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Alberto Donatelli – Arcobaleno di Profilo – recensione

25 Maggio 2012 1 Commento Denis Abello

genere: Rock
anno: 2012
etichetta: AD Music

Difficile che sulle pagine di MelodicRock.it si parli di un disco cantato in italiano… difficile ma non impossibile! Non nascondo che ho sempre guardato un pò di traverso i troppi dischi cantati nella nostra lingua madre che cercano di spacciare in Italia per Rock quello che Rock non è… e poi perchè in fondo per me la “lingua del Rock” è e resterà l’inglese!
Capita però di doversi ricredere e complice anche un artista di una gentilezza disarmante come Alberto Donatelli (e molti artisti avrebbero su questo di che imparare) e una serie di coincidenze mi sono ritrovato fra le mani questo Arcobaleno di Profilo, quarta opera del cantautore e chitarrista romano.
“…ho cercato di comunicare quello che gli altri non vedono, ad esempio un ARCOBALENO DI PROFILO”, da questa citazione del geniale architetto Bruno Munari (scomparso alla fine degli anni ’90) prende spunto il titolo di questo lavoro che cerca di riportate in musica il concetto originale di un Arcobaleno visto di Profilo.

continua

Hartmann – Balance – Recensione

21 Maggio 2012 4 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Avenue of Allies

Il rock melodico tedesco ha sempre trovato spazio tra le tante band scandinave che predominano la scena europea e Oliver Hartmann si è sempre distinto per qualità e grandi doti vocali. Nonostante i suoi primi lavori con gli At Vance virassero sul power metal tedesco, Hartmann si è saputo distinguere con cinque album AoR di grande caratura quali Out In The Cold (2005), Home (2007), Handmade (2008), 3 (2009) e quest’ultimo Balance.

Il ritorno del singer porta freschezza e melodia, a partire dalla frizzante All My Life, con il suo ritmo trascinante e l’ottimo ritornello che entrano subito in testa. Like A River vira su un sound più moderno, con chitarre scarne e diversi effetti elettronici ma non riesce a lasciare il segno.
You Are The One col suo basso pulsante suona molto pop, ma il refrain salva la song con la sua grande melodia. Fool For You rialza il livello con il buon riff iniziale e ancora un gran ritornello, un ottimo episodio di AoR classico. La ballad After The Love Is Gone, devota ai Foreigner,  inizia con un tappeto di tastiere e un lento incedere di chitarre arpeggiate sfocia in un refrain semplice ma di grande effetto. Le seguenti Save Me e Fall From Grace che, curiosità, hanno praticamente l’intro uguale, richiamano ancora l’AoR più moderno, con cori e arrangiamenti elaborati, senza però coinvolgere. From A Star inizia con voce e chitarra acustica, una song malinconica, con l’assolo eseguito con le keys e il buon ritornello molto sentito da Hartmann. Dance On The Wire richiama i Lynyrd Skynyrd (sentite l’intro), per poi esplodere in un refrain elettro-acustico molto coinvolgente. Ottima song. Shout è invece la cover dei Tears For Fears, canzone elettronica e rockeggiante, di cui non si sarebbe sentita la mancanza, passo falso…. Fortunatamente Time To Face The Truth ci riporta al sound più ottantiano, un classico lento con le guitar che si intrecciano e sprigionano melodia e le tastiere e il basso in primo piano. Si chiude con The Best Is Yet To Come, un AoR di classe, dotato di grandi melodie e molto coinvolgente.

IN CONCLUSIONE:

Hartmann è tornato, un buon album, forse criticabili alcune song che sanno troppo di riempitivo e un’inutile cover quale Shout dei Tears For Fears che ha poco a che vedere con il resto dell’album.

Crazy Lixx – Riot Avenue – Recensione

17 Maggio 2012 11 Commenti Andrea Vizzari

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Che la scena scandinava “ultimamente” (e neanche tanto) stia sfornando una grande quantità di giovani band in campo hard rock melodico è ormai alla vista di tutti. Abbiamo apprezzato moltissimo il grandioso ritorno di qualche anno fa dei “veterani” Treat, ma ci siamo anche sorpresi e divertiti con le nuove leve capaci di imporsi sul mercato con lavori freschi, moderni e ben costruiti come gli H.E.A.T., Work Of Art, Reckless Love, Crashdiet e Crazy Lixx. Proprio quest’ultimi, dopo un buon debutto come “Loud Minority” (2007) sono riusciti solo due anni più tardi a dare alla luce uno splendido album come “New Religion”, prodotto e curato dalle sapienti mani di Chris Laney. Per la band di Danny Rexon adesso bisognava soltanto confermare tutto il proprio talento con questo terzo album, “Riot Avenue” che, ancor prima della sua uscita, porta dietro di sé notizie non proprio incoraggianti. Primo fra tutti la scelta da parte della band di autoprodursi (scelta purtroppo errata, a posteriori) chiudendo di fatto la collaborazione con Chris Laney che aveva così tanto condizionato il sound di New Religion”, e in secondo luogo l’abbandono a fine registrazioni del disco da parte di Loke Rivano e Joey Cirera (rispettivamente bassista e batterista) per “divergenze artistiche”. Se a questo aggiungiamo le dichiarazioni del singer Danny Rexon che annunciava un deciso cambio di sonorità e una maggiore presenza delle chitarre in questo nuovo album allora i dubbi si fanno sempre più grandi. continua

