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21 Luglio 2020 6 Commenti Giulio Burato
genere: Glam Metal
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
I primi sei mesi di questo 2020 saranno sicuramente ricordati per una serie di avvenimenti che hanno lasciato un segno indelebile a livello mondiale. Per alleggerire la negatività, parliamo semplicemente di musica e nello specifico del genere a cui fa fede il nostro sito. Il 2020 è un’annata che sarà ricordata per la scoperta d’interessanti realtà musicali in latitudini cui non siamo generalmente abituati. Ebbene sì, dopo i sorprendenti indiani GATC e i brasiliani Electric Mob, ecco i lettoni Bloody Heels.
21 Luglio 2020 7 Commenti Alberto Rozza
genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
Interessantissima uscita estiva per Michael Grant, già membro degli L.A. Guns, bravissimo chitarrista statunitense che da anni si fa notare nel panorama hard rock, musicista e interprete di grande rilievo, dotato di arguta originalità e maestria strumentale, oltre a un’attitudine innegabile.
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21 Luglio 2020 4 Commenti Giulio Burato
genere: AOR
anno:
etichetta: Escape Music
In colpevole ritardo con la tabella di marcia, sono a recensire il primo disco solista di Mick Devine, egregio vocalist del gruppo britannico Seven, ritornati alla ribalta grazie a due ottimi album rilasciati nel 2014 (“7”) e nel 2016 (“Shattered”).
Uscito a fine 2019 tramite Escape Music, “Hear Now” è un album che si avvale della presenza del guitar player Steve Morris (Lonerider, Heartland, Ian Gillan Band) e del produttore /strumentista Brian J. Anthony.
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21 Luglio 2020 8 Commenti Leonardo "Lovechaser" Mezzetti
genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
Il nuovo album dei Tokyo Motor Fist in uscita in piena estate aveva acceso grandi aspettative in me. Echi di Danger Danger e Trixter avevano iniziato a volteggiarmi attorno. Devo dire che il primo singolo uscito, Youngblood, aveva anche rinvigorito queste aspettative. Non un capolavoro da strapparsi i capelli ma un buon pezzo di arena rock, con un coro\inno molto adatto ad aprire i concerti.
Poi è arrivato l’album, e la delusione è stata forte. Intendiamoci, si tratta di un discreto lavoro di melodic rock. Il genere è quello che voglio, chitarre roboanti e cori ruffiani, tutti gli elementi si riallacciano all’hair metal maraglio e melodico dei Danger Danger di fine anni ottanta.
Ma non sono i Danger Danger di fine ottanta. I Tokyo Motor Fist non sono altro che una sorta di fratelli minori dei Danger Danger.. I pezzi scorrono senza lasciare il segno, sono “freddi”, non provocano brividi, non ti resta la spasmodica voglia di riascoltarli.. tutte sensazioni che, invece, i Danger Danger riuscivano a trasmettere.
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06 Luglio 2020 14 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
VEGA, tra le band maggiormente riconoscibili del panorama melodic rock attuale, e fautori di una serie di album su cui spicca sicuramente il debutto Kiss of Life. Da li in avanti sicuramente non si sono seduti sugli allori, e neanche sul “genere”, e ci hanno abituato anche a differenti sperimentazioni, vedi l’album What the Hell! del 2013.
Non stupisce così che, con l’inserimento effettivo e definitivo in formazione di una seconda chitarra (quella di Mykey Kew) a supporto di quella (già di una certa presenza) di Marcus Thurston, il suono sia virato verso un hard rock più diretto e tagliente (vedasi la titletrack Grit Your Teeth), il tutto a discapito (aimè) delle tastiere.
Da quell’Aimè tra parentesi capite già che al sottoscritto quelle tastiere “mancano”… segno di un certo trademark della band quel suono di tastiere etereo e preponderante dava secondo il mio parere una certa originalità alla band che da questo punto di vista perde inesorabilmente punti.
