LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Ultime Recensioni

  • Home
  • /
  • Ultime Recensioni

King Kobra – II – recensione

11 Luglio 2013 12 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music

Il Re Kobra è morto, il Re Kobra è rinato… viva il Re Kobra. So che può sembrare una frase da seri problemi mentali, ma in realtà ha un suo senso, e brevemente spiega la genesi che ci ha portato tra le mani questo II.
Esisteva una band chiamata King Kobra con un certo Mark (ora Marcie) Free alla voce che faceva un (gran bel) melodic rock patinato anni ’80 (vi ricordate Never Say Die, colonna sonora di Iron Eagle, Aquile d’acciaio?). Quella band ora non esiste più e questo deve essere ben chiaro a chi si sentiva legato a quel moniker e vuole continuare nella lettura di questa recensione… il Re Kobra è morto!
Come un buon serpente però, più che morto, ha cambiato pelle. Dal 2011 tornano infatti i King Kobra con un cambio notevole che vede la voce di Paul Shortino sostituire Free e soprattutto da li in avanti il sound della band si ricarica e si adatta alla voce unica del suo nuovo frontman e diventa un hard rock classico classico, il re Kobra è rinato!
Se ci seguite da un pò di tempo o solo avete letto la recensione del “ridebutto” (terzo nella loro storia)) dei King Kobra (la trovate qui) sapete anche che, cambio di genere a parte, il ritorno del Kobra si è rivelato più che valido… viva il Re Kobra!

continua

Anastasio Farini – Lil’ Angel – recensione

10 Luglio 2013 2 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock / Guitar Virtuoso
anno: 2013
etichetta: Defox Records & Heart Of Stell Records

Trovarmi tra le mani un album solista di un chitarrista mi mette paura. Lasciatemi spiegare, la mia paura è sempre quella di ascoltare uno di quegli album ultra tecnici e suonati da una piovra a venti mani che ti infila una serie di mega assoli uno dietro l’altro alla velicità di curvatura 5.5… che per uno come me che di tecnica ne capisce poco risulta sempre un pò ostico da masticare.
Bene, questo di Anastasio Farini non è proprio quel caso, anzi il talentuoso chitarrista greco con questo suo Lil’ Angel si mette letteralmente a servizio di 9 pezzi che ora andiamo a sviscerare.

Buona partenza sulle note di Lil’ Angel che vede alle corde il greco Dean Mess (W.A.N.T.E.D) e da subito mette in primo piano le qualità del chitarrista con un solo di ottima caratura. Sweet Lovin’ Girl gioca il suo asso sulla voce di Rob Mancini anche se alla lunga non riesce ad andare perfettamente a segno, un pò troppo ripetitivo.
Meglio con Anytime All the Time, bella prova vocale di Pelle Saether (Grand Design) e come sempre un ottimo lavoro alla chitarra di Anastasio. Il pezzo scorre via che è un piacere.
Brother to Brother manca di originalità ma risulta comunque un buon rock n roll baciato dalla voce di Reuben Archer (Stampede). Un pò scontata e macchiata da una prova non perfetta alla voce di Darren Grant (Eruption,Daz Of Oz) I Will Be Loving You Forever è un lento che riesce a risollevarsi solo grazie alla prova di Farini alla chitarra.
Vero momento di gloria e tripudio della chitarra di Farini sulle note di The Phantom of the Opera, pezzo strumentale con note di Malmsteen nell’aria…
Piacevole la cover di Wild Boyz dei Duran Duran, resa più dura e “chitarrosa”, e se può far storcere il naso ai puristi sicuramente può strappare qualche sorriso a tutti gli altri.
Buon rock quello di Like My Way of Love e sicuramente valida conclusione la strumentale Prelude.

IN CONCLUSIONE

Un album tutto sommato gradevole, 9 pezzi di cui 2 strumentali non sono tantissimi, ma bastano per dimostrare tutte le capacità che Anastasio Farini può mettere in campo. Lavoro abbastanza vario, che è anche uno dei maggiori pregi, che può contare inoltre su buone prove generali da parte degli ospiti alla voce.

James Christian – Lay It All On Me – Recensione

07 Luglio 2013 52 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Music

A distanza di nove anni dall’ultimo lavoro solista(Meet The Man,2004) ecco tornare in grande stile James Christian, voce degli storici House Of Lords. Lay It All On Me, titolo del nuovo album, nonostante sia stato scritto e registrato in un periodo difficile della sua vita,  risulta un lavoro fresco e  frizzante. Diversi ospiti presenti , tra cui spicca senza dubbio la sua compagna Robin Beck ai cori e ancora una volta il cantante riesce a lasciare il segno con un sound vicino alla sua band, ma con tocchi di classe che lo rendono unico. Inoltre in questo disco troveremo James sia alla chitarra acustica che al basso.

