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Bonfire – Fistful Of Fire – recensione

06 Aprile 2020 5 Commenti Lorenzo M.

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: AFM Records

Dopo averli visti all’opera lo scorso dicembre allo Slaughter Club nel milanese in una delle tappe del precedente e fortunato “Temple Of Lies Tour”, tornano con un nuovo capitolo discografico gli intramontabili hard rockers Bonfire, nome altisonante per tutti gli amanti di questo genere e vero e proprio fiore all’occhiello tedesco, i numeri della loro ormai quarantennale carriera parlano da soli.
“Fistful Of Fire” è il nome del nuovo album targato AFM Records, che consolida la formazione guidata dal suo membro fondatore Hans Ziller alla chitarra e che vede riconfermato Alexx Stahl dietro al microfono, Frank Panè alla seconda chitarra, Ronnie Parkes Al basso con l’unica novità dietro alle pelli rappresentata da Andrè Hilgers (ex Silent Force, Axxis, Rage, Herman Frank…), insomma “squadra che vince non si cambia! o quasi…”. La band tedesca nel corso della sua lunga storia ha affrontato svariati cambi di lineup ritrovandosi nel nuovo corso a dover fare a meno del cantante di lunga data Claus Lessman, sostituito prima dall’americano David Reece e poi dal connazionale Alexx Stahl, risultando convincente grazie al suo importante contributo nell’interpretazione degli ultimi lavori “Byte The Bullet” e “Temple Of Lies”, caratterizzati da un approccio sonoro più heavy e quadrato mantenendo intatte le linee melodiche per le quali i tedeschi sono conosciuti.

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17 Crash – Through Hell And Back – recensione

31 Marzo 2020 7 Commenti Lorenzo M.

genere: Glam / Sleaze Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Volcano Records

E’ in tempi bui come questi che sentiamo più che mai il bisogno di evadere da ciò che ci circonda e cercare riparo nelle cose che ci fanno stare bene, per noi ascoltatori di un certo tipo il diversivo migliore si chiama rock and roll e fortunatamente in un periodo così sfortunato (scusate il gioco di parole) possiamo ancora godere di questa meravigliosa musica che ci fa sentire tutti più uniti nonostante la distanza forzata.
A spezzare la grigia routine di queste giornate ci pensano i toscani 17 Crash, ormai una promettente realtà nostrana giunta al terzo fullenght dopo i convincenti “Reading Your Dirty Minds” (2015) e “Hit The Prey” (2018), usciti rispettivamente per le etichette Demon Doll e Volcano Records.
Dopo alcuni cambi di lineup la band guidata da Ros Crash e Phil Hill, ovvero cantante e batterista, è completata dai chitarristi Wildcat e CJ “Blackdog” Guarne e da Maxxx al basso, proponendoci una miscela esplosiva di hard rock di puro stampo ottantiano alternato da momenti più spensierati e vivaci ad altri in cui viene esternata la vena hard & heavy del gruppo senza mai perdere di vista gli elementi melodici e catchy che sono sempre stati il marchio distintivo di questo genere.
Through Hell And Back”, così si intitola questo terzo lavoro made in Italy, rappresenta una svolta stilistica quasi netta, sia per quanto riguarda il suono più corposo che per il lavoro di songwriting assolutamente ispirato e maturo. Un passo della famosa Divina Commedia recitato da una voce femminile da il via al disco con Face To Face, un’apripista perfetta, veloce ed energica mette subito in chiaro la direzione dei ragazzi con un refrain potente condito dai cori e già non possiamo più farne a meno!.
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Shaft of Steel – Steel Heartbeat – recensione

