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Saints Trade – Time To Be Heroes – recensione

05 Marzo 2020 1 Commento Alberto Rozza

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Art Of Melody - Burning Minds Music Group

Tornano i Saints Trade, ottima realtà italiana che già ci aveva deliziati con un buon album d’esordio nel 2015 e che propone un hard rock nostalgico e dalla resa tutt’altro che scontata.
Partenza arrembante sulle note della suadente e misteriosa “Livin’ To Rock”, musicalmente ben delineata e dalla presa vocale di livello, che subito rimane impressa nella mente dell’ascoltatore, grazie anche a un ritornello particolarmente orecchiabile.
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Blade Cisco – Edge of The Blade – recensione

04 Marzo 2020 5 Commenti Denis Abello

genere: AOR
anno: 2019
etichetta: Art of Melody Music / Burning Minds

Nati nel 2007 e in questi 12 anni (ma anche prima direi 😉 ) cresciuti a pane e Journey / Night Ranger / Foreigner / FM e… e si sente! Infatti basta un ascolto distratto per riuscire a cogliere tutte le influenze classiche AORiane che i Blade Cisco tracciano in note in questo loro debutto Edge of The Blade.
Due voci che si alternano o quasi visto che in realtà ad Andrea “Zanna” Zanini va il compito di portare la bandiere sulla quasi totalità dei pezzi con l’incursione in un paio di brani di Valerio “Valle” Franchi, che appare come voce principale in Foolin’ Myself e in duetto con Andrea su Invisible To Me. Da notare poi la presenza “importante” di un nome altisonante nel panorama dell’AOR / Melodic Rock italiano come quello di Michele Luppi (Whitesnake, Los Angeles) che qui prende in mano tutta la sezione corale e appare anche come co-produttore dell’album oltre che al mastering e mixing… e non appare a caso direi visto che Michele per tre anni ha fatto parte proprio dei Blade Cisco come loro bassista, posizione poi presa in seguito da Cesare “Cece” Fioriti.

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Burning Rain – Face The Music – recensione

17 Febbraio 2020 5 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music Srl

Ritorno interessante e rocambolesco dei Burning Rain, band capitanata dal celeberrimo Doug Aldrich, noto per la sua militanza nei Dio e negli Whitesnake, che propongono un saporitissimo hard rock dalla chiara matrice losangeliana.
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Danger Zone – Don’t Count on Heroes – recensione

31 Gennaio 2020 12 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Pride & Joy music

Non contate sugli Eroi, ma sui Danger Zone si! Ritornano nel 2019 in grande stile gli hard rocker Bolognesi Danger Zone dopo l’ottimo Closer To Heaven datato ormai 2016.
Closer To Heaven, per chi li segue da tempo, è sicuramente l’album che ha segnato una sorta di svolta nello stile della band che, con l’acquisto in pianta stabile di Pier Mazzini alle tastiere e piano ha saputo dare una sferzata brillantemente melodica al suo stile tendenzialmente, fino a quel momento, diretto e affilato. Se volete fare un distinguo tra il “prima” ed il “dopo” dei Danger Zone datevi un’ascoltata alla doppia versione del loro album “Undying”, registrato nel 2012 e ripreso nel 2017 con nuovi arrangiamenti maggiormente melodici per la versione Giapponese intitolata Undying Reloaded.
Il resto dei Danger Zone è ormai storia dell’hard rock italico, con al comando sempre il trio capitanato dalla chitarra di Roberto Priori (che al solito cura, insieme a Jody Gray, anche la produzione di questo lavoro), Giacomo “Giga” Gigantelli alla voce e Paolo Palmieri a pestare duro sulle pelli. A loro si affiancano ormai da qualche anno Matteo Minghetti al basso e Danilo Faggiolino alle chitarre, a cui si aggiunge il già citato Pier Mazzini alle tastiere.

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Robert Tepper – Better Than The Rest – recensione

31 Gennaio 2020 7 Commenti Max Giorgi

genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: AOR Heaven

Gentili lettori e lettrici di www.melodicrock.it, parlare di Robert Tepper significa forzatamente tornare indietro nel tempo fino a quei favolosi anni 80, che sono stati per il nostro autore/cantante gli anni di massimo successo e popolarità. In realtà la sua carriera inizia molto presto, all’inizio dei ’70 in cui si affaccia al music business con il suo primo successo “This is Love” cantato da Paul Anka. Ma la vita di Robert cambia radicalmente nel 1985 con la sua firma per la Label “Scotti brothers” che avviene di pari passo con il trasferimento a Los Angeles……..e l’incontro con Silvester Stallone!!!! Il resto è storia: il noto attore/regista rimane folgorato da un brano di Robert (no easy way out) che verrà inserito nella colonna sonora del film Rocky IV e che raggiungerà le vette delle classifiche di tutto il mondo. Il rapporto tra i due non finirà lì, infatti un altro brano di Tepper (Angel of the city) verà usato da Stallone per un altro suo film di grandissimo successo: “Cobra”. La carriera di Robert negli anni a seguire prosegue con la pubblicazione di alcuni album. Nel 1996 pubblica “No Rest for the Wounded Heart” (MTM music), mentre nel 2000 esce “New life Story” che gli darà l’occasione di fare una serie di spettacoli in Europa. Durante questi show, Robert conosce il chitarrista Pablo Padilla che diventa in breve tempo amico e collaboratore. Ed è anche da questa collaborazione che nasce questo nuovo lavoro: “Better than the rest”.
Non ci resta che andare ad ascoltare:
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Passion – Passion – recensione

31 Gennaio 2020 3 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl

I britannici Passion nascono dall’intuizione di Lion Ravarez (alias Dan Rossall) ex cantante dei Night by Night. Tale intuizione sfocia nella realizzazione di un demo (anno 2017) che finisce ben presto sui tavoli di Frontiers records. Gioco fatto; in meno di due anni ecco il primo album intitolato “Trespass on love” che prende spunto da grandi band del passato come Danger Danger, Ac/Dc, Kiss e Van Halen.
Cantato e prodotto, in prima linea, dallo stesso Ravarez, la band si è in seguito completata con gli innesti di Chance Vanderlain alle chitarre, di Weston James al basso e di Bobby Laker alla batteria.
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Jesse Damon – Damon’s Rage – recensione

31 Gennaio 2020 1 Commento Alberto Rozza

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: AOR Heaven

Per il 2020 in uscita il nuovo lavoro di Jesse Demon, chitarrista simbolo dei Silent Rage (band lanciata a fine anni ’80 da Gene Simmons), che propone un ottimo rock melodico, dall’ascolto interessante e dalla resa parzialmente riuscita.
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Revolution Saints – Rise – Recensione

22 Gennaio 2020 11 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl

L’amatissimo super-gruppo melodic rock dei Revolution Saints , che vede riconfermate tra le sue fila Deen Castronovo (The Dead Daisies, ex-Journey, Bad English), Doug Aldrich (The Dead Daisies, Burning Rain, ex-Whitesnake, DIO) e Jack Blades (Night Ranger), giunge finalmente alla pubblicazione del suo terzo album in studio con l’attesissimo Rise, in uscita per Frontiers Music tra pochi giorni, nello specifico il 24 gennaio 2020.

Con la solista classe e tecnica da vendere (c’è ancora da stupirsi?! Parliamo di tre tra i migliori interpeti del nostro genere!) e con il solito muro sonoro dato dalla sopraffina produzione di Alessandro Del Vecchio (qui anche tastierista e autore dei brani assieme ad Aldrich e Blades, oltre che al giovane Dan Rossall dei Passion), il gruppo da alle stampe un disco melodic rock di pura derivazione ’80s che non scontenterà gli appassionati. Ogni singola nota è suonata con passione ed entusiasmo vero, è il feeling di ascolto è ottimale: l’ascoltatore è spinto dalla band stessa e dalla produzione ad immegersi a pieno in canzoni che sono decisamente catchy e divertenti all’ascolto, sostenute dal ritmo serrato del drumming di Castonovo, dalla sua celestiale vocalità, ma anche dalla chitarra puramente hard rock di un Aldrich in grande spolvero, e dal basso di un Jack Blades sempreverde e inossidabile, allo strumento e ai cori.
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Pretty Maids – Undress Your Madness – recensione

10 Gennaio 2020 8 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music s.r.l.

Irriducibili, inossidabili, straordinari: in arrivo il sedicesimo album dei danesi Pretty Maids, band attiva dal 1981 e capitanata dall’intramontabile Ronnie Atkins, sempre combattivo e pronto a proporre nuova musica.
Partenza riservata a “Serpentine” (dopo la brevissima “Intro”), ottimo biglietto da visita, come se ce ne fosse bisogno, che mette subito in mostra la rinnovata verve della band, con un ritmo pestato e coinvolgente, un brano eseguito in modo impeccabile e di altissima appetibilità. “Firesoul Fly” è un inno, corale e trascinante, chiassoso e dal riff che rimane impresso, dal vago sapore nostalgico nonostante un senso sprizzante di entusiasmo.
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Lovekillers – Lovekillers feat. Tony Harnell – recensione

10 Gennaio 2020 5 Commenti Alberto Rozza

genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music s.r.l.

Interessantissima uscita di fine anno coi Lovekillers, progetto di Gianluca Ferro e del poliedrico Alessandro Del Vecchio, coadiuvati dalla voce superba di Tony Harnell, che propongono un rock melodico purissimo e dal gusto autentico.
Apre le danze “Alive Again”, dalla trama invitante, dalla dinamica ben gestita e soprattutto ricca di virtuosismi strumentali, che ben si accompagna alla voce acuta di Harnell. Atmosfere calde e sconfinate si aprono su “Hurricane”, corposa e solare, dalla pasta emotivamente coinvolgente e dalla resa gradevole.
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