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Black Country Communion – Afterglow – Recensione

30 Ottobre 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Edel

Terzo e probabile ultimo album per il supergruppo Black Country Communion. Dopo i superbi lavori Black Country Communion 1 e 2 ecco arrivare, a sorpresa, Afterglow. Dico a sorpresa in quanto l’album doveva essere pubblicato a nome di Glenn Hughes, in quanto i pezzi sono stati tutti scritti da lui, ma dopo aver riflettuto sulla “scuderia” a sua disposizione, cioè Joe Bonamassa,Derek Sherinian e Jason Bonham, il lavoro è stato prodotto e suonato a nome Black Country Communion. L’album, superfluo dirlo, profuma di anni 70, di hard rock sanguigno, con riff potenti e assoli di pregevola fattura. Suona più cupo e in diversi frangenti meno melodico dei precedenti ma le tastiere di Sherinian sono più presenti e in primo piano.

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Rick Springfield – Songs For The End Of The World – Recensione

30 Ottobre 2012 8 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Lo ammetto, ho perso il conto sulle uscite discografiche in studio del leggendario musicista australiano Rick Springfield, ma di certo abbiamo sorpassato la quindicina. Al di là di questo, Songs For The End Of The World è il titolo del nuovo attesissimo capitolo di questo musicista, in uscita il 2 novembre in Europa via Frontiers Records.

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Razzmatazz – Rock ‘N’ Roll Hero – Recensione

24 Ottobre 2012 0 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Music Buy Mail

Razzmatazz, interessante e giovane formazione tedesca hard rock, sono pronti per dare alle stampe il loro album di esordio, intitolato Rock ‘N’ Roll Hero e in uscita il 26 ottobre per la label Music Buy Mail.

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Neal Schon – The Calling – Recensione

21 Ottobre 2012 3 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Rock Strumentale
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Journey, Bad English, Hardline, Soul Sirkus…questa è solo una parte del curriculum di Neal Schon, mago delle sei corde proveniente da quella San Francisco che che lo ha portato al  grande successo. Come solista Neal ha già all’attivo diversi album strumentali, Piranha Blues (1998) e I On U (2005) su tutti, e quest’ultimo The Calling ricalca le orme dei precedenti aggiungendo al repertorio atmosfere Jazz, Rock fino ad arrivare a momenti fusion. La line up si avvale dell’amico Steve Smith (ex Journey) dietro le pelli, Igor Len alle tastiere e l’ospite Jan Hammer al Moog, presente solo in alcuni pezzi.

Il full lenght si apre con la title track The Calling, un hard rock dal sapore settantiano nel groove e negli assoli e continua con Carnival Jazz, dove già il titolo la dice lunga; un pezzo con base jazz/rock dove Neal Schon si scatena in assoli veloci e riff tecnici. Six String Waltz ci porta su terreni devoti ai Journey; una ballad delicata e di pregevole fattura dove la chitarra sembra cantare. Bellissima. Il breve intermezzo Irish Field (solo chitarra) apre le porte a Back Smash dove il sound rock – settantiano la fa ancora da padrone, la batteria è incentrata sui piatti,un guitar-riff grosso e tastiere ottantiane si alternano ad assoli di chitarra elettrica e acustica veloci ma tecnici. Fifty Six (56) ha invece un intro orientaleggiante per poi sfociare in una jam pianoforte-batteria  jazz, intermezzata da una chitarra effettata ma sempre rock. True Emotion è la ballad strumentale per eccellenza; lenta, dolce con tastiere in sottofondo…da brividi. Tumbleweeds ritorna al sound più duro e hard rock ottantiano mentre Primal Surge ci riporta al sound della precedente Fifty Six (56) ma ancora più jazz/fusion nell’animo. Blue Rainbow Sky è una power ballad dal sapore blues-rock che lascia il segno dove Neal Schon ci rapisce con la chitarra. Transonic Funk con il suo moog  in primo piano fa scatenare le sei corde, mentre Song Of The Wind II chiude l’album facendoci sognare; Neal Schon prende le sembianze del suo “maestro” Santana per uno slow-rock con la chitarra e le tastiere che si intrecciano facendoci chiudere gli occhi e goderci questa esplosione di note….

IN CONCLUSIONE:

The Calling è un capolavoro della sei corde melodica. Niente virtuosismi o assoli superveloci, solo tecnica e capacità di trasmettere grandi emozioni. Un album che passa momenti jazz, rock, fusion e momenti dolci e sentimentali senza essere mai noioso o ripetitivo, rischio che un album totalmente strumentale può avere.

Night Ranger – 24 Strings And A Drummer – Recensione

18 Ottobre 2012 0 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 012
etichetta: Frontiers Music

Release acustica per i Night Ranger, che dopo l’ottimo “Somewhere in California” e un tour mondiale sold out, ritornano con questo “24 Strings And a Drummer” per celebrare il trentesimo anno della band, sempre guidata dall’inossidabile Jack Blades e dai fidi Brad Gillis alla chitarra, Kelly Keagy alla batteria e con i nuovi elementi Joel Hoekstra alla seconda chitarra e Eric Levy alle tastiere.

