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N.O.W. – Bohemian Kingdom – Recensione

16 Marzo 2013 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Escape Music

Ci sono voluti tre anni ad Alec Mendonça, bassista e leader dei N.O.W., per dare un seguito al bel disco di debutto Force of Nature, uscito nel 2010 e giustamente ben accolto dalla critica tutta. Un lungo periodo, durante il quale il musicista ha dovuto riarrangiare la formazione con l’ingresso di un nuovo chitarrista ritmico e un nuovo batterista, ma soprattutto fare i conti con la dura, durissima perdita di un suo amico, soltanto diciassettenne, stroncato dalla leucemia.

Un colpo terribile e difficile da accettare, che ha trovato nella musica la sua valvola di sfogo. Il 22 marzo esce così, con questa storia alle spalle e via Escape Music, Bohemian Kingdom, un album dall’atmosfera forzatamente più oscura e personale dell’esordio, ma parimenti (se non più) bello e originale.
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W.E.T. – Rise Up – Recensione

13 Marzo 2013 27 Commenti Andrea Vizzari

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers

 

Quando nel 2009 fu annunciato il progetto WET, il melodic rock non aveva ancora vissuto quel periodo di rinascita vero e proprio che sarebbe cominciato da lì a poco e che avrebbe visto proprio nel debutto di questo progetto la propria punta di diamante.
Ai quei tempi, del trio delle meraviglie formato da Erik MårtenssonRobert Säll e Jeff Scott Soto, soltanto quest’ultimo godeva di una reputazione e di un fanbase tali da causare la febbre per l’attesa di un prodotto dalla qualità, poi confermate, assolute. Sappiamo poi quanto sia stato fatto successivamente con le loro band principali (Eclipse e Work Of Art) e con gli innumerevoli contributi nel songwriting di numerosi progetti proiettando sia Säll che soprattutto Martensson nel gotha del panorama aor/melodic rock odierno.
Quell’unione perfetta tra l’orecchiabilità e freschezza di un prodotto Aor con la “cattiveria” di un hard rock di stampo, ovviamente Talisman/Eclipse, ha fatto la fortuna di “Wet” ed era quasi scontato immaginarsi i tre musicisti riuniti una seconda volta per dare vita al suo successore, arrivato dopo ben 4 anni e intitolato appunto “Rise Up”.

Chiamati a raccolta gli amici Magnus Henriksson alla chitarra e Robban Bäck dietro le pelli (entrambi negli Eclipse) il terzetto aveva l’ingombrante peso di confermare il grandioso lavoro svolto nel precedente disco, e perchè no anche superare le aspettative e regalarci un’altra perla; dopo numerosi ascolti quest’ultima ipotesi era forse fin troppo esagerata in quanto impresa quasi impossibile constatando quanto i nostri si siano limitati “soltanto” a confermare una seconda volta il loro innato talento dando alla luce semplicemente un disco di ottima fattura, energico, granitico. continua

Player – Too Many Reasons – recensione

06 Marzo 2013 4 Commenti Denis Abello

genere: AOR / Westcoast
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music

La macchina del tempo esiste, si chiama musica. Può portarti a vecchi ricordi o ispirarti per progetti ancora da venire o semplicemente può riportare a noi da un lontano passato una band come Player e far come se neanche un giorno fosse passato dall’ultima volta che il duo Peter Beckett e Ronn Moss ha incrociato la strada di una manciata di note.
Adesso facciamo noi invece un salto nel passato e ripercorriamo la strada dei Player che inizia negli anni ’70 con una doppietta di album westcoast rock di successo come l’omonimo Player ed il seguente Danger Zone e una hit planetaria come la bella Baby Come Back (che verrà riproposta in questo lavoro in una nuova veste), ma è proprio una volta raggiunto il successo che la coppia decide di dividersi e mentre Beckett rimarrà ancorato a lidi musicali il buon Ronn Moss si darà ad una carriera televisiva di successo… vi dice niente Beautiful? 🙂
Perchè il duo torni a parlare insieme la lingua della musica bisognerà attendere il 2007 quando riprendono a suonare dal vivo anche se per parlare di un nuovo progetto bisognerà attendere il 2012 con l’uscita di un EP che ha avuto il merito di mettere nero su bianco che i Player sapevano e potevano ancora fare buona musica.

