reed Network.

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Doomsday Outlaw – Hard Times – recensione

11 Maggio 2018 1 Commento Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Classic Rock / Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Come confessa il drummer John Willis il vero asso nella manica della band è il vocalist Phil Poole che si unisce quando il quartetto è già musicalment formato (2 chitarre, batteria, basso). Senza perdere tempo si organizzano subito per esibirsi all’interno della (Dio la benedica!) nuova scena inglese Classic Rock con Stone Broken, Vintage Caravan, Electric Boys (maiuscoli!).
Il debut arriva nel 2016 (Suffer More) e riceve l’apprezzamento di mags UK come Powerplay e Fireworks, ma come sempre ciò che fa la differenza è la reputazione live e i nostri se ne costruiscono una bella solida.

DI COSA STIAMO PARLANDO: di Classic Rock venato (poco) di Blues e (tanto) di Sludge (accessibile), dannatamente contagiosi e prestanti, una sorta di Stoner Rock in salsa UK

I PEZZI ‘BBUONI’:
‘Hard Times’ vi si appiccica come una cozza (del Golfo di Napoli, per rendere merito ai nostri Frontiers)
‘Over And Over’ ovvero i Black Crowes come avrei voluto che suonassero (già all’epoca)
‘Spirit That Made Me’ picchia duro, mid tempo al limite dello Stoner..amore a prima vista!
‘Into The Light’ perfetto esempio di come va scritta una ballad nel 2018, intreccio di Evanescence e Ghost (il film), fantastica..
‘Bring It On Home’ un pugno in faccia, tributo a Mr.Hard Rock/Funk (vedere CITAZIONI sotto)
‘Will You Wait’ arpeggia come fossero gli Iron e la voce di Phil sa un po’ di Ted Neeley/Jesus Chris Superstar, altra prova maiuscola
‘Come My Way’ introdotta da un basso primattore e sottolineata da un chorus Desert Rock
‘Were You Ever Mine’ è composta nella bettola localizzata nel Desert di cui sopra, suoni conseguenti
‘Too Far Left To Fall’ per coloro che ancora dubitavano del bollino che ho appioppato loro alcune righe sopra

I PEZZI ‘NO BBUONI’:
cercateli altrove

LA VOCE: registro alto, in sospensione tra Nathan James/Inglorious ed Eric Martin/Mr. Big (non come timbrica, ma come soluzioni)

LE CITAZIONI: The Georgia Satellites, ZZ Top, Mr. Big, Inglorious, Spiritual Beggars, Glenn Hughes

IN CONCLUSIONE

Grazie al Cielo sono giovani, bravi e fanno ottima musica con ulteriori (pochi) margini di crescita
Faranno più che degnamente parte delle prossime edizioni dei FRF, quando non ci domanderemo più chi sarà l’headliner cartapecora di turno..perché saranno Questi e i loro Fratelli New Breed..
Così E’ Se Vi Pare..

Little Caesar – Eight – recensione

07 Maggio 2018 1 Commento Luka Shakeme

genere: Hard Rock / Southern
anno: 2018
etichetta: Golden Robot Records

La band di cui mi appresto a parlarvi non si può dire che sia stata molto fortunata sebbene gli inizi siano stati segnati da importanti traguardi; Il mitico Bob Rock li produce e la Geffen si interessa a loro. Firmeranno poi per una divisione della suddetta major che poco dopo fallì. Da lì in poi per i Little Caesar fu una continua lotta per la sopravvivenza fra cambi di formazione e quant’altro, ma il sound dedito a un rock ‘n roll molto vicino ai seventies che miscela sapientemente, Hard Rock, Southern e R&B è ancora di ottima fattura, ispirato ed enfatizzato da una produzione relativamente moderna. L’ultimo lavoro sulla lunga distanza, “Eight” credo possa destare attenzione verso chi è ancora desideroso di ascoltare un sound dal taglio decisamente retrò.
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Odyssey Desperado – Don’t Miss The Sunset – recensione

07 Maggio 2018 2 Commenti Giulio Burato

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Lions Pride Music

Odyssey Desperado è un progetto creato dal chitarrista ellenico Odysseas Karapolitis nel 2014 ad Atene.
Il suo sogno era condividere la musica, le melodie e le idee che aveva nella sua mente con altre persone. Per raggiungere tale obiettivo ha lavorato con il talentuoso produttore, bassista, tastierista Bob Katsionis (Outloud, Firewind) al Sound Symmetry Studio, reclutando anche una delle migliori voci elleniche del genere, Manos Fatsis, ed il leggendario Paul Laine (Danger Danger, The Defiants) alle backing vocals.
“Don’t Miss The Sunset” uscito il 23 Aprile sotto Lions Pride Music ha sonorità tipiche degli eighties e si rifà, fatalità, a gruppi come Danger Danger, Trixter o ai più recenti The Defiants.

