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Khaøs – Khaøs Rising EP – Recensione

08 Ottobre 2012 0 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: MRR Records

Il progetto Khaøs è nato nel giugno 2012 con l’obiettivo di lasciare fluire libera l’energia, la musicalità e la creatività di quattro persone (Chandler Mogel (voce, Outloud), Mark Rossi (chitarre, Tribal), Nic Angileri (basso, Jorn) e Trevor Franklin (batteria, Elis)), quattro città, due continenti e quattro differenti storie. L’EP di debutto Khaøs Rising si è così formato diviso dalle distanze ma unito da una passione comune e dalla tecnologia del web, e sarà pubblicato per ora solo digitalmente a partire dal 29 ottobre, come antipasto per il prossimo full-lenght.
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Europe – Bag Of Bones – Recensione

01 Ottobre 2012 20 Commenti Andrea Vizzari

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: earMUSIC/Edel

Avete presente gli Europe? Quel gruppo conosciuto in tutto il mondo soprattutto per quel motivetto che di nome fa “The Final Countdown”, simbolo del panorama rock anni 80 insieme a Livin On A Prayer e Pour Some Sugar On Me (rispettivamente, Bon Jovi e Def Leppard) e che in seguito ha dato alla luce “Out Of This World” e “Prisoners In Paradise” che ancora oggi fanno letteralmente sognare tutti quei fanatici e amanti del rock melodico? Bene, di quel gruppo non è letteralmente rimasto più nulla. Nonostante dall’inizio del nuovo millennio la formazione è tornata ad essere quella originale in molti sono rimasti piuttosto perplessi dal ritorno degli svedesi che in questi 8 anni hanno man mano sviluppato un nuovo tipo di sound sempre più lontano dal rock melodico da classifica dei tempi d’oro e sempre più vicino all’hard rock grezzo e crudo in stile Led Zeppelin, UFO, Black Country Communion.

D’altronde il ritorno all’ovile di mr. John Norum nel 2003 non poteva che determinare un netto cambio stilistico nella band, visto che il chitarrista abbandonò proprio gli Europe (sostituito, direi ottimamente da Kee Marcello) nel 1986 a causa di una direzione sonora più votata alla melodia con tastiere sempre più in evidenza, forse più della sua amata chitarra. Accantonato il passato, torniamo al presente e in particolare all’ultimo e nono album in carriera del gruppo di Joey Tempest, “Bag Of Bones”.

Se con “Last Look Of Eden” e il precedente “Secret Society”  la band stava cercando di perfezionare questa nuova direzione musicale (“Start From The Dark” lo considererei ancora oggi un episodio a sè stante), con “Bag Of Bones” possiamo semplicemente dire che il gruppo ha finalmente chiuso il cerchio rilasciando probabilmente il miglior album dal 2004 ad oggi.
Il sound si fa più corposo ed è oggi più che mai figlio di tutte quelle band che hanno fatto la storia del genere hard rock quali i già citati Led Zeppelin e Ufo ma anche Thin Lizzy, Deep Purple e i più recenti Black Country Communion, scelta che valorizza maggiormente le performance di Tempest e Norum. Il singer, che neanche in passato è stato un virtuoso dello strumento voce, in questo nuovo album regala una performance assolutamente convincente grazie all’ottima condizione vocale, trovandosi davvero a suo agio su composizioni che ne esaltano soprattutto il timbro. Ciò però non basta ad oscurare un John Norum letteralmente sugli scudi, in grado di sfornare un gran campionario di riff (seppur non originalissimi) e di grandi assoli proprio come ci si aspetta da un musicista della sua caratura. continua

Dare – Calm Before the Storm 2 – Recensione

27 Settembre 2012 8 Commenti Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2012
etichetta: Legend Records

Avete presente le vocine dei cartoni animati disegnate come l’angioletto e il diavolo che sussurrano all’orecchio del protagonista di turno? Ecco, appena uscita la notizia della pubblicazione di questo disco anche io ero così. Da un lato l’angelo custode, volendo il mio bene, mi sussurrava: “L’originale Calm Before the Storm è un album perfetto, rileggiti la tua recensione (fatelo anche voi se volte, cliccando qui) e smettila di eccitarti per questo remake, finirai per deluderti!”. Dall’altra parte il diavolo, astuto, mi tentava: “Vai tranquillo, i tuoi amati Dare non hanno mai sbagliato un colpo, se hanno voluto lavorare a Calm Before the Storm 2 avranno avuto le loro sante ragioni!”. Non sono un santo e se ho una così ghiotta tentazione, beh, non me la lascio sfuggire.

Spinsi così via l’angelo dalla mia spalla, brindai con il diavolo e mi mossi in anticipo. Così, pochi giorni dopo l’annuncio ufficiale dell’uscita di Calm Before the Storm 2, settimo lavoro in studio della mia band preferita Dare in uscita l’8 ottobre per la label personale di Darren Wharton, la Legend Records, avevo già in casa il prodotto finito, così da potervelo raccontare in questa (spero) succulenta anteprima.  