Già dall’iniziale Lay It All On Me, dove la melodie e il refrain si stampano subito in testa, riusciamo a capire le intenzioni del singer. Cori iniziali con attacco di chitarra e tastiere in primo piano per una opener perfetta. Ancora grandissimi pezzi come Sacred Heart, con una dolcissima chitarra come intro, per poi esplodere in un rock classico e Day In The Sun, AoR di alta caratura. Believe In Me col suo intro tastieristico è una ballad classica ancora ben suonata e capace di coinvolgere l’ascoltatore. Anche gli episodi più rockeggianti, come Don’t Come Near Me e You’re So Bad sono di alto livello con la chitarra elettrica sporca e molto hard.La ballad Let It Shine con la voce roca e il basso che detta il ritmo risulta una delle più belle tracce. She’s All The Rage col grande riff iniziale è esplosiva fin dalla prima nota e sprigiona energia pura. Sincerely Yours porta le tastiere in primo piano e vira sull’AoR più classico con melodie e classe pure. Shot In The Dark è melodic-rock con la chitarra ritmica in evidenza e un refrain stupendo. La conclusiva Welcome To Your Future alza ancora il ritmo col suo rock potente e ci regala emozioni pure, traccia superba.

IN CONCLUSIONE

Un lavoro superbo,dove James Christian sprigiona tutta la sua classe e dimostra, se ancora ce n’era bisogno, di saper emozionare come pochi riescono. Un disco da avere.

Fair Warning – Sundancer – recensione

03 Luglio 2013 27 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: SPV

Uno sguardo alla copertina, una lettura veloce al titolo Sundancer e quel moniker che in alto sulla copertina fa bella mostra di se, Fair Warning. Per chi un minimo ha seguito la carriera di questo gruppo solo una cosa può venire alla mente… Rainmaker.
Nati a cavallo tra gli ’80 e i ’90 i Fair Warning hanno saputo risaltare con il loro hard rock melodico quando la luce di questo genere diventava sempre più fioca e sembrava destinata a spegnersi.
Eppure proprio in quegli anni ’90 che sembravano così buii i Fair Warning con il loro stile semplice e diretto e con il supporto di una voce comme quella di Tommy Heart seppero piazzare a segno nel cuore di molti rocker (dall’animo melodico) una serie di album di qualità assoluta tra cui spiccava proprio Rainmaker (1995) che insieme all’omonimo Fair Warning (1992), Go! (1997) e Four (2000) permisero al gruppo di apporre la propria firma nella storia dell’hard rock melodico di quegli anni.
Il 2000 segna anche il loro scioglimento ma per fortuna basterà attendere il 2006 per rivederli riuniti e pronti a ripartire… e se la partenza con Brother’s Keeper risulta quanto mai forte e carica di quel “Fair Warning spirit” che caratterizzò i primi album lo stesso non si può dire dell’ultimo Aura datato 2009 in cui un certo cambio di direzione contribuì a rabbuiare e far scricchiolare la forza del gruppo.
Dopo tutto questo bell’excursus storico, assolutamente dovuto per una band di questa caratura, non mi resta da dire che essendo io un trentenne che non ha avuto (causa età essendo proprio dell’80) la fortuna di vivere appieno, o meglio di intendere, cosa succedeva negli anni ’80 per il melodic e l’hard rock ma che sfortunatamente si è pippato tutta la solfa grunge dei ’90 si può capire come un gruppo come i Fair Warning abbiano segnato fin dal loro esordio quella luce di speranza che qualcuno potesse ancora rispecchiare “in musica” quello che era il mio spirito adolescenziale che proprio non capiva come il “Seattle Sound” o il “Pop italiaco” potessero attizzare i suoi coetanei.
Chiaro quindi come sia legato in maniera particolare a questo gruppo e a una valangata di loro pezzi e quindi ancora più chiaro come l’arrivo di un album come Sundancer possa avermi fatto sobbalzare sulla seggiola e scendere una lacrimuccia appena ho visto la copertina, soprattutto dopo un pò di delusione patita con Aura.