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Francesco Marras – Black Sheep – recensione

17 Ottobre 2012 0 Commenti Denis Abello

genere: Strumentale / Chitarra
anno: 2012
etichetta: Autoprodotto

Solitamente un chitarrista che sceglie di buttarsi su un progetto solista può intraprendere due strade. La prima è di realizzare un album che vede le parti vocali assegnate ad una serie di ospiti, la seconda invece è quella di realizzare un album strettamente strumentale.
Questa seconda strada è quella che solitamente più mi spaventa in quanto il rischio di trovarsi di fronte ad un album “tutta tecnica e poca anima” per me è sempre molto alto, soprattutto se aggiungiamo a questo un artista proviente da un “territorio musicale” in cui gli shredder la fanno da padrone. Neanche a dirlo il disco che mi trovo tra le mani intitolato Black Sheep e ad opera di Francesco Marras percorre proprio questa seconda strada ed inoltre le radici di Francesco Marras, artista sardo e mente dietro ai Screaming Shadow e Black Demons, sono ben radicate nel power metal.
Dalla sua però l’artista sardo ha un’invidiabile carriera che oltre ai citati gruppi l’ha portato a collaborare con vari artisti e sfoggia per questo suo primo lavoro solista tra gli ospiti anche John Macaluso alla batteria (Malmsteen, Ark, James Labrie Project) e Alessandro Del Vecchio alle tastiere (Edge Of Forever, Hardline, Gleen Hughes, Ian Paice, Steve Lukather).

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KISS – Monster – Recensione

13 Ottobre 2012 7 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Universal Music

Inutile fare le presentazioni di una band leggendaria come i KISS, capace di vendere più di 120 milioni di dischi nel mondo dal 1973 a oggi. Simmons, Stanley e soci hanno dato ora alle stampe il loro album in studio #23 (se non ho sbagliato i conti), intitolato Monster e nei negozi a tre anni di distanza dal bel Sonic Boom del 2009.

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Impera – Legacy of Life – Recensione

10 Ottobre 2012 0 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Escape Music

Il 2012 sta dando i natali a molti nuovi progetti musicali rock melodici. Tra questi spicca adesso il nome degli Impera, progetto nato dalla mente del batterista J.K. Impera e completato da una formazione importante che vede Matti Alfonzetti alla voce, Tommy Denander alla chitarra e Mats Vassfjord al basso. Legacy of Life, questo il titolo dell’album d’esordio, uscirà il 19 ottobre per la importante label Escape Records.

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Tango Down – Identity Crisis – Recensione

09 Ottobre 2012 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: Hard rock
anno: 2012
etichetta: Kivel Records

 

Eccoci finalmente pronti a commentare per voi i 10 brani del nuovo e terzo album dei Tango Down, il più volte posticipato (per almeno sei mesi direi) Identity Crisis, ora definitivamente disponibile dagli inizi di ottobre per la label Kivel Records.

Un disco che sicuramente prometteva bene già dalla sua copertina, ma che risulta persino migliore della bella e ammiccante rossa una volta pigiato il tasto play. L’hard rock dei Tango Down è infatti estremamente divertente e convincente, e ancora una volta totalmente differente rispetto a quello suonato nel precedente capitolo. L’ingresso del nuovo cantante (il terzo nuovo cantante in tre album, ottima media..) David Reece, di fama Accept e Bangalore Choir, ha portato la band ad accantonare totalmente lo stile quasi glam di Damage Control per avvicinarsi a un maturo hard rock a tinte bluesy, che si ispira a quanto fatto da realtà quali i Ratt, i Dokken o i Whitesnake, mantenendo però sempre inalterato il gusto melodico del progetto e la sua capacità di creare ritornelli corali e assolutamente coinvolgenti. Partendo proprio dalla voce, il cantato di Reece fornisce tanta, tantissima qualità all’insieme grazie alla sua timbrica calda ed avvolgente, e alla sua grande tecnica che gli permette una importante estensione capace di alzare da sola di molto la gittata del disco. Questa aggiunge ulteriore valore alle ottime parti di chitarra del leader Scott Rif Miller, capace di dimostrarsi anche qui ottimo compositore e musicista. Il suo riffing è allo stesso tempo massiccio e aggressivo ma melodico, il suo sound molto ottantiano e i suoi assoli vari e tecnicamente ineccepibili. Così l’insieme, ben completato dai lavori del batterista Keith Michaels e del nuovo bassista Chris Konys, si rivela infine dotato di una bella originalità e di tanta ispirazione che, unite a una produzione senza problemi, conferiscono a Identity Crisis tutte le qualità necessarie per emozionare tutti  patiti di questo genere. continua

Eclipse – Bleed And Scream – Recensione

09 Ottobre 2012 22 Commenti Andrea Vizzari

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Music

Dopo aver partecipato negli ultimi anni a diversi progetti come Jamison/Kimball, Shining Line, WET, Lionville,o il debutto solista di Toby Hitchcock, il giovane e talentuoso Erik Martensson ha pensato bene di riprendere insieme all’amico Magnus Henriksson gli Eclipse, sua band principale, e dare alla luce questo nuovo album intitolato “Bleed And Scream”. I primi due album della band nonostante siano dei prodotti di buona fattura non hanno certo fatto gridare al miracolo, ma gli svedesi hanno prontamente cambiato registro con l’ottimo “Are You Ready To Rock” del 2008 lanciando di fatto il nome di Martensson fra le giovani promesse dell’ambiente musicale hard rock melodico. Per fortuna la Frontiers non ha perso tempo e ha pensato bene di puntare molto sul talento di Erik in diversi progetti, diventando di fatto uno fra i songwriters/produttori più ricercati nell’ambiente hard rock/melodic rock/aor.
Tornando finalmente ad occuparsi della sua band madre il singer ha veramente superato se stesso, seppur con qualche difettuccio, facendo di questo nuovo album indubbiamente il migliore della loro discografia.
Niente è lasciato al caso, i suoni si fanno ancora più potenti e bombastici con la presenza davvero massiccia di incredibili riff di chitarra (a dir la verità ispirati moltissimo dai Whitesnake) e da una batteria che definire “terremotante” è quasi riduttivo. continua