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Mark Spiro – Care Of My Soul Vol.2 – Recensione

26 Settembre 2012 1 Commento Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Sun Hill

A pochi mesi di distanza dall’uscita del nuovo disco di inediti “It’s A Beautiful Life” (qui la recensione) ecco ritornare Mark Spiro con il sequel del bellissimo Care Of My Soul datato 1994. Intitolato semplicemente Care Of My Soul Vol.2 l’album ha un sound totalmente diverso dal suo predecessore, risultando molto moderno, con un uso massiccio di drum machine e con un songwriting poco ispirato.

Ci troviamo di fronte ad un pop rock in cui solo poche tracce riescono ad essere sufficienti e la sensazione è quella di avere tra le mani un lavoro poco curato, composto alla svelta senza un sound degno del nome di Mark Spiro e a volte arrangiato in modo approssimativo. Sicuramente un piccolissimo passo avanti rispetto all’ultimo album ma personalmente non riesco a capacitarmi di alcune scelte sonore.

Parlando delle canzoni l’opener A Beautiful Mistake ha una melodia dolce e un bel refrain ma la drum machine e gli effetti vocali rovinano l’atmosfera. Stesso discorso per Get Into The Going mentre la successiva Love Don’t Come Around Here sprofonda in una piattezza disarmante con più effetti sonori che strumenti reali e una melodia scialba. Starlight è la song più solare del lotto, risultando piacevole col suo pop-rock trascinante e allegro che apre alla successiva Miss Her Everywhere, canzone malinconica dove compare un pianoforte(reale?)in sottofondo e dove Mark sprigiona finalmente energia. Una chitarra classica spagnoleggiante apre Singing You Back To Me e la nostra inevitabile drum machine ci accompagna nel refrain poco riuscito…Arriva ora Paper Dragons dove si respira un AoR di classe e una melodia chitarra-voce-pianoforte azzeccata per una ballad che finalmente riesce a lasciare il segno.Bella. Up In Flames e My Greatest Goodbye ci riportano, purtroppo, al sound plasticoso e pop del resto dell’album mentre Everything Is On It’s Way, con archi iniziali,chitarre acustiche e il basso a tenere il ritmo è un mid tempo gradevole e ben riuscito.La conclusiva Say Your Prayers chiude l’album con un AoR lento e melenso che non riesce a lasciare il segno.

IN CONCLUSIONE

Mark Spiro per la seconda volta in pochi mesi delude le aspettative. Una discutibile produzione e la scelta di introdurre strumenti computerizzati rendono l’album scialbo e senza sussulti a parte qualche episodio isolato. Peccato.

Magnum – On The 13th Day – Recensione

26 Settembre 2012 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock / Pomp Rock
anno: 2012
etichetta: SPV / Steamhammer

A due anni dal bel The Visitation (2010), gli inarrestabili paladini del rock melodico inglese Magnum hanno dato alle stampe il sedicesimo album in studio della loro gloriosa carriera, intitolato On The 13th Day e pubblicato il 24 settembre dalla label tedesca SPV/Steamhammer.

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Jorn – Bring Heavy Rock To The Land – Recensione

24 Settembre 2012 4 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Recensire un album di Jorn sembra ormai diventato semplice; il singer norvegese ci ha ormai abituato ad album di gran classe a cavallo tra metal e hard rock, scanditi dall’inconfondibile voce roca e potente che Lande sa trasmetterci nelle sue grandi canzoni, come sempre devote al sound di Rainbow,Sabbath e all’immenso Ronnie James Dio. Nonostante i tantissimi progetti a cui Jorn Lande partecipa (Masterplane,Allen-Lande,Ayreon etc…)quest’ultimo Bring Heavy Rock to The Land non perde un colpo; anche se bisogna sottolineare che in questo lavoro si respira più hard rock che metal risultando meno “cattivo” rispetto agli altri album. Alle sei corde ritorna Jimmy Iversen, che aveva registrato solo Spirit Black, e se a questi aggiungiamo l’accoppiata Tore Moren e Nic Angileri (qui purtroppo all’ultima apparizione) rispettivamente alla seconda chitarra e al basso si crea una miscela perfetta.

Le misteriose tastiere dell’intro My Road, accompagnate dalla chitarra acustica e da Jorn che “recita” il pezzo, aprono la strada alla title track Bring Heavy Rock To The Land col suo classico riff hard potente e massiccio e con Jorn Lande sugli scudi. La battaglia tra spade di A Thousand Cuts ci porta ad un suono più scuro e cupo per poi arrivare ad un pregevole assolo. La song dura più di otto minuti e tra cambi di tempo e riff risulta una delle più belle creazioni di Jorn. La cover Ride Like The Wind (già rifatta dai Saxon) risulta più melodica con le chitarre che graffiano meno ma è un gradevole episodio. Chains Around You pigia sull’acceleratore con il suo ritmo indiavolato dettato da echi di Rainbow e qualcosa di Iron Maiden, mentre The World I See è una power ballad con dolci arpeggi di chitarra, un refrain rabbioso che cambia ritmo e un assolo che ci farà sognare. Time To Be King è una cover dei Masterplan (del 2010!) e qui esplode in un inconfondibile Maiden-style. Ancora hard rock con la potente Ride To The Guns dove la melodia la fa da padrona e il clima si fa più “allegro” e meno cupo. Black Morning è la perla dell’album. Una ballad acustica con inserti di chitarra elettrica che sembrano parlare; il sound sudista, un bicchiere di Jack Daniel’s in una mano,una sigaretta nell’altra e che il sogno abbia inizio…… Si chiude con l’hard melodico di I Came To Rock devota ancora una volta a Ronnie James Dio e i Rainbow ma con le chitarre sul tipico suono del rock più melodico.