Great White – Elation – Recensione

14 Maggio 2012 7 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Records

Da sempre, ovvero fin dall’anno di fondazione 1981, il moniker Great White è sinonimo di musica di qualità, di un denso hard rock generato da una riuscita miscela di melodia e sfumature blues, ma soprattutto di successo. Un marchio che oggi ritorna con questo Elation, in uscita per Frontiers Records il 18 maggio, profondamente cambiato, specie dopo la triste vicenda legata all’allontamento forzato della storica voce Jack Russell, che in pratica ha portato il progetto a scindersi in due formazioni in totale guerra legale tra loro.
continua

George Lynch – Legacy – Recensione

09 Maggio 2012 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: RatPack Records

Il primo maggio la RatPack Records ha dato alle stampe un nuovo EP interamente strumentale del celebre chitarrista George Lynch (Dokken, Lynch Mob), a titolo Legacy.

Il disco mette perfettamente in mostra tutta la tecnica di questo musicista (che nel genere, si sa, alle corde ha pochi eguali), poggiando solido su un ottima produzione e su un sound strettamente hard rock e in linea con quanto espresso fino ad oggi da Lynch nei suoi differenti progetti. I brani si evolvono densi di energia tra riff selvaggi e rocciosi e assoli rapidi e melodici, dove è ovviamente la sola chitarra a farla da padrona, nonostante siano da sottolineare anche gli ottimi lavori degli accompagnatori, sempre all’altezza delle composizioni.

Andando brevemente a parlare delle quattro canzoni inserite nell’EP, Blood Drive ricorda fortemente alcune uscite discografiche di un virtuoso quale Joe Satriani, mostrando una chitarra rapida e tortuosa, ma assolutamente melodica. Circulo Del Fuego è invece una perfetta summa dello stile chitarristico di Lynch, al pari di Invoid che pare addirittura estratta direttamente da un capolavoro quale Tooth & Nail. Chiude The Road Ahead, probabilmente il miglior brano del disco, una sorta di ballata che mette in luce tutta la sensibilità artistica del chitarrista e la sua capacità di avvolgere l’ascoltatore con le note prodotte dalla sua chitarra.

IN CONCLUSIONE

Legacy è un must have per gli amanti dello stile chitarristico di George Lynch, e i quattro brani qui contenuti sono un bel gustoso antipasto del futuro musicale di Lynch e delle sue prossime possibilità artistiche. Un EP che racchiude in se tutto quello che volevamo sentire dal musicista americano e che ci mostra un George ispirato come non mai.
Beh, ora non ci resta altro da fare che ordinare ed attendere la portata principale, no?

Wild Frontier – 2012 – Recensione

29 Aprile 2012 2 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Music Buy Mail

 

Siamo noi i primi colpevoli di non aver adeguatamente parlato di 2012, il quinto album della carriera degli hard rockers tedeschi Wild Frontier di ormai prossima uscita (4 maggio via Music Buy Mail).

Dimenticanza che si fa ancor più grave se si tiene conto delle qualità che questa pubblicazione sa dimostrare. 2012 è infatti un album che prima di tutto gode di un’ottima produzione, gestita da Bob Jensen e dalla band stessa, ma che sa anche entusiasmare grazie a melodie avvolgenti, grandi riff di chitarra e cori da urlo. Ma andiamo per ordine.
Prima di tutto la formazione, riconfermata al completo fatta eccezione per la batteria, qui suonata in alternanza dai fratelli Sascha Fahrenbach e Nico Fahrenbach (con il primo che si sposterà poi alla chitarra ritmica in sede live). Come di prassi per questo progetto, tutto tende a ruotare intorno alla figura di Jens Walkenhorst, vero e proprio leader dei brani grazie alla sua bella timbrica e vocalità e al suo preciso lavoro di chitarra, che alterna con gusto riff energici e potenti con altri più melodici e ricercati.
Non si può poi mancare di far menzione all’originalità dei componimenti, tutti dotati di ritmo, energia e gusto melodico e corale, e con un songwriting di gran classe e sempre molto ispirato. continua

Christian Tolle Project – The Higher They Climb – Recensione

25 Aprile 2012 0 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Fastball Music

Un bravo chitarrista (Christian Tolle), 4 belle e forti voci (Paul Shortino, Michael Voss, David Reece e Leon Goewie) più una serie di strumentisti da non sottovalutare (Michael Landau, Ben Granfelt, Andy Susemihl e molti altri) e 12 pezzi di buon Hard Rock in cui manco a dirlo chitarra e voci fanno la parte del leone… il voto è 8, io torno ad ascoltarmi il disco e la recensione è finita! 🙂
Effettivamente si potrebbe benissimo finire qua, il sunto del disco è quanto detto sopra… ma vediamo comunque di dare qualche informazione in più!
Partiamo da Christian Tolle, chitarrista e compositore tedesco che ha raccolto intorno a se per l’ennesima volta (il nostro infatti non è nuovo a questo genere di progetti, hanno preceduto quest’ultimo lavoro Better Than Dreams del 2000 e The Real Thing del 2005) un nutrito e valido gruppo di ospiti che vede Paul Shortino (King Kobra, Rough Cutt), David Reece (Bangalore Choir, Accept), Michael Voss (Mad Max, Casanova) e Leon Gowie (Vengeance) come prime voci oltre e altri grandi musicisti tra cui Michael Landau e Ben Granfelt alla chitarra.
Rispetto ai precedenti lavori si abbandona in parte il filone melodico per sterzare verso un Hard Rock più puro e roccioso. Passiamo quindi a dare un’occhiata alla dozzina di pezzi che compongono questo lavoro.

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Unisonic – Unisonic – Recensione

19 Aprile 2012 12 Commenti Andrea Vizzari

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: ear music

A distanza di ben due anni dall’annuncio della nascita di questi Unisonic, supergruppo formato da Michael Kiske, Kai Hansen, Dennis Ward, Mandy Meyer e Kosta Zafiriou ecco finalmente arrivare il primo omonimo LP, anticipato qualche mese fa dall’uscita dell’EP “Ignition” (qui la recensione). L’attesa per questo lavoro, come scrissi nella recensione di “Ignition” è davvero tanta, visto il ritorno nella stessa formazione di Kiske ed Hansen, ex “zucche di Amburgo” (Helloween, ndr) ma le domande i dubbi erano ancora molti…Citando la recensione “sarà il songwriting all’altezza vista la caratura dei musicisti coinvolti?” “Verrà migliorata la produzione e i suoni in generale che in questo EP non sembrano curati particolarmente?” “Il disco sarà davvero un mix tra power metal e hard rock?”. Le risposte sono arrivate e, nonostante la caratura dei musicisti coinvolti non abbia dato vita ad un capolavoro, il risultato si può definire più che soddisfacente ma procediamo con ordine…

Il disco innanzitutto conferma in toto quanto già ascoltato su “Ignition”, quindi ogni metallaro o assiduo ascoltatore di power metal può tranquillamente stare alla larga da questo lavoro, a meno che non sia disposto ad ascoltare dell’hard rock melodico senza infamia e senza lode. Le influenze maggiori di questo disco si possono ricondurre alle band/progetti dei singoli componenti che formano gli Unisonic, con i Place Vendome come punto di riferimento principale vista la partecipazione in questo disco di Kiske, Zafiriou e Ward (tutti e tre presenti nei due Lp dei Place Vendome). Alle già conosciute “Unisonic”, “Souls Alive” e “My Sanctuary” la band aggiunge diversi brani tutti di buona fattura ma che alla lunga, forse per la loro struttura alquanto semplice e fin troppo lineare, potranno tranquillamente venir dimenticati senza lasciare alcna minima traccia nell’ascoltatore. Non è assolutamente un disco da buttare, sia chiaro ma probabilmente chi si aspettava un super disco degno della caratura dei nomi coinvolti rimarrà molto deluso considerando il fin troppo mestiere e la poca “inventiva” che viene fuori successivamente all’ascolto. continua

Departure – Hitch a Ride – Recensione

17 Aprile 2012 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2012
etichetta: Escape Music

E’ ormai di prossima uscita (20 aprile 2012 via Escape Music) il quarto album degli statunitensi Departure, dal titolo Hitch a Ride e forte di una formazione ancora una volta rinnovata e che ha nel solo componente originario Mike Walsh (chitarre e tastiere) il punto d’unione con il passato.

continua

Bangalore Choir – Metaphor – Recensione

11 Aprile 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: AOR Heaven

Riecco i Bangalore Choir, che dopo l’ottimo esordio “On Target” datato 1992 e il ritorno nel 2010 con “Cadence“, ci deliziano con questo nuovo Metaphor. La band, composta dai membri originali David Reece alla voce, Curtis Mitchell alla chitarra e Danny Greenberg al basso si è avvalsa dell’aiuto di Reene Letters alla batteria, del chitarrista/produttore Andy Susemihl e dell’accoppiata Rikard Quist/Jon Wilde alla produzione, già presenti sul progetto parallelo “Reece-Kronlund”. Il risultato è un prodotto di alto livello e indubbia qualità sull’asse hard rock/metal degli anni ottanta.

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