continua

Markonee – Club of the Broken Hearts – Recensione

22 Giugno 2013 4 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: New Venture Music

Davvero molto buona l’ultima fatica discografica dei bolognesi Markonee, realtà italiana attiva dall’ormai lontano 1999. I cinque ritornano con Club of the Broken Hearts, disco da poco uscito nei negozi tramite la New Venture Music, presentando in esso l’esordio del loro talentuoso e nuovo cantante Alessio Trapella.
continua

Scorpion Child – Scorpion Child – Recensione

20 Giugno 2013 2 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Nuclear Blast

“Dio del rock, grazie. Grazie per aver esaudito le mie preghiere e aver mandato su questa terra gli Scorpion Child a deliziarci ancora con quel vero e puro appeal che solo l’hard rock settantiano possiede. Grazie!”

Un sogno ad occhi aperti, il debutto omonimo di questa formazione texana (in uscita il 21 giugno per la Nuclear Blast, label che ultimamente si sta accapparando tutto il meglio del panorama emergente mondiale) vi trasporterà indietro nella storia del rock di almeno quarant’anni fino a quel decennio dorato che vedeva Led Zeppelin, Uriah Heep, Rainbow, etc., calcare al pieno delle forze i palchi di tutto il mondo.
continua

Lost Weekend – Evermore – Recensione

18 Giugno 2013 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: AOR Heaven

Da 18 anni sulle scene, spesso a supporto di grandi realtà del nostro panorama quali Gotthard, TNT, Dokken, Magnum, Saxon, Wishbone Ash, Jeff Scott Soto, Winger, Asia, Quireboys, Thunder, UFO e FM, gli inglesi Lost Weekend ritornano con un nuovo album, Evermore, in uscita il 21 giugno per la AOR Heaven.

continua

BlueRose – Darkness and Light – recensione

13 Giugno 2013 0 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Areasonica / Andromeda

Tornano gli italianissimi Bluerose che dopo averci stupito un paio di anni fa con il concept album Fallen From Heaven, che raccontava in una serie di pezzi la storia dell’angelo caduto Bluerose, tentano di bissarne il successo con questo nuovo lavoro a titolo Darkness and Light che, anche se perde in parte la connotazione di concept album, mantiene comunque un certo filo conduttore con il suo predecessore.
Poco cambia invece per quanto riguarda la line up che vede Riccardo Scaramelli (Voce, Chitarre, Synth), Giuliano Soranno (Chitarre), Guido Lucchese (Basso, Cori) e Cristiano Primosi (Batteria) in formazione. Invece molto cambia sul piano musicale come vedremo in seguito, in quanto il tratto ricercato delle melodie che componevano Fallen From Heaven lasciano spazio ad un Hard Rock più puro e di stampo nettamente più classico che comunque va detto che ben si adatta alle capacità del gruppo.

continua

Indicco – Karmalion – Recensione

13 Giugno 2013 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2013
etichetta: New Venture Music

Con tre anni di lavorazione alle spalle, Karmalion è il disco di debutto degli spagnoli Indicco, una formazione spagnola di puro melodic rock fondata da Indigo Balboa e Paco Cerezo, il primo artista solista, compositore e produttore, il secondo ex chitarrista e leader dei 91 Suite.

A completare la formazione dell’album (in uscita il 14 giugno per la nuova label New Music Venture) sono altri due ex 91 Suite (Antonio Munoz e Lean Martinez) e il tastierista Angel Valdegrama, ma soprattutto un team di ospiti dal quale spiccano i nomi di Jimi Jamison e Mark Spiro, cantanti su molte tracce di questo disco.

continua

Burning Rain – Epic Obsession – Recensione

07 Giugno 2013 20 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers Records

Terzo studio album per i Burning Rain, guidati dall’instacabile Doug Aldrich, che nonostante l’estenuante lavoro alla chitarra degli Whitesnake, riesce a trovare spazio per registrare e incidere questo nuovo Epic Obsession. Con due ottimi album all’attivo,l’omonimo Burning Rain del 1999 e Pleasure To Burn del 2000, il nuovo full lenght si presenta col suo hard rock classico, potente, melodico e ritrova alla voce Keith St.John, al basso Sean McNabb(Dokken, Quiet Riot)e alla batteria Mat Starr(Ace Frehley Band). Proprio i Whitesnake sono alla base del sound dei quattro americani e tutto l’album non discosta da questo stile. Rimane il fatto che se siete fan dell’hard rock grezzo, a tratti blueseggiante, ma con un tocco di class-metal questo cd darà senza dubbio un'”Ossessione Epica”!

continua