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20 Ottobre 2011 1 Commento Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Scarlet Records
Esordio con l’etichetta italiana Scarlet Records per i The Slam, realtà musicale hard rock canadese e capitanata dal cantante e chitarrista Serge Simic, musicista che si dichiara amante di gruppi quali Kiss, Black Sabbath, Boston, Rolling Stones, AC/DC e Led Zeppelin.
A fronte di queste influenze, il disco, mixato a Los Angeles da Fabrizio Grossi (Steve Vai, Alice Cooper), non poteva che finire nel nostro mirino.. ecco quindi le nostre impressioni a riguardo.
LE CANZONI
Wild Ride apre in ottima maniera il disco, presentando fin da subito un riffing carico e roccioso che fa da preciso accompagnamento alla voce di Simic, che si rivela essere dotata di una bella timbrica ed energia, ben sprigionata sul bel ritornello immediato e senza fronzoli. Nota di merito anche all’assolo, molto tecnico.
Little Angel vede la partecipazione vocale di mr. Glenn Huges, in una prestazione che è inutile dire precisa e ammaliante. La buona riuscita del brano non è però certamente merito solo di The Voice, con i The Slam ottimi accompagnatori della tessitura vocale di un componimento semplice, non eccessivamente forzato, ma ben strutturato.
Bad Blood presenta fin da subito un grande impatto sonoro, con chitarre in primissimo piano e basso e batteria a reggere la corda, con il cantato arricchito di effetti sulle strofe ma totalmente clean sul ritornello, molto melodico e trascinante. continua
20 Ottobre 2011 4 Commenti Denis Abello
genere: Hard Rock
anno: 2008
etichetta: Perris Records
Facciamo un salto nel non troppo lontano 2008, anche se a livello di hard e melodic rock italiano sembra passata un’eternità, e ripeschiamo l’esordio dei nostrani Lizhard in vista della loro prossima partecipazione al primo Rockfest di Madrid.
Dicevamo che sembra passata un’eternità da quel 2008 che vede i natali di questo album. Si era ancora ben lontani dall’intravedere una scena italiana del genere con caratteristiche ben definite e ormai riconosciute come negli ultimi due anni, ma le cose iniziavano comunque a muoversi.
I Lizhard quindi si trovano a dover affrontare un panorama se possibile ancora più ostico di quello attuale ma dopo anni di gavetta come cover band e un EP (in italiano) decidono comunque che è arrivato il momento di mettersi in gioco seriamente ed il risultato è questo primo album che comunque, ancor prima di partire con l’ascolto segna già un suo punto a favore… quanti guardando la copertina non vorrebbero essere una delle lucertole?
continua
18 Ottobre 2011 1 Commento Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: AOR Heaven
In un 2011 così denso di uscite discografiche di qualità, non poteva assolutamente mancare un nuovo capitolo dei Newman, progetto interamente capitanato dall’artista inglese Steve Newman, che dal ’97 ad oggi è sempre stato in grado di sfornare dischi di grande qualità, basti ascoltare l’ultimo The Art of Balance (2010).
Under Southern Skies, questo il titolo dell’album uscito per AOR Heaven a fine settembre, si trova quindi nella importante posizione di confermare quanto di buono fatto nell’ormai ben oltre ultra decennale carriera di questo musicista. Vediamolo assieme..
14 Ottobre 2011 4 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Frontiers Music
Davvero credevate ce ne fossimo dimenticati? Beh, mai disperare, prima o poi ci accorgiamo se c’è sfuggito qualcosa, specie se è un uscita importante come questa. 😉
Infatti il ritorno alle scene degli storici Night Ranger con Somewhere in California, dopo 4 anni di silenzio discografico, è qualcosa da far tremare le pareti. Tanto più che la Frontiers Records aveva deciso di far uscire il disco a metà giugno, giusto prima della strabiliante data milanese con Foreigner e Journey.
Ma ditemi, vi mancavano i Night Ranger? Credo che la risposta sia all’unisono: si, molto. Una band unica per energia, attitudine e qualità, serviva riassaporarla. Perciò il ben tornati ai Night Ranger deve essere d’obbligo, come d’obbligo deve essere la massima attenzione per questa uscita. Vediamola assieme..
