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15 Ottobre 2019 1 Commento Alberto Rozza
genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Street Symphonies Records / Burning Minds Music Group
In uscita l’album di debutto degli italianissimi Bullring, un power trio che propone un divertentissimo punk rock venato di heavy metal, capace di catturare anche l’ascoltatore più esigente.
15 Ottobre 2019 7 Commenti Giulio Burato
genere: SLEAZE -MELODIC HARD ROCK
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music
Sulle vicissitudini dietro al microfono dei Crashdiet potremmo scrivere un libro dal titolo drammatico/rappresentativo ”Fuori uno e dentro un altro”.
Tutto partii con la prematura scomparsa di Dave Lepard, cantante e compositore del primo e ben riuscito “Rest in sleaze”, al quale susseguì nel 2007 H.Olliver Twisted che rimase il tempo di registrare “The unattractive revolution” per poi passare ai conterranei Reckless Love. Per le due successive uscite discografiche subentrò il buon Simon Cruz che, oggi, sei anni dopo l’ultimo album “The savage playground”, viene a sua volta sostituito dall’interessante Gabriel Keyes.
Una biografia complicata e tragica sin dagli albori per una band che, maledizione del frontam a parte, è sempre ripartita dalle proprie “macerie” per perseguire la propria strada.
continua
15 Ottobre 2019 5 Commenti Alberto Rozza
genere: hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music
Arriva finalmente il secondo lavoro di studio del supergruppo americano KXM, formato dall’eccentrico bassista dei King’s X Doug Pinnik, dal batterista Ray Luzier dei Korn e dal guitar hero George Lynch (ex – Dokken e Lynch Mob).
La miscela della band è assolutamente esaltante e intrigante: l’opening “War Of Words”, da cui è stato tratto anche un videoclip, è coinvolgente e tambureggiante, mette subito in mostra le ottime doti tecniche del super trio stupendamente amalgamate in una trama “tamarra”. Si viaggia su atmosfere misteriose e occulte con “Mind Swamp”, dalla ritmica e dall’effettistica che non lasciano scampo, ottima nel cambio dinamico. La title track “Circle Of Dolls” si presenta vaporosa e godibile, con una parte vocale suadente e convincente, a lavorare sui punti di forza del range di Pinnik.
continua
15 Ottobre 2019 8 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Cooking Vinyl
Easter Is Cancelled, il nuovo album degli inglesi The Darkness, nasce – con la solita sagace ironia che contraddistingue lo spirito compositivo del gruppo – in un universo parallelo, dove Cristo è sceso dalla croce e ha rivoluzionato il mondo con i suoi superpoteri. “La Pasqua è cancellata perché Cristo non è morto. Questo disco è la risposta a chi considera il rock espressione del potere di Satana. Abbiamo voluto dimostrare che si tratta invece della musica di Dio” (fonte: https://www.rollingstone.it), sono le parole utilizzate dall’inconico frontman Justin Hawkins per descrivere l’ardito concept di questo platter, in un vero atto di coraggio, perchè – afferma sempre il leader – “quando tiri in ballo Gesù, le cose si complicano terribilmente. Puoi scimmiottare persino Ziggy Stardust, ma se tocchi Cristo si torna indietro di quarant’anni”.
Ascoltiamolo allora questo album ambizioso, che gioca con furbizia tra ironia e serietà, e tra universi paralleli e società attuale, sfruttando un songwriting ormai rodato e maturo che scimmotta (ma in perfetto stile The Darkness) gli stili dei grandi mostri sacri dell’hard rock mondiale, su tutti Queen e Thin Lizzy, e dei moderni come Muse e Tenacious D.
continua
13 Ottobre 2019 12 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Rock Melodico
anno: 2019
etichetta: Tanzan Music
Dopo 13 anni di successi e dopo aver calcato palchi di tutta europa con oltre 600 concerti da cover band dei Bon Jovi è arrivato il momento per i Dream Company del loro primo album di inediti dal titolo The Wildest Season. Già all’anteprima dell’album all’HT Factory(come opener dei grandi Hardline)le canzoni avevano lasciato un segno e l’album non ha che confermato la buona sensazione avuta.