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Hardcore Superstar – C’Mon Take On Me – Recensione

05 Marzo 2013 12 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Sleaze Glam
anno: 2013
etichetta: Nuclear Blast

Tremano a lungo e con insistenza le gambe nel momento in cui si tenta di riassumere la carriera degli svedesi Hardcore Superstar, assoluti eroi moderni del genere sleaze glam, o street metal come lo vogliate dire. Una band ormai incredibilmente matura, merito anche dei nove grandi album in studio alle spalle dal 1997 ad oggi, ma anche e soprattutto sempre innovativa e in perenne evoluzione, e capace ora di toccare con la sua musica ogni genere che vada dal puro e semplice hard rock, al glam, al metal e, addirittura, a qualche accenno del più feroce thrash metal di stampo ottantiano.

Non sto vaneggiando: in C’Mon Take On Me, l’ultima creatura di questi ragazzi prodigio ormai disponibile dall’inizio di questo marzo 2013 per la major Nuclear Blast, c’è tutto quanto ho appena detto, e anche di più! Un terremoto di disco che, una volta entrato nei vostri lettori, faticherà davvero a uscirne.
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Shannon – Circus of Lost Souls – Recensione

03 Marzo 2013 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Mad Association

Mi arrabbio quando ascolto album belli, dotati di un songwriting magari avvincente e ben ragionato, e mi trovo costretto a gettare nel cassonetto gli stessi a causa di una produzione raccappricciante. E questo è successo recentemente con i Wild Rose, e succede ora anche con i melodic hard rockers francesi Shannon. Uff.

Circle of Lost Souls, disco numero tre di questa formazione attiva già dal 1998 (ma vittima nel tempo di innumerevoli cambi di line-up), è uscito il 1 marzo per la misconosciuta label Mad Association, forte anche di ottime comparsate in duetto o come coristi di Harry Hess (Harem Scarem), Tony Mills (Shy, TNT), Paul Sabu, e componenti di Praying Mantis e Sideburn.
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Little Caesar – American Dream – Recensione

28 Febbraio 2013 8 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Dirty Deeds Records

I Little Caesar sono uno di quei gruppi sottovalutati da sempre, che nonostante due ottimi album ad inizio anni ’90 (Little Caesar e Influence) non hanno mai avuto il successo che si sarebbero meritati. E dire che il loro hard rock sporco,ruvido a tratti molto southern era ben suonato, con grandi melodie e prodotto da una major come la Geffen; ma non bastò. Il ritorno dei cinque losangelini dopo anni di silenzio è avvenuto nel 2009 con l’ottimo Redemption ed ha ritrovato tutti i fan grazie anche al tour mondiale che seguì il quale ricevette grande successo di pubblico e critica. Questo nuovo American Dream non fa altro che confermare lo stato di grazia di Ron Young e soci che vede alle chitarre Louren Molinare e Joey Brasler, al basso Fidel Paniagua  ed alle pelli Tom Morris.

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Ten – Heresy and Creed – Recensione

26 Febbraio 2013 13 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers

 

Difficile iniziare questa recensione senza quantomeno accennarvi della mia stima quasi spropositata per gli inglesi Ten e per il loro melodic hard rock epico, originale e ricco di particolari atmosfere. Devo però altrettanto dire che l’ultima fatica di questo progetto, l’album Stormwarning (2011), e con lui pure molte delle loro recenti pubblicazioni, ho davvero faticato a digerirle, per svariati motivi che fortunatamente ora poco ci interessano.

Infatti l’ultima fatica di Gary Hughes e soci, intitolata Heresy and Creed e uscita a fine ottobre 2012 per la Frontiers Records, torna finalmente a suonare la musica che ci piace, condendola con il giusto trademark alla Ten. Alleluia!

