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10 Gennaio 2020 29 Commenti Giulio Burato
genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Rock Attack Records
Dalle ceneri degli Hard Dryer ecco nascere i Fighter V, band elvetica al primo full-lenght con la nuova nomea.
L’album intitolato semplicemente “Fighter” è uscito lo scorso 11 ottobre tramite Rock Attack Records ed è composto di dodici canzoni con chiari riferimenti all’anno ’80 ma con uno sguardo moderno rivolto a band attuali come H.e.a.t. accostamento, quest’ultimo, quasi naturale vista la presenza di Jona Tee alla produzione e di Tobis Lindell al mixaggio.
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10 Gennaio 2020 10 Commenti Paolo Paganini
genere: Melodic Rock / Modern Rock
anno: 2019
etichetta: Gain/Sony Music
Ci sono dischi che necessitano di parecchi ascolti prima di poter essere giudicati perché magari non arrivano subito o perché le canzoni non hanno un impatto immediato. Non è certo il caso del nuovo lavoro dei Degreed, band svedese attiva dal 2005 cresciuta all’ombra di gruppi molto più osannati quali H.E.A.T., WET, Work Of Art e compagnia cantante. Tutto ciò ha sicuramente tolto loro la visibilità che meritavano in quanto questi quattro ragazzi hanno tutte le potenzialità per fare altrettanto bene se non addirittura meglio. Il nuovo cd in particolare risulta estremamente ben riuscito, forse il migliore della loro discografia. Se dovessi sintetizzarlo in tre parole potrei definirlo robusto, diretto e sincero. La formula usata, pressoché invariata dall’inizio della loro carriera, si basa su riffoni potenti, quasi metal che grazie a ritornelli di grande apertura melodica sfociano in una sorta di arena rock dei giorni nostri. L’abbondante uso di tastiere conferisce al tutto una freschezza ed una leggerezza che rende particolarmente piacevole ascoltare e riascoltare l’intero disco anche per lungo tempo senza annoiare. Brani come la title track, “You All Know My Name” e “Body Of Work” ne sono un chiaro esempio; potenti e veloci brani tipicamente hardrockeggianti a cui si contrappongono refrain da cantre a squarciagola. A farci capire che i ragazzi non sono solo questo ci pensano la pacata “Riuns”, la super ballad “Blue Virgins Isles” e “Burn Under A Bad Sign”, primo singolo estratto dalle sonorità tipiche dei Toto anni ‘90. Stiamo già parlando di tanta roba e se a questo aggiungete la chicca della solare “Summer Of Love” dal tiro irresistibile che tanto profuma di party rock, l’eterea “Don’t Let Go” (AOR allo stato puro) ed il crescendo finale della splendida “Alive” avrete tra le mani un album senza punti deboli.
IN CONCLUSIONE
Se l’immediatezza è certo un punto a favore del combo di Stoccolma per molti potrebbe risultate un difetto, in quanto potremmo catalogare ogni loro nuova uscita come usa e getta facendo l’errore di dimenticarci troppo presto di loro confinandoli per l’ennesima volata al ruolo di comprimari. Un peccato a mio avviso da non commettere.
08 Gennaio 2020 1 Commento Lorenzo Pietra
genere: Rock N Roll
anno: 2019
etichetta: Off Yer Rocka Recordings
Ecco tornare i Quireboys, la band Rock N Roll che nel 1990 sorprese tutti con il bellissimo A Bit What You Fancy, un insieme di Rock, Hard, un pizzico di Rod Stewart e tanta energia. Dopo oltre trent’anni di carriera e parecchie pubblicazioni purtroppo sottovalutate tornano i British Rocker capitanati dal grandissimo Spike alla voce, i fidi Guy Griffin e Paul Guerin alle chitarre, Keith Weir alle tastiere, Gary Irvin al basso e Dave McCluskey alla batteria. Il nuovo album, dodicesimo della carriera, si intitola Amazing Disgrace e celebra i 35 anni del gruppo e risulta decisamente più maturo nel sound e in linea con le ultime uscite del gruppo (vedi precedente Beautiful Curse).
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21 Dicembre 2019 0 Commenti Giulio Burato
genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta:
In questo 2019 mi è già capitato di aprire una nuova recensione prendendo spunto da quelle passate. Una premessa dovuta in quanto, oggi, partirò allo stesso modo, ossia da una frase presa dalla recensione di “More than the moon” (vedi link) del 2018:
“Pollice verso per … la particolare assenza di “All You Need Is A Heartbeat” e della splendida “Never Enough”, lanciate con tanto di video nel 2017, entrambe meritevoli di essere in prima fila sulla tracklist.”