Giulio Garghentini alla voce, Enrico Modini alla chitarra, Stefano Scola al basso e Davide Colombi alla batteria sono la formazione classica dei Dream Company; sotto l’ala della Tanzan Music e del grande Mario Percudani l’album di debutto è un mix di sonorità hard rock con molta melodia.
La produzione, le ottime canzoni, il grande apporto di Stefano Scola, Davide Colombi e il suono potente caratterizzano l’album già a partire dal primo singolo e prima traccia Days In Blue, hard rock melodico e con un refrain trascinante. Mine Mine Mine e la balladScared To Be Loved continuano sulla stessa scia lasciandoci una sensazione di eightes e di raffinatezza. Che inizio! La voce di Giulio è sempre trascinante e in pezzi come Salvation e Revolution dimostra ogni sua sfaccettatura. River Of Love è la seconda ballad, il pianoforte all’inizio e l’attacco di chitarra di un grande Enrico Modini riescono ad emozionare. The Ghost è un altra chicca con un ritornello elettrizzante con un riff moderno. Il trittico finale merita ancora un plauso con pezzi veramente trascinanti; Land Of Freedom, a mio avviso il pezzo migliore del lotto, con l’intro arpeggiato di chitarra e la voce roca di Giulio è semplicemente emozionante. Il tutto rafforzato da un assolo melodico e dolcissimo. Strepitoso. Love Is Possession e Liars sono degli inni all’hard rock degli anni ’80 con dei ritornelli che si stampano in testa già dal primo ascolto e chiudono il disco ad un livello altissimo.
IN CONCLUSIONE:
Uno dei Top Album del 2019 che cresce dopo ogni ascolto; canzoni, produzione, suoni di alta caratura per un disco che gli amanti del rock melodico consumeranno. Grandi.
30 Settembre 2019 6 Commenti Paolo Paganini
genere: AOR
anno: 2019
etichetta: AOR Heaven
Il nome di Rob Moratti probabilmente lascerà indifferenti i più giovani seguaci dell’AOR ma il ragazzo dal cognome italiano oltre ad avere un discreto curriculum è, per dirla in gergo strettamente tecnico, un cantante della Madonna. La sua carriera inizia negli anni 90 quando fonda la band omonima e continua a ridosso del nuovo millennio con i Final Frontier, insieme al fidato amico Mladen Haze dei Von Groove. In mezzo una breve parentesi come frontman dei Saga mentre parallelamente porta avanti la carriera solista grazie ad alcuni album che hanno riscosso un discreto consenso. Oggi però siamo qui a parlare del suo nuovo lavoro dall’evocativo titolo Renaissance. Rob è il classico esempio di artista che nella propria carriera ha probabilmente raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato e sembra proprio che questa sua nuova fatica possa davvero rappresentare una rinascita.
continua
30 Settembre 2019 2 Commenti Alberto Rozza
genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music Srl
Direttamente da Memphis – Tennessee tornano alla ribalta i Roxy Blue, band nata nel 1989 e capitanata da Todd Poole, dalle venature grezze e dalle sonorità tipiche di quel periodo del rock post anni ’80.
Ottima partenza con “Silver Lining”, dove si sente in modo preponderante l’influenza dei Velvet Revolver, con il suo riff forsennato e selvaggio, che impatta perfettamente e che mette subito in chiaro le sfaccettature dello stile della band. “Rockstar Junkie” si presenta sempre sulla stessa linea stilistica, con una ritmica sempre coinvolgente e ben strutturata dai vari strumenti ed esecutori. Se a livello testuale “Scream” risulta un po’ banale (pensiamo a quanti brani rock/metal conosciamo con questa tematica!), la parte strumentale presenta alcuni punti forti, come un interessante cambio di dinamica e un globale senso di coinvolgimento dell’ascoltatore.