13 Ottobre 2011 3 Commenti Andrea Vizzari
genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: earMUSIC/Edel
A distanza di due anni dall’ottimo omonimo debutto tornano i Chickenfoot con questo nuovo album dal titolo “III”. Precisiamo per i meno attenti, che si tratta del loro secondo album e che il titolo è frutto della (tanta) ironia che il gruppo mostra fin dalla sua nascita. Prodotto da Mike Fraser (Metallica, Aerosmith), il disco ha il compito di dimostrare quanto di buono fatto nel debutto dai quattro super musicisti che, prendendosi poco sul serio e pensando solamente a divertirsi (e divertire aggiungerei), continuano a proporre il loro sound fortemente debitore a quell’hard rock prettamente anni ’70 ma con una produzione al passo coi tempi.
continua
13 Ottobre 2011 3 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Universal Music
1975. L’incubo di Alice Cooper, maestro dello shock rock e tra gli artisti più geniali della scena rock globale, esce nei negozi e da li non vi uscirà più, capolavoro di maestosa intensità e gusto scenico, tutt’oggi considerato tra i capolavori di questo progetto.
2011. Più di 35 anni dopo Alice Cooper decide di fare un passo indietro (dopo alcune uscite recenti per altro molto buone) e presentare un nuovo incubo del suo personaggio, ambientato ai giorni nostri. Il disco, a titolo Welcome 2 My Nightmare e pubblicato per la Universal Music, proprio per come è stato presentato vuole quindi essere a tutti gli effetti un secondo capitolo di Welcome to my Nightmare, tanto che il cantante ha voluto ricreare in tutto e per tutto il clima della passata uscita attraverso l’ingaggio di quasi tutti gli stessi musicisti e dello stesso staff di produzione presenti nel ’75. Vediamo con quali risultati..
11 Ottobre 2011 0 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: AOR Heaven
Ritornano alle scene gli svedesi Grand Design dopo l’onesto album di debutto Time Elevation pubblicato nel 2009, e lo fanno con questo Idolizer che uscirà nei negozi il 28 ottobre 2011 per AOR Heaven.
Un gradito ritorno per una band che con il suo esordio aveva colpito gli appassionati, senza però sbancare definitivamente la scena. Vediamo ora se e quanto con questo secondo capitolo i Grand Design siano stati in grado di migliorarsi e maturare..
10 Ottobre 2011 0 Commenti Denis Abello
genere: AOR
anno: 2011
etichetta: Autoprodotto
La storia dei Daylight Robbery inizia come quella di tante band di hard e melodic rock nostrane… anni e anni a far la gavetta portando in scena cover degli storici del genere e poi finalmente arriva la voglia di provare a mettersi in gioco con i propri pezzi. Da qui ad arrivare però a realizzare un vero e proprio full lenght la strada è lunga, ma soprattutto dura.
I Daylight Robbery, quintetto inglese nato aBirmingham e capitanato dal leader e voce della cover band Rock$tar, Tony Nicholl,con tanta passione ci sono però finalmente riusciti.
Il loro sound viene descritto come un heavy Aor e dopo i primi positivi riscontri ottenuti su varie testate, tra cui Classic Rock Aor Magazine, e aver aperto per gli Uriah Heep e gli Arabia arriva per loro il momento di approdare anche alle nostre italiche orecchie.
08 Ottobre 2011 0 Commenti Andrea Vizzari
genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: AFM Records
Lunga e silenziosa la carriera dei Sinner. Formati nel 1982 in quel di Stoccarda per volontà del mastermind Mat Sinner, che ricopriva e ricopre tutt’ora anche il ruolo di cantante/bassista, la band ha saputo attraversare indenne ben 3 decenni mantenendo intatto lo spirito del rock diretto e senza fronzoli, pur senza affermandosi come realtà musicale di successo. Dopo un periodo in cui la proposta musicale era devota ad un power metal piuttosto classico, il gruppo teutonico sembra tornato negli ultimi a quello che era il sound e il genere proposto agli albori della sua nascita: un hard ‘n heavy solido con chiare influenze Thin Lizzy, eterna ed importante ispirazione per il biondo Mat. Trovando probabilmente nei Primal Fear (fondati insieme Ralf Scheepers nel 1998) la sua personale valvola di sfogo nel power, e dilettandosi in vari lavori di produzione/mixing/songwriting negli ultimi anni (Kiske/Somerville, Kimball/Jamison ecc.), Mat Sinner risveglia la sua band sfornando “One Bullet Left” con una formazione praticamente inedita: nuovi arrivi sono il signor Andre Helgers (Rage) dietro le pelli, Alex Beyrodt (Primal Fear, Voodoo Circle), amico e compagno dello stesso Mat in diverse band ed Alex Scholpp (Tarja). Contando anche Christof Leim, già presente negli ultimi precedenti lavori, il numero di chitarristi sale a ben 3 elementi. Scopriamo subito se questa particolare scelta si sia rivelata vincente nel sound complessivo del nuovo disco:
continua
05 Ottobre 2011 6 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Nuclear Blast
A Lugano quel giorno di luglio volevo, dovevo, esserci. Non avevo mai visto live i Gotthard prima di allora e quella data, a non più di 5/6 ore da casa, mi sembrava l’evento perfetto per la mia prima volta di fronte a questa band. Poi, come purtroppo spesso accade, per un motivo e per l’altro si crerarono una serie di circostanze (specie economiche in quanto qualche giorno dopo avrei visto Gary Moore (RIP) live a Genova, nella mia città, per poi partire per il Wacken Open Air tedesco) che mi portarono ad accantonare l’idea e la possibilità di materializzarmi in Svizzera. Rimasi a casa con un bel po’ di rammarico ma fiducioso del fatto che intanto prima o poi in Italia i Gotthard sarebbero ripassati e li sarei andati a vedere allora a quell’evento.
Steve Lee per me era semplicemente ”la voce”, senza lasciare intendere se fosse la voce dei Gotthard o la voce del rock in generale. Ricordo ancora il 5 ottobre 2010 come se fosse ieri, anzi, ieri mi sembra perchè non riesco a concepire come possa già essere passato un anno. Diversamente da oggi, 5 ottobre 2011 e giorno in cui scrivo, era già una fresca giornata autunnale ed ero stato fuori casa fino a sera per seguire lezioni all’università. Ricordo che mentre accendevo il pc guardavo allibito fuori dalla finestra un tramonto bellissimo, molto più luminoso del solito, così entusiasmante che lo fotografai.
Rientrato dal terrazzo da cui avevo scattato la foto, il pc era acceso e, come al solito, aprii per prima cosa Facebook. Una mia amica aveva pubblicato un link, che appariva in primo piano sulla mia bacheca. Recitava: Steve Lee morto negli USA. Un unico brivido fortissimo, non ci potevo credere. Quando, leggendo diverse news, ne ebbi la certezza, di fronte a questo tramonto piansi, non lo nego.
Ancora oggi penso che un po’ dello spirito lucente e dorato di Steve alleggiasse nell’aria quella sera, come se il tempo, il cielo, volessero tributargli un addio con i loro colori. Lacrima dopo lacrima, secondo dopo secondo, il sole poi piano tramontò, spegnendosi, eclissandosi per lasciare posto all’intimo freddo della notte.. nel mio cuore, egoista, una certezza. Non avrei mai più visto live i veri Gotthard. Non avrei mai conosciuto uno dei miei idoli, Steve Lee.
Mi scuso per questo incipit di articolo davvero fuori dai canoni e molto personale, ma avevo bisogno di condividere con voi le mie emozioni, riaffiorate forti di fronte a questo disco che ora mi appresterò a raccontarvi, ovvero Homegrown: Alive in Lugano, ultimo tributo dei Gotthard al loro amato Steve prima di voltare pagina e ricominciare una nuova carriera. Pubblicato dalla Nuclear Blast, il disco vuole essere a tutti gli effetti un tributo a Steve Lee, riportando alla luce una serata speciale per i Gotthard nella loro Lugano, che fu poi una delle ultime esibizioni del cantante. Un tributo alla figura, alla vita, al carisma, all’amore per la musica e per i suoi fans di un sempreterno Steve Lee.