09 Dicembre 2019 1 Commento Luka Shake Me
genere: AOR
anno: 2019
etichetta: AOR HEAVEN
La dedizione verso il rock adulto è un qualcosa di viscerale; per vivere la realizzazione di un sogno dopo anni di gavetta. L’amore per questo mondo ti porta a non mollare e a vederne dopo anni di sacrifici la realizzazione. Lo scozzese e non di primo pelo Jimi Anderson incarna tutto ciò di cui sopra, tornando sulle scene dopo un primo lavoro due anni or sono. Questa volta con l’attivissima AOR Heaven sforna “I Belong”, un lavoro che racchiude tutta l’esperienza accumulata dal songwriter scozzese, ho avuto modo di ascoltare qualcosa prima di addentrarmi nel vero ascolto, le impressioni sono assolutamente positive.
“Brave New World” caratterizzato da un intro orientaleggiante si lascia apprezzare per un riffing incisivo sulle strofe accompagnando una linea vocale che poi tende ad aprirsi sul refrain. Il pezzo in se si presenta relativamente originale e merita di un paio di ascolti per essere apprezzato in tutte le sua sfumatore.
“Holding On To The Night” mi convince decisamente di più. Un aor di facile presa, messo in risalto da chorus pronti a colpire il segno fin dal primo ascolto. Si candida ad essere fra i migliori episodi del lotto.
“All I Need Is You” è un riuscitissimo mid tempo accattivante e morbido nel suo incedere; non farà strappare i capelli e credo sia ben lungi da voler ammiccare a produzioni moderne. Prendere o lasciare.
“Until Then” arriva a rinfrescare il tutto; ballad dai toni emotivamente importanti. Una grande traccia a mio avviso, ha il pregio di non ricordare nessuno in particolare pur restando accattivante. Merita un plauso la performance di Jimi Anderson che riesce a essere incisivo e mai troppo prolisso nella sua interpretazione.
“Wonderful Tokyo Nights” è un bel rock ‘n roll dall’airplay radiofonico; o almeno lasciatecelo credere che pezzi del genere possano impazzare in troppe radio station a stelle e strisce. Promozione assoluta per un’altra traccia semplice, diretta ma al tempo stesso resa importante da musicisti che sanno cosa stanno suonando.
“Binded By The Moonlight” nel complesso è un buon aor ipermelodico anche se è proprio il chorus che non mi convince, un vero peccato perchè la traccia racchiude spunti interessanti come un bel break in apertura di un gradevole e fresco solo di chitarra. Ad ogni modo siamo su standard qualitativi importanti.
“Fearless Warrior” credo la miglior traccia del lotto; coinvolgente non ha punti deboli, il refrain è incalzante sostenuto da arrangiamenti misurati e mai troppo autocelebrativi. Pezzo veramente riuscito, indiscutibilmente il mio preferito e credo per molti che si avvicineranno a questo pregevole platter.
“I Belong” una delicatissima ballad acustica dal retrogusto sinfonico enfatizzando i momenti più intensi di un songwriting ancora un volta indovinato.
“I’m a Believer” ritorna su lidi di un soft aor molto essenziale e di facile presa; chorus e tastieroni cristallini e chitarre aperte sono gli elementi su cui fa leva un’altra traccia più che godibile.
“State of Shock” mette invece il piede in fallo; non si capisce bene dove vuole andare a parare, il cuore del pezzo sembra non emergere in modo naturale, il tutto in generale sembra forzato, un mini collage potrei definirlo, apprezzo la sperimentazione ma il risultato non mi convince.
“Wanna Go Round Again” è una composizione che ha bisogno di un paio di ascolti più attenti per essere metabolizzato appieno; il rock viscerale accarezzato da soluzioni blueseggianti riuscirà a conquistarvi con qualche ascolto in più.
“Jamie’s Blues” in chiusura è un’altra stupenda ballad dai toni più caldi questa volta, intenso è il cantato di un ispiratissimo Anderson che davvero accarezza l’animo con un’interpretazione magistrale. Un’ugola così importante riesce a calarsi appieno in contesti del genere esaltandosi al meglio.
In Conclusione: un lavoro che mi sento di promuovere a pieni voti perchè principalmente non stanca, ogni pezzo non segue standard predefiniti e anche la scelta della tracklist è impeccabile. Un lavoro onesto, non da “strappaorecchi” a cui probabilmente manca la vera hit che trascina il tutto, ma al tempo stesso non eccessivo e preconfezionato come le moderne produzioni di rock adulto che imperversano da anni sul mercato.
06 Dicembre 2019 6 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music Srl
Alessandro Del Vecchio è il cardine dietro agli Edge of Forever… ma prima di questo Del Vecchio è stata una delle sorprese più clamorose che l’Italia ci ha “vocalmente” regalato in questi anni! Se a questo aggiungiamo che, oltre al dono che Mamma Natura ha pensato bene di fargli, il nostro pischello ha anche un discreto Talento come songwriter e produttore (roba che giusto giusto è al momento uno degli Artisti più quotati del panorama Melodic Rock / Hard Rock del momento)… e se infine ci mettiamo anche dalla sua un’umanità d’Animo non scontata che nella musica non è indispensabile ma… aiuta… allora si capisce bene come un nuovo album degli Edge Of Forever fosse atteso dal sottoscritto come Colpo Grosso (Grande Umbertone Smaila e le ragazze Cin Cin…) ai tempi dell’adolescenza!