Per il resto per fortuna i connotati alla VEGA restano ben presenti, la voce di Workman sempre a sorreggere pezzi in cui la componente melodica la fa da padrona!
Passando ad una disanima dei pezzi è chiara, ascoltanto brani come la già citata Grit Your Teeth, Blind, Man on a Mission, This One for You, la virata di sound verso un impatto più immediato e che profuma di grezzo hard rock e anche quando appaiono le tastiere come in Save Me From Myself il sound resta affilato e tagliente. Si torna su sentori di VEGA “old style” sulle note di Consequence of having a Heart e How we Live che avrebbero potuto tranquillamente far parte del debutto Kiss of Life e resta il tempo per qualche bel colpo messo a segno come il singolo Don’t fool yourself che se la gioca anche con un divertente video.
Tiriamo le somme, per chi ha amato il sound più ricercato dei VEGA (Presente!) che si trovava in album come Kiss of Life o Who We Are forse questo nuovo Grit Your Teeth risulterà un po’ indigesto, se invece avevate già apprezzato il precedente Only Human probabilmente anche questo Grith Your Teeth vi saprà coinvolgere.
06 Luglio 2020 9 Commenti Alberto Rozza
genere: Rock
anno: 2020
etichetta: Steamhammer
Ascolto estivo di grande impatto (nonostante la sua pubblicazione invernale!): in arrivo il nuovo lavoro dei Magnum, band hard rock britannica, ambiziosa e convinta, capeggiata dal chitarrista e principale compositore Tony Clarkin.
Grande opening riservata a “Where Are You Eden?”, dalle dinamiche interessanti e variegate, dalle sonorità ampie e suadenti, che ci immerge subito nel mondo artistico della band. “You Can’t Run Faster Than Bullets” è verace, crudo, tagliente, parte immediatamente in quarta con uno sprint particolare e decisamente interessante. L’effettistica e le atmosfere soffuse sono i tratti caratteristici di “Madman Or Messiah”, brano controverso e non particolarmente convincente. “The Archway Of Tears” dimostra la grande intensità espressiva e la carica emotiva della band, sempre supportata da una importante ed evidente capacità tecnica individuale, che in questo caso si manifesta in una egregia prova corale, dalle interessanti sfumature strumentali.
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06 Luglio 2020 6 Commenti Yuri Picasso
genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
Non capita spesso di ascoltare un disco d’esordio avente una personalità artistica cosi delineata, come questo Discharge dei brasiliani Electric Mob.
Nati in Brasile nel 2016 presentano nel singer Renan Zonta un personaggio di visibilità garantita grazie al suo trascorso a “The Voice of Brasil” edizione 2016. Una voce che per personalità e aggressività, non per timbro, può ricordare Dino Jelusic. E’ possibile se non certo che in futuro sentiremo parlare di questo singer, dotato di un timbro che sa picchiare ma anche accarezzare l’ascoltatore, tecnicamente eccelso e ideale per interpretare brani hard rock dalla produzione moderna che guardano agli anni 70 (Led Zeppelin), agli anni 80 (Great White, Faster Pussycat), ai 90 e ai 00 (Alice in Chains, Audioslave).
Si, il sound degli Electric Mob prende spunto da più epoche, da più gruppi, riuscendo nel complicato compito di uscirne vincenti e di vestirsi di identità propria.
Il disco suona Nervoso e aggressivo, anche melodico pur rinunciando quasi completamente ai tasti d’avorio, trasversale nel rivedere alcuni punti in comune tra band anagraficamente lontane, il tutto ridipinto di moderno.
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23 Giugno 2020 48 Commenti Yuri Picasso
genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl
Ecco tornare dopo 3 anni dall’ultima discreta uscita discografica “Saints of the Lost Souls” James Christian e i suoi House of Lords, versione post 2006 con una formazione rimasta pressochè invariata negli ultimi 15 anni. Jimi Bell a sfornare riff e assoli alla chitarra, ad accompagnare alla batteria B.J Zampa; al basso si sono succeduti un paio di musicisti ultimo dei quali Chris Tristram, gia presente nell’ultima fatica di studio.