continua
30 Settembre 2019 0 Commenti Max Giorgi
genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Pride & Joy music
Gentili lettori e lettrici di www.melodicrock.it, il nome Mass (che non va in questo caso associato per omonimia alla nota band di Boston) ci porta a fare un lungo viaggio nel tempo. Viaggio che inizia nei primi anni ’70, esattamente nel 1973, anno di nascita di questa band Tedesca (bavarese) ma con line up internazionale (Germania, Svizzera, Usa). Già dal primo disco (“Back to the music” – 1977) diventano una vera e proprio cult band soprattutto in Europa. Tanto per fare un esempio il disco “Slaughter House” del 1979 si posiziona al quinto posto nelle classifiche greche e, sempre in quegli anni, la nota rivista tedesca Hard Rock Magazine li colloca tra le quattro migliori band tedesche dietro agli Scorpions, Accept e Warlock. Tra il 1977 ed il 1986 pubblicano 8 dischi e suonano un po’ in tutta Europa. La cerriera decisamente in ascesa (anche come vendite) si blocca però di colpo nel 1987, anno in cui avviene lo split della band, a causa degli strascichi causati sulla loro salute dalla eccessiva rock and roll lifestyle. A questo punto è ora di risalire sulla nostra macchina del tempo e farre un bel salto temporale di 30 anni. Già, perchè nel 2017 Günther V. Radny, il bassista fondatore della band, decide di ricominciare il percorso e riformare i Mass. Bisogna precisare una cosa, per motivi di salute (rock and roll lifestyle?) Radny non riuscirà a coinvolgere nessun ex membro, dovendo così utilizzare nuovi musicisti ed aggiungendo anche un tastierista. A questo punto non rimane che entrare in studio, e con la produzione di Robert Hoffmann & MASS, tra il Marzo e l’Ottobre del 2018 nasce “Still Chained”!!!!!
18 Settembre 2019 1 Commento Giulio Burato
genere: AOR - Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Melodic Rock Records
Ritornano i giovani Outlasted con il loro secondo album “Waiting For Daybreak“, registrato due anni dopo l’uscita del positivo debutto “Into the Night” .
L’album è stato mixato da Ronny Wikmark al Touchdown Studio di Trondheim in Norvegia. Il mastering è stato realizzato da J.K. Northrup presso Alien Productions Music Studio in California mentre la bella copertina è stata progettata da Nello Dell’Omo presso Art For Music a Napoli.
La band cambia due pedine del proprio scacchiere: entrano Andreas Jentoft (batteria) e Lasse Ingebrigtsen (basso) che prendono rispettivamente il posto di Rune Pedersen e Aleksander Schjølberg. Glenn Wikran (voce), Odd-Børge Hansen (tastiere) e Terje Fløyli (chitarre) rimangono invece dalla formazione originale.
13 Settembre 2019 51 Commenti Leonardo "Lovechaser" Mezzetti
genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music Srl
Sono passati trent’anni dall’Anno Domini 1989, e i bagliori di Rock America sono ormai offuscati dalle polveri del tempo trascorso. Anche se a volte, soprattutto nelle serate d’estate, mi pare ancora di udire, ridondanti in qualche tramonto che si smarrisce all’orizzonte, i gloriosi echi di un’epoca che non tornerà più.
Ma probabilmente Bruno Ravel non vorrebbe mai vederci preda delle malinconie, per questo ci lancia tra le mani Zokusho della sua nuova creatura The Defiants.
Non sono i Danger Danger, non si raggiungono quelle vette, è giusto chiarirlo subito, e soprattutto non c’è Ted Poley, L’anima eighties che mette Ted non ce la mette nessuno. Non c’è storia.
Ma, oltrepassando questo, come dobbiamo giudicare Zokusho? E’ annosa la questione, soprattutto sul nostro amato sito. Come dobbiamo giudicare un album? Lo dobbiamo paragonare ai classici del passato? Oppure dobbiamo confrontarlo con quello che esce adesso?