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06 Dicembre 2019 15 Commenti Paolo Paganini
genere: AOR
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music Srl
I Work Of Art sono probabilmente uno dei migliori gruppi AOR degli ultimi 10/15 anni e attorno a ogni loro nuova uscita si scatena sempre grandissimo interesse. Questo nuovo Exhibits (quarto capitolo della loro carriera) non delude certo le aspettative centrando in pieno l’obbiettivo e facendo la gioia dei tantissimi fan del genere sparsi per il mondo. Diciamo subito che il maggior pregio di questo cd è che nessuna delle undici tracce di cui è composto può definirsi un riempitivo anzi, alcune di esse risultano essere dei veri e propri gioielli di rock melodico. Le influenze della band sono da rintracciare (come ben saprà chi li segue dall’inizio) in gruppi quali Toto, Journey, Giant e Foreigner, miscelate però per l’occasione a sonorità più moderne rispetto al passato ed ad abbondati elementi progressive.
06 Dicembre 2019 2 Commenti Alberto Rozza
genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music s.r.l.
In arrivo “The Truth Ain’t What It Used To Be”, nuovo lavoro di studio dei britannici Wayward Sons, ironici, ritmati e puramente rock, dal sound canonico e facilmente riconoscibile.
Partenza di livello sulle note di “Any Other Way”, dal ritornello solare e prezioso, dalle sonorità rintracciabili e ben congeniate. “Black As Sin” è un brano di classico hard rock, dalle ritmiche ben definite e quadrate, senza se e senza ma, dalla struttura codificata e sufficientemente esplorata.
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18 Novembre 2019 1 Commento Luka Shake Me
genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Records
La proposta di cui mi accingo a parlarvi viene da un paese storicamente rinomato per ciò che concerne le proposte al goth-black o affini; a parte qualche perla tipo Hanoi Rocks, il rock’n roll non ha fatto veramente breccia fra le lande finlandesi, ma la nostrana e tentacolare Frontiers sempre più lungimirante e aperta a nuovi progetti lontani da un comodo rock adulto, riesce ad accaparrarsi un combo che davvero potrà farsi strada con un sound sempre di matrice street/aor ma che riesce a essere palesemente ammiccante a produzioni mainstream. Ascoltato qualcosa prima di tuffarmi in un ascolto più attento e da subito ho notato la voglia di crearsi, per quel che possibile una strada propria e relativamente originale. Pronti dunque per parlarvi del debutto “Losing Gravity” targato Blockbuster.
“Out In The City” intro dinamico fatto di soluzioni moderne e cuore del pezzo scandito da una linea vocale incisiva e molto asciutta vicino all’alternative più moderno e melodico che all’Hard Rock, ad ogni modo il risultato è vincente.
“Gone By The Morning” è carico di groove complice il taglio funckeggiante di cui vive il pezzo, bello pulsante scivola via con estrema naturalezza fruisce di arrangiamenti semplici ma funzionali alla causa. Promozione a pieni voti anche per la traccia in questione.
“Flammable” segue in linea di massima le coordinate tracciate sulla prima traccia ma con un piglio ancor più incisivo. Sto apprezzando la freschezza di un progetto che finalmente non si allinea a centinaia di platter tutti uguali simil Hard Rock/AoR moderno. Solo per questo darei il massimo dei voti a questi ragazzi. Etichettati come Hard Rock io li vedo in verità molto più vicini a un alternative moderno.
25 Ottobre 2019 39 Commenti Giulio Burato
genere: Melodic Hard Rock
anno:
etichetta: Frontiers Music
“Non c’è due, senza tre”. Inizio con questo famoso proverbio la recensione dell’attesissimo “Paradigm”, fratello minore dei precedenti“ Armageddonize” e “Monumentum”. Fratello minore anche nella copertina poiché ho di fronte un clone “rivisitato” dei precedenti art-work; l’immancabile sfondo nero con l’immancabile emblema degli Eclipse. Non originali dunque, ma nel segno di una continuità che è innegabilmente rappresentata dal loro sound moderno, solido e ultra melodico; un marchio di fabbrica perfezionato e calibrato negli anni che ha ottenuto il consenso popolare e della critica. ln breve, il “paradigma” perfetto con cui riconoscere gli Eclipse.
In uscita l’undici Ottobre con l’inesauribile Frontiers, Erik Martensson si avvale del solito, fondamentale apporto di Magnus Henriksson, alle chitarre; completa la band, il dirompente Philip Crusner alle pelli e, in fase di registrazione, Magnus Ulfsted al basso, sostituito recentemente da Victor Crusner, fratello di Philip.
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