Sono passati più di 30 anni da quando la prima incarnazione, storica, degli House of Lords nacque dalle ceneri dei Giuffria sotto la spinta di Gene Simmons il quale aveva individuato del talento ancora inespresso in quella band. Suggerì di sostituire il cantante David Glen Eisley con James Christian e di cambiare il nome del gruppo. (a tal proposito consiglio di dare un ascolto al lavoro del 2017 della coppia “Giuffria” Eisley/Goldy dal titolo Blood, Guts and Games del quale se ne è parlato poco). Poi la pausa nei 90’s, il ritorno della formazione storica con “The Power and The Myth” del 2004 e infine, due anni dopo, James Christian insoddisfatto di quel lavoro prende nelle sue mani il destino degli HOL, cambio drastico di line-up.
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08 Giugno 2020 3 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2020
etichetta: ROAR! Rock Of Angels Records
Se un buon album di hard rock melodico vi sembra poco… bene, allora state lontani da questo Money, Love, Light dei Siracusani Blind Revolution perchè qui proprio quello troverete, un buon sano e americaneggiante album di hard rock dal piglio melodico e trasudante sentori di anni ’80 da più parti.
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30 Maggio 2020 7 Commenti Denis Abello
genere: Rock
anno: 2020
etichetta: Target Records
Tanto è cambiato nella carriera (e forse nella vita) di Mike Tramp dai tempi in cui ha conosciuto la notorietà grazie allo splendido melodic/arena rock dei White Lion che proprio grazie alla sua suggestiva voce e alla chitarra di un certo Vito Bratta ha saputo tanto regalare a chi ama questo genere.
Ebbene, dicevamo, tante cose sono sicuramente cambiate, la sua voce compresa, che da quel timbro limpido e pulito che abbiamo amato con i WL è passato ad uno più profondo e tagliato a mettere bene in vista ferite e rughe che una vita inevitabilmente lascia sulla pelle… e sulla voce… ma sotto quelle rughe e ferite la sua voce è sicuramente ancora (o forse anche più) in grado di emozionare.
Così da quel Cobblestone Street del 2013 si sono susseguiti una serie di album (Museum – 2014, Nomad – 2015, Maybe Tomorrow – 2017, Stray From The Flock – 2019) in cui si è andata sempre più a tracciare la linea rock cantautorale di matrice americana che segue il nuovo prolifico corso di Mike… e questo Second Time Around non fa che continuare a zappare nello stesso terreno ferile.
Ci troviamo quindi di fronte a dieci brani di rock nudo in cui voce e chitarra (soprattutto acustica) viaggiano a braccetto su testi molto intimi, personali e che lasciano dietro di se un’essenza di reale e vissuto, che forse però a differenza dei primi lavori di questo nuovo corso porta con se un certo alone più ottimista (All of My Life, Come On, Beetween Good and Bad, Highway) tanto da arrivare a buttarsi su un quasi melodic hard rock dal refrain mainstream sulle note di Back To You. The Road è forse invece il brano più intimista e viscerale mentre Anymore e la conclusiva When She Cries tracciano la linea più soffusa e sentimentale di questo lavoro.
IN CONCLUSIONE
Partiamo con il dire che una voce come quella di Tramp già di per se è un successo a prescindere… quindi, i discorso è, quello su cui viene usata questa voce vi piace oppure no? A me piace, un album che si ascolta con piacere e che permette di staccare la spina (elettrica) a chi trangugia dosi di hard rock o di fare una retrospettiva personale a chi solitamente è dedito ad un AOR solare e speranzoso. Quindi, a meno che non viviate solo di hip hop o rap estremo, sicuramente merita un ascolto per la qualità intrinseca del prodotto!