31 Marzo 2020 2 Commenti Paolo Paganini

genere: Melodic Rock/AOR
anno: 2020
etichetta: AOR Heaven

Gli Shaft Of Steel nascono a Londra nel 2004 per volontà del compositore Alex Markham e del vocalist Robert Fenning con l’intento di dar vita ad un progetto heavy metal sulla scia di band quali Iron Maiden, Dream Theater e Blind Guardian. I due scoprono però presto di essere affascinati dal pop rock anni 80 di Phil Collins e Journey e così decidono di mescolare queste loro influenze con il suono metal iniziale dando vita ad un classico AOR che li porta ad incidere un EP nel 2014. Ne seguono un’intensa attività live e diversi cambi di formazione, fino ad arrivare ai giorni nostri quando AOR Heaven li mette sotto contratto producendo quello che a tutti gli effetti rappresenta il loro vero e proprio debutto sulla lunga distanza. L’opener “Touching You Every Day” e la successiva “I’ve Never Been Alone” sono l’esatta sintesi di quanto appena detto; due brani ad alto tasso melodico che colgono subito nel segno strizzando l’occhio ai più attuali Work Of Art. “All Because Of You” per un secondo mi fa sobbalzare dalla sedia salvo poi constatare il palese furto perpetrato ai danni degli Harem Scarem (“Stranger Than Love”) ed è proprio un peccato perché il brano vivrebbe benissimo di luce propria. “Together As One Tonight” ci riporta ai Journey d’annata facendo emergere la buona capacità della band di azzeccare melodie di facile presa. “Vulnerabel Man” al contrario dopo un brillante prologo si pianta su un refrain piuttosto scontato così come “Falling Through The Flames” dove si ha la netta sensazione che la voce di Fenning sembri più adatta all’heavy metal che al rock melodico. La stucchevole ballata “Body And Mind” contiene in se tutti i clichè del genere mentre delle conclusive tracce segnalo solo la corposa “Every Time I Look At You” un pezzo completo e misurato che potrebbe rappresentare la base da cui partire per il prossimo futuro.

IN CONCLUSIONE

Un disco nel complesso più che discreto, considerando soprattutto che si tratta di un esordio, inevitabilmente penalizzato qua e la da qualche pecca. Personalmente non trovo la voce di Robert Fenning così adatta al genere proposto mentre aggiungerei un po’ più di robustezza ai suoni per dare ai brani un tocco di attualità maggiore.

Gotthard – #13 – recensione

31 Marzo 2020 20 Commenti Giulio Burato

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Nuclear Blast

#13 come il titolo, #13 come il numero delle uscite discografiche, #13 come il giorno di uscita. Tre indizi fanno una prova su come la ridondanza di questo numero sia di casa per i Gotthard targati 2020. Copertina che rievoca qualcosa di tipicamente svizzero, di caratteristico: la battaglia delle mucche “Made In Switzerland”.
Uscito tramite Nuclear Blast, registrato a Lugano e impreziosito del lavoro di Darcy Proper al missaggio, #13 inizia con l’energica “Bad News,” secondo singolo lanciato, dalla struttura non originale ma che tocca un argomento delicato: le cattive notizie di cui siamo giornalmente succubi; canzone dannatamente attuale.
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Michael Bormann’s JADED HARD – Feels Like Yesterday – recensione

23 Marzo 2020 2 Commenti Alberto Rozza

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2019
etichetta: RMB Records

Torna alla ribalta l’eclettico cantante tedesco Michael Bormann, con la sua versione contemporanea dei Jaded Hard (progetto che riprende il nome dagli originali Jaded Heart fondati al tempo da lui e suo fratello), che propone un hard rock puro e dall’impatto canonico.
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Shakra – Mad World – recensione

23 Marzo 2020 13 Commenti Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: AFM

“Fratelli minori” di Gotthard e Krokus, gli svizzeri Shakra arrivano a festeggiare il 25° anno di carriera con il presente “Mad World”, 12° studio album.
Hanno goduto a inizio del millenio di una fama crescente che li ha portati a esibirsi durante la loro carriera con band come i Guns n Roses e ad avere un buon seguito tra la natia Svizzera e la Germania.
Chi li segue dagli albori sa benissimo che ascoltare un disco degli Shakra è come ascoltare un disco di Axel Rudi Pell.
Una cena al solito tavolo della solita osteria a te cara dove sai che mangerai abbastanza bene senza aspettarti nulla di nuovo o esotico.
In termini musicali un approdo sicuro nel porto del hard rock di chiaro stampo teutonico.
Nel caso degli Svizzeri difficile staccarsi dai rocciosi midtempo in 4/4 composti da riff taglienti e grintosi partoriti dalle asce della coppia Thomas Muster/ Thom Blunier, intervallati qua e la da assoli anche melodici, dove la voce di Mark Fox (assomigliante come timbro a Claus Lessmann) sembra non risentire del passare del tempo, complice una produzione pressochè perfetta.
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Black Swan – Shake The World – recensione