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Perfect Plan – All Rise – recensione

27 Aprile 2018 15 Commenti Denis Abello

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Sto per svelarvi un segreto… un segreto che potrebbe mettere in serio pericolo la mia vita, ma come un novello Julian Assange Musicale non posso esimermi dal portare a galla la verità. Dovete sapere infatti che la Frontiers Music in realtà non è una semplice “etichetta discografica” ma è un ente governativo super segreto nato alla fine degli anni ’80 quando le maggiori superpotenze del mondo iniziavano a rendersi conto che la migliore musica di sempre (il Melodic Rock… ovvio…) avrebbe potuto subire un duro colpo da nuove e oscure forme musicali… ebbene sull’onda di questa preoccupazione generale è stato creato un team super addestrato con sede in Italia (la Frontiers Music appunto…) con il solo compito di recuperare alla fine degli anni ’80 giovani e promettenti artisti che sicuramente avrebbero sfornato un “capolavoro” e… beh… dargli una mazzata in testa… rinchiuderli un un bunker super segreto in quel di Napoli e tirarli fuori in periodi di crisi in modo da riportare il mondo musicale sulla retta via!

Non mi spiegherei altrimenti come sia possibile che un gruppo di Artisti non proprio “giovincelli” ma con un Talento pazzesco, senza menzionare una voce tra le più belle sentite ultimamente come quella di Kent Hilli, sia rimasto praticamente nell’ombra fino al 2014. Infatti i Perfect Plan nascono nel 2014 nella prolifica Svezia e subito la frontiers ha buttato il suo lungo occhio su di loro. Kent Hilli alla voce, Rolf Nordstrom alla chitarra, P-O Sendin al basso, Leif Ehlin alle tastiere e Fredrik Forsberg alla batteria… questo il dream team dei Perfect Plan!

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JK Northrup & David Cagle – That’s Gonna Leave A Mark – recensione

21 Aprile 2018 10 Commenti Max Giorgi

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Melodic Rock Records

Quando due grandi professionisti della musica si incontrano e decidono di collaborare, non ci si può che aspettarsi grandi cose!!! E vedremo più avanti che in questo caso i risultati vanno oltre le aspettative. Per chi non li conoscesse vediamo in breve chi sono JK Northrup e David Cagle.
J K Northrup è un chitarrista, autore, produttore molto affermato negli States. La sua carriera inizia nel 1982, anno in cui viene scelto per andare in tour in USA e Australia con Billy Torphe e Frankie Banali. Da quel momento JK ha collaborato con quasi tutti i più grandi nomi dell’Hard Rock ed Heavy metal mondiali: da Bobby Kimball a Randy Castillo, passando per Carmine Appice, scrivendo e registrando brani per Foreigner, King Kobra, Great White (solo per fare qualche nome).
David Cagle ha invece sviluppato la sua carriera in veste di Studio Singer, partecipando a decine e decine di progetti discografici (più di 1000 brani registrati nella sua decennale carriera). La sua voce calda ed espressiva si adatta splendidamente al genere Hard Rock /AOR.
Bene, fatte le dovute presentazioni, andiamo al succo del discorso. Nel 2014 i due musicisti decidono di mettere le basi per la produzione di questo album scrivendo ed incidendo buona parte dei brani. Per motivi non resi noti, la produzione viene improvvisamente interrotta……..fino al 2017. In questi ultimi mesi, arriva la decisione di riprender in mano i vecchi brani, dargli una rinfrescata e, finalmente, pubblicarli!! Nasce così That’s gonna leave a mark…….e mai titolo fu più azzeccato. O almeno, a me il marchio lo hanno lasciato….e pure grande!!

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Palace of the King – Get Right With Your Maker – recensione

21 Aprile 2018 2 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Classic Rock / Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Golden Robot Records

Band australiana, debutta nel 2016 con ’Valles Marineris’ che li fa subito apprezzare attraverso le loro partiture blues & psych/hard rock.
Tim Henwood, la voce, confessa di aver girato il mondo suonando più di 300 shows nei primi 3 anni di vita.
Per la copertina (bellissima!) si avvalgono di un tatuatore pluridecorato (Kristian Kimonides).
In Aprile saranno in Europa, una puntatina in Terra d’Italia sarebbe assai apprezzata.

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