IN CONCLUSIONE

Jorn Lande continua a lasciarci a bocca aperta. Nonostante le tante uscite e le altrettante collaborazioni riesce a produrre un album quasi perfetto e la sua voce calda e rabbiosa continua a trascinarci con la sua potenza e ad ipnotizzarci con le sua melodia.

Hotel Diablo – The Return to Psycho California – Recensione

23 Settembre 2012 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Scarlet Records

Uscirà questo 25 settembre l’album d’esordio degli Hotel Diablo, interessantissima formazione hard rock nata nel 2011 dall’incontro tra il cantante Rick Stitch e il chitarrista Alex Grossi. Il disco, intitolato The Return to Psycho California, sarà pubblicato dalla label italiana Scarlet Records.

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Kaisas – Unify – Recensione

21 Settembre 2012 0 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Casket Records

Chi non conosce il nome di Tony Mills alzi la mano. Il biondo singer inglese famoso per i lavori con gli Shy, i TNT e ultimamente con i progetti State of RockSerpentine (più svariate collaborazioni) presta la voce a questi nuovi Kaisas, con Acacio Carvalho alla batteria e il tuttofare Babis Kaisas alla chitarra, basso e al songwriting. L’album, intitolato Unify è un misto di melodic rock e aor dove la voce di Tony Mills spicca con i suoi acuti e vocalizzi ma dove purtroppo il lato musicale risulta troppo piatto e anonimo.

Già la decisione di aprire l’album con il lento Sins Of Mankind è sembrata una scelta poco azzeccata, anche se il brano non è male ricordando i lavori dei Serpentine. Il problema è trovare una traccia che rimanga in mente; l’album scorre ma non lascia il segno. Songs troppo anonime, senza mordente, infatti già le successive Chemistry e Surrender hanno un refrain che è addirittura fastidioso e solo la voce di Tony riesce a coinvolgere. Mystery Man col suo intro rockeggiante sembra risollevare le sorti ma ancora un ritornello deludente ci lascia l’amaro in bocca…Finalmente un sussulto: infatti Innocent Cry è molto eighties, con un gran bel riff di chitarra che si ripete e un buon songwriting. Diverse parti parlate e ottima interpretazione. Tocca al rifacimento di Jingle Bells la palma di canzone più brutta…una via di mezzo tra il punk in versione rallentata e un aor di bassa fattura. Una “telefonata” apre Somewhere Someplace, le chitarre si fanno più pesanti e la song risulta piacevole e trascinante, un AoR di classe. All Unite è la ballad di turno. Chitarre acustiche che aprono per poi esplodere nel refrain elettrico…buona canzone che ha bisogno di più ascolti per essere assimilata. Da qui in poi le canzoni diventato terribilmente tutte simili…The Whole Picture, Take Away Your Plain, That’s Me sono incredibilmente piatte, senza un refrain che si “stacchi” dalla canzone o che si elevi grazie alla grande voce di Tony Mills. Solo la conclusiva Rock You riesce a dare una piccola scossa schiacciando il piede sull’acceleratore con un buon rock debitore degli ultimi lavori di Tony. La bonus track In My Dream non aggiunge nulla al lavoro confermando il mediocre livello del disco. Da segnalare un assolo di chitarra suonato veramente male….

IN CONCLUSIONE:

Che delusione. Potrei concludere la recensione così. Le canzoni sono troppo piatte e solo la voce dell’innocente Tony Mills riesce solo a dare mezzo punto in più al lavoro. Produzione e arrangiamenti troppo anonimi e senza idee. Peccato.

Bonrud – Save Tomorrow – Recensione

19 Settembre 2012 0 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Escape Music

Fondati nel 2004 dalla mente del polistrumentista Paul Bonrud, i Bonrud ritornano sul mercato trascorsi 8 anni dal buon esordio omonimo e con un nuovo cantante, Rick Forsgren. Il nuovo album, intitolato Save Tomorrow, sarà pubblicato dalla Escape Music il 21 settembre 2012.

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Dokken – Broken Bones – Recensione

17 Settembre 2012 13 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Records

Dopo i recenti risultati discografici abbastanza deludenti, il riportare oggi in auge il marchio Dokken si può raffigurare come una sorta di ultima chance per salvare la credibilità di questa importantissima realtà hard rock statunitense, uscità un po’ con le ossa rotte dal primo decennio degli anni duemila. E quindi Broken Bones, questo il titolo del nuovo album in uscita il 21 settembre per la Frontiers Records, è a tutti gli effetti l’ultimo spiraglio di salvezza per Don Dokken e compagni.

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