Heresy and Creed è stato in grado di emozionarmi fin dalle sue primissime battute (leggasi: fin dal brano d’apertura Arabian Knights, di cui parleremo sotto), grazie a il suo sound molto più orientato al passato e alla sue musiche nuovamente farcite di originalità come lo erano un tempo. Sarà merito del graditissimo ritorno del bassista Steve McKenna e del chitarrista ritmico John Halliwell, presenti degli anni d’oro della band, sarà per non so quali altri motivi, ma quel che importa è che qui Hughes ritrovi in toto la quadratura del cerchio e componga un songwriting di tutto rispetto, e con le giuste qualità per divertire a pieno l’ascoltatore. La sua prova vocale inoltre si mantiene di altissimo livello, con la sua timbrica calda ed emozionare a guidare con carisma e pathos le melodie, aggiungendo il giusto valore all’insieme. Tanto di cappello è da farsi comunque anche al neo ingresso Dan Mitchell alla chitarra solista, musicista che personalmente non conoscevo ma che è stato in grado di integrarsi benissimo con questa formazione, gettandosi in una prova eccezionale al suo strumento. 

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Rage Of Angels – Dreamworld – recensione

25 Febbraio 2013 3 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Escape Music

Rage Of AngelsDreamworld, Ged Rylands ideatore del progetto e tastierista originale dei Ten qui in veste di chitarrista, tastierista e corista con Martin Kronlud alla chitarra, Pera Johanssen alla batteria e Michael Carlsson al basso e come se non bastasse con Harry Hess, Robert Hart, Ralf Scheepers, Matti Alfonzetti, Neil Fraser, Danny Vaughn, David Reed Watson, Tommy Denander, Ralph Santolla, Vinny Burns, Xander Demos
No, non sto dando i numeri, ma è proprio il caso di dire che sto dando i Nomi… ovvero i nomi che chi si metterà all’ascolto di questo progetto troverà sulla sua strada e diciamcelo, non sono nomi da poco. Partiamo dall’inizio però, i Rage of Angels nascono da Ged Rylands ex tastierista nonchè membro fondatore dei Ten, che dopo un periodo di pausa ha giustamente deciso di rimettersi in pista e ha per lo scopo arruolato un battaglione di tutto rispetto che ci propone questo primo capito intitolato Dreamworld.

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The Unripes – This is Not America – Recensione

24 Febbraio 2013 1 Commento Lorenzo Pietra

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Street Symphonies

 

Che sorpresa questo debut album dei The Unripes! La formazione tutta italiana, ad essere precisi emiliana in quanto i componenti sono tutti di Modena, muove i primi passi nel 2005 e nel 2007 pubblica il primo “mini” Gutter Superstar, autoprodotto, che però non riceve la promozione dovuta. Solo dopo un EP nel 2009 e cambi di line-up la band riesce a pubblicare nel 2012 questo This is Not America, grazie anche alla Street Symphonies che crede in loro. I quattro “ragazzacci” suonano del grande Hard Rock melodico, con un sound che arriva diretto dagli anni ottanta ma che strizza l’occhio al rock più moderno. La voce tagliente di Axia e la chitarra precisa di Michele Pelillo sono completate da Uncle Sappa al basso e Luca Setti alla batteria (dai Trick or Treat).

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Diamond Dawn – Overdrive – Recensione

19 Febbraio 2013 36 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Records

Se si guarda al panorama rock melodico odierno ci si rende facilmente conto di come la carriera e la musica degli H.E.A.T. siano ormai diventati gli schemi da imitare per raggiungere ed inseguire con più o meno certa sicurezza la strada del successo. Produrre un disco alla H.E.A.T. è diventato ormai il sogno più o meno nascosto di ogni nuovo giovane progetto in cantiere e, un po’ come accadeva negli anni d’oro per i Bon Jovi, gli Europe, i Def Leppard, eccetera, il riproporre le strutture della musica dei sei svedesi si appresta ad essere una buona e interessante abitudine all’interno del revival melodico di questi anni.

Da queste premesse nasce e si evolve la musica dei nuovi enfant prodige di casa Frontiers Records, gli svedesi Diamond Dawn, che il 22 febbraio faranno il loro primo passo sul mercato discografico con Overdrive, un disco che nelle parole dello stesso chitarrista del gruppo Olle Lindahl avrà il suo primo obiettivo nel “divertire le persone, noi stessi divertendoci”.
continua