09 Marzo 2020 8 Commenti Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl

Quando a una label, molto attiva (per nostra fortuna) come la Frontiers viene in mente di assemblare un super gruppo, un side project che vede coinvolti musicisti dall’illustre curriculum, il fattore che fa la differenza è la motivazione. La fame, la voglia di ricordare e rendere onore ai tempi andati o quasi di almeno uno dei musicisti coinvolti.
Le motivazioni sono tutto nella vita, la benzina che ci porta a compiere i nostri progressi quotidiani. E durante l’ascolto di questo “Shake the World” non si può non riconoscere questa determinazione nella prestazione del Singer Robin McAuley.
A parte la partecipazione al progetto Micheal Schenker Fest, nel corso degli anni aveva fatto perdere le sue tracce, mentre altri singer indubbiamente meno dotati di lui continuavano a cantare su disco.
E se alle spalle di Robin McAuley metti 3 musicisti dalla navigata esperienza come il poliedrico Reb Beach (Whitesnake-Winger), Jeff Pilson (Dokken-Foreigner) e Matt Starr (Ora nei Mr.Big e Burning Rain), desiderosi di mostrare che quella fiamma ancora non si è spenta, il risultato non può che essere convincente.
Il disco mi è piaciuto , è oggettivamente ben riuscito e musicalmente possiamo collocarlo tra gli ultimi Winger e gli MSG (McAuley “era” ovviamente ).

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H.E.A.T. – II – recensione

09 Marzo 2020 35 Commenti Paolo Paganini

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2020
etichetta: earMusic

Uno dei dischi più attesi del 2020 era senza dubbio questo secondo omonimo del gruppo svedese. Il primo interamente prodotto dalla band (Jona Tee & Dave Dalone) aveva un compito ben preciso secondo quanto dichiarato dai ragazzi: riportare il suono alle origini proponendo una specie di nuovo esordio. La loro penultima uscita “Into The Great Unknown” aveva infatti spaccato a metà i fan risultando per molti un po’ troppo “pop”. Gli H.E.A.T. hanno subito recepito il messaggio riconducendo la nave sulla giusta rotta. Ok quindi tutto risolto direte voi? Quasi direi io.

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HARDLINE – LIFE LIVE – recensione

09 Marzo 2020 3 Commenti Yuri Picasso

genere: Melodic Harfd Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music s.r.l.

Johnny Gioeli è uno di quei cantanti che ha rischiato di non arrivare a quello che meritava,
Fama, successo. Non parlo di porzioni da rock star, ma la giusta fama che un cantante dotato tecnicamente ed emotivamente come lui meritano all’interno del nostro panorama musicale preferito.
Ha rischiato di arrivare troppo tardi sulla scena.
Prima di entrare nella band di Axel Rudi Pell, tutto o quasi era partito da quella piccola gemma intitolata “Double Eclipse” partorita dai suoi Hardline, nell’anno di poca grazia, 1992.
Anno pessimo per presentare un disco di melodic rock di cosi alta fattura. Ma il tempo rende sempre merito(non soldi), a cio che è degno di tale compenso.
Cosi quasi 30 anni dopo, tutti gli addetti al settore conoscono molto bene quel disco e hanno ripreso a seguire con curiosità ed entusiasmo la carriera degli Hardline che vedono nel cantante italo americano l’unico superstite della line-up originale.
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Dirty Shirley – Dirty Shirley – recensione

09 Marzo 2020 11 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta:

Arrivano i Dirty Shirley, un nuovo super gruppo direttamente dagli Stati Uniti, una sorta di mostro di Frankenstein musicale, formato da Dino Jelusic, George Lynch, Trevor Roxx e Will Hunt, tutti musicisti dalla fama indiscussa e decennale.
Partenza di grande livello con “Here Comes The King”, che da subito mette in luce le peculiarità tecniche e stilistiche dei vari componenti della formazione: in questo caso a colpire è la voce di Jelusic, che ricorda moltissimo alcuni dei grandi interpreti dell’hard